Trento, 20/01/2014
Con queste brevi note vogliamo
informare lavoratori e lavoratrici della nostra scelta di lasciare la
Cgil per dar vita, anche in Trentino, al sindacato USB Unione Sindacale
di Base
La nostra è stata una scelta difficile, meditata nel tempo ma inevitabile.
Le
ragioni della nostra uscita dalla Cgil riguardano principalmente due
aspetti: la democrazia interna e la politica subalterna della Cgil
rispetto a governo ed imprese.
Gli atti e
le sanzioni amministrative possono espellere dei compagni ma non
possono cancellare il dato che democrazia e dissenso non hanno più
diritto di cittadinanza dentro la Cgil.
Per avere
difeso un delegato dall'arroganza di un segretario provinciale ci siamo
trovati denunciati al Comitato di garanzia della Cgil. Se cancellare il
dissenso con atti amministrativi è tipico dei regimi dittatoriali, lo
strumento dell'espulsione di chi la pensa diversamente è tipico delle
sette, non delle organizzazioni democratiche.
Purtroppo
la Cgil non solo ha ridotto gli spazi di democrazia al suo interno ma
ha anche cambiato il suo DNA accettando, senza lottare, l'elevamento
dell'età pensionabili a 67 anni, la sostanziale cancellazione
dell'articolo 18, il dilagare della precarietà e sta permettendo ai
governi che si sono succeduti negli ultimi anni di imporre una politica
di lacrime e sangue in nome dell'austerità voluta dalla troika europea.
La sua subalternità al PD, gli avvenimenti degli ultimi mesi dentro la Filcams e la Cgil Trentina e la firma del “Testo Unico” sulla Rappresentanza sindacale hanno fatto maturare la nostra convinzione di lasciare la Cgil.
Noi non
possiamo convivere dentro un'organizzazione che firma accordi dove i
lavoratori vengono espropriati dei loro diritti democratici e di
partecipazione alle scelte che li riguardano, che tenta di chiudere
definitivamente ogni spazio di democrazia e di conflitto nei luoghi di
lavoro, attribuendo ai firmatari una prerogativa legislativa che invece
la Costituzione attribuisce al Parlamento.
Ma non
solo, oggi questa Cgil subisce senza lottare la distruzione dei posti
lavoro, la chiusura delle fabbriche, le privatizzazioni, la precarietà e
il taglio dei salari mentre banchieri, padroni, supermanager, ricconi
ed evasori fiscali continuano a fare i loro sporchi affari indisturbati e
noi diventiamo sempre più poveri.
Per
questo siamo usciti dalla Cgil, perché questa organizzazione è ormai
irrecuperabile alle ragioni del lavoro e conseguentemente va
abbandonato.
Questa non è una scelta di chi si sente “sconfitto”, anzi per noi la decisione di iscriverci all'USB Unione sindacale di Base, è motivo di orgoglio, è linfa per un rinnovato impegno per lavorare alla costruzione di un sindacalismo indipendente dal quadro politico, istituzionale e padronale.
Per questo nel rifiutare le politiche di austerità imposte dalla
troika, fatte proprie dai governi Berlusconi, Monti e Letta, subite
passivamente da Cgil, Cisl e Uil che distruggono vite umane e territori,
generano miseria e razzismo, vogliamo lottare per difendere gli
interessi dei lavoratori e per attivare un cambiamento generale nel
nostro paese.
Un sindacato che sappia contrapporsi alla frammentazione dei lavoratori
con l'obiettivo di connettere le lotte che avvengono nei luoghi di
lavoro, sul territorio, nella società civile e quindi cercare di
unificare le varie realtà del sindacalismo conflittuale ed indipendente.
Siamo convinti che in questa situazione di crisi rilanciare il
conflitto, anche sociale, finalizzato all’acquisizione di nuovi diritti e
nuove tutele, sul lavoro e nella società, richiederà un impegno
straordinario che da parte nostra sarà affrontato con un rinnovato
entusiasmo per rilanciare una contrattazione che abbia come presupposto
il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita per milioni di
lavoratori.
Ezio
Casagranda, Marco Cappelletti, Andrea Mazzoleni, Swetlana Tenuta,
Alberto Segata, Giuseppe Lorenzi, Elisa Marzo, Loris Depaoli, Tiziana
Zanon, Luciano Lorandi, Veronica Bruno, Monica Bresciani, Fabrizio
Monegatti.
fonte:
Qualcuno inizia a capire e reagire al disastro. Dovremmo seguire l esempio e cominciare a lottare sul serio. Altrimenti nessuno di noi avrà scampo.
RispondiEliminaCONCORDO !
EliminaBravi. Non c'e' altra scelta: la Cgil ormai e' al servizio delle aziende, come lo sono da decenni Cisl e Uil...
RispondiEliminaE IN QUESTI GIORNI SONO RIAPPARSI DAL NULLA MOLTI DEI SINDACALISTI CHE ERANO " MISTERIOSAMENTE " SPARITI NEL NULLA DAL MOMENTO DELLA COMUNICAZIONI AZIENDALE SULLA SOLIDARIETà , NUOVE TURNAZIONI...E PROBLEMI IN CUI I LAVORATORI SONO STATI ABBANDONATI A SE STESSI .
EliminaDOPO CHE ANCHE "CHI L'HA VISTO " NON ERA RIUSCITO A TROVARLI, SONO STATI STANATI DALLA PAURA DI UNA NUOVA POSIZIONE ALTERNATIVA ALL'INTERNO DEL CONGRESSO CGIL , W il DOCUMENTO ALTERNATIVO!!!
CHI NON HA IL CORAGGIO DI RIBELLARSI , NON HA IL DIRITTO DI LAMENTARSI !!!
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