martedì 29 novembre 2016

Metalmeccanici. C’è chi dice NO! Delegat@ per il NO

 VOTA NO il 19-20-21 dicembre. Martedì 6 dicembre assemblea a FIRENZE


Pubblichiamo l’appello di delegat@ FIOM a sostenere le ragioni del NO all’ipotesi di accordo del ccnl dei metalmeccanici. Il 6 dicembre appuntamento a Firenze!
per aderire: peril.no.ccnl2016.metal@gmail.com
In un anno di trattative con Federmeccanica, la Fiom ha di fatto posto la parte economica come unica condizione imprescindibile per la firma del contratto. Quanto firmato non rispetta nemmeno questa condizione. Non si tratta di discutere se 92 euro di aumento siano tanti e pochi. Per il semplice motivo che non sono 92, non sono certi e non sono per tutti.
Si arriva tale cifra solo sommando 51 euro di aumenti salariali al resto delle misure di welfare aziendale (7,69 euro di aumento sulla previdenza, 12 sulla sanità, 13,6 di welfare, per un totale di 85 euro mensili che arrivano a 92,68 con la quota per il diritto alla formazione continua).
Pochi spiccioli, quindi, ma in compenso tanta confusione. Innanzitutto perché si sommano voci di salario diretto a prestazioni di welfare, come se si trattasse di voci sostitutive l’una dell’altra. In secondo luogo perché si sancisce che si possa accedere a tale “aumento” solo accettando di far parte del welfare integrativo: non un diritto universale, ma basato un rapporto con un fondo privato o con un fondo aziendale.
Infine, nemmeno i 51 euro salariali sono certi e per tutti. Non lo sono perché riassorbibili da tutti gli aumenti “fissi collettivi della retribuzione eventualmente concordati in sede aziendale” (con l’esclusione di quelli legati alla modalità di effettuazione della prestazione lavorativa).
Non lo sono perché sono aumenti solo “stimati”. L’effettivo importo verrà deciso ex-post: dopo la comunicazione annuale da parte dell’Istat dell’Ipca. L’Ipca (Indice Prezzi al Consumo Armonizzato) è un calcolo dell’inflazione che esclude dal paniere le voci energetiche importate. Un metodo truffaldino, dalla Fiom in passato contestato, che di fatto regala alle aziende la possibilità di pretendere una sorta di scala mobile al contrario. E se non bastasse, questa destrutturazione dell’aumento salariale si lega a una parte normativa estremamente negativa.
In primo luogo, passa quasi sotto silenzio il fatto che la Fiom firmando questo contratto abbia accettato contemporaneamente il contratto separato del 2012 precedentemente osteggiato. Se la Fiom ha ragione oggi, aveva torto ieri. Se aveva ragione ieri, ha torto oggi. Questo è e da qua non se ne esce.
Il contratto 2012 era stato osteggiato per misure come aumento degli straordinari obbligatori, flessibilità oraria, penalizzazione della malattia e apertura alle deroghe. Tutto questo viene recepito, con buona pace di 8 anni di battaglie. E c’è in fondo un legame diretto tra il fatto che si accetti la penalizzazione della malattia (contratto 2012) e la limitazione della 104 (l’attuale rinnovo) e dall’altro si apra alla sanità integrativa. Diritto universale alla salute, all’assistenza e alla malattia sono inversamente proporzionali a qualsiasi forma di integrazione della sanità. In seconda battuta questo contratto, come dimostra la gioia di Renzi, Poletti e Federmeccanica, risponde a un obiettivo e un modello ben preciso. Gli obiettivi che si poneva il fronte padronale possono essere riassunti in tre grandi capitoli:
– blocco dei salari, ogni qualsiasi aumento dovrà venire a livello aziendale, in modo totalmente variabile e in cambio di aumento dei carichi di lavoro, indebolendo sempre di più la “paga oraria”;
– introdurre un sistema di fidelizzazione del lavoratore attraverso una rete di benefits aziendali;
– sfondare sul terreno dell’orario, con 80 ore a disposizione delle aziende per prolungare l’orario settimanale fino a 48 ore, adattando la vita del lavoratore a esigenze e fluttuazioni del mercato.
Dal punto di vista di Federmeccanica la missione è compiuta. I premi aziendali sono dichiarati variabili in maniera stringente: collegati a quella produttività che il lavoratore non controlla e che non determina di certo da solo. Si introducono una serie di misure di welfare aziendale e di benefits azienali. E si allargano le possibilità della plurisettimanalità: la settimana lavorativa deve essere “mediamente” di 40 ore, allungabile e accorciabile a seconda delle esigenze.
Non siamo solo a un pessimo contratto. Siamo a un modello che lentamente, ma inesorabilmente, mina la stessa sindacalizzazione. Si mettono in moto tutti quei processi che legano il lavoratore a mille fili all’andamento della “sua” azienda. Si recepiscono quei meccanismi che spaccano il fronte tra lavoratori di aziende “che tirano” e aziende in crisi. Si crea un interesse diretto del lavoratore a non fermare mai la macchina aziendale, magari con uno sciopero che mina la produttività. Si pensa di salvarsi entrando sotto l’ombrello del rapporto bilaterale sindacato-azienda dove il lavoratore trova conveniente aderire al sindacato per aderire ai servizi che ne derivano. Ma questo modello è veleno per la Fiom. E’ l’approdo a un aziendalismo che oggi si rivolge contro le punte avanzate dell’organizzazione e domani contro l’organizzazione intera.
Il tutto senza aver mai posto realmente il rifiuto del Jobs Act e la richiesta a Cisl e Uil di disconoscere la firma del contratto separato in Fiat.
Siamo delegati e delegate della FIOM e facciamo appello immediatamente a tutti i lavoratori e le lavoratrici, e agli altri delegati e delegate ad attrezzarsi perchè le ragioni del NO a questo contratto siano conosciute, sostenute, argomentate e diffuse nelle assemblee che si terranno e nel referendum del 19-20-21 dicembre, con l’obiettivo di una forte affermazione del NO nonostante le regole tutt’altro che democratiche della consultazione non consentino che il NO abbia la stessa agibilità del SI durante il percorso referendario. Invitiamo ad un incontro a Firenze il 6 dicembre per coordinare i metalmeccanici che dicono NO a questo contratto, a partire da quelli che appartengono alla nostra organizzazione e come noi hanno sostenuto in tutti questi anni le lotte di resistenza che pur tra mille contraddizioni ha portato avanti. Un primo passo di una battaglia per la difesa di un modello sindacale rivendicativo, unificante, conflittuale e partecipativo.
Il nostro NO deve vivere da subito, soprattutto nelle grandi fabbriche, nella battaglia della consultazione sul contratto, e diventare un punto di riferimento per affermare una pratica sindacale opposta a quella dell’attuale gruppo dirigente.

Primi firmatari
Matteo Moretti, Michele Di Paola, Mauro Sassi, Luciano Morelli, Giuseppe Iapicca, Massimo Barbetti (RSU FIOM GKN)
Giorgio Mauro, Andrea Paderno, Matteo Carioli, Matteo Barbaro, Gianfranco Cannone, Roberto Rivoltella, Gianluca Paris, Alfonso De Martino, Jury Guerini, Alberto Vitali, Marco Fontanella, Franco Ruggeri, Luca Carlessi, Massimiliano Finardi, Massimo Mandelli, Rocco Vizzone, Daniele Gatti (RSU FIOM Same)
Massimo Cappellini, Antonella Bellagamba, Massimiliano Malventi, Adriana Tecce,Giorgio Guezze, Francesco Giuntoli, Simone Di Sacco (RSU FIOM Piaggio)
Giuseppe Faillace, Giuseppe Imparato, Ciro Palmieri (RSU FIOM Motovario)
Gianplacido Ottaviano, Giuseppe Principato (RSU FIOM Bonfiglioli)
Mario Viscido, Maurizio Mazza, Giuseppe Gomini (RSU FIOM Ducati)
Silvia Cini, Giada Garzella (RSU FIOM Continental)
Serafino Biondo (RSU FIOM Fincatieri Palermo)
Stefano Fontana (FIOM Fincantieri Marghera)
Gabriele Severi, Franco Batani (RSU FIOM Marcegaglia Forlì)


https://sindacatounaltracosa.org/2016/11/29/metalmeccanici-ce-chi-dice-no-delegat-per-il-no/

Comitato Centrale FIOM. Eliana Como: non condivido questa ipotesi di accordo

intervento di Eliana Como al Comitato Centrale del 27 novembre 2016

Non è facile intervenire su una ipotesi di accordo per il rinnovo del ccnl in solo 5 minuti. Quindi vado subito al punto. Per quanto ho sentito nell’introduzione e letto nel testo che ci avete consegnato oggi, non condivido questa ipotesi di accordo e non penso che questo sia un accordo pulito, come lo ha definito il segretario generale. Brevemente queste sono le ragioni principali.


1. I minimi salariali saranno assorbiti dal 2017 dalle parti fisse del salario. Questo renderà tutti i premi di risultato variabili, come d’altra parte è espressamente scritto nell’ipotesi d’accordo.


2. Gli aumenti salariali saranno calcolati sull’inflazione ex post e verranno erogati sei mesi dopo dall’inizio dell’anno. Per la prima volta, gli aumenti salariali di un ccnl non sono certi ma soltanto prevedibili. In ogni modo, se anche l’andamento dell’inflazione da qui al 2019 fosse quello previsto oggi, l’aumento sarebbe di 51 euro in quattro anni!
Non invento io le cifre. Sto al comunicato che è uscito ieri sul sito della Fiom nazionale. Peraltro trovo del tutto scorretto che si dica in quel comunicato che l’aumento complessivo arriverà a 92 euro, sommando ai 51 euro di aumento salariale la sanità integrativa, il welfare, persino la formazione e Cometa (vi ricordo che quando lo faceva la Fim nei ccnl separati la abbiamo giustamente sempre criticata).
Fino a pochi giorni fa la segreteria diceva che il welfare non doveva essere alternativo all’aumento salariale. Ora invece viene sommato ai 51 euro per dire quale sarà l’aumento complessivo. Forse ho capito male io. Altrimenti c’è davvero qualcosa che non torna. Il welfare non è sostitutivo oppure l’aumento è di 92 euro. Se si sono invece affermate entrambe le cose, in una delle due affermazioni, prima o dopo, non si è detta la verità.


3. La legge 104 viene peggiorata nella sostanza. Seppure nel testo si richiama il diritto a fruire dei permessi di cui alla L.104/1992, si accetta che i lavoratori e le lavoratrici debbano dire quando saranno in permesso addirittura 10 giorni prima che inizi il mese di riferimento. Se anche sono fatte salve le urgenze, nella pratica questo determinerà un netto peggioramento nell’utilizzo dei permessi.


4. Rinnovando il ccnl del 2012, accettiamo tutto quello che non è espressamente modificato, per esempio l’aumento delle ore di straordinario obbligatorio, le ore di flessibilità e la malattia.


5. Se è un bene che siano state cancellate le deroghe salariali del 2012, vengono però riconosciute quelle normative con l’applicazione del TU. Le deroghe saranno uno straordinario elemento di ricatto, anche se si introduce il vincolo che debbano avvenire d’intesa con le organizzazioni territoriali per essere valide. Trovo inoltre pericoloso che sulle altre parti relative all’applicazione al Testo Unico del 10 gennaio (come clausole di raffreddamento e sanzioni), ci si affidi a una commissione che partirà dopo la firma del contratto.


Per tutte queste ragioni, sono contraria a questa ipotesi di accordo. È evidente come è stato detto nell’introduzione che rispetto alla piattaforma presentata da Federmeccanica lo scorso anno ci sono stati dei miglioramenti. Ed è altrettanto evidente che quando si dice che una ipotesi di accordo non va bene, si deve pensare a quale sarebbe l’alternativa se non si firmasse. Vi ricordo però che sono due argomenti che usavano Fim e Uilm nel 2009 e nel 2012. Noi giustamente rifiutammo allora quella logica.
Peraltro non ho affatto capito la ragione di questa accelerazione dei tempi. Mi viene da pensare che si volesse chiudere prima del 4 dicembre. Non so se sia così, ma penso in ogni modo che aver firmato prima del referendum costituzionale sia un errore. Questo consegna al governo la possibilità di propagandare l’idea di un paese rappacificato, con la promessa di una chiusura imminente della vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici pubbliche e in cui anche i metalmeccanici e le metalmeccaniche firmano il loro contratto.


Chiudo dicendo che non c’è bisogno che vi preoccupiate di dire ai funzionari cosa devono fare per la consultazione. I funzionari lo sanno benissimo quale è il loro ruolo, quali sono le loro responsabilità e quale sarà il mandato che uscirà oggi da questo Comitato Centrale.
I lavoratori e le lavoratrici sapranno cosa votare. Di questo mi preoccuperei molto di più.
Al tempo stesso ho sentito in questi ore tanti delegati che non sono d’accordo con questa ipotesi e per questa ragione dico da subito che per il sindacatoaltracosa e per tutti coloro che lo riterranno, la campagna per il NO va avanti oltre il 4 dicembre.
Su questo gli “avvertimenti” che ho sentito nell’introduzione non servono proprio. Ci conosciamo da un po’ Maurizio, dovresti aver imparato che non ci fanno cambiare idea. Per tutto il resto, come ho detto altre volte, vale l’articolo 4 dello Statuto.


https://sindacatounaltracosa.org/2016/11/27/cc-fiom-e-como-non-condivido-questa-ipotesi-di-accordo/

lunedì 28 novembre 2016

Contratto dei metalmeccanici. Il nostro NO

Il nostro giudizio sull'ipotesi d'accordo firmata da Fim Fiom e Uilm per il ccnl dei metalmeccanici


Il giudizio del sindacatoaltracosa in FIOM sull’ipotesi d’intesa raggiunta per il contratto nazionale dei metalmeccanici è totalmente negativo.
Non solo infatti si introduce per la prima volta un aumento non certo ma meramente ipotetico del salario al momento della stipula. Se anche l’ipotesi previsionale fosse confermata, l’aumento in questione sarà di soli 51,7 euro sui minimi in 4 anni, ovvero quasi la metà di quanto stipulato da pressoché tutte le altre categorie della Cgil. Peraltro, gli aumenti saranno dati con enorme ritardo, sei mesi la fine dell’anno di riferimento.
Questo accordo mette la parola fine a qualsiasi possibilità futura di contrattazione e aumento del salario da parte sindacale a livello nazionale e generale, attraverso l’introduzione del meccanismo dell’aumento automatico e esclusivo dei minimi ex post in base all’indice IPCA reale. Stessa caratteristica avrà l’elargizione dei piani di Flexible Benefit, le cui modalità di gestione e caratteristiche saranno lasciate completamente in mano aziendale.
A questo si aggiunga l’assorbibilità di tutti gli incrementi fissi della contrattazione aziendale futura (ad eccezione di quelli legati alla modalità di effettuazione della prestazione) e di quella individuale. D’ora in avanti gli aumenti del contratto nazionale non varranno più per tutti, esattamente come richiesto fin da subito da Federmeccanica, a meno che i premi di risultato non siano tutti variabili, come d’altra parte espressamente indicato dalla stessa ipotesi di accordo. Ciò determina la fine di quella politica salariale di secondo livello basata sul consolidamento dei premi che, come Fiom, abbiamo provato a portare avanti in questi anni con grandi difficoltà. Anche i soldi dati dalla controparte alle voci previdenza integrativa e sanità non sono per tutti ma solo per chi usufruisce di tali istituti.
Essendo rinnovato il ccnl separato del 2012 vengono di fatto accettati anche dalla Fiom quei peggioramenti contro cui ci siamo opposti in questi anni come per esempio la malattia, il numero di ore di straordinario obbligatorio e la flessibilità.
A questo si aggiungano una serie di ulteriori peggioramenti persino al ccnl 2012 sia sulla gestione della legge 104 (si chiede una pianificazione 10 giorni prima del mese di riferimento), sui trasferimenti (si innalza l’età massima per cui sono obbligatori a 52 anni per gli uomini e 48 per le donne), sul futuro inquadramento che rischia di aprire a possibilità di demansionamenti e perdite.
Infine l’intesa dà applicazione al Testo Unico del 10 gennaio 2014, riconoscendo così le intese modificative (leggi deroghe) contro cui abbiamo lottato negli scorsi 8 anni. Tali deroghe saranno un elemento di straordinario ricatto a cui sarà difficile opporsi anche qualora venisse introdotto (cosa che comunque ad oggi il testo ancora non prevede) il vincolo che possano avvenire solo d’intesa con tutte le sigle sindacali territoriali. Inoltre, è pericoloso e sbagliato che si affidi a una commissione che partirà solo dopo la firma del contratto il compito di deliberare su temi delicati previsti dal TU come l’esigibilità degli accordi (leggi possibili clausole di raffreddamento e/o sanzioni).
Un tale insieme di regole, oltre a rappresentare un sistema contrattuale completamente nuovo, significa lo smantellamento completo del contratto nazionale così come lo abbiamo conosciuto in questi decenni nel suo ruolo di tutela generale dei diritti dei lavoratori.
Nei prossimi giorni, pubblicheremo un volantino più dettagliato. Da subito diciamo che sosterremo tutti i delegati e le delegate che si opporranno a questa intesa.

https://sindacatounaltracosa.org/2016/11/27/contratto-dei-metalmeccanici-il-nostro-no/

martedì 22 novembre 2016

Foodora: quell'insanabile solco tra chi sfrutta e chi, sfruttato, gli si oppone

Foodora: quell'insanabile solco tra chi sfrutta e chi, sfruttato, gli si oppone: Foodora punta a Roma e Firenze. E' facile crescere quando sono i lavoratori a sopportare tutti i rischi di fare impresa...

Metalmeccanici, siamo all'ultimo miglio

Per il contratto dei metalmeccanici siamo alla stretta finale. Inizia mercoledì 25 novembre una tre-giorni di “plenaria” no-stop tra sindacati e Federmeccanica per cercare di chiudere il rinnovo. Nell'incontro di mercoledì 16 si sono “registrati passi in avanti – ha spiegato un comunicato Fiom – sui temi dei trasferimenti, della salute e sicurezza e su un impegno relativo alle politiche attive, mentre non sono stati ancora affrontati negli incontri tecnici i temi relativi agli appalti e alle trasferte, all'orario e all'inquadramento”. Rimangono però ancora tutti aperti i “problemi sul salario e sulle regole democratiche”, che saranno appunto al centro dei vertici di questa settimana.
“Noi vogliamo provare fino in fondo a fare il contratto, ma se Federmeccanica non modifica le proprie posizioni è evidente che le condizioni per farlo non si determinano”. Così il segretario generale Fiom Cgil Maurizio Landini ha illustrato, nel corso dell'Assemblea nazionale dei delegati che si è tenuta venerdì 18 a Roma, lo stato della trattativa. “Noi – ha ribadito – siamo pronti a sperimentare forme innovative, in parte anche quelle sugli adeguamenti salariali. Ma il contratto deve essere pulito, senza scambi impropri, e non deve essere toccato quello nazionale. Il nostro obiettivo è riconquistare un nuovo contratto nazionale di lavoro unitario” (dopo gli ultimi due che hanno visto la firma solo di Fim e Uilm).

giovedì 17 novembre 2016

mercoledì 16 novembre 2016

in evidenza un commento al post "CONDIZIONI DI LAVORO, MULTE, PREMIO, INTERINALI: BASTA SUBIRE"

Vorrei segnalare che tutte le persone a contratto a tempo determinato dell'R&D sono state informate che NON verranno rinnovate. La scusa è stata che sono state spostate attività di ricerca e sviluppo Fuel Rail da Pisa in Germania perché nel Diesel sono in troppi e non hanno progetti.
Ma lo capite cosa vuol dire?
Se da un plant togli la R&D domani non hai produzione....
Ma su questo, cari RSU, non dite niente... non chiedete informazioni.... ma dove volete andare se non siete in grado di capire i messaggi che arrivano??

martedì 15 novembre 2016

In Piaggio le organizzazioni provinciali continuano a portare avanti un metodo e una pratica sindacale perdente

COMUNICATO STAMPA RSU FIOM 

Come RSU Fiom, non abbiamo  condiviso lo svolgimento di un referendum che  ha messo  i lavoratori di fronte a un SI' o un NO alle richieste dell'azienda, rinunciando ad una trattativa  sulle priorità che   a luglio i lavoratori in assemblea avevano votato  e indicato  al sindacato come irrinunciabili e  che mettevano al  centro le cause dei fermi produttivi e delle  sue   ricadute negative su salario e occupazione  .

Ma i segretari provinciali di FIM, FIOM e UILM,   portando con sé   la maggioranza dei delegati, hanno deciso di seguire il  percorso suggerito dall’azienda.  Hanno imposto che  si parlasse solamente di ammortizzatori sociali  e presentato ai lavoratori l’accettazione o meno della proposta aziendale in forma di vero ricatto (anche se sapevano di dire il falso): o si vota SI' oppure ci saranno licenziamenti.

In Piaggio come in tutte le aziende dell’indotto, di fronte alle pretese aziendali il comportamento delle organizzazioni sindacali è sempre lo stesso:  quello di aiutare le aziende a far man bassa dei soldi  dell’INPS senza mai metterne in discussione le strategie, con il risultato di arrivare a situazioni non più recuperabili e sfinire l’istinto  e la capacità di ribellione degli operai. Da questo  punto di vista la Ristori ne è un esempio significativo.

La firma appena messa sul contratto di Solidarietà  fornisce alla Piaggio  strumenti di  totale  flessibilità ed arbitrio nella gestione del'orario di lavoro e di ricatto e  discriminazione  nei confronti dei lavoratori, e produrrà una drastica riduzione occupazionale con l’ulteriore procedura di mobilità:  infatti un accordo che compensasse realmente le uscite avrebbe dovuto prevedere una percentuale di assunzione a full time del 240% ( considerando che i ptv già lavorano 7 mesi l’anno) del numero delle uscite e non 30% come è stato siglato.

In pochi anni e in pochi accordi di questo tipo siamo passati da più di 3000 dipendenti agli attuali 2650 a 2500 dopo l’applicazione di questo accordo, altro che difesa della Valdera e incontri con le istituzioni.

Di questo passo a  stare sereni saranno la Piaggio e i suoi azionisti,  ma molto meno i lavoratori della Piaggio, della Ristori e delle altre aziende legate alla Piaggio.

Rsu Fiom Piaggio

http://manifestino.blogspot.it/2016/11/in-piaggio-le-organizzazioni.html?m=1

martedì 8 novembre 2016

CONDIZIONI DI LAVORO, MULTE, PREMIO, INTERINALI: BASTA SUBIRE

In fabbrica si stanno trascinando problemi gravi e non più differibili:

- le condizioni di lavoro in produzione, con il taglio delle pause e la riduzione del numero degli addetti alle lavorazioni;

- il blocco dal 2005 del premio aziendale;
- le sanzioni dell'azienda nei confronti dei lavoratori che commettono errori perché costretti a lavorare in condizioni sempre peggiori di fretta, disagio ed emergenza;
- il mancato adeguamento degli organici ai volumi produttivi e il ricorso ormai strutturale agli interinali (attualmente sono 115).

 Inoltre, i rapporti con l'azienda continuano a essere tenuti da una "Delegazione Trattante" che non rappresenta ne' l'intera RSU, ne' i tanti lavoratori che nelle assemblee ne hanno contestato l'inattività e la subalternità alle esigenze dell'azienda. Siamo al punto che e` la maggioranza della RSU a decidere che cosa è CONSENTITO ai lavoratori di discutere e che cosa e` CONSENTITO ai delegati di scrivere, negando del tutto il coinvolgimento, la partecipazione e la presa di coscienza dei lavoratori.
Lo scorso 2 novembre abbiamo posto questi problemi in una riunione della RSU
(convocata per cose diverse). Tutti i nostri OdG sono stati respinti e la maggioranza della RSU non ha nessuna intenzione di affrontare questi problemi. Sulle pause sta solo aspettando una chiamata dell'azienda per contrattarne il ridimensionamento, sul resto niente.

Noi crediamo che questi metodi sindacali siano fallimentari e che sia necessario organizzarci per recuperare diritti e salario.
Finora la protesta dei lavoratori e` solo riuscita a fermare i peggioramenti che vengono sempre quando la trattativa e` sulle richieste dell'azienda invece che sulle rivendicazioni dei lavoratori.
Ora si tratta di definire le NOSTRE richieste e di farle valere nei confronti dell'azienda.


OdG respinti a maggioranza dalla RSU:

1. La RSU, in applicazione dello spirito e della lettera degli Statuti FIOM e CGIL sulla rappresentanza delle minoranze, integra la composizione della DT con l'aggiunta di Giada Garzella.

2. La RSU assicurerà la disponibilità delle bacheche sindacali per tutti i delegati, con il solo vincolo di un periodo prefissato e uguale per tutti di scadenza dei comunicati.

3. La RSU ritiene grave e inaccettabile l'uso dei provvedimenti disciplinari in risposta ai problemi che l'azienda stessa crea con l'aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro. La RSU, difenderà i lavoratori colpiti e contrasterà con tutti i mezzi questa politica aziendale sull'organizzazione del lavoro.

4. La RSU considera gravi e indifferibili i problemi del mancato rinnovo dell'accordo sul premio di produzione e dell'uso sistematico del lavoro interinale. Decide perciò di aprire una vertenza, con adeguate iniziative di lotta, per l'immediato adeguamento del premio e la progressiva assunzione dei lavoratori interinali.

8 novembre 2016, S. Cini, G. Garzella RSU

lunedì 7 novembre 2016

In Piaggio sindacati e delegati obbediscono all'azienda calpestando il voto dei lavoratori

COME I LAVORATORI SANNO,

dal giorno dopo le assemblee di Luglio, in cui erano state  poste  chiare ed irrinunciabili condizioni a trattative sulla Solidarietà, sono partite le manovre e le tresche  per aggirare le loro decisioni  e rispondere con un "obbedisco" alla chiamata dell'azienda.

Già il 18 Luglio, dopo il rifiuto della Piaggio a trattare sui punti richiesti dai lavoratori,denunciammo l'approvazione, da parte della RSU, di un ordine del giorno per firmare comunque la Solidarietà e lasciare ai lavoratori soltanto la possibilità di dire un SI' o un NO a cose fatte.

Dopo diverse riunioni in cui la Piaggio li ha messi alle strette, la maggioranza della RSU e le Segreterie Provinciali di FIOM, FIM e UILM hanno deciso che era ora di stringere i tempi. Il  28 ottobre, infatti,  la RSU ha bocciato la mozione presentata da noi, maggioranza dei delegati FIOM, che pretendevamo il rispetto della volontà dei lavoratori. Hanno poi deciso il  rinvio di ogni  rivendicazione a  dopo la chiusura sulla Solidarietà e addirittura respinto la richiesta di un'assemblea retribuita prima di andare a trattare con l'azienda.

In tutta la vicenda il ruolo dell'USB è stato solo comico: costretti prima a sostenere la nostra posizione nelle assemblee di Luglio, nell'ultima RSU i delegati USB hanno sconfessato se stessi due volte, votando contro i risultati  di quelle assemblee e sostenendo la decisione di rinvio.     Per di più, i delegati USB si sono fatti  promotori della costruzione di una nuova Piattaforma insieme a FIM e UILM, che non ha altro scopo che affossare la Piattaforma FIOM approvata tre anni fa da 1200 lavoratori (quasi l'unanimità dei votanti), e da loro stessi sostenuta.

Dopo la  riunione di giovedì scorso, in cui l'azienda ha chiesto una soluzione in tempi rapidi, FIM, UILM e il Segretario provinciale FIOM hannodeciso di dar seguito al loro schema di Luglio: assemblee di pura informazione e referendum su un accordo già pronto.

Gli argomenti in favore della firma sono solo pretestuosi e ridicoli: dire che la Solidarietà è meglio della CIG perché può coprire fino a tre anni su cinque di sospensione del lavoro vuol dire prevedere di stare a casa sette mesi l'anno!  Non c'è poi niente di più  chiaro e sperimentato di quanto  valgano  gli "impegni" a discutere delle Meccaniche! Se poi si aggiungesse l’ennesima firma sulla mobilità di 180 persone, anche considerando il 25% di trasformazione dei ptv, il risultato sarebbe la perdita di altri 150 posti di lavoro.

In realtà, come dimostra l'esperienza degli ultimi anni e come è anche chiaro dai quattro mesi di insistenza della Piaggio,  la Solidarietà  è importante per l'azienda perché le  fornisce strumenti di  totale  flessibilità ed arbitrio nella gestione del'orario di lavoro e di ricatto e  discriminazione  nei confronti dei lavoratori. Ma soprattutto, all'azienda preme dimostrare che i lavoratori non possono dire NO alle sue richieste, né mettere condizioni sui contenuti e gli obiettivi delle trattative. 

Quello che piace all'azienda sono sindacati e RSU ubbidienti, disponibili a subire i piani della Piaggio  (diminuzione occupazione, aumento prodotti importati, aumento carichi di lavoro), che si limitano a chiedere l'elemosina  e   si adoperano per spegnere ogni iniziativa dei lavoratori tesa a rivendicare reali cambiamenti a partire dalle proprie esigenze... COME I LAVORATORI SANNO.

AL REFERENDUM VOTIAMO NO!

                                                 RSU FIOM PIAGGIO

Ordine del Giorno presentato al Comitato Centrale FIOM dai membri dell'area "Il Sindacato è un'altra cosa"

Documento conclusivo prima firmataria Eliana Como
Il Comitato Centrale della Fiom giudica negativamente il fatto che, nonostante in Italia ci sia uno tra i peggiori sistemi previdenziali d’Europa, dopo mesi di discussione, il risultato del tavolo con il Governo sia soltanto un verbale di incontro che nei fatti lascia inalterato l’impianto  della  legge  Fornero,  aprendo  la  strada  al  meccanismo  dell’APE,  che  consentirebbe  l’accesso  alla  pensione  3  anni  e  7  mesi  prima  ma  a  costo  di  un  mutuo ventennale con le banche e con tassi di interesse che potrebbero arrivare a decurtare le pensioni anche del 20-25% nel triennio.
Il Comitato Centrale della Fiom ritiene questa proposta inaccettabile, una vera e propria farsa  che  non  può  essere  accettata  nemmeno  a  fronte  dei  piccoli  aggiustamenti  alla riforma contenuti nel verbale d’accordo che pur insufficienti potrebbero comunque avere segno  positivo  (aumento  delle  quattordicesime  per  le  fasce  più  basse  e  misure  per  i lavoratori precoci).
Il Comitato Centrale della Fiom ritiene per queste ragioni che la Cgil dovrebbe far saltare il tavolo, ritirare la firma dal verbale d’accordo firmato e rimetterlo in discussione alla radice. Soprattutto,  il  Comitato  Centrale  della  Fiom  ritiene  che  la  Cgil  dovrebbe  lanciare  una grande mobilitazione sul tema delle pensioni che costringa il Governo non a fare qualche  piccola  concessione  ma  a  cancellare  le  controriforme  degli  ultimi  anni,  a  partire  dalla Fornero.


L'OdG è stato respinto dal Comitato Centrale FIOM


Leggi il resto su:
https://sindacatounaltracosa.org/2016/11/03/cc-fiom-il-nostro-odg-sulle-pensioni/

mercoledì 2 novembre 2016

Sullo sciopero generale del 4 novembre

Rispondiamo alle richieste di chiarimento confermando che anche per venerdì 4 novembre è indetta una giornata di sciopero generale per i settori pubblici e privati.

Ricordiamo che, come è avvenuto per lo sciopero del 21 ottobre, la giornata di mobilitazione del 4 novembre è già indetta a livello nazionale e quindi non occorre alcun comunicato di conferma della Rsu.

Per approfondimenti sulle ragioni dello sciopero:

http://ilfoglio-bianco.blogspot.it/2016/10/sulle-prossime-mobilitazioni-sugli.html?m=1