martedì 30 gennaio 2018

IMPORTANTE: Assegni Familiari e Congedo Parentale - controllare buste paga

Riceviamo e pubblichiamo:


E' stato finalmente chiarito con l'azienda che l'Assegno Familiare è dovuto anche quando si è assenti dal lavoro per Congedo Parentale (maternità facoltativa).

Fino ad ora l'assegno familiare era erroneamente decurtato durante le giornate di fruizione del congedo.


I lavoratori interessati controllino le buste paga e segnalino eventuali errori all'ufficio del personale per la restituzione degli importi trattenuti. 


Michela Ruffa

 

lunedì 29 gennaio 2018

Germania: IG Metall, settimana prossima sciopero 24 ore

Il sindacato tedesco IG Metall ha annunciato la mobilitazione, dopo il fallimento delle trattative che sono state interrotte stamani senza un accordo: la prossima settimana i dipendenti del settore sciopereranno per 24 ore in tutta la Germania.
"Chiameremo allo sciopero 250 fabbriche", ha detto il numero uno del principale sindacato tedesco, Joerg Hofmann.


Fonte: https://www.swissinfo.ch/ita/germania--ig-metall--settimana-prossima-sciopero-24-ore/43858024

venerdì 26 gennaio 2018

Comitato Centrale Fiom. Sevel: il popolo non è d’accordo. Cambiamo il popolo

Intervento di Eliana Como - Comitato centrale Fiom 25 gennaio 2018


Prossima settimana a Milano, la Cgil terrà la Conferenza di Programma, dedicata al tema dell’innovazione tecnologica, il lavoro che cambia, la contrattazione nell’industria 4.0. Si intitola Buon lavoro. Accidenti, che tempismo. E che drammatica coincidenza.
Si parla di innovazione a Milano, capitale della finanza e della comunicazione, quella che avrebbe dovuto diventare sede europea dell’agenzia del farmaco. La stessa città dove in meno di 10 giorni sono morte sette persone nel modo più vecchio possibile. Quattro operai morti soffocati dal gas in un pozzo. Tre donne morte stamattina in un treno di pendolari perché hanno ceduto le rotaie di un treno regionale da paese del terzo mondo (credetemi io quella linea, mio malgrado, la faccio spessissimo).
Il mondo del lavoro cambia, certo, ma rischiamo di inseguire i cambiamenti così come vengono imposti dal pensiero dominante, che è quello del capitale e del neoliberismo. E non sono mica sicura che i problemi che abbiamo di fronte oggi siano poi tanto nuovi e soprattutto che le risposte di cui abbiamo bisogno non siano invece proprio quelle vecchie.
Non soltanto perché anche in una città come Milano si continua a morire sul lavoro come negli anni 50. Ma perché la retorica della trasformazione, dell’innovazione e del lavoro che cambia la sento da vent’anni ed è servita fino a ora solo a retrocedere su diritti e salario. A far passare l’idea che il sindacato difendeva dei privilegi, mettendo i giovani contro gli anziani e i lavoratori a tempo indeterminato contro i precari. A diffondere un clima di demoralizzazione, di volta in volta spiegando che il mondo era cambiato, la classe operaia non esisteva più e il conflitto era archeologia industriale. A imporre il diktat della produttività a tutti i costi, passando dalla porta stretta della maggiore partecipazione. E a alimentare l’idea falsa di una maggiore autonomia del lavoro contro la rigidità del vecchio fordismo, l’illusione di un maggiore controllo sugli orari e sulla prestazione. Con l’effetto, invece, che nelle grandi fabbriche aumentano i ritmi, i carichi di lavoro e la velocità delle linee e il controllo, grazie sì alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica, è ancora più invasivo e disumano.
Più che interrogarsi su come cambia il mondo del lavoro e di quale contrattazione avremmo bisogno nell’industria 4.0, dovremmo, allora, avere il coraggio di fare un bilancio serio della stagione contrattuale di questi ultimi anni, dove non è cresciuto il salario (in tutte le categorie, ma nei metalmeccanici meno che niente) e sono peggiorati i diritti, ingabbiando la contrattazione aziendale, aumentando la flessibilità e in alcuni casi l’orario di lavoro. Non mi sembrano soluzioni particolarmente innovative! Così come non si sembra una soluzione particolarmente nuova l’idea – anzi proprio antica – di sostituire parti del salario con il welfare integrativo e i buoni benzina. O di tagliare diritti vecchi come la malattia (nei servizi) e la legge 104 (nel nostro contratto).
Facciamolo questo bilancio. E ben venga la proposta della segretaria generale della Fiom di fare una analisi seria e soprattutto serena della contrattazione aziendale. Ne abbiamo proprio bisogno. Così poi vediamo se è vero, come è stato detto nell’introduzione, che le aziende non stanno mica chiedendo più di tanto il welfare e che invece si continuano a contrattare premi fissi. Vediamo se è vero che Metasalute incentiva l’utilizzo della sanità pubblica invece che privata. A me non pare proprio, visto anche che scegliendo il privato i lavoratori non devono nemmeno anticipare il costo del ticket, oltre a non avere tempi di attesa biblici. Però vediamo, magari questa è solo la mia percezione, chissà. La segretaria avrà sicuramente il polso molto più di me. Ma facciamola una analisi seria. E poi facciamo anche il bilancio, prima o poi.
Subito, invece, visto che in questo Comitato centrale si sta parlando di contrattazione, vorrei che mi diceste che facciamo rispetto al fatto che la trattativa tra Cgil Cisl Uil e Confindustria sul modello contrattuale sta andando avanti. Non vorrei trovarmi tra pochi giorni, come penso, con un accordo bell’e servito, firmato dalla Cgil. Che significa che ieri hanno terminato i tavoli tecnici? Come si è potuto andare avanti a trattare sul testo proposto da Confindustria! Un testo che tutti in questo Comitato centrale abbiamo giudicato irricevibile. Che facciamo? Stiamo qui in attesa di un accordo? Perché questo Comitato centrale non si esprime chiaramente su questo? Io davvero altrimenti non capisco a cosa serve la discussione di oggi.
Tornando, al punto: nel direttivo nazionale, Susanna Camusso ha detto che la Conferenza di Programma forse non darà risposte ma deve servire a porre le domande giuste. Ecco, io penso che la domanda sia proprio sbagliata. Il sindacato deve cambiare, certo. Ma forse invece che inventarci qualcosa di nuovo, sarebbe meglio tornare a fare quello che si faceva in passato. È il vecchio e sano conflitto che ci serve. Non abbiamo bisogno di un sindacato nuovo ma di un sindacato di classe, autonomo dalle istituzioni e soprattutto dagli interessi del capitale. Un sindacato che torni a fare i picchetti ai cancelli. Questa sarebbe la vera innovazione. Altro che discutere, come ha detto Redavid nell’introduzione, di esigibilità degli accordi, per dare alle imprese l’ennesimo strumento di controllo sugli scioperi e sull’autonomia delle Rsu.
A proposito di conflitto. Ma dove è finita la continuità che dovevamo dare alle mobilitazione del 2 dicembre sulle pensioni? Non c’è più niente! Non è più un tema all’ordine del giorno, né in Cgil né qui in questo Comitato centrale.
Ultima cosa. Cambio discorso, ma ho bisogno di un chiarimento, dalla segretaria e dalla segreteria. Pochi giorni fa, il segretario della Fiom di Chieti e il segretario della Fiom Abruzzo, hanno revocato la delega (o sospeso, non mi è chiaro, ma non mi pare meno grave) a tutta la Rsa Fiom dello stabilimento Sevel in val di Sangro. Tutta. Bontà loro, hanno mantenuto soltanto un delegato per turno, due dei quali, comprensibilmente, si sono a loro volta autosospesi. Sia chiaro: con tanto di comunicazione alla azienda. Tanto che il lunedì mattina, la direzione ha convocato Fim Uilm e capi Ute per dire “la Fiom qui non c’è più”. Cancellata dal segretario generale! Già ieri, uno degli Rls (il più votato nelle elezioni) non ha potuto partecipare a una riunione sulla sicurezza, perché, con la sospensione della delega, l’azienda gli ha negato l’agibilità. Sono sicura che tutti capite la gravità delle cose che sto raccontando.
Io non entro nel merito delle ragioni. Nel sms che è stato inviato ai delegati per informarli della decisione (un sms!) si spiega che il motivo è che il venerdì prima la Rsa ha boicottato una riunione. Ripeto, potrei farlo, ma non entro nel merito. Non spetta a me. Lo faranno loro.
Ma chiedo come è possibile che due segretari, territoriale e regionale, possano permettersi di revocare la delega all’intera Rsa, comunicandolo all’azienda e di fatto azzerando la nostra rappresentanza in quella fabbrica. Evidentemente considerano l’organizzazione di loro proprietà. Oltre, altrettanto evidentemente, a ignorare le regole del nostro Statuto.
Non mi rispondete che il 29 i due segretari hanno convocato una riunione per chiarire la situazione. I due segretari devono ritirare subito questa decisione. Auspico, certo, anche io che ci sia un chiarimento politico, ma, ripeto, anche non entrando nel merito, chiedo che chiarimento può esserci con un ricatto di questo tipo sulla testa. Prima ti sospendo, poi ti chiedo il chiarimento.
Che sia chiaro. Non sono stati sospesi soltanto i compagni dell’area. Se qualcuno mentre parlo sta pensando questo, sbaglia. E’ stata sospesa l’intera Rsa. Questo va persino oltre il normale rispetto del pluralismo
Ed è un gravissimo e intollerabile precedente. Politico e statutario. Politico perché vi ricordo che questo stesso Comitato centrale ha deciso che le Rsa in Fca erano imposte da Marchionne, ma noi le avremmo comunque fatte votare tramite gli Rls e avremmo a tutti gli effetti considerato i delegati come Rsu, come tali non revocabili di punto in bianco per decisione di un segretario.
E statutario, perché vi ricordo che il nostro Statuto prevede che le segreterie intervengano direttamente e senza interpellare gli organismi competenti soltanto in casi particolarmente gravi. Ve lo ricordate l’art.3? Un segretario può prendere provvedimenti se ti becca a una manifestazione di fascisti! Non se boicotti una riunione.
E aggiungo che se un segretario non riesce a convocare nemmeno una riunione, forse dovrebbe farsi qualche domanda e dimettersi lui, invece che dimettere i delegati.
Altrimenti facciamo come diceva Brecht. Poiché il popolo non è d’accordo, il Comitato centrale ha deciso: cambiamo il popolo!

mercoledì 17 gennaio 2018

Basta stragi! Mobilitiamoci subito!



S come Salute e sicurezza. S come stragi sul lavoro! Come quella di ieri alla Lamina di Milano, dove tre operai sono morti e uno è in condizioni gravissime. Nelle prossime ore si capirà forse meglio cosa è accaduto. Ma una cosa è certa: c’è una guerra in Italia, quella che conta più di 1000 omicidi sul lavoro soltanto l’anno scorso, quasi sempre a causa del mancato rispetto delle norme sulla sicurezza per la ricerca del profitto e della produttività a tutti i costi. La sicurezza sui posti di lavoro non può sottostare a nessun compromesso. Bisogna combattere le leggi che consentono alle imprese minori controlli e inve stimenti e tutte quelle che aumentano le condizioni di ricatto e precarietà e peggiorano le condizioni di lavoro, aumentando gli orari di lavoro e le condizioni di stress.
Oggi è la giornata del cordoglio e della solidarietà per le persone coinvolte. Ma non basta. Non possiamo restare in silenzio e immobili.
Tre lavoratori sono stati ammazzati. Oggi deve essere la giornata della mobilitazione e della lotta. Il mondo del lavoro deve dare una risposta forte, affinché le responsabilità sia accertate e punite il prima possibile. Basta stragi sul lavoro.
Appuntamento stasera alle 21,00 per un presidio di fronte alla Lamina, via Rho 9, Milano Greco.
sindacatoaltracosa – opposizione Cgil

Milano. Strage sul lavoro: 3 operai morti, tre feriti, uno è gravissimo

E’ stata una strage, come alla ThyssenKrupp di Torino nel 2007. E’ accaduto a Milano alla Lamina spa, azienda che produce lamine in acciaio e titanio. Per cause ancora in corso di accertamento,  poco prima delle 17 sei operai – tutti uomini tra i quarantadue e i sessantuno anni – sono stati trovati svenuti in una buca all’interno dell’impianto, nella zona Greco.

Continua a leggere su:
http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2018/01/16/milano-strage-sul-lavoro-3-operai-morti-tre-feriti-cui-uno-gravissimo-099724

lunedì 15 gennaio 2018

Il problema delle relazioni sindacali e dei lavoratori interinali in Continental

Apprendiamo che la segreteria Fiom, unitamente alla segreteria Fim e alla Rsu, ha chiesto un incontro all'azienda presso l'unione industriali per discutere delle relazioni sindacali e del problema degli interinali.

Da un altro comunicato datato dicembre 2017 apprendiamo che secondo la Fiom l'azienda è diventata brutta e cattiva. Per questo motivo, prima delle chiusure natalizie, sono state organizzate le assemblee dei lavoratori ed è stata proclama una misera ora di sciopero di protesta. Ed ora? Siccome l'azienda continua ad essere brutta e cattiva, invece di insistere con gli scioperi, è stato chiesto in pompa magna un incontro per parlarne (?).

Viene spontaneo porsi le seguenti domande:

1. un sindacato inesistente ed inefficace che non contrappone mai azioni forti, decise e continuative alle pretese dell'azienda, anzi per anni permette che questa riorganizzi il lavoro come meglio crede a discapito dei carichi e delle condizioni di lavoro degli operatori, come può meravigliarsi se l'azienda continua a fare come gli pare?

2. Cosa può aspettarsi un sindacato che ha fatto di tutto (compreso farsi aiutare dall'azienda stessa) per eliminare dal suo interno ogni elemento che si sia opposto alla politica aziendale e al contrario ha accolto come positivo l'ingresso della Fim nella Rsu? Cosa può aspettarsi  ora se non una bella pernacchia da parte dell'azienda?

Esiste un dato di fatto. I lavoratori interinali fanno parte a tutti gli effetti del nostro processo produttivo. Devono essere stabilizzati perché la loro necessità è strutturale essendo con noi ormai da più di dieci anni. E si tratta nemmeno di una ventina di persone.

Allora basta con i proclami e le minacce che poi si trasformano in richieste pietose di incontri ad un'azienda che chiaramente va per la sua strada. Basta con le pagliacciate e i tentativi di scambio!

Se davvero vogliamo far stabilizzare questi ragazzi l'unico modo è quello di chiamare tutti i lavoratori Continental alla solidarietà e agli scioperi strutturati e ad oltranza Se vogliamo veramente farli assumere dobbiamo solo mobilitarci!

Il Foglio Bianco


venerdì 12 gennaio 2018

Per i neo-padri 5 giorni di congedo

Non sono assolutamente sufficienti e siamo davvero molto lontani da un vero riconoscimento del diritto  alla paternità, tuttavia dal 2018 i neo papà avranno due giorni in più:

 "Dal 2018 al padre lavoratore spettano quattro giornate di congedo obbligatorio, e una di congedo facoltativo. L’articolo 1, comma 354, della legge 232/2016 (legge di Bilancio 2017) ha infatti innalzato, a partire da quest’anno, da due a quattro i giorni di congedo obbligatorio, nonché ripristinato il congedo facoltativo di un giorno da fruire in alternativa alla madre, congedo che non era stato prorogato per il 2017. (....)"

Continua a leggere su:
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2018-01-11/per-neo-padri-5-giorni-congedo-193749.shtml?uuid=AErdwfgD&fromSearch

COMUNICAZIONE CAMBIO IMPOSTAZIONI BLOG

Nostro malgrado ci vediamo costretti a modificare alcune impostazioni di questo blog.

In particolare d'ora in avanti sarà possibile postare commenti solo previa registrazione.

Comunichiamo inoltre a tutti i lettori che ogni accesso viene identificato e registrato.

Sarà comunque possibile continuare a postare commenti anonimi con la modalità, spesso usata da diversi lavoratori, di inviare  una e-mail col testo da pubblicare e la richiesta esplicita di mantenere l'anonimato direttamente a: 


giovedì 11 gennaio 2018

Commento da parte di uno squilibrato

Abbiamo ricevuto un commento offensivo che non pubblicheremo, da parte di una persona che non può che essere definita squilibrata, per i toni, i contenuti e i termini che usa.

Avvertiamo il Sig. 151.36.141.0XX, autore del commento, che a questo punto, siccome non è la prima volta che scrive poemi del genere, ci vediamo costretti ad adottare ogni misura necessaria di tutela. 

Embraco, l’azienda del gruppo Whirlpool licenzia quasi 500 lavoratori a Riva di Chieri. “Stanno già svuotando gli uffici”

Lettere di licenziamento per 497 dipendenti su 537 tra gli occupati nella produzione di compressori per frigoriferi. La Regione Piemonte: "Sconcerto". L'azienda si difende: "Valutati tutti gli scenari, comunque rimarremo in Italia" (....)

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https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/10/embraco-lazienda-del-gruppo-whirlpool-licenzia-quasi-500-lavoratori-a-riva-di-chieri-stanno-gia-svuotando-gli-uffici/4084953/

lunedì 8 gennaio 2018

I metalmeccanici tedeschi chiedono la settimana lavorativa di 28 ore su base volontaria

E' una delle richieste più scottanti messe sul tavolo della trattativa per il nuovo contratto di lavoro dell'industria automobilistica. La riduzione dell'orario potrebbe essere richiesta da chi deve assistere anziani e bambini. Il primo sciopero si è già svolto alla Porsche. I datori di lavoro hanno già detto no, ma la Ig Metall è pronta a intensificare la lotta. (....)

L'Ig Metall, che siede nei consigli di amministrazione delle aziende, chiede per i 3,9 milioni di lavoratori del settore, un aumento salariale del 6%, mentre la Gesamtmetall, la federazione tedesca degli imprenditori, offre il 2%. Di mezzo ci sono ben 4 punti (....)

A pesare sul tavolo sarà la seconda richiesta, quella della riduzione dell'orario di lavoro settimanale da 35 a 28 ore. Una richiesta che potrebbe essere avanzata per chi ha bambini da assistere o anziani in famiglia. E a compensare una parte del mancato guadagno dell'operaio, questa la richiesta della Ig Metall, sarà il datore di lavoro. (....)

Leggi l'articolo completo su:
http://www.repubblica.it/economia/miojob/2018/01/08/news/operai_tedeschi_settimana_lavorativo_di_28_ore_per_chi_la_chiede-186054051/