martedì 31 marzo 2015

31 marzo, Pisa. Presidio contro la “buona scuola” di Renzi

# 31MARZO LA TOSCANA BOCCIA
LA “BUONA SCUOLA” DI RENZI
PRESIDIO REGIONALE
dei PRECARI DELLA SCUOLA e degli STUDENTI
Martedi 31 Marzo a PISA dalle 16 alle 19.30
in PIAZZA XX Settembre (sotto il Comune di Pisa)




NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE!!! Tutto il mondo della scuola deve scendere in piazza unito per farsi sentire: studenti, precari di ogni graduatoria, personale a tempo indeterminato (insegnanti e ATA). La “Buona Scuola” del Governo Renzi, è stata tradotta in un Disegno di Legge e se non ci mobiliteremo tutti insieme verrà imposto a tempo record al Parlamento col ricatto dell’assunzione di una parte dei precari.
No nostante le moltissime critiche ricevute da tutto il mondo della Scuola i contenuti sono addirittura peggiori rispetto al progetto originario . Il concetto di autonomia scolastica è stravolto : il PRESIDE-PADRONE controllerà gli insegnanti attraverso la chiamata diretta, la mobilità e gli aumenti di stipendio per i “meritevoli” . I precari stabilizzatiscendono a 100.000, e saranno asserviti al dirigente e sottoposti a mobilità coatta; LICENZIAMENTO DI MASSA per tutti gli altri 200.000 precari (PAS, TFA, 3a fascia, GAE non assunti , ATA) , con coloro che hanno più di 36 mesi di servizio esclusi dalle supplenze da settembre 2015: lo slogan di Renzi di eliminare il precariato si traduce nel licenziamento della maggior parte dei  precari e nell’eliminazione di tutte le graduatorie (diritti, percorsi di formazione abilitazioni, servizi)! !!
Confermati massicci finanziamenti alle Scuole Private, mentre si tagliano altri 2.000 ATA e non si investe niente nella Scuola Pubblica. I privati potranno finanziare  le scuole, controlleranno la didattica e potranno usufruire di sgravi fiscali e lavoro minorile gratuito (col tirocinio degli studenti) . Inoltre, non c’è nessuna chiarezza sulle modalità di abilitazione all’insegnamento: ancora una volta, il Governo dimostra una indifferenza completa nei confronti degli studenti universitari e degli aspiranti insegnanti, consegnando loro un domani che non esiste.
Per questo motivo i precari della scuola, di tutte le graduatorie, insieme agli studenti medi e universitari, durante l’assemblea autoconvocata del 23 marzo a Pisa, hanno deciso di lanciare un PRESIDIO REGIONALE dei Precari della Scuola e degli Studenti della Toscana, che si terrà a Pisa il 31 marzo dalle ore 16 sotto il comune, durante il quale si terrà un’assemblea pubblica. Al presidio sono chiamati a partecipare anche le lavoratrici e i lavoratori della scuola a tempo indeterminato (insegnanti ed ATA) , tutti i cittadini che hanno a cuore la scuola pubblica e tut ti i sindacati che vorranno sostenerci .
Scend iamo in piazza tutti uniti per opporci al Preside Padrone, alla chiamata diretta e alla Scuola-Azienda di Renzi.
Chiediamo una scuola pubblica di qualità : massicci finanziamenti per la scuola pubblica (e non per le scuole private), con cui finanziare l’edilizia scolastica, i laboratori e la didattica, l’allargamento dell’organico e la riduzione degli alunni per classe; l’assunzione per chi ha 36 mesi di servizio, ora e in seguito (qualunque sia la graduatoria e compresi gli ATA); lo slittamento del concorso fino a che non sarà assunto chi ha diritto; l’assunzione da graduatoria per gli abilitati e la possibilità di continuare a fare supplenze per i precari. I neoassunti dovranno poter svolgere il loro lavoro di insegnanti con dignità e libertà!
LA “BUONA SCUOLA” DI RENZI E’ IN PARLAMENTO
SE NON LA FERMEREMO AFFONDERA’ LA SCUOLA PUBBLICA
E IL MONDO DEL PRECARIATO
SCENDIAMO IN PIAZZA TUTTI UNITI
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE!!
Assemblea Precari della Scuola 18 Febbraio
Officina – Unione degli Studenti Pisa
Sinistra Per..
AssembleaPrecari18febbraio@yahoo.it


fonte:
http://sindacatounaltracosa.org/2015/03/26/31-marzo-pisa-presidio-contro-la-buona-scuola-di-renzi/#prettyPhoto

People Care e Ipercoop: esempi di come governo e sindacati propongono una spirale infinita verso il basso

Circa 10 anni fa a Livorno sbarcarono per la prima volta due tipologie di aziende le quali indicavano chiaramente che i vecchi sistemi produttivi e di consumo stavano cambiando e con essi il mondo del lavoro. Stiamo parlando del call center Telegate (ora People Care) e dell'Ipercoop "Fonti del Corallo". Migliaia di giovani inviarono curriculum e le istituzioni brindarono al grande successo del territorio livornese, sia come innovazione che come attrattività per gli investimenti............


continua a leggere su:
http://www.senzasoste.it/locale/people-care-e-ipercoop-esempi-di-come-governo-e-sindacati-propongono-una-spirale-infinita-verso-il-basso

lunedì 30 marzo 2015

Sulla turnazione a 4 squadre riconfermiamo la nostra posizione

Ricordiamo l'attuale schema di turnazione a quattro squadre:


lun
mar
mer
gio
ven
sab
dom
A
M
M
N
N
N


B
P

M
M
M

M*
C

P
P
P

M
N
D
N
N


P
P


L'asterisco significa che la prestazione della domenica mattina può essere richiesta al massimo per 3 volte all'anno.

Ai diversi lavoratori che si sono dati da fare proponendoci schemi di turnazione alternativi per provare a risolvere il problema  dalla settima giornata sul passaggio a tre squadre, diciamo che con l'ATTUALE IMPOSTAZIONE del quarto turno è IMPOSSIBILE risolvere il problema a meno che non si voglia spostare la domenica notte sul sabato notte o accettare di sottoporsi a 6 notti consecutive.
Come abbiamo già avuto modo di dire entrambe le ipotesi sono per noi inaccettabili, la prima perché aprirebbe ad una pericolosa trattativa (la maggiorazione del 100% è prevista solo nel caso della domenica notte), la seconda perché 6 notti consecutive sono secondo noi troppo faticose.

Solo CAMBIANDO ANCHE IMPOSTAZIONE all'attuale turnazione è possibile risolvere la questione della settima giornata con una modifica dello schema un pò più accettabile. Cambiare impostazione significa ad esempio spostare le tre prestazioni annuali della domenica mattina sulla domenica notte, non in aggiunta a quelle già previste ma scambiandole tra loro (asterisco sulla notte anziché sulla mattina) . A questo punto uno schema possibile per evitare la settima giornata sarebbe questo:


lun
mar
mer
gio
ven
sab
dom
A
M
M
N
N

P

B
P

M
M
P

M
C

P
P
P
N

N*
D
N
N


M
M


Con questo schema, passando dal quarto al terzo turno, non si avrebbe più il problema delle 6 notti consecutive ma potremmo essere chiamati a fare 6 prestazioni consecutive sicuramente più "leggere" tipo M, P, P, P, P, P.

Sia chiaro che per noi anche una soluzione di questo tipo è IMPROPONIBILE perché:
1. siamo assolutamente contrari a favorire il lavoro durante la domenica mattina;
2. in ogni caso 6 prestazioni consecutive, seppur più leggere rispetto alle notti, sono a nostro avviso eccessive soprattutto in un contesto di continuo cambiamento dei turni di lavoro e carichi aumentati rispetto al passato.
3. siamo assolutamente contrari ad aprire la discussione della modifica dei turni se non per migliorarli.


Per noi UNICA PROPOSTA VALIDA per risolvere il "problema" della settima giornata rimane quella già esposta durante le assemblee e cioè che l'azienda usi sul primo lunedì notte del cambio turno una delle 7 giornate di fermo che l'accordo a 3 squadre gli concede di fare coi PAR collettivi.


Il Foglio Bianco

venerdì 27 marzo 2015

in evidenza il commento di Michela Ruffa sulla riunione RSU del 20 marzo

Il regolamento proposto dal coordinatore unico della RSU viola palesemente le regole dello Statuto della CGIL quindi per questo motivo non è nemmeno proponibile.

Sulla questione dei turni è chiaro che modificare lo schema di turnazione non significa solo questo ma significa anche mettere mano all'accordo per modificarlo. Infatti, visto che è impensabile far lavorare per 6 notti consecutive i lavoratori, mi sembra che l'unica possibilità per risolvere la questione della settima giornata agendo sullo schema di turnazione, sia quella di spostare la prestazione dalla domenica notte al sabato notte. Indipendentemente dal condividere o no la modifica, questa possibilità automaticamente comporta il dover riaprire la discussione sull'accordo del 2010 perchè la maggiorazione del 100% è prevista solo per la domenica notte. Pensare che in automatico l'azienda riconosca la stessa maggiorazione anche sul sabato notte è da perfetti ingenui. Chiaramente in cambio vorrà qualcos’altro.
Quindi dire che si cambia semplicemente lo schema di turnazione è falso. Proporre poi ai lavoratori stessi di "giocare" sull'individuazione di schemi nuovi per eliminare "il problema dei 7 giorni" significherebbe tentare di scaricare la responsabilità dell'apertura di una nuova trattativa sugli orari di lavoro esclusivamente sulle spalle dei lavoratori. Ed un’eventuale trattativa sarebbe sicuramente un altro capitolo di cedimenti perchè l'azienda sta pretendendo altra flessibilità.

E’ chiaro a questo punto che il problema dei 7 giorni va risolto in altro modo. La proposta fatta da Giada e Silvia di utilizzare i PAR collettivi del 3° turno mi sembra ottima. Addirittura secondo me sarebbe più giusto che primi 2 cambi si coprissero coi PAR collettivi e oltre pagasse l'azienda.

Io credo che il regolamento per la costituzione del Comitato degli iscritti che viola palesemente lo statuto CGIL non sia un caso o una svista. Nessuno può entrare di diritto nel comitato. Cercare di legittimare il proprio ingresso “facile” e non dovuto con un regolamento costruito ad hoc, lascia forti dubbi sul ruolo che si voglia dare al comitato degli iscritti. E siccome già mesi fa era stato fatto il tentativo (sventato perché contro lo statuto) di “scegliere” chi metterci dentro con la “regola” che ciascun RSU portava 2 iscritti, il dubbio diventa ancora più forte.
I due argomenti, modifica dello schema di turnazione e istituzione del Comitato degli Iscritti, non a caso vanno di pari passo. Un Comitato degli Iscritti “costruito” come più ci piace può darci sicuramente una mano a far passare alcune modifiche degli accordi!

Michela Ruffa

mercoledì 25 marzo 2015

I lavoratori contestano il sindacato durante le assemblee in Continental

I lavoratori della sede di S. Piero della Continental oggi hanno fortemente contestato la RSU e la segreteria FIOM durante le assemblee indette col seguente ordine del giorno:

1) Settimana di Mobilitazione FIOM
2) Avvio delle procedure per l’elezione del Comitato degli iscritti FIOM

I lavoratori hanno manifestato sfiducia alla delegazione sindacale per come la FIOM si sta ponendo di fronte "all'esproprio" dei diritti messo in atto dal governo e anche per l'azione di lotta promossa per questa settimana a "giochi" ormai fatti.
Denunciando la totale assenza della RSU FIOM sui problemi vissuti in fabbrica e causati delle continue pretese aziendali, hanno detto che il contrasto allo smantellamento dei diritti deve partire dalle fabbriche. Non si può dire di voler riconquistare qualcosa con sporadiche manifestazioni e scioperi nazionali se sui posti di lavoro si adotta una politica di cedimenti continui.

Il messaggio dato dai lavoratori alla delegazione sindacale è stato molto chiaro: non ci si può presentare in assemblea quando chiamano i vertici sindacali e far sempre finta di niente sulle mille questioni interne.

martedì 24 marzo 2015

Che cosa ci dicono le assemblee e gli scioperi di Melfi

Alla FIAT di Melfi i sindacati ammessi al tavolo di Marchionne hanno firmato un accordo aziendale che stabilisce l’orario di lavoro su 20 turni settimanali, cioè la turnazione a ciclo continuo con esclusione della sola domenica mattina.Un accordo che ha ricevuto e riceverà il sostegno generale di istituzioni, forze politiche e mezzi di informazione. 

Ma già nelle assemblee, tenute per pura informazione, i lavoratori hanno contestato duramente i contenuti dell’accordo e i rappresentanti sindacali che l’hanno firmato. Date le condizioni molto difficili presenti in FIAT, questa prima reazione è stato un chiaro segnale di resistenza, che è andato ben al di là delle previsioni di FIAT e sindacati e ha aperto una situazione nuova nella fabbrica di Melfi. 

Una reazione certo istintiva, di difesa da uno sfruttamento insensato, ma che si sta trasformando in una spinta a scioperi in grado di contrastare l’applicazione dell’accordo. Ancora una volta, per gli operai di una grande fabbrica, si pone l’alternativa tra subire, aspettando aiuti e soluzioni che non verranno, o invece prendere in mano una iniziativa di lotta che ha tutte le possibilità di riuscire, tanto più in un momento di forti necessità produttive.

L’esperienza degli ultimi anni, a Melfi come in tanti altri luoghi di lavoro, dice che gli operai di Melfi dovranno fare i conti, sul piano locale, con l’isolamento sindacale, politico e sociale. Ma l’obiettivo di impedire l’applicazione di un accordo odioso, che tratta i lavoratori come schiavi, è comune all’intera classe lavoratrice, che si trova tutta di fronte ad attacchi diversi ma tutti nella stessa direzione.Solo questa consapevolezza, e il sostegno che potrà venire dall’insieme dei lavoratori, potrà vincere l’isolamento e fornire la determinazione che sarà necessaria. 

La lotta dei lavoratori di Melfi deve perciò trovare la solidarietà e il sostegno dell’intera classe lavoratrice. Come prima cosa, compito dei gruppi di lavoratori e delegati attivi nelle diverse realtà di fabbrica è di contrastare la disinformazione nelle fabbriche e sui territori, organizzare assemblee pubbliche e scioperi di appoggio e solidarietà. 

Un insieme di rapporti e iniziative che significano una pratica e un modello di azione sindacale ben diverso da quello che negli ultimi anni ha lasciato, quasi senza combattere, i lavoratori alla mercé dell’attacco padronale.  

Delegati FIOM e lavoratori Piaggio e Continental

lunedì 23 marzo 2015

SULLA RIUNIONE RSU DI VENERDI' 20 MARZO

Riceviamo e pubblichiamo:

Esprimiamo la nostra posizione in merito alle due questioni discusse durante la riunione RSU di venerdì scorso.

Comitato degli Iscritti
Il coordinatore unico ha presentato il documento di regolamento delle elezioni del Comitato degli Iscritti FIOM che rendiamo pubblico.

Per chiarezza riportiamo quanto dichiarato nella delibera n.7 del Comitato direttivo CGIL del 6-7 luglio 1999 che integra lo Statuto FIOM:

7.1. Il comitato degli iscritti e la lega dei pensionati sono organi elettivi.
7.12…. Non esiste incompatibilità alcuna tra componenti R.S.U. e comitato degli iscritti.

Questo significa che:
Il comitato è puramente elettivo e che le RSU, se vogliono, possono candidarsi per farsi eleggere nel Comitato.
Nessuno quindi può "entrare di diritto" nel comitato, i membri del comitato devono essere tutti eletti.
Può far parte della commissione elettorale solo chi non è candidato.

Per questi motivi, in riunione, abbiamo espresso la nostra forte contrarietà rispetto a quel regolamento.

Modifica 4° turno
Il problema della settima giornata si verifica sulla squadra del 4° turno che conclude la settimana col sabato mattina e poi la domenica notte (squadra C). Nel passaggio dal 4° al 3° turno questa squadra riprende il lavoro il lunedì notte per altre 5 giornate consecutive.

Dichiararsi disponibili alla modifica dello schema del 4° turno significherà dover accettare le due uniche possibilità seguenti che sono una alternativa all'altra:

1) eliminare la domenica notte spostando la prestazione sul sabato notte;
2) oppure eliminare il sabato mattina facendola fare ad un'altra squadra.

Siamo assolutamente contrarie ad agire sullo schema di turnazione per risolvere il problema in quanto:

1) L'accordo del 2010 prevede una maggiorazione del 100% SOLO per la prestazione della domenica notte. Eliminare la domenica significa quindi anche rinunciare alla maggiorazione a meno che l'azienda non decida di "regalarla" anche sul sabato notte. Questa opzione porterebbe inevitabilmente ad aprire una trattativa sui turni in un periodo in cui l'azienda chiede insistentemente maggior flessibilità e in particolare un accordo per l'utilizzo dell'orario plurisettimanale.
2) Nel secondo caso le prestazioni consecutive si ridurrebbero a 6 ma riteniamo improponibile chiamare il lavoratore a fare 6 notti consecutive.

Per noi la questione è semplice.
Visto che il problema si presenta nel passaggio al 3° turno, la nostra proposta è che l'azienda usi subito per il lunedì notte una delle 7 giornate di fermo che l'accordo a 3 squadre gli concede di fare coi PAR collettivi.


23 Marzo 2015
Giada Garzella RSU

Silvia Cini RSU




Regolamento per la costituzione del Comitato degli iscritti FIOM_CGIL Continental presentato dal coordinatore unico durante la riunione

1. Del Comitato degli Iscritti fanno parte di diritto i delegati/e della Rsu eletti/e nella lista della Fiom-Cgil e i componenti e i sindaci revisori  dei direttivi territoriali, provinciali, regionali e nazionali della Fiom e della CGIL.
2. Le decisioni vengono assunte a maggioranza assoluta ( 50%+1) dei componenti del Comitato.
3. Il Comitato degli Iscritti elegge un Presidente con il compito di convocare le riunioni e stabilire gli ordini del giorno. Le riunioni possono anche essere convocate se c’è una richiesta di almeno il30% dei componenti il Comitato.
4. Il Comitato degli iscritti rimane in carica fino al Congresso.
5. Ad ogni rinnovo viene stabilito il numero dei componenti da eleggere.
6. L’elezione dei componenti il Comitato degli iscritti avviene con votazione a scrutinio segreto nella quale si possono esprimere 3 preferenze.
7. Risultano eletti nel Comitato gli iscritti che ottengono il maggio numero di preferenze fino al raggiungimento del numero dei componenti da eleggere previsto.
8. In caso di dimissioni di un componente subentra il candidato escluso che ha ottenuto il maggior numero di preferenze.
9. Viene stabilito che in occasione della prima costituzione del Comitato degli Iscritti Fiom-CGIL della Continental il numero dei membri sara uguale a 40 di cui 19 dei quali facenti parte di diritto ( 12 RSU + 7 membri dei vari direttivi Fiom e CGIL) e i rimanenti 21 eletti.
10. Al fine di procedere all’Elezione dei componenti eletti del Comitato viene costituita una Commissione elettorale composta da membri della RSU e, in caso di necessità, da singoli iscritti, che avrà il compito di organizzare e gestire tutte le fasi delle elezioni stesse. La commissione sarà costituita da 3 membri ciascuno dei due stabilimenti di Faugli e San Piero  più un Presidente eletto dai membre della Commissione. Al’interno della Commissione dovranno essere presenti membri delle varie componenti congressuali in proporzione ai voti ottenuti al Congresso.
11. L’elezione dei componenti il Comitato viene effettuata previa ricerca dei candidati tra gli iscritti fatta mediante affissione nelle bacheche sindacali della ricerca di candidati. Trascorsi 7 giorni dall’affissione la
lista dei candidati rimarrà affissa per ulteriori 7 giorni dopo dei quali si procederà alle votazioni.
12. Le votazioni saranno valide al raggiungimento della maggioranza assoluta degli iscritti.

domenica 22 marzo 2015

Landini, ritorno all’unità con Cisl e Uil



di Sergio Bellavita

Il manifesto di oggi dedica ampio spazio alla possibile ricucitura del rapporto unitario della Fiom con Fim e Uilm sul contratto nazionale. La partecipazione dei tre segretari generali dei metalmeccanici alla presentazione di un libro ha dato loro l’occasione di confrontarsi sul rinnovo del contratto nazionale, attualmente separato, in scadenza il prossimo dicembre. Con grande enfasi mediatica viene posto l’accento sul cambio di strategia della Uilm che avrebbe posto la necessità di riportare la Fiom dentro il contratto, con disappunto della Fim Cisl. Il riavvicinamento tra i tre è talmente avanzato che si discute già della forma con cui si potrebbe sancire la nuova unità. O con una piattaforma unitaria, ipotesi più difficile per motivazioni di carattere formale, siglare un’unica piattaforma significherebbe per la Fiom riconoscere l’accordo in rinnovo che, in questo caso, è separato. Oppure su tre piattaforme simili che poi, sotto il preannunciato attacco di Federmeccanica, si ricongiungerebbero in un’unica vertenza. A significare la reale volontà della Fiom a rientrare nel contratto si sottolinea, da parte di Landini, la piena disponibilità a concedere il lavoro di sabato e domenica in cambio di una riduzione dell’orario di lavoro. Plaude la platea Uilm ma si cancellano quindici anni di contrasto all’aggressione al contratto da parte di padroni e Federmeccanica in complicità con Fim e Uilm, proprio sugli orari di lavoro e sulla flessibilità. Un altro segno di quanto sia profonda la crisi della Cgil e della Fiom. Tra le nebbie mediatiche della coalizione sociale ormai si discute di contrattazione come di qualcosa che riguarda solo la salvaguardia dell’organizzazione, non certo dei bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici. Se così fosse non si aprirebbe al lavoro domenicale. Accettare il massimo sfruttamento degli impianti significa accettare il massimo sfruttamento del lavoro umano, riduzione d’orario di lavoro o meno. Le imprese hanno sempre spinto per il lavoro sette giorni su sette, solo avevano un limite invalicabile, se non in casi straordinari e comprovati, nella contrattazione. Oggi nel mondo della ricattabilità del lavoro, ed in piena crisi, conviene far lavorare di più che investire. Concedere il sabato e la domenica quali normali giorni lavorativi significa condividere la guerra del capitale che si gioca sulla condizione di chi lavora. Ciò spiega bene le ragioni per cui in Fiat la Fiom ha deciso di revocare gli scioperi contro le comandate di sabato, ben consapevole di rischiare così una rottura con i lavoratori e con buona parte dei delegati che hanno retto lo scontro al modello Marchionne in questi anni. Non sbagliavamo a denunciare la svolta contrattuale decisa dalla segreteria nazionale a Cervia. Se la coalizione sociale si fonda sull’unità con Fim e Uilm, sulla flessibilità del lavoro e sull’accettazione del sistema derogatorio del testo unico del 10 gennaio 2014 davvero ai lavoratori ed alle lavoratrici non serve a nulla.


sabato 21 marzo 2015

Lettera di Maurizio Landini alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici

Care lavoratrici e cari lavoratori metalmeccanici, sabato 28 marzo ci ritroveremo a Roma per la dignità e la libertà del lavoro.
Nei mesi scorsi, insieme, ci siamo battuti contro il Jobs Act del governo che non crea nuovo lavoro né affronta il dramma della precarietà e della disoccupazione giovanile.
Insieme abbiamo proposto delle alternative e presentato le nostre idee frutto di tante assemblee e discussioni con voi. Ma il governo non ha voluto ascoltarci, ha messo in pratica le indicazioni di Confindustria, imboccato la strada della riduzione dei diritti, sposato le ricette di chi pensa che licenziando si crei nuova occupazione. Abusando della democrazia, il governo, a colpi di fiducia, ha ridotto il Parlamento a mero esecutore della sua volontà.
La nostra lotta però non è finita con il varo del Jobs Act. Come promesso durante lo sciopero generale del 12 dicembre di Cgil e Uil, continueremo a spendere le nostre idee e le nostre energie per difendere il lavoro e i suoi diritti, cambiare il paese e renderlo più giusto.
Questo è un momento importante per il futuro di tutti noi, delle lavoratrici e dei lavoratori, del nostro sindacato che esiste e ha un senso solo se riesce a rappresentare democraticamente i vostri interessi e da voi riceve il sostegno, le idee e le energie necessarie. Per migliorare le condizioni del lavoro dipendente. Per rivendicare un sistema pensionistico più giusto con la riduzione dell’età pensionabile. Per dare un’occupazione a chi non ce l’ha con nuovi investimenti e con la riduzione dell'orario di lavoro. Per cancellare il precariato. Per combattere l'evasione fiscale e la corruzione. Per garantire il diritto alla salute e allo studio. Per istituire forme di reddito minimo. Per riconquistare veri contratti nazionali che tutelino il salario e diano uguali diritti a tutte le forme di lavoro.
Per questo, nel ringraziarvi per quanto abbiamo fatto finora, vi invito a partecipare in massa alla manifestazione del 28 marzo.
L'abbiamo chiamata “Unions!”, usando una lingua che non è la nostra ma utilizzando una parola che richiama le origini del movimento operaio e sindacale. Quando, tanti anni fa, lavoratrici e lavoratori senza diritti scoprirono insieme che per migliorare la propria condizione era necessario coalizzarsi e battersi per conquistare libertà e diritti comuni.
Oggi milioni di lavoratrici e lavoratori hanno visto cancellati i diritti frutto di lunghe battaglie; altri milioni di lavoratrici e lavoratori quei diritti non li hanno neppure mai avuti, dispersi nelle tante forme di lavoro saltuario e sottopagato. Per tutte e tutti il lavoro sta diventando più povero e precario.
Oggi abbiamo bisogno di riprendere il filo dell'impegno comune, delle lotte contro le politiche dei governi che in Italia e in Europa hanno voluto far pagare al lavoro il costo di una crisi prodotta dalla finanza e dalle speculazioni. Per dare rappresentanza al lavoro. Per confrontarci con tutte quelle realtà, associazioni, gruppi e movimenti che nella società affrontano e contrastano il degrado civile prodotto dalla crisi economica e dalla sua gestione politica. Per affermare i principi della nostra Costituzione.
Oggi abbiamo bisogno di un'alleanza, di costruire una coalizione sociale che unisca ciò che il governo e Confindustria vogliono separare, aggregando tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare con le metalmeccaniche e i metalmeccanici, con le delegate e i delegati, con le iscritte e gli iscritti alla Fiom. Per crescere e cambiare abbiamo bisogno di voi, perché la vostra partecipazione e la vostra intelligenza saranno la nostra comune forza.
Vi aspettiamo a Roma il 28 marzo. E da lì continueremo insieme.


Maurizio Landini

venerdì 20 marzo 2015

La coabitazione sindacale


di Giorgio Cremaschi – Stando alle loro ultime  note ufficiali, tra le  due segreterie Cgil e FIOM, non ci dovrebbero essere disaccordi di fondo. Entrambe sostengono la linea uscita dall’ultimo direttivo nazionale della confederazione, la ricerca dell’unità con Cisl e Uil e una politica di alleanze sociali e politiche per contrastare il Jobact. La segreteria della FIOM rivendica con toni persino polemici il suo accordo con tutte le scelte della confederazione. E in effetti dalla conclusione del congresso nazionale del maggio scorso non c’è un solo atto importante della Cgil che non sia stato votato assieme da Camusso e Landini. Che per altro avevano iniziato il congresso con un documento comune pomposamente dichiarato come unitario, in quanto la nostra piccola opposizione non veniva neppure presa in considerazione. Poi con l’accordo del 10 gennaio 2014 tra Cgil Cisl Uil e Confindustria si determinava un’aspra rottura. Il segretario della Fiom accusava, a ragione,  la Cgil di aver sottoscritto il sistema di relazioni sindacali voluto da Marchionne. Un sistema di diritti e rappresentanza concesso solo ai firmatari dell’accordo, dunque in pieno contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale che aveva riammesso la FIOM in Fiat nonostante non fosse firmataria degli ultimi accordi. Un sistema fondato sul principio della cosiddetta esigibilità, cioè sul vincolo per i sindacati firmatari e per i loro  delegati, di  non organizzare contrasto di alcun tipo verso gli accordi non condivisi, pena sanzioni. Landini contestò duramente quell’intesa e ruppe l’unità congressuale con Camusso. Che a sua volta accusò il segretario della FIOM di incoerenza per aver condiviso gran parte del percorso che aveva portato all’accordo. Dopo il congresso però i due si riappacificarono e condussero assieme la campagna contro il Jobs act di Renzi. Ora il nuovo contrasto, ma su cosa?
La coalizione sociale è una nuova formazione politica? Landini smentisce risentito, anzi scrive addirittura che essa non è contro nessun partito politico. Al sindacato serve una coalizione sociale? Camusso dice sì, ma poi nega che sia quella proposta da Landini, che viene accusato di ambiguità sulla politica. Onestamente non si capisce molto e se non ci fosse una colossale sovraesposizione mediatica di tutta questa vicenda, la sole cose evidenti sarebbero la crisi e la confusione del gruppo dirigente del maggiore sindacato italiano.
È la terza volta negli ultimi venti anni che la FIOM tenta una coalizione sociale. La prima fu con i movimenti no global all’epoca del G8 di Genova. Il segretario della Fiom Claudio Sabattini, con il gruppo dirigente di allora, decise di rompere con Fim e Uilm sul contratto nazionale e di partecipare alle manifestazioni nel capoluogo ligure nonostante che il segretario della Cgil Sergio Cofferati avesse pubblicamente chiesto di non farlo. Nel 2006 la Fiom guidata da Rinaldini manifestò contro il governo Prodi assieme a sindacati di base e centri sociali, anche allora nonostante il pubblico veto della Cgil. Ma quel percorso si esaurì proprio sul nodo e sui vincoli dei rapporti tra FIOM e Cgil. Quel nodo si ripropose nel 2010, quando l’appena eletto Landini disse di no su Pomigliano a Marchionne, a Cisl Uil, al PD e anche alla Cgil.  Per alcuni mesi attorno a quel no si costruì un vasta mobilitazione sociale, ché sfociò nella manifestazione del 16 ottobre 2010 a Roma e ancor di più nello sciopero generale dei metalmeccanici del gennaio 2011, che per la prima volta vide accanto alla FIOM le sigle dei principali sindacati di base e gran parte dei movimenti sociali più radicali. Fatto senza precedenti per un segretario della Cgil in quella città, nella piazza Maggiore di Bologna Susanna Camusso fu pesantemente contestata da gran parte dei manifestanti che chiedevano lo sciopero generale.
In una riunione in quei giorni sostenni che se la FIOM avesse davvero voluto consolidare il movimento e la coalizione sociale che si era costruita con gli operai della Fiat, avrebbe dovuto mettere in conto la rottura con la Cgil. Ma il segretario della FIOM respinse nettamente questa mia proposta. Si tentò allora di costruire un sostituto di un progetto più radicale, con la coalizione “Uniti Contro la Crisi”, che alla FIOM univa una parte dei centri sociali e organizzazioni giovanili e studentesche, riconducibili all’area politica di Sel. Quel tentativo fu travolto dagli scontri della manifestazione del 15 ottobre 2011.
Ora il gruppo dirigente della FIOM ripropone ancora la formula della coalizione sociale. Ma gli interlocutori attuali non sono gli stessi delle passate esperienze. Mancano totalmente il sindacalismo di base e il dissenso Cgil, anche perché la FIOM ha deciso una  svolta rispetto alle  sue pratiche degli ultimi 20 anni,  affidandosi all’accordo con Fim e Uilm per il rinnovo del contratto nazionale. Mancano l’arcipelago dei centri sociali e i movimenti radicali come i Notav e i Noexpo. Mancano molte forze con cui la FIOM ha dialogato e manifestato assieme nel passato, mentre gli inviti selezionati sono stati inviati ad associazioni che, pur di grande prestigio, non siano in totale rottura con il PD ed il suo sistema di alleanze e potere. E infatti Libera ed ARCI hanno subìto tenuto a precisare che possono sostenere singole campagne, ma non potranno mai far parte di una coalizione formalmente organizzata.
La nuova coalizione lanciata dalla Fiom parte dunque su basi più incerte e sicuramente meno radicate che nel passato, eppure rispetto ad altre iniziative dell’organizzazione ha avuto una risonanza assai maggiore, perché?
La prima ragione sta nella portata stessa della sconfitta della Fiom, della Cgil, della sinistra e del mondo del lavoro di fronte alle politiche liberiste e di austerità. La distruzione dell’articolo 18, che nel passato la Cgil riuscì ad impedire, è lo sfondamento formale e simbolico del fronte del lavoro dopo trenta anni di ritirata più o meno organizzata e contrattata. Il lavoro è sottoposto al massacro sociale ed il sindacato ex più forte d’Europa mostra tutta la sua mastodontica fragilità. Il fatto che questa resa dei conti finali col lavoro sia guidata dal leader del partito democratico ribalta poi tutti i punti cardinali del tradizionale modo d’agire della Cgil. Che reagisce a questo disastro oscillando tra l’identificazione con il dissenso politico verso Renzi e la ricerca dell’autonomia corporativa con Cisl Uil e Confindustria, di cui l’accordo del 10 gennaio è la formalizzazione. Nella linea e nei comportamenti concreti della Cgil non c’è alcun progetto di riconquista, ma una sorta di gestione della sconfitta che non può che provocare altre cadute. Su questa debolezza   prende vigore il ruolo di Landini, che in concreto non propone nulla di diverso dalla CGIL, come egli stesso puntualmente precisa, ma che raccoglie invece le speranze di chi, critico verso Cgil e PD, si augura che le cose cambino. Landini incrocia le speranze di cambiamento giusto che periodicamente si manifestano e per questo la domanda nei suoi confronti è prima di tutto politica. D’altra parte è qui c’è la seconda ragione del suo successo, Landini emerge come leader nell’attuale politica ultra personalizzata e governata dai talk show. La coalizione sociale oggi proposta dalla FIOM è la più verticistica e rarefatta tra quelle sperimentate in questi anni, in realtà non ruota neppure attorno al sindacato, ma alla figura del suo leader.
La ragione del successo di Landini, il suo muoversi con grande amplificazione mediatica nel vuoto segnato dalla sconfitta della sinistra e del sindacato, è però anche causa del limite di fondo della sua iniziativa. La proposta attuale di coalizione sociale allude ad una forza politica, ma poi nega di volerla costruire. Si proclama la necessità di cambiare il sindacato, ma poi si afferma di volerlo fare con chi il sindacato ha condotto al punto attuale. Sul piano dei contenuti programmatici, Europa, euro e politiche di concertazione e compatibilità sono sostanzialmente ignorate, mentre PD, Confindustria e sistema di potere vengono sì criticati, ma non definiti come avversari.
Ci vorrebbe insomma una vera rottura per evitare strade già percorse senza risultati. Invece, pur polemizzando duramente tra loro, Camusso e Landini coabitano nella stessa crisi sindacale e alla fine offrono ad essa risposte concorrenziali, ma simili.


giovedì 19 marzo 2015

Domani riunione RSU

E' prevista per domani alle ore 14 a S. Piero una riunione RSU col seguente Ordine del Giorno:


  1. Organizzazione della settimana di mobilitazione indetta dalla FIOM e assemblee retribuite
  2. Organizzazione delle elezioni del Comitato degli Iscritti
  3. Chiusura dell'iniziativa pro Ristori - TRW e eventuale apertura di nuove iniziative.
  4. Varie ed eventuali

martedì 17 marzo 2015

PIAGGIO: Sciopero dello straordinario

Nell'assemblea del 16/03/15 i lavoratori dei reparti off.8, emissioni, stile, acustica, lab. mat, lab. meccanico, lab. elettrico, prove strada sviluppo e affidabilità, sperimentale e prove strada vtl, hanno votato all’unanimità il blocco totale degli straordinari in questi reparti, rivendicando:

1. Il riconoscimento delle professionalità. 
2. Il rientro delle lavorazioni esternalizzate a causa dell’organico ridotto. 
3. Il blocco completo delle consulenze esterne, visto che i suddetti reparti sono interessati dal contratto di solidarietà e che e’ aperta la procedura di mobilità. 

lunedì 16 marzo 2015

NO alla flessibilità col nostro monte ore di FERIE e PAR

Dalle ultime vicende Piezo, abbiamo imparato che se l'azienda ci chiama a casa per dirci di non recarci al lavoro per il turno successivo bisogna CHIEDERE SEMPRE A CHE TITOLO si deve rimanere a casa (PAR?, ferie?, solidarietà o altro ammortizzatore sociale?):

- se il motivo è la messa in solidarietà purtroppo non c'è niente da fare perchè gli accordi firmati non prevedono alcun preavviso;

- se non è espressamente per solidarietà o altro ammortizzatore sociale, unica risposta da dare è: "MI DISPIACE MA IO VENGO AL LAVORO".

Unions! Manifestazione nazionale. Roma, 28 marzo 2015

http://www.fiom-cgil.it/web/eventi/1783-unions-manifestazione-nazionale-roma-28-marzo-2015

domenica 15 marzo 2015

In evidenza un commento di Michela Ruffa al post su PIEZO

I delegati sindacali ormai si muovono come "paggetti" dell'azienda. A questo proposito è significativo quello che è successo venerdì scorso in CR. Approfittando del fatto che Giada, delegata di reparto si era allontanata dal posto di lavoro per permesso sindacale (per parlare della questione coi colleghi in pausa), alcuni altri RSU, qualcuno addirittura venuto da Fauglia, si sono precipitati in reparto per conferire coi lavoratori e convincerli insieme al caporeparto di recuperare "volontariamente" durante il sabato la produzione persa.

Fortunatamente i lavoratori, non sentendosi rappresentati da questi delegati, hanno avvertito e chiamato Giada. Arrivata al Piezo, il caporeparto ha tentato di allontanarla dicendole che la discussione non la riguardava.

Quanto accaduto secondo me non lascia dubbi su chi veramente tutela i lavoratori e chi invece si fa portavoce delle pretese aziendali. I lavoratori hanno capito bene queste cose infatti sono stati proprio loro ad esigere ed imporre che Giada partecipasse alla discussione.

Vorrei far notare anche che la presenza contemporanea di 5 delegati (esclusa Giada) in un reparto per due giorni consecutivi, a "conferire" coi lavoratori, non è una cosa scontata. La loro presenza in CR dimostra anche la loro totale disponibilità nei confronti delle pretese aziendali altrimenti l'azienda non avrebbe mai concesso di farli entrare, vedi ad esempio le difficoltà che si hanno per fare sopralluoghi di sicurezza....

Michela Ruffa

venerdì 13 marzo 2015

Mettiamo un limite alle pretese dell'azienda

Riceviamo e pubblichiamo:

Bisogna avere chiaro che i fermi macchina che da un po' di tempo si verificano continuamente sulle linee sono CHIARA RESPONSABILITA' DELL'AZIENDA, che ha ridotto le risorse sui turni ed ha organizzato la manutenzione in modo inefficiente.

Per questo motivo il fermo sul Piezo NON PUO' E NON DEVE ESSERE FATTO RICADERE SUI LAVORATORI, né con il recupero dei turni produttivi persi, né attingendo ai loro contatori di par e ferie, né recuperando la produzione con straordinari.

Le pressioni che oggi i lavoratori subiscono sono solo l'ultima delle conseguenze di una politica della maggioranza della RSU di totale disponibilità, che non fa che aumentare le pretese dell'azienda.

La ambigua disponibilità che la RSU ha espresso rispetto al recupero della produzione con straordinari va perciò respinta e NON DEVE VINCOLARE I LAVORATORI.

Per questo confermiamo  lo SCIOPERO DELLO STRAORDINARIO.


13 Marzo 2015
Giada Garzella RSU

Silvia Cini RSU

giovedì 12 marzo 2015

Ordine del giorno sul volantinaggio della RSU Piaggio davanti ai cancelli della Continental

Il Comitato Direttivo della FIOM CGIL di Pisa esprime un netto dissenso verso il comportamento tenuto dalla RSU FIOM Piaggio che nei giorni scorsi ha distribuito dei volantini davanti ai cancelli degli stabilimenti della Continental di Fauglia e San Piero a Grado che esprimono giudizi falsi ed infamanti sull’operato dalla FIOM e della RSU FIOM della Continental, colpevoli, secondo quanto sostenuto in questi volantini, di aver firmato un Accordo sulla Solidarietà siglato per “compiacere i Padroni” e per “fare un favore all’Azienda pagato con i soldi dell’INPS”.
Va sottolineato che tali accuse, del tutto false, sono rivolte ad una RSU della FIOM che nel recente rinnovo ha ottenuto il 100% dei consensi,  di fatto rappresentano un attacco a tutta la nostra organizzazione in quanto è paradossale che in molte aziende la FIOM stia sostenendo battaglie per ottenere l’applicazione dei C.d.S. e laddove questi accordi si riescono a firmare, c’è chi vorrebbe scioperare considerandoli strumenti di malaffare e di creazione di esuberi.  
Ma la cosa ancor più grave, al di là del merito delle questioni, è che la RSU di un’Azienda delle dimensioni e dell’importanza della Piaggio si permetta di intervenire nelle dinamiche interne di un’altra Azienda di primo piano come la Continental con una leggerezza ed una incompetenza strabilianti, mancando, in questo modo, di rispetto non tanto e non solo verso i delegati della Fiom che quegli Accordi hanno firmato, ma soprattutto, nei confronti della stragrande maggioranza dei lavoratori che quegli accordi hanno sostenuto ed approvati a più riprese!
In Continental il mandato per applicare i Contratti di Solidarietà deriva da un Accordo approvato dal 96% dei lavoratori e che un Ordine del giorno presentato da due delegati Fiom nel corso delle ultime Assemblee nel quale si chiedeva alla RSU e alla FIOM di non firmare l’Accordo sui C.d.S. è stato respinto con una votazione per alzata di mano con soli 26 favorevoli ed oltre 500 contrari, con 6 delle 8 assemblee che hanno respinto l’O.d.g. all’unanimità!
La Democrazia impone a tutti noi di rispettare sempre il giudizio dei lavoratori!
Al fine di rendere più evidente il tentativo di strumentalizzazione da parte della RSU FIOM Piaggio va ricordato che:
1.    Nel volantino distribuito sono stati manipolati dati e numeri al fine di poter sostenere la tesi, purtroppo per noi falsa, che “lo stato di crisi non esiste” in Continental.
2.    Si è affermata la menzogna che con l’uso della CIGO i lavoratori perderebbero soli 24 euro al mese mentre in realtà si parla di diverse centinaia di euro di perdita salariale su base mensile ( la RSU a suo tempo ha elaborato delle tabelle).
3.    E’ stato sostenuto il ribaltamento logico secondo il quale i C.d.S. non sarebbero uno strumento finalizzato al tentativo di evitare i licenziamenti bensì, al contrario, rappresenterebbero proprio la loro causa primaria. Un’assurdità questa del tutto incomprensibile se non fosse chiaro il tentativo di scaricare preventivamente la responsabilità di eventuali futuri licenziamenti sull’operato della RSU Continental.
Questi comportamenti evidenziano una totale incomprensione delle finalità che sono alla base della stipula di un Accordo sui Contratti di Solidarietà e delle dinamiche che li regolano.
D’altronde, siamo di fronte ad una RSU che non ha mai firmato nessun Accordo Sindacale di nessun tipo e che in Piaggio ( unica grande Azienda del centro Italia) negli ultimi anni, a seguito di una condotta massimalista e di deresponsabilizzazione, è divenuta minoranza irrilevante rispetto alle altre sigle sindacali.

Calcinaia, lì 9 Marzo 2015

sottoposto a votazione:
31 favorevoli
13 contrari
4 astenuti


mercoledì 11 marzo 2015

LAVORO IN SETTIMA GIORNATA


Riceviamo e pubblichiamo: 

 
Ci risulta che l'azienda a Fauglia abbia fatto lavorare in settima giornata in occasione dei cambi di turno. Siccome non ci risulta alcun intervento di contrasto da parte della RSU, non vorremmo che si stessero creando le condizioni per dover giustificare una rivisitazione dell'accordo a quattro squadre.

Attualmente siamo in regime di contratti di solidarietà per cui è evidente che il passaggio dal 4°turno alle turnazioni inferiori rappresenta un calo di volumi ed in quanto tale la giornata deve essere coperta con l'assegno di solidarietà.

Per queste ragioni crediamo sia opportuno prendere posizione chiara come RSU.

Non intervenire significherebbe accettare tacitamente la situazione.




11 marzo ’15
Giada Garzella RSU
Silvia Cini RSU

FERMO AL PIEZO

Riceviamo e pubblichiamo il contenuto della mail inviata stamani dalle due delegate all'azienda e alla RSU:


Per conoscenza ai lavoratori,

Stamattina ad inizio turno i lavoratori del reparto Piezo sono stati invitati dal caporeparto a tornare a casa attingendo dai propri contatori di ferie e permessi.
Abbiamo più volte denunciato i continui fermi macchina che da un po' di tempo a questa parte si verificano sulle linee come derivanti dalla nuova organizzazione delle figure manutentive e tecniche e dall'organico ridotto.
Per tali motivi riteniamo una forzatura rimandare a casa i lavoratori con i propri contatori seppur in forma volontaria.
Da parte nostra non c'è disponibilità ad accettare soluzioni di questo tipo.
Saluti.


Giada Garzella RSU
Silvia Cini RSU

martedì 10 marzo 2015

Ordine del Giorno al direttivo provinciale FIOM Pisa: SCIOPERO DEGLI STRAORDINARI

Ordine del Giorno presentato al Comitato Direttivo provinciale FIOM del 9/3/15 dai membri dell’area di opposizione:

La difficile situazione produttiva di varie realtà della provincia di Pisa, con particolare riferimento alla progressiva deindustrializzazione dell'indotto piaggio;

L'attacco diretto ai diritti dei lavoratori con l'introduzione del job's act;

impongono al movimento sindacale l'adozione di una strategia ed una pratica sindacale conflittuale e di contrasto a partire dal territorio e dalle fabbriche, oltre al sostegno delle iniziative di lotta nazionali.

Per queste ragioni il comitato direttivo di Pisa impegna le strutture FIOM provinciali ad indire uno sciopero dello straordinario provinciale per:

- aprire una vertenza generale sulla deindustrializzazione di Piaggio e indotto,

- contrastare l'applicazione del job's act.

Sottoposto a votazione:

15 favorevoli
31 contrari
2 astenuti


lunedì 9 marzo 2015

Ordine del Giorno sull'utilizzo dei Contratti di Solidarietà

Ordine del Giorno presentato al direttivo provinciale FIOM dai componenti dell'area di opposizione "Il Sindacato è un'altra cosa":

Il direttivo provinciale FIOM, riunito a Calcinaia il 9 marzo 2015, esaminati l'uso e gli effetti dei Contratti di Solidarietà nelle aziende della provincia di Pisa, rileva che:

1. In Continental
nel 2015 è previsto un aumento di produzione del 15 per cento rispetto al 2014 e del 10 per cento rispetto al 2012 e al 2013. I 253 esuberi, pari a un dipendente su quattro, sono stati quindi dichiarati nonostante non esista uno stato di crisi. In questa situazione, la conseguenza principale dell'accordo è di permettere all'azienda di diminuire le ore lavorate e quindi aumentare i carichi di lavoro. Inoltre, accettare un numero di esuberi così alto significa solo dare all'azienda gli strumenti per una flessibilità a piacimento e per una gestione a suo arbitrio dell’orario di lavoro e dei lavoratori da impiegare. Gli esuberi, che non sono perciò il reale motivo della Solidarietà, ne saranno piuttosto il risultato. Una volta che avrà consolidato la nuova organizzazione del lavoro, l'azienda procederà, allora e per questo motivo, a esuberi e licenziamenti.

2. In Piaggio
Visto l'andamento della produzione e dell'occupazione, la base reale delle richieste di Solidarietà sono solo il progressivo trasferimento all'estero delle lavorazioni e l’aumento dei ritmi di lavoro. I contratti di solidarietà favoriscono e coprono questa politica aziendale e danno all'azienda gli strumenti per una flessibilità a suo arbitrio, che porta all'asservimento dei lavoratori alle decisioni dell’azienda in tutti gli aspetti del rapporto di lavoro.

Ritiene pertanto che firmare accordi di Solidarietà di questo tipo, soprattutto in aziende con una richiesta produttiva in aumento, non risponda a nessuna necessità, sia un danno per i lavoratori, che vengono messi in una condizione di debolezza e di ricattabilità, un pericolo per i licenziamenti a cui  possono dare origine e un favore alle aziende, pagato, attraverso l’INPS, con i soldi dei lavoratori.


Sottoposto a votazione:

13 favorevoli
31 contrari
4 astenuti