lunedì 29 maggio 2017

Premio di Risultato: solo un incentivo ad aumentarsi i ritmi di lavoro



Alla fine del suo mandato triennale, questa RSU si sta concentrando nella difesa del Premio di Risultato e del Conti Bonus di quest'anno. Un atteggiamento che ci sembra miope e irresponsabile.

Il PdR attualmente in vigore risale infatti al 2002. Avrebbe dovuto essere rinnovato ogni 3 anni, ma qualcuno, senza interpellare i lavoratori ha deciso di non rivendicare il suo rinnovo. Le regole sono perciò rimaste le stesse e ancora oggi non vengono messe in discussione, contando forse che risultati come quello di quest'anno possano essere la norma. PURTROPPO NON E’ COSI’. Effettivamente nella fase di crescita aziendale tra il 2002 e il 2007, l’accordo ha portato diversi buoni premi. Ma questa crescita non può essere infinita e negli anni successivi, anche per scongiurare premi molto bassi, sono stati fatti accordi ponte per cifre fisse (e peggioramenti degli orari).

Il PdR è la somma di tre pezzi (i più grossi sono gli ultimi due), corrispondenti al raggiungimento di tre "obiettivi":

1: "Livelli di qualità`". Si tratta di mantenere una "certificazione di qualità". Trattandosi di una multinazionale che produce in tutto il mondo, la sua "certificazione" può essere persa per ragioni che non hanno niente a che fare con la produzione del nostro stabilimento. Infatti, quest'anno è stata persa in parte per problemi della produzione nella Repubblica Ceca.

2: "Miglioramento di redditività". Si confrontano i guadagni dell'azienda (una certa voce in bilancio) ogni anno con quelli dell'anno precedente. Se sono aumentati di oltre il 10 per cento, il premio è pieno, se sono aumentati meno del 10 per cento, si prende solo circa un terzo del premio pieno, Altrimenti una miseria, o zero se i guadagni sono diminuiti di più del 5 per cento.

3: "Miglioramento di efficienza". Stesso identico meccanismo, applicato al valore della produzione FATTA IN MEDIA DA CIASCUN LAVORATORE. Con una differenza, non da poco: che per il premio pieno occorre un aumento del 20 per cento.

E` evidente che aumenti del 10 e del 20 per cento non possono in nessun modo avvenire tutti gli anni. Il 20 per cento l'anno di aumento della produzione significherebbe, cumulando gli aumenti, produrre oltre il doppio dopo soli quattro anni! Quanti milioni di auto dovrebbero essere prodotte per assorbire una simile produzione?

Perciò, preso il premio pieno una o due volte al massimo, questo meccanismo genera automaticamente PREMI RIDOTTI, per la seconda e terza componente, a un terzo, o azzerati.
Inoltre quello che deve aumentare OGNI ANNO perché queste componenti del premio non si azzerino è la produzione per lavoratore, cioè precisamente i ritmi di lavoro!


Il risultato di questo meccanismo è molto semplice: per esempio, se un certo anno i ritmi di lavoro aumentano in modo consistente, supponiamo di più del 20 per cento, e poi restano aumentati ma costanti, IL PREMIO PIENO SI PRENDE UNA SOLA VOLTA, poi i ritmi restano gli stessi e il premio si riduce, se va bene, alla prima componente!

Detto questo, è chiaro che la protesta nei confronti dell'azienda riguardo all'interpretazione dell'accordo e all'aggiustamento del premio di qualche centinaia di euro è solo un problema marginale, che ne nasconde uno enorme: per come è strutturato il PdR, ogni anno siamo ridotti a sperare che i conti dell'azienda vadano non solo bene, ma MOLTO MEGLIO dell'anno precedente; e saremmo costretti ad accettare, per prendere un premio decente, ritmi di lavoro CHE NON SMETTONO MAI DI CRESCERE.

Per questo il premio va ricontrattato. La sua ricontrattazione deve avere come base non la crescita annuale, ma quella rispetto a un anno FISSO di riferimento, cioè LA PRODUZIONE EFFETTIVA, NON IL SUO AUMENTO ANNUALE, secondo indici non manipolabili da parte dell'azienda (come è invece la "redditività") e non dipendenti da fattori esterni (come è la certificazione). Più una quota fissa, indipendente da qualsiasi indice, a compenso della crescita della produzione negli anni precedenti. Inoltre, chi si ammala non deve vedersi ridotto il premio.

Sono queste le cose che come lavoratori dobbiamo cominciare ad aver chiare per poter rivendicare un rinnovo del PdR che garantisca un compenso sicuro, in parte fisso e in parte legato, in modo trasparente e controllabile, solo al valore effettivo della produzione, mettendo fine al meccanismo infernale dell'indicizzazione all'aumento annuale.


Michela Ruffa

Area “sindacatoaltracosa” in FIOM Pisa

martedì 23 maggio 2017

Conti Bonus e assorbimento

Ci sono pervenute richieste di chiarimento in merito al meccanismo di calcolo della quota di assorbimento del Conti Bonus nel Premio Risultato.

Premettendo che il Conti Bonus non è il frutto di contrattazione locale, specifichiamo che tale meccanismo è stato deciso esclusivamente dall'azienda che nel 2012 ha definito il seguente fattore di correzione del premio:

C/L
essendo C il Conti Bonus ed L la parte di premio di risultato aziendale legata alla redditività.

Ricordiamo che per il 2017:

C= 1056 euro
L= 1009.22 euro (v. Comunicato Rsu)

Pertanto, risultando il fattore di correzione C/L maggiore dell'unità e dando per scontato che l'azienda non cambi il metodo di calcolo,  per il 2017 non è previsto alcun assorbimento.

Riunione delegat@ metalmeccanici. 9 giugno a Pontedera



venerdì 9 giugno riunione nazionale del sindacatoaltracosa in FIOM a Pontedera

Accogliendo la proposta che di seguito pubblichiamo dei delegati e lavoratori di Piaggio e Continental, il sindacatoaltracosa in FIOM convoca una riunione nazionale di delegat@ e militanti dell’area a Pontedera il 9 giugno, dalle ore 10.30, presso il centro “Sete sous sete luas” (a sinistra dopo l’uscita del sottopasso della stazione, lato Piaggio).

Proposta di delegati e lavoratori Piaggio e Continental
Per il suo spirito e per le ragioni della partecipazione, l’Assemblea del 24 Gennaio a Firenze ci è sembrata un momento importante di consolidamento delle esperienze e di possibile svolta nella battaglia per uscire da una situazione di passività e di sconfitta dei lavoratori.
La prima Assemblea, del 6 Dicembre, era stata in sostanza una riunione di promotori, in vista dell’opposizione nel Referendum sul nuovo Contratto, ma l’ampia partecipazione del 24 Gennaio ci sembra riflettere l’esistenza e il riconoscimento di un problema permanente, di collocazione di militanti che non concepiscono altra attività che non sia la difesa coerente degli interessi di classe.
Quello che più ci ha colpito dell’Assemblea, nei singoli interventi come nell’aria che si respirava, è stato l’atteggiamento di indipendenza, libertà e coraggio, di chi si trova ad affrontare questioni reali, complesse e ineludibili con la propria esperienza, i propri strumenti e con la coscienza che non esistono soluzioni precostituite.    Un clima perciò ben diverso da quello di riunioni rituali e ripetitive, che hanno spesso contrassegnato la vita anche delle aree di opposizione sindacale.
E infatti,  chi ha partecipato all’Assemblea non lo ha fatto per costituire una nuova corrente sindacale, ma per esprimere una condizione di militanza, difficoltà e tensione e ritrovare un’identità nell’incontrare e confrontarsi con chi condivide le stesse condizioni e gli stessi obiettivi. Un bisogno che sta raccogliendo militanti attivi da anni, con  storie ed esperienze anche diverse, accomunati  oggi dal problema della ricostruzione delle ragioni e della possibilità stessa della propria militanza.
Quello che ha mosso alla partecipazione è un processo in corso da tempo, di chiusura degli spazi da parte delle strutture sindacali, molto accelerato ma non certo concluso dalla firma del Contratto nazionale, che spingerà ancora altri militanti ad avvicinarsi e ragionare sulle prospettive comuni.
Molti di noi  non si sono mai incontrati prima e continuiamo a sentire innanzitutto la necessità di un ambiente di discussione e di scambio di esperienze. Ma crediamo che si possa andare anche oltre e iniziare ad affrontare insieme il problema delle prospettive di una attività coerente e unitaria e del suo programma a difesa degli interessi della classe lavoratrice.
Già nell’assemblea di Firenze avevamo concordato di rivederci e  riteniamo che Assemblee periodiche  siano il modo migliore per continuare questo lavoro di confronto. Nell’immediato per:
– approfondire lo scambio sulle realtà dei posti di lavoro
–  condividere i problemi che sorgono dall’applicazione del Contratto Nazionale, e provare a definire delle linee di azione e di contrasto comuni
–  rappresentare pubblicamente l’esistenza di questa iniziativa, sia per dar forza ai militanti nei propri posti di lavoro, sia per raccogliere altre forze
–  mostrare, a chi cercherà di fermare il nostro lavoro, un fronte coeso a difesa di ciascun compagno  e ciascun gruppo di fabbrica.
Riteniamo che la cosa più utile sarebbero Assemblee in luoghi diversi, possibilmente in prossimità di grandi fabbriche e di concentrazioni operaie.
Poiché da alcuni anni a Pontedera ricordiamo con una “Festa Operaia” lo sciopero storico del ’62 alla Piaggio, durato 75 giorni, proponiamo di tenere la prossima Assemblea a Pontedera il 9 Giugno prossimo in una sala di fronte allo stabilimento Piaggio.
DELEGATI E LAVORATORI PIAGGIO E CONTINENTAL


https://sindacatounaltracosa.org/2017/05/22/riunione-delegat-metalmeccanici-9-giugno-a-pontedera/

Spazio di Opposizione: il seminario e le sue foto



I lavori del seminario nazionale dell'Opposizione Cgil, Rimini 19 e 20 maggio 2017.

Venerdì 19 e sabato 20 maggio, a Rimini, si è tenuto a Rimini “Spazio di Opposizione: verso il congresso, per un’altra linea contrattuale”, il seminario nazionale del sindacatoaltracosa-OpposizioneCgil.
Il primo giorno ci siamo dedicati alla recente stagione contrattuale. 
Al mattino in plenaria con una introduzione generale di Eliana Como, a cui sono seguite diverse comunicazioni: sulle pensioni di Achille Zasso,  sul CCNL del Pubblico impiego di Aurelio Macciò,  su quello delle Telecomunicazioni di Luca Barbuto, su quello degli assicurativi di Aljosha Stramazzo, su quello del commercio-terziario di Savina Ragno ed infine su quello dei chimici di Giuseppe Stoppini.
Al pomeriggio con 4 gruppi di lavoro in parallelo, su welfare e sanità pubblica (introduzione di Mario Iavazzi), salario e reddito (introduzione di Luca Scacchi), orario e organizzazione del lavoro (introduzione di Dario Salvetti), pensioni (introduzione di Ugo Lucignano), a cui è seguita una breve discussione conclusiva in plenaria (con l’illustrazione dei lavori svolti nei gruppi di lavoro).
Il secondo giorno al prossimo congresso della CGIL e alla nostra prospettiva di intervento, con una discussione tutta in plenaria.Sono intervenuti 28 compagni e compagne, oltre l’introduzione e breve replica di Eliana Como (FIOM): Riccardo Antonini di Viareggio (FILT/SPI), Carlo Carelli di Lodi (FILCTEM), Massimo della Giovanna di Genova (SLC), Massimiliano Dancelli di Cremona (FIOM), Massimo Demin di Treviso (FP), Francesco Doro di Padova (FIOM), Francesco Durante di Pescara (FISAC), Delia Fratucelli di Torino (SLC), “Harper” Franzoso (SPI Torino), Andrea Furlan di Roma (FILCAMS), Alberto Giorgi di Lucca (SPI), Cristian Goglio di Torino (FLC), Paolo Grassi di Milano (NIDIL), Simone Grisa di Bergamo (FIOM), Franco Grisolia di Milano (FISAC), Mario Iavazzi di Bologna (FP), Francesco Locantore di Roma (FLC), Alberto Madoglio di Cremona (FISAC), Gianbattista Mineni di Padova (SPI), Matteo Moretti di Firenze (FIOM), Lorenzo Mortara di Vercelli (FIOM), Renato Pomari della Brianza (FIOM), Rossano Rubicondi di Perugia (CGIL), Luca Scacchi della Valle d’Aosta (FLC), Beppe Severgnini di Bergamo (SPI), Nando Simeone di Roma (FILCAMS), Gennaro Spigola di Roma (SPI), Giuseppe Stoppini di Lodi (FILCTEM).


https://sindacatounaltracosa.org/2017/05/21/spazio-di-opposizione-il-seminario-e-le-sue-foto/

sabato 20 maggio 2017

Donato Auria: Lettera a Gad Lerner

"Carissimo Gad Lerner abbiamo visto la sua trasmissione “operai” di domenica 7 maggio 2017, su Rai Play.
Sa, noi operai alla Fiat Melfi, oggi Fca, lavoriamo il sabato e la domenica notte, per cui il reportage in diretta non l’abbiamo potuto vedere e come noi anche tanti altri operai che lavorano nelle tante fabbriche dell’indotto.Dopo la lettura di alcuni brani di Marx, facendo riferimento anche al tempo trascorso e al riposo della buonanima di quella vecchia talpa di Karl presso il cimitero Highgate a Londra, lei ha detto che “gli operai non se la passano molto bene”. Se avesse detto il contrario lì, proprio dove è sepolto Marx, lo avrebbe fatto sicuramente rivoltare nella tomba. Noi per primi sappiamo che “non ce la passiamo bene” e sappiamo che pochissimi non operai in questa società comprendono cosa questo concretamente significhi.Vogliamo dire qualcosa affrontando solo la questione che riguarda la Fiat. Troppo lunga sarebbe la lettera per affrontare tutte le questioni, compresa quella dei tanti lavoratori sfruttati nella logistica.Lei ha detto che l’operaio in alcuni ambienti non può essere considerato un uomo sfruttato, come è stato in passato ma un “uomo nuovo”, che oggi “ha a che fare con padroni magari gentili”. Sembra proprio che lo dica riferendosi agli ambienti Fiat.Guardi, ci creda, magari bastasse la sua trasmissione a farci sentire “uomini nuovi”! Noi non ci sentiamo affatto “uomini nuovi”, molti di noi operai a 50 anni sono già consumati, affetti da malattie professionali.Per avere la sensazione di avere “a che fare con padroni magari gentili”, come lei ha detto nella trasmissione, noi operai, che veniamo bastonati con provvedimenti disciplinari, repressione e licenziamenti, sappiamo bene cosa dovremmo fare: piegare la testa, produrre senza dire niente e magari farci consumare anche prima senza opporre nessuna resistenza a difesa della nostra salute.Lei parla di padroni, molte volte sono “spesso invisibili”, in verità si fanno vedere rare volte, tanto cosa gli importa, c’è chi lavora per loro. Quando si fanno vedere è un teatrino, arrivano in fabbrica e tutto deve essere tirato a lucido. La fabbrica deve luccicare. Una presa per i fondelli. Sembra la visita a una caserma.Questo “padrone invisibile” quando non viene, manda gli amministratori delegati. Viene il voltastomaco, noi sgobbiamo e loro prendono un sacco di soldi.Esiste una piramide di responsabili, dal direttore di fabbrica, ai Repo, ai Gestori Operativi, fino all’ultimo capetto che ne fa le veci, compreso i vigilanti che nella sua trasmissione non si sono visti e che fanno rispettare la legge del padrone e che come sentinelle o meglio secondini fanno sì che tutto proceda come stabilito. Noi siamo sotto e manteniamo col nostro lavoro tutti quanti!E come lei ha detto dobbiamo “cambiare natura”, forse al padrone non basta neanche più avere lo schiavo, vuole il “servo”.La mattina si chiama col telefono o con un sms “il servo” e dopo un’ora questi deve essere in fabbrica. E se non serve, scusi il gioco di parole, può rimanere a casa. Tanto adesso basta una telefonata. Appena la produzione si riduce viene buttato sul lastrico e licenziato. In tante fabbriche dell’indotto è già così. Contratti interinali, contratti a un mese, a quindici giorni, a una settimana, tutto a scadenza come lo yogurt, è tutto così precario.Con le continue e rinnovate organizzazioni di lavoro, i pezzi saranno anche più comodi metterli e montarli, come ha fatto credere il padrone a lei, ma la produzione è aumentata, i tempi sono sempre più ridotti, e incollati alla linea bisogna rimanere. Anche le pause hanno ridotto. Se lavori senza lamentarti per i tempi sempre più esigui, magari prendendo antinfiammatori e antidolorifici a 50 anni in quel caso tutta la piramide di controllo non avrà da ridire e non sarà solo il padrone ad apparire gentile. Hanno reso le postazioni di lavoro più comode, a detta loro, ma, a fronte di operazioni semplificate, ci hanno aumentato a dismisura i ritmi e nessuno che non sia operaio può immaginare cosa significhi ripetere in continuazione, migliaia di volte in un giorno, sempre le stesse semplici operazioni, senza avere neanche la possibilità di andare in bagno al di fuori delle pause ridotte che ci sono concesse. Anche la mensa è stata messa a fine turno. Lavoriamo praticamente ininterrottamente senza avere il tempo di riposarci.
Ci sono geometri, ingegneri e architetti, poi carpentieri, muratori e manovali, ovviamente gli ultimi più consumati e meno pagati.
C’è il funzionario del comune, fino all’ultimo impiegato, poi chi pulisce i bagni e chi lava a terra. Inutile dire che la differenza ci si può ben vedere, anche sui soldi che si prendono a fine mese.
Così è anche la fabbrica, l’abbiamo descritta prima, ci sono impiegati, lavoratori e operai. Gli operai sono quelli più sfruttati sottopagati e consumati.
In fabbrica ovviamente si deve fare i conti anche con l’opportunismo operaio, non solo con quello strato di aristocrazia operaia che milita nel sindacato. Operai che tentano tramite il sindacato filo padronale di avere un posticino più leggero.
Lei è andato ad intervistare proprio due lavoratori con la tessera del sindacato Fismic, e conosciamo tanti come loro che grazie a quella tessera in tasca, pensano di ottenere una postazione di lavoro più leggera e tranquilla. Uno dei due sembrerebbe anche simpatizzante di Salvini dalla sua pagina facebook, certo non c’entra niente con la fabbrica ma qualcosa vorrà pur dire…
Vedrà che se non l’avevano ottenuto prima un posticino tranquillo, con quei sorrisini e occhiolini al padrone otterranno a breve quel posto dopo aver fatto apparire la fabbrica quasi come un paradiso.
D’altronde molti pensano di farsi gli affari propri, esattamente come quando ci fu la famosa marcia dei 40mila, che poi così tanti non erano, in cui in tanti pensarono che stare sotto l’ascella del padrone li avrebbe beneficiati. Basterebbe andare a chiedere a tanti di loro che fine hanno fatto. Interessante e istruttiva è quella intervista fatta a una lavoratrice che fece parte di quella famosa marcia. Quanti lavoratori pensarono di farsi gli affari propri in quell’occasione e adesso hanno figli e nipoti che sono precari, sottopagati e disoccupati.
Magari nelle prossime trasmissioni, visto che ne sono rimaste ancora parecchie e che siamo ancora alla prima puntata, faccia un salto alla Fiat di Pomigliano, presso il reparto confino di Nola dove gli operai che sono stati reintegrati dai giudici, ancora non hanno varcato i cancelli della fabbrica perché la legge del padrone va oltre le sentenze dei giudici.
Magari faccia un salto anche a Melfi dove migliaia di operai vengono posti in cassa integrazione, fra cui quelli che hanno problemi di salute a causa dei ritmi di lavoro forsennati, mentre altri più giovani e freschi sono comandati a bacchetta e utilizzati quotidianamente.
Chieda dove si trova l’ex Itca, dove sono stati deportati operai che non si assoggettavano e che non giravano la testa dall’altra parte quando la Fiat cercava di aumentare i ritmi di lavoro, subendo migliaia di provvedimenti disciplinari.
Se le resta tempo vada anche dagli operai dell’Innse di Milano, quelli della ex Innocenti che sono da oltre un mese fuori ai cancelli a protestare contro licenziamenti e repressione.
Trovare difensori inaspettati come ha detto lei nella figura del Papa serve a poco o niente di fronte alla sete di profitti che i padroni hanno sempre di più. Magari potesse liberarci della nostra condizione di schiavi salariati chi predica da posti comodi e tranquilli!
I padroni hanno dimostrato che il loro sistema non va bene, se ne fregano delle prediche.
Da un lato miliardi di sfruttati, di donne e uomini che non riescono a sopravvivere, dall’altro lato uno strato di privilegiati. Sto parlando dei tempi di oggi e della condizione degli operai di oggi, non quella scritta e analizzata da Marx più di cento anni fa. O forse la situazione è la stessa e il problema della nostra liberazione dal lavoro sotto padrone si pone ancora?

La fabbrica lei saprà signor Lerner è lo specchio della società, e, come nella società, ci sono posti di lavoro più comodi e leggeri, ci sono quelli pesanti e che ti consumano prima."

Donato Auria

giovedì 18 maggio 2017

Premio di risultato: dichiarazione di sciopero

COMUNICATO DI SCIOPERO

Nella giornata di ieri l’azienda ha confermato la volontà di non pagare la quota di 750 euro corrispondente al “ Mantenimento dei livelli di qualità” punto 5 a dell’accordo sul Premio di Risultato in seguito alla sospensione della suddetta Certificazione da parte dell’ente esterno.
A prescindere da quali siano e di chi siano le Responsabilità che hanno portato alla sospensione della Certificazione riteniamo che la conseguenza di ciò non debba ricadere sui lavoratori!
Ribadiamo la nostra contrarietà rispetto alla decisione e respingiamo con forza l’atteggiamento tenuto dall’azienda sulla questione, pertanto dichiariamo 2 ore di sciopero a fine turno a partire da oggi.
I turni non presenti oggi sciopereranno il primo giorno di rientro con le stesse modalità.

18 Maggio 2017
S.Cini RSU
G.Garzella RSU

martedì 16 maggio 2017

Ordine del giorno in assemblea

Fino ad ora l'ordine del giorno presentato alle assemblee in Continental  è  stato approvato con 104 voti favorevoli e 46 contrari.

Chiunque lo condivida può copiarlo, anche scritto a mano, e presentarlo alle prossime assemblee chiedendo alla Rsu che sia messo in votazione.

La presentazione di un ordine del giorno è una cosa assolutamente legittima che, sebbene a qualcuno non piaccia, permette ai lavoratori di formalizzare nero su bianco le proprie posizioni vincolando la Rsu a rispespettarle perche conclusive della discussione fatta in assemblea.

Il Foglio Bianco

lunedì 15 maggio 2017

I lavoratori impegnano la RSU a non firmare accordi che riducano le pause!!

I lavoratori dell'assemblea pomeridiana di Fauglia hanno approvato con votazione a maggioranza il seguente Ordine del Giorno:

"L'Assemblea dei lavoratori Continental, riunita a maggio 2017, impegna la Delegazione Trattante e la RSU a respingere qualsiasi ipotesi di accordo che comporti una riduzione delle pause."

Avanti tutta!!

Clima caldo di contestazione nella prima assemblea retribuita nella sede di Fauglia della Continental

La prima assemblea sindacale in cui la Segreteria Fiom e la Rsu avrebbero dovuto riferire ai lavoratori dell'incontro avuto col direttore di stabilimento e continuare la discussione sulla trattativa in corso su pause, lavoratori interinali e part time, è stata per la prima volta nella storia aziendale letteralmente presa in mano e gestita dai lavoratori. Tutti i presenti, sin dall'inizio delle due ore a disposizione, hanno mostrato grande senso critico e coscienza sindacale matura con interventi chiari e precisi di contrarietà motivata e argomentata nei confronti della trattativa in corso e di contestazione nei confronti del Segretario Generale Provinciale e della Delegazione Trattante,
Siamo al fianco dei lavoratori!

Il Foglio Bianco

giovedì 11 maggio 2017

In evidenza un articolo suggerito da un lavoratore

Francia, operai che rischiano di perdere il lavoro minacciano: “Abbiamo minato la fabbrica con bombole a gas”


I lavoratori protestano contro l'imminente chiusura dello stabilimento che produce pezzi di ricambio per automobili Psa e Renault. Hanno annunciato che intendono occupare l'azienda giorno e notte finché non avranno risposte. Secondo la ricostruzione di France Bleu Creuse, in mattinata hanno distrutto due macchinari (....)

leggi l'articolo completo su:

Fincantieri (Palermo) – Da undici settimane in sciopero per la mensa



Undicesima settimana di sciopero per i lavoratori del reparto OSA-A, contro la decisione dell’azienda di spostare la pausa mensa a fine turno (leggi infoaut – La città futura – Rassegna sindacale). Come ogni settimana da oltre due mesi, rinnoviamo la nostra solidarietà e il nostro totale appoggio a una lotta giusta e determinata a resistere, che, anche per questo, è di esempio per tutti.

https://sindacatounaltracosa.org/2017/05/08/fincantieri-palermo-da-dieci-settimane-in-sciopero-per-la-mensa/