venerdì 29 gennaio 2016

Rinnovo contratto metalmeccanici 2016

PIAGGIO: Con la solidarietà si sfrutta meglio! (parte 2)



LAVORATORI,


la Piaggio, grazie alla mancanza di un deciso contrasto della gran parte della RSU alla sua azione e a contratti di solidarietà che, da anni, le danno mano libera sulla gestione dell’orario di lavoro continua imperterrita a portare avanti le proprie strategie:

- massimo sfruttamento della flessibilità oraria fino all'aperta discriminazione dei lavoratori con maggiori problemi di salute, che vengono tenuti a casa per un tempo maggiore perché poco produttivi;

- aumento continuo e puntuale dei carichi di lavoro: al rientro dalla solidarietà, la produzione è stata aumentata di 23 pezzi (circa 20 min.) al reparto sterzi , alla 3R di 1 veicolo ( circa 21 min.), mentre sulla linea 6 è aumentata la saturazione togliendo in media 1,5 stazionamenti ( circa 8 min.),e sappiamo di pressioni da parte dei capi in vari reparti per aumentare la produzione.

La maggior parte dei nostri compagni di lavoro, ancora tenuti a casa in solidarietà , ha problemi di salute dovuti proprio a tempi di lavoro sempre più intensi e pressanti che la Piaggio ha applicato in questi anni: sono persone che l’azienda ha strizzato al massimo e che adesso considera “improduttive”e da parcheggiare a casa a salario ridotto.

Una vergogna, un atto arrogante di offesa alla dignità dei lavoratori e un attacco ad un salario già misero.

Nei giorni scorsi, al sentore di un possibile sciopero, la Piaggio ha chiamato i propri delegati di "fiducia" per provare a confondere un pò le acque, promettendo che da lunedì prossimo attuerà una rotazione, senza pero' specificare modalità e criteri.

Un incontro avvenuto di fatto in “privato”, visto che dei suoi contenuti nè noi sottoscritti delegati, nè i lavoratori sono stati informati.E sicuramente verrà attuata l'usuale rotazione fasulla pescando sempre dai soliti lavoratori.

Per noi è prioritario:

- denunciare e contrastare il peggioramento dei tempi di lavoro reparto per reparto;

- ribadire la contrarietà ad un contratto di solidarietà, che l'esperienza di questi anni ha mostrato essere tutto a vantaggio della Piaggio;

- che si effettui una rotazione vera tra tutti e non solamente tra quei lavoratori che l’azienda ha deciso di discriminare.


Delegati FIOM: Cappellini Massimo, Malventi Massimiliano, Tecce Adriana, Guezze Giorgio

lunedì 25 gennaio 2016

La RSU deve cambiare completamente il suo rapporto con l'azienda



Riceviamo e pubblichiamo:


Il 20 gennaio si è riunita la RSU.  Abbiamo appreso:

1) L'azienda ha assunto 7 interinali (5 ai componenti XL3 e 2 al magazzino).
Si tratta di persone che hanno già lavorato in Continental nel 2015, ma nessun criterio di anzianità è stato applicato giustificando ciò col fatto che servivano professionalità specifiche non presenti nel bacino…
La questione è importante e molto chiara. Secondo noi l'azienda deve essere vincolata a semplici criteri di anzianità e deve assumere incominciando dai lavoratori già presenti in fabbrica negli anni precedenti in tutti i reparti dove i volumi sono incrementati. E’ molto grave  che i membri della RSU non abbiano nemmeno chiesto quali siano state le variazioni di produzione che hanno portato alle assunzioni, cosa molto importante anche in vista dello scontro ormai aperto su ritmi di lavoro e pause.

2) Sul problema dei parcheggi a Fauglia, l'azienda non intende far niente per risolverlo. Però ha richiesto di traslare gli orari dei turnisti di 15 minuti (6:15 ; 14:15 ; ecc..), per evitare i ritardi nell'ingresso di chi cerca un posto macchina. E` chiaro che il problema nasce perché l'azienda sta trasferendo gran parte degli operai dalla sede di San Piero a quella di Fauglia, come era evidente già quando i moduli di linea venivano smontati e trasferiti a Fauglia.
Il super affollamento a Fauglia, innanzitutto dei parcheggi, era perciò prevedibile, ma invece di cercare una soluzione (c'è una zona libera accanto al parcheggio, dietro lo stabilimento) l'azienda ancora una volta ne scarica le conseguenze sui lavoratori. Per questo diciamo NO alla traslazione dell'orario e chiediamo che l’azienda si attivi per ulteriori posti auto in tempi brevissimi.

Queste cose dimostrano ancora una volta che la RSU deve cambiare completamente il suo rapporto con l'azienda: invece di stare al seguito delle sue necessità, deve sollevare i problemi PRIMA che l'azienda arrivi con le sue ”soluzioni”, e rivendicare soluzioni, pensate prima, nell'interesse dei lavoratori.
Le rivendicazioni più urgenti da porre all'azienda sono la riduzione dei carichi di lavoro, il mantenimento delle pause senza aggravio dei ritmi e delle mansioni, il rinnovo dell’integrativo aziendale.

22 gennaio 2016    

Silvia Cini e Giada Garzella RSU  

Sulla Delegazione Trattante Continental

Riceviamo e pubblichiamo:

Da:                  Michela Ruffa
Per:                 RSU
Cc:                  MComparini, mbraccini
Data:              22/01/2016 13:04
Oggetto:         Re: Verbale riunione area "Il Sindacato è un'altra cosa" in Continental

Buongiorno,

vi ricordo che siamo sempre in attesa di una risposta alla nostra richiesta già esplicitata nel verbale allegato e riportata di seguito per maggior chiarezza:

"come assemblea degli eletti dell'area "Il sindacato e` un'altra cosa" negli organi CGIL e FIOM richiediamo, sulla base di quanto previsto dagli statuti, di essere rappresentati, noi e l'area di cui facciamo parte, nella Delegazione Trattante Continental almeno da Giada Garzella in sostituzione di uno tra Rossi e Caboni."

Saluti,
Michela Ruffa
coordinamento "Il Sindacato è un'altra cosa" area FIOM Pisa
 __________________________________

Il giorno 8 gennaio 2016 10:42, Michela Ruffa  ha scritto:
Buongiorno,

in allegato troverete il verbale della riunione tenuta il 23 dicembre 2015 dai membri Continental dell'area di opposizione in CGIL. Tra le conclusioni della riunione troverete la richiesta formale di inserire Giada Garzella in Delegazione Trattante Continental secondo quanto previsto dagli statuti vigenti.

Saluti,
Michela Ruffa

"Il Sindacato è un'altra cosa" - Area FIOM Pisa

mercoledì 20 gennaio 2016

Cancellati i licenziamenti al centro ricambi Piaggio


La determinazione dei lavoratori ha costretto la DNA a ritirare i quattro licenziamenti che sarebbero stati la prima applicazione in questa zona della legge “ Fornero ”.

La reazione immediata dei lavoratori della cooperativa e l’adesione dei lavoratori della CEVA hanno richiamato davanti ai cancelli della fabbrica le forze più consapevoli del mondo operaio presenti sul territorio per respingere l’applicazione della legge che ha abolito l’ART. 18 per i licenziamenti economici “individuali”.

La determinazione dei lavoratori della DNA e della CEVA ad andare avanti a oltranza, il supporto di lavoratori e delegati PIAGGIO, che già avevano dichiarato sciopero per il martedì, lo sciopero dei lavoratori della SOLE, hanno costretto tutti i partecipanti alle trattative a stare sul punto e a rispettare le condizioni poste dagli operai per cessare lo sciopero: stracciare le lettere di licenziamento.

Gli operai hanno vinto e i licenziamenti sono stati ritirati nella serata di lunedì nonostante le loro leggi, i padroni questa volta non sono passati!

Questa vicenda, che deve darci coraggio ed essere di insegnamento per le lotte future, ci fa capire che:

- le leggi, anche se approvate, possono essere contrastate e rese inapplicabili con la lotta e l’unita’ dei lavoratori

- l’unita’ che siamo riusciti a realizzare tra i lavoratori DNA, CEVA, SOLE e PIAGGIO può essere preziosa per lotte rivendicative, e non solo difensive come questa, e diventare un punto di riferimento per molti lavoratori di altre fabbriche.

Con questa forza riprenderà nei prossimi giorni il confronto con la cooperativa DNA.Tra i vari punti dovrà essere affrontato anche il licenziamento politico del delegato DNA Sandro Giacomelli, su cui i lavoratori richiedono una soluzione.


LAVORATORI E DELEGATI DNA, CEVA, SOLE, PIAGGIO

lunedì 18 gennaio 2016

Lettera aperta a Landini: perché ci hai lasciati orfani della Fiom?

Ieri ,venerdì 15 gennaio 2016, nello stabilimento SEVEL di Val di Sangro è avvenuto un piccolo miracolo: un centinaio di operai coraggiosi ha alzato la testa e ha sfidato l’ arroganza aziendale aderendo ad un’ora di sciopero indetta dall’USB. E in quell’ora ha dato vita ad un’assemblea in cui si è potuto PARLARE dei loro problemi e di come l’applicazione del sistema ERGO UAS e la politica aziendale della minaccia e del terrore, stiano rendendo loro impossibile vivere in fabbrica.
Caro Landini questi sono lavoratori “ orfani della Fiom”.
Di fronte al taglio dei 10 minuti di pausa, che più di qualsiasi questione tocca la vivibilità del posto di lavoro poiché intacca il naturale e necessario recupero delle forze fisiche ormai allo stremo, la FIOM non ha dato continuità alla lotta iniziata con gli scioperi di 10 minuti, SCEGLIENDO di rimanere sorda alle richieste di aiuto dei lavoratori e dei delegati nonostante sia oggi l’UNICO sindacato in possesso degli strumenti per guidare questa lotta.
In questo momento particolare, in cui incomprensibilmente la Fiom nazionale cerca di epurare dalle sue fila i delegati che con coraggio e grande onestà intellettuale continuano ad ascoltare e lottare, rischiando in prima persona, certi nodi DEVONO venire al pettine:
Mi chiedo e ti chiedo:
– perché nonostante l’ultimo contratto firmato dalla Fiom, quello del 2008, preveda al massimo 40 ore di straordinari comandati all’anno, di fronte ai 15 comandati nel 2015 in SEVEL e dopo un timido tentativo a gennaio, ci è stato posto DIVIETO dalla Fiom di scioperare?
– perché la Fiom propone una piattaforma contrattuale per il CCNL che rivendica meccanismi di limitazione del pieno diritto di sciopero come le clausole di raffreddamento del tutto simili a quelle del CCSL?
-Perché la Fiom mette in discussione il diritto di sciopero garantito dalla costituzione, attaccando, diffidando e prendendo le distanze dai suoi delegati che proclamano sciopero?
I lavoratori ESIGONO chiarezza: i lavoratori in sciopero con l’USB ieri hanno dimostrato che ci sono le condizioni per proseguire la lotta. Quindi, a prescindere da quello che la FIOM dirà, sarà quello che la FIOM farà, a palesarne le intenzioni politiche.
MICHELA CIANCI
RSA FIOM CGIL SEVEL


http://sindacatounaltracosa.org/2016/01/16/lettera-aperta-a-landini-perche-ci-hai-lasciati-orfani-della-fiom/

Scioperi e presidi dei lavoratori della Dna alla Piaggio di Pontedera per l'annuncio dei licenziamenti


Pontedera, 15 gennaio 2016 - Picchetto e sciopero alla Dna, cooperativa che gestisce il magazzino ricambi di Piaggio. E' scontro aperto tra azienda e sindacati sul piano di ristrutturazionje che prevede 16 licenziamenti. Quattro effettuati stamani e la scintilla innesca unba protesta già pronta: ingresso merci bloccato e sciopero con un’adesione al 90%.....
continua a leggere su: http://www.lanazione.it/pontedera/dna-ceva-sciopero-piaggio-1.1648075


PONTEDERA. Ingresso merci bloccato e sciopero con un'adesione al 90% al magazzino ricambi della Piaggio di Pontedera. Venerdì 15 gennaio i lavoratori della cooperativa Dna e di Ceva hanno incrociato le braccia contro la minaccia di effettuare licenziamenti da parte dei dirigenti di Dna durante una riunione che si è svolta nel pomeriggio di giovedì 14 gennaio. Ceva è la società che ha l'appalto di Piaggio all'interno del magazzino ricambi, mentre Dna è in subappalto all'interno della stessa struttura.
continua a leggere su: http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2016/01/15/news/magazzino-piaggio-bloccato-contro-la-minaccia-di-licenziamenti-1.12781070


Sciopero dei lavoratori della Dna alla Piaggio di Pontedera il 15 gennaio 2016
E' sciopero per l'annuncio di 16 licenziamenti fatto dalla Cooperativa Dna, detentrice del subappalto per il confezionamento scambistica al magazzino ricambi del polo logistico Piaggio a Pontedera. Questa mattina i lavoratori, alla luce di quanto comunicato dall'azienda nell'incontri di ieri (anticipato in quanto era previsto oggi), hanno deciso per l'astensione dal lavoro ed il presidio.



Potrebbe interessarti: http://www.pisatoday.it/cronaca/sciopero-lavoratori-dna-piaggio-pontedera15-gennaio-2016.html
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giovedì 14 gennaio 2016

Perché gli operai di produzione dovrebbero fare meno pause che gli impiegati?



Cosa prevede la legge in merito alle pause?

L'art. 8 del decreto legislativo 66/2003 dice che al lavoratore deve essere concessa una pausa di "durata NON INFERIORE a dieci minuti". Questa è la prescrizione minima, poi ci sono i casi singoli che vanno valutati in base al tipo di attività ed in particolare ai rischi legati alla mansione.

Per questo motivo il decreto 81/2008 testo unico sulla sicurezza per i videoterminalisti, praticamente tutti gli impiegati nelle nostra azienda, prescrive il diritto ad "una pausa di 15 minuti ogni centoventi minuti". In pratica nella nostra azienda gli impiegati hanno diritto nell'arco delle otto ore sicuramente a 2 pause di 15 minuti ciascuna oltre alla pausa mensa.

E ora qualcuno vorrebbe darci ad intendere che per gli operai possa essere ammessa una sola pausa per turno di soli 10 minuti? Se ciò fosse possibile basterebbe che l'azienda applicasse semplicemente la legge...perché non lo fa?

La nostra è una fabbrica metalmeccanica e di conseguenza è inquadrata tra le lavorazioni "ad alto rischio per la salute". In particolare alcuni rischi che il nostro medico competente evidenzia in tutti i reparti produttivi sono:

1) rischio chimico

2) rischi legati a movimenti ripetitivi

3) rischi da posture incongrue

4) rischi da lavoro in turni.

In un ambiente produttivo del genere è chiaro che la pausa non può essere solo una a turno e della durata di 10 minuti, né tanto meno può essere inferiore a quella che il testo unico sulla sicurezza prevede per i videoteminalisti (gli impiegati nel nostro caso).

Ammesso di voler portare avanti una trattativa è chiaro che anche l'azienda sa benissimo che bisogna partire da almeno 2 pause a turno di minimo una ventina di minuti ciascuna!

Allora qual'è il punto della discussione? All'azienda basterebbe un accordo scritto in cui si dica che le pause per gli operatori di produzione sono 2 e della durata di 20 o 25 minuti ciascuna? La risposta è NO perché se i lavoratori decidessero di uscire tutti insieme per le pause l'azienda avrebbe per ogni turno di lavoro due lunghi fermi produttivi.

E' chiaro quindi che il punto in gioco è esclusivamente lo "scaglionamento" per l'uscita in pausa e siccome non sta scritto da nessuna parte che ciò debba essere garantito, ecco che la nostra servizievole RSU si prodigherà a trovare un modo perché sia garantita "la sostituzione dei lavoratori in pausa" visto che ormai, essendo i turni risicati all'osso, si rischia che l'operatore, costretto a mandare da solo diverse macchine, quando va in pausa fermi le linee!!.

Per noi unica risposta da dare all'azienda sulla questione delle pause è che vengano ripristinate le condizioni per cui era possibile la rotazione per l'uscita e cioè il ripristino degli organici adeguati sulle linee.

Per noi il problema vero è quello dei carichi di lavoro e va risolto aprendo una vertenza con l'azienda su questo, non sulle pause. Aprire un tavolo sulla richiesta dell'azienda va invece nella direzione opposta di assecondarla ancora nel suo progetto di fare di più con sempre meno operatori e quindi creare esuberi!

Il Foglio Bianco

martedì 12 gennaio 2016

L’AZIENDA RENDE PIU’ ESPLICITE LE SUE RICHIESTE



Riceviamo e pubblichiamo:

Il 5 gennaio 2016 si è riunita la RSU. I delegati presenti all'incontro con l'azienda del 22 Dicembre scorso hanno riportato quanto segue:
1) sulle pause l'azienda sta “studiando” in vista di “un tavolo” per "rivalutarle"; in sostanza chiede una sola pausa di 10 minuti in tutto il turno di lavoro, da fare prima del pranzo (oltre alla pausa mensa). Solo sul FR hanno parlato di possibilità di fruizione in maniera collettiva mentre sugli altri reparti non ci sono ancora modalità definite.
2) Secondo giorno di donazione: l'azienda intende eliminarlo. Le ore fruite dai lavoratori e “perse” dall'azienda sarebbero 3955 per il 2014 (614 per gli impiegati, 3341 per gli operai), 3796 per il 2015 (632 impiegati, 3164 operai). La RSU non ha dati su quanti siano in totale i donatori in azienda.
3) Indisposizione: l'azienda intende eliminare i due giorni di indisposizione annue senza necessità di certificato medico. Questi i dati forniti:
Anno 2014: 231 ore impiegati, 1433 ore operai.
Anno 2015: 157 ore impiegati, 1409 ore operai.
4) Part time: l’azienda ha fornito un documento su cui sono riportati alcuni dati relativi ai contratti part time presenti in azienda. I dati contenuti sul documento sono incompleti rispetto a quanto avevamo chiesto. Su di essi noi ci siamo riservate di verificare e approfondire e informeremo i lavoratori con un comunicato dedicato non appena avremo tutti gli elementi.
Nonostante la riunione RSU si sia svolta senza il numero minimo di delegati per poter prendere decisioni (solo cinque delegati su 12), gli altri delegati presenti hanno affermato di voler proseguire gli incontri con l'azienda e di rimanere in attesa della sua “chiamata”.
NON SIAMO D'ACCORDO. In merito alle questioni sopra esposte riconfermiamo la nostra posizione:
1) I dati portati dall'azienda a supporto delle sue richieste dimostrano ancora una volta che il suo obiettivo e` solo quello di ottenere la stessa produzione con un numero sempre minore di lavoratori. Per l'azienda, recuperare qualcosa come 3800 ore annue significherebbe, a parità di carichi di lavoro, mettere almeno 2 lavoratori in ESUBERO (un dipendente lavora circa 1780 ore all'anno). Allo stesso modo, un altro lavoratore andrebbe in “esubero” con l'abolizione dei giorni di indisposizione.
2) Ricordiamoci che questi diritti sono stati ottenuti, con la contrattazione passata, in cambio di precise concessioni all'azienda su turni, orari, ritmi e metodi di lavoro, concessioni che vanno rimesse in discussione. Dimenticarsene significa far proprio il punto di vista e gli interessi dell'azienda. Al contrario, alle richieste dell'azienda occorre rispondere con le richieste dei lavoratori, a cominciare da pause, ritmi, turni e carichi di lavoro.
3) Le trattative da aprire non devono perciò partire dalle richieste dell'azienda ma dalla difesa dei diritti dei lavoratori, dalla riduzione dei carichi di lavoro e dal rinnovo del contratto integrativo aziendale. Accettare le richieste dell'azienda significa aprire la strada ai licenziamenti; al contrario, affermare i diritti e pretendere migliori condizioni di lavoro è il solo modo per difendere anche l'occupazione.
13 Gennaio 2016
Silvia Cini RSU; Giada Garzella RSU

lunedì 11 gennaio 2016

COMITATO CENTRALE FIOM: documento dell'area "Il Sindacato è un'altra cosa"


Pubblichiamo il nostro ordine del giorno alternativo a quello della maggioranza Fiom rispetto al giudizio sulla proposta di Federmeccanica nell’ambito della trattativa per il contratto nazionale dei metalmeccanici. Non abbiamo partecipato alla votazione sui documenti in quanto abbiamo giudicato illegittimo il voto del comitato centrale che ha escluso Domenico Destradis nell’ambito delle sostituzioni.


Nostro ordine del giorno!
Il comitato centrale della fiom in merito alla proposta di federmeccanica esprime il seguente giudizio:
La formale conferma di due livelli contrattuali e’ negata alla radice dalla derogabilita’ di tutte le materie del livello nazionale, ad esclusione dei minimi salariali, e dalla pretesa non sovrapponibilita’ della contrattazione sui due livelli;
Il contratto nazionale nell’ipotesi di Federmeccanica si riduce a cornice vuota di diritti generali mentre tutta la contrattazione sul salario e sulla prestazione e’ destinata in via esclusiva alla contrattazione di risultato, scambio e ricatto a livello aziendale. In questo senso la definizione annua del salario vincolata ad un indicatore del tutto simile alla soluzione negoziale del contratto dei chimici, a differenza di quanto rivendicato dalla Fiom nella piattaforma, determinerebbe la fine di ogni funzione salariale redistribuiva del ccnl;
Non è negoziabile alcun subordinazione integrale della maturazione di istituti contrattuali quali Par alla effettiva prestazione o la loro monetizzazione collettiva ;
Non è accettabile il calcolo ex post su base settimanale del lavoro straordinario;
Il significativo riconoscimento del diritto soggettivo alla formazione non può essere scambiato con la cancellazione del diritto alle 150 ore;
Infine è del tutto assente ogni risposta alla rivendicazione di ripristinare il potere delle rsu sulla negoziazione della flessibilità e in materia di non applicazione del jobs act a partire dalla tutela sui licenziamenti.
Pertanto la proposta di federmeccanica è nel suo complesso irricevibile.
Il proseguo della trattativa è quindi condizionato alla disponibilità da parte di federmeccanica di togliere dal tavolo tale proposta. Il contratto nazionale deve migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori. Non può divenire strumento dell’impresa per aumentare lo sfruttamento del lavoro. Questo obbiettivo di fondo è per la Fiom la priorità assoluta e la condizione per la chiusura di un accordo con Federmeccanica.
L'OdG è stato respinto ed invece è stato approvato quello presentato dalla Segrateria.

COMITATO CENTRALE FIOM: documento presentato dalla Segreteria


Al termine dei lavori del Comitato Centrale sono stati presentati due documenti che sono stati votati in contrapposizione.
Il documento presentato dalla Segreteria nazionale della Fiom-Cgil, è stato approvato con 116 voti.
Documento Conclusivo presentato dalla Segreteria nazionale Fiom-Cgil
 Il Comitato centrale della Fiom-Cgil considera un primo risultato importante l'avvio di un tavolo unitario di negoziato fra i sindacati metalmeccanici e Federmeccanica per ricostruire un rinnovato contratto nazionale di lavoro. Ciò è stato possibile per il crescente consenso ricevuto in questi anni dalla nostra organizzazione nelle elezioni delle RSU nei luoghi di lavoro, per la conferma di un alto livello di iscrizioni e per la quantità e qualità di accordi aziendali e di gruppo realizzati. Dati che certificano nel loro insieme una rappresentanza tendenzialmente maggioritaria della Fiom anche sulla base di quanto previsto dall'Accordo interconfederale del 10 gennaio 2014, che regola per la prima volta validità ed esigibilità generale del CCNL sulla base della reale rappresentanza delle Organizzazioni sindacali e del voto referendario certificato delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici.
Il Comitato centrale, di fronte alla proposta organica e complessiva avanzata da Federmeccanica (che delinea un nuovo assetto contrattuale) ribadisce la necessità di ricercare un' intesa che affermi il ruolo del Ccnl quale strumento di tutela e di rafforzamento del potere d'acquisto del salario per tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici.
Questo è un punto dirimente del negoziato, in quanto la proposta avanzata da Federmeccanica indica quale condizione per il rinnovamento del Ccnl la trasformazione dei minimi salariali in minimi di garanzia non derogabili, però con una modalità la cui conseguenza sarebbe che gli aumenti non verrebbero più erogati a tutti ma solo a una minoranza delle lavoratrici e dei lavoratori. Infatti il salario fisso erogato in azienda assorbirebbe qualsiasi aumento del CCNL.
Il Comitato centrale della Fiom, nel condividere il giudizio espresso dalla delegazione trattante, conferma la necessità di sviluppare il negoziato su tutti i contenuti fino a ora emersi e per quanto ci riguarda a partire dalla piattaforma approvata con referendum dalle lavoratrici e dai lavoratori metalmeccanici che ha, fra gli altri, come punti qualificanti e innovativi la contrattazione annua del salario, l'unificazione dei diritti, l'estensione delle tutele a tutte le forme di lavoro e la qualificazione del ruolo negoziale delle Rsu a partire dagli orari di lavoro, l’estensione della contrattazione aziendale con specifiche norme di rinvio, la riforma dell’inquadramento, il diritto alla formazione, la sanità integrativa, la gestione degli appalti, la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per quanto ci riguarda il negoziato per ricostruire un rinnovato Contratto nazionale deve misurarsi su cosa serve per rilanciare gli investimenti, difendere ed estendere l’occupazione stabile, favorire una qualificazione e innovazione dei sistemi produttivi e dei prodotti realizzati nel nostro Paese e far ripartire i consumi interni e far crescere la produttività generale del sistema.
Il Comitato centrale dà mandato alla Segreteria nazionale, in previsione dei prossimi incontri di trattativa fissati per il 21 e 28 gennaio, di verificare con Fim e Uilm la possibilità di definire un giudizio e una proposta comune.
Il Comitato centrale considera altresì importante il lavoro in corso tra Cgil, Cisl e Uil per la definizione di una proposta comune per un nuovo sistema di relazioni sindacali che sarà presentata e discussa il prossimo 14 gennaio.
Il Comitato centrale, nel confermare il giudizio negativo sulla Legge di stabilità predisposta dal Governo, anche in relazione ai rinnovi contrattuali nei settori pubblici, considera necessario che tra le confederazioni si discuta anche della possibilità di mettere in campo un'iniziativa di mobilitazione a sostegno del rinnovo dei contratti nazionali, di una modifica delle pensioni e di una reale estensione degli ammortizzatori sociali.
Il Comitato centrale impegna tutte le strutture a organizzare attivi regionali delle delegate e dei delegati e a predisporre, successivamente agli incontri di trattativa già fissati con Federmeccanica, una campagna di assemblee, se possibile anche unitarie, in tutti i luoghi di lavoro.
Il Comitato Centrale giudica importante e puntuale la proposta avanzata dal Comitato direttivo della Cgil della “Carta dei diritti universali del lavoro e nuovo statuto dei diritti dei lavoratori”.
Tutta la Fiom è impegnata a realizzare su tale proposta la consultazione straordinaria delle iscritte e degli iscritti sui due quesiti predisposti rispettivamente per l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare e per la condivisione dell’impegno della Cgil a promuovere quesiti referendari abrogativi.
Infine il Comitato Centrale, nel condividere la relazione sullo Stato dell’organizzazione, svolta dal compagno Enzo Masini e nell’assumere i dati della ricerca svolta tra i componenti dei vari Comitati direttivi, ritiene necessario che sia convocata un’apposita riunione della Consulta organizzativa per predisporre adeguate proposte e iniziative.

http://www.fiom-cgil.it/web/comitato-centrale/comitato-centrale-documenti/2829-comitato-centrale-fiom-cgil-roma-8-gennaio-2016-i-documenti

sabato 9 gennaio 2016

Atto autoritario e dispotico di Landini e della sua segreteria


Spesso è più facile indignarsi per una ingiustizia commessa dall’altra parte del mondo che per una oppressione e discriminazione a mezzo isolato da casa.(Carl T.Rowan)
Quanto accaduto al comitato centrale della fiom venerdì 8 gennaio e’ di una gravità senza precedenti nella storia dei metalmeccanici e dell’intera cgil. Landini e la sua segreteria hanno chiesto al comitato centrale della Fiom di non eleggere, su 17 proposte di sostituzione, nel comitato centrale un delegato RSA della Fca di Melfi in quanto oggetto di un ricorso alla commissione di garanzia interna da parte di due funzionari Fiom della Basilicata, Molise e nazionale. Così facendo si è proposto di violare clamorosamente le regole dello statuto che garantiscono pienezza di diritti sino alla condanna in via definitiva nel secondo grado di giudizio. La colpa del delegato Domenico Destradis che oltretutto, come tutti noi, era all’oscuro di questo ricorso, e’ quella di aver organizzato nei mesi scorsi un comitato intersindacale di lavoratori e delegati Fca (ex Fiat) del centro sud contro il modello Marchionne. Ma la sua vera colpa è aver continuato a scioperare in fabbrica contro lavoro straordinario e ritmi assurdi e di non essersi piegato alla linea della maggioranza della Fiom. Landini e la segreteria nazionale hanno compiuto quindi un atto autoritario e dispotico estraneo ai valori dell’organizzazione e avverso alla cultura della partecipazione, del protagonismo, della solidarietà, dei diritti che la sinistra politica e sociale declamano. Chiediamo pertanto l’immediata cancellazione della delibera che ha escluso Destradis, la convocazione di un nuovo comitato centrale per eleggerlo in ottemperanza a quanto sancito dalla statuto della Cgil sui diritti della minoranza. Facciamo appello a tutte le delegate e i delegati elette/i nei luoghi di lavoro. Denunciamo e combattiamo insieme la deriva autoritaria in cui sta precipitando il sindacato. Si vuole cancellare ogni voce critica, ogni opposizione interna di chi chiede di rimettere al centro i bisogni di chi lavora, la ripresa del conflitto. La torsione autoritaria e’ l’altra faccia della sconfitta del sindacato nella battaglia mai combattuta in difesa delle pensioni,del salario, dell’art.18 e della libertà di contrattazione. Colpiscono Destradis e colpiscono il diritto e la libertà della sinistra Cgil ma colpiscono ogni lavoratore e lavoratrice.
Firmatari i seguenti componenti del comitato centrale: Sergio Bellavita- Eliana Como- Paolo Brini-Sasha Colautti- Giuseppe Corrado- Christian De Nicola-Francesco Doro-Pasquale Loiacono-Giuliana Righi- Antonio Santorelli-Antonella Stasi-