martedì 29 settembre 2015

A TUTTI I LAVORATORI


Riceviamo e pubblichiamo:

Da qualche mese i rapporti sindacali con l'azienda sono tenuti esclusivamente da un gruppo di quattro persone, la "delegazione trattante", nominate dalla maggioranza della RSU.

Niente di strano, se la "delegazione trattante" riportasse, negli incontri con l'azienda, le posizioni, le esigenze e le rivendicazioni degli altri delegati e dei lavoratori che rappresentano.

Ma le cose non vanno in questo modo.

La "delegazione trattante" non solo segue sempre, nei confronti dell'azienda, la linea di condiscendenza della maggioranza e del suo Coordinatore, ma esclude spesso e volentieri gli altri delegati e i lavoratori dalle informazioni che vengono date negli incontri, informazioni spesso importanti, come in questi giorni quelle sui volumi di produzione.

Sono comportamenti che servono esclusivamente a rendere più difficile il nostro lavoro e a scoraggiare i lavoratori che si riconoscono nelle nostre posizioni.

Nelle ultime assemblee, alla nostra protesta per la composizione e i comportamenti arbitrari della “delegazione trattante", è stato risposto che noi vi saremmo rappresentati da uno dei suoi membri, Daniele Caboni.

Deve essere chiaro a tutti che non è così.

Caboni, come tutti possono vedere, delle nostre posizioni sulle questioni sindacali alla Continental, non ne condivide NESSUNA.
Caboni condivide, sostiene e sottoscrive sempre la politica sindacale della maggioranza.

Che cosa poi pensi Caboni delle questioni sindacali nazionali non ci riguarda e non ha nessuna relazione con le sue posizioni sui problemi alla Continental, regolarmente opposte alle nostre e allineate con la maggioranza della RSU.



29 Settembre 2015
S.Cini RSU
G.Garzella RSU

lunedì 28 settembre 2015

Assemblee di critiche anche nella sede Continental di Fauglia

Le ultime assemblee, tenute con ordine del giorno su situazione produttiva ed occupazionale e rinnovo del CCNL, hanno rappresentato una novità assoluta nello scenario sindacale in Continental.
Per la prima volta infatti la maggioranza della RSU è stata contestata apertamente e aspramente anche nella sede di Fauglia, sia da lavoratori interinali che fissi.

Di fronte al plateale far finta di nulla di fronte ai problemi e ai disagi denunciati dagli operatori in assemblea, addirittura un impiegato ha preso la parola in difesa dei colleghi operai ed ha rivolto parole molto aspre e dure verso i delegati di maggioranza accusandoli di essere insensibili alle denunce dei lavoratori.

Grosse critiche ha suscitato anche il coordinatore della RSU e futuro segretario provinciale FIOM che, in seguito a domanda sul fare o non fare più lavori contemporaneamente, ha risposto: "te fai quello che ti ordinano, poi si vede dopo...".

Apprezzamenti e condivisione sono stati espressi invece per gli interventi delle delegate Cini e Garzella.

sabato 26 settembre 2015

NOVITA' SUI CONGEDI PARENTALI - circolari INPS

ESTENSIONE DEL PERIODO DI FRUIZIONE DEI CONGEDI PARENTALI

"....Premessa
1. Le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti possono fruire dell’eventuale periodo di congedo parentale ancora spettante fino al compimento dei 12 anni di età del figlio oppure fino a 12 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato. La novità riguarda periodi fruiti entro il 2015.
2. I periodi di congedo fruiti fino a 6 anni di età del figlio, oppure fino a 6 anni dall'ingresso in famiglia del minore adottato/affidato, sono indennizzati al 30% della retribuzione media giornaliera a prescindere dalle condizioni di reddito del genitore richiedente. La novità riguarda i periodi fruiti entro il 2015.
3. La fruizione del congedo parentale tra il 25 giugno 2015 e il 31 dicembre 2015 è coperta da contribuzione figurativa fino al 12° anno del bambino ovvero fino al 12° anno di ingresso del minore in caso di adozione o affidamento; nei limiti temporali ai quali è sottoposta la riforma in oggetto, l’allungamento della fruibilità del congedo parentale si applica anche al beneficio di cui al comma 5 dell’art.35  del D.lgls.151/2001.
4.Le domande all’INPS, anche per i periodi fruibili in base alla riforma, sono presentate on line, fatto salvo il periodo transitorio dal 25 giugno alla data dell’aggiornamento della procedura di presentazione delle domande...."

 leggi il resto della circolare INPS:



CONGEDO PARENTALE AD ORE:

"....Con il decreto legislativo del 15 giugno 2015, n. 80, attuativo della delega contenuta nel Jobs Act, il legislatore è nuovamente intervenuto sull’art. 32 citato introducendo un criterio generale di fruizione del congedo in modalità oraria che trova attuazione in assenza di contrattazione collettiva anche di livello aziendale (comma 1 ter dell’art. 32 cit.). In particolare, secondo questo criterio generale, in assenza di una contrattazione collettiva che disciplini compiutamente il congedo parentale su base oraria, i genitori lavoratori dipendenti possono fruire del congedo parentale ad ore in misura pari alla metà dell’orario medio giornaliero del periodo di paga quadri settimanale o mensile immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha inizio il congedo parentale. La riforma prevede inoltre, in questa ipotesi, l’incumulabilità del congedo parentale ad ore con altri permessi o riposi disciplinati dal T.U. La riforma in esame ha natura sperimentale ed è quindi attualmente in vigore per i periodi di congedo parentale fruiti dal 25 giugno 2015 al 31 dicembre 2015, salva l’adozione di ulteriori decreti legislativi....."

leggi il resto della circolare INPS:


venerdì 25 settembre 2015

Cali di turni e organico interinale

Riceviamo e pubblichiamo la e-mail inviata dalle delegate Cini e Garzella alla RSU dopo il resoconto della delegazione trattante sulla discussione di ieri con l'azienda:

Da: "Giada Garzella"
Data: 25/set/2015 12:00
Oggetto: Cali di volumi
A: "RSU Continental VDO"
Cc: 

Come anticipato verbalmente l'informativa aziendale sui cali di volumi non è sufficiente,  mancano infatti i dati reparto per reparto di quello che erano e di quello che diventano i volumi produttivi.
La nostra posizione pertanto è la seguente:
Nessuna variazione sulle turnazioni e sugli organici dovrà essere accordata fino a che non saremo in possesso di tali dati.
Saluti.
Giada Garzella RSU
Silvia Cini RSU

giovedì 24 settembre 2015

Riunione con l'azienda su "calo produttivo"

Questo pomeriggio la delegazione trattante andrà in discussione con l'azienda "a causa di un calo produttivo che comporterà una diminuzione delle turnazioni su alcuni reparti con conseguente calo occupazionale".
Le delegate Cini e Garzella hanno chiesto di partecipare all'incontro ma la RSU non ha voluto.

Ci aspettiamo un resoconto serio di questo incontro in cui siamo chiaramente riportati i seguenti dati:

- volumi attuali reparto per reparto;
- nuovi volumi, conseguenti ai cali di cui si parla, reparto per reparto.

E' chiaro che l'eventuale accettazione di "una diminuzione di turnazione con conseguente calo occupazionale" senza queste informazioni  costituirà un fatto grave.


mercoledì 23 settembre 2015

G.Cremaschi. Con i lavoratori del Colosseo

Il tweet di Matteo Renzi che inveisce contro i sindacalisti che sarebbero nemici dell’Italia è autentico linguaggio fascista. Il regime di allora considerava italiano tutto ciò che era dalla sua parte e antitaliana ogni opposizione. Che poi Renzi e Franceschini aggrediscano i lavoratori e il loro diritto  democratico a riunirsi nel nome della cultura aggiunge beffa all’infamia. I lavoratori del Colosseo e di altri beni culturali hanno completamente ragione. Gestiscono con competenza e passione un patrimonio di tutti mentre governi e burocrazia li mettono in condizioni di disagio permanente. Taglio degli organici, turni massacranti, straordinario e talvolta orario normale non pagati. È un miracolo che si rinnova tutti i giorni che i grandi siti archeologici ed i musei siano aperti. Si dovrebbe solo gratitudine all’abnegazione di chi fa funzionare un sistema  sottoposto a tagli di risorse e di posti di lavoro. Invece il più insulso ed inutile dei ministri della cultura, Dario Franceschini,  compare in pubblico solo per minacciare chi il sistema culturale lo fa funzionare. E un presidente del consiglio che spende una valigia di euro in voli di stato, magari per andare a vedere il tennis, accusa di antitalianità chi vorrebbe che il servizio pubblico funzionasse meglio. Certo all’Expo di Milano ci sono lavoratori che in seguito ad accordo con CGIL CISL. UIL gratis ci lavorano davvero. In quel caso il sindacalismo diventa patriottico, mentre se rivendica la retribuzione delle ore lavorate danneggia il paese.
Ma tutta questa infamia è in realtà un pretesto . Per imporre il lavoro senza diritti e a titolo gratuito o quasi bisogna far sì che ogni forma di conflitto sia dichiarata fuorilegge  in quanto danno al paese. Il governo conservatore britannico di Cameron sta varando un durissima legge antisciopero che i suoi stessi parlamentari hanno definito da dittatura fascista. Il pretesto in quel caso è stato il rifiuto dei lavoratori della metropolitana di Londra di lavorare di notte, anche in questo caso senza organici e retribuzioni adeguate. Renzi ed i suoi hanno lo stesso obiettivo del primo ministro di sua maestà. Anche da noi si vogliono varare nuove leggi antisciopero, che si aggiungano a quelle pesanti già in vigore. Del resto il presidente del consiglio ha detto che a Marchionne spetta un monumento e se il capo della Fiat diventa un bene culturale, allora è giusto tutelarlo, imponendo a tutto il paese il regime di lavoro che vige a Pomigliano. A sostegno delle meschinità di Renzi e Franceschini si è scatenata la solita vandea della casta e del giornalismo di regime: i mostri del Colosseo hanno lasciato due ore i turisti ad aspettare che si svolgesse l’assemblea,vergogna! Il fatto poi che quella riunione sia un diritto garantito  dalla legge e dalla Costituzione, non solo non fa riflettere il regime, ma lo incattivisce.  Le leggi e la Costituzione vanno cambiate se in esse trova ancora spazio la protesta, perché I lavoratori devono solo essere “usi a obbedir tacendo”.Più di tanti discorsi sono vicende in fondo piccole come questa che mostrano il degrado  raggiunto dalla democrazia italiana e dai suoi governanti, che ad ogni problema reagiscono manifestando tutta la loro arrogante ignoranza. Per questo,  in nome della democrazia e della cultura bisogna stare senza se e senza ma con il lavoratori del Colosseo e con il loro diritto a lavorare con dignità e non come schiavi.


http://sindacatounaltracosa.org/2015/09/22/g-cremaschi-con-i-lavoratori-del-colosseo/

martedì 22 settembre 2015

LA DELEGAZIONE TRATTANTE IN CONTINENTAL


Riceviamo e pubblichiamo:

Le vicende e i comunicati degli ultimi giorni sono la dimostrazione che la Delegazione Trattante in Continental si è completamente sostituita alla RSU:
 
- conferisce con l'azienda senza ricevere né cercare il mandato preventivo della RSU e di conseguenza tratta e discute su argomenti su cui non ha informazioni e competenza perché da queste discussioni sono metodicamente esclusi i delegati di reparto;
 
- non riporta agli altri membri della RSU le discussioni fatte con l'azienda e, senza aprire al confronto fra punti di vista, decide e riferisce direttamente ai lavoratori le proprie conclusioni.
 
Siamo chiaramente di fronte ad una deriva profondamente
anti-democratica di una RSU che, pur di escludere da ogni discussione una parte  di essa con diversa sensibilità, arriva al punto di costituire una delegazione trattante a cui trasferisce totalmente i compiti, la titolarità e le prerogative che invece devono competere a se stessa.
 
Come dirigenti sindacali non possiamo tollerare l'atteggiamento arrogante di questa RSU che, in linea con la politica portata avanti dalla CGIL a livello nazionale, punta esclusivamente a cancellare una minoranza portatrice di un punto di vista differente e di conseguenza tutti i lavoratori che essa rappresenta.
 
Ci rivolgiamo ai lavoratori perché facciano propria la nostra denuncia e rivendichino insieme a noi il diritto a poter esprimere posizioni differenti come unico presupposto per la democrazia.
 
22 settembre 2015
I dirigenti sindacali FIOM
S. Cini, G. Garzella, G. Romboli, M. Ruffa

lunedì 21 settembre 2015

Riunione RSU del 17 settembre: la delegazione trattante non riferisce sulle riunioni con l’azienda


Riceviamo e pubblichiamo:

Nessun confronto serio è stato possibile sostenere nel corso della riunione RSU del 17 settembre scorso, cominciata con un'ora di ritardo rispetto al previsto.
La delegazione trattante non ha riportato in RSU sull'incontro del 10 settembre scorso con l'azienda e in particolare, sulle questioni FR ed XL2, la richiesta di ricevere un'informativa complessivamente adeguata è rimasta inevasa e nessuno dei delegati presenti, seppur interpellati, ha voluto riportare i fatti.
 
Una preoccupante ed inconcepibile assenza di dati che spieghino quanto sostenuto nei comunicati su FR e cessazione dei contratti di somministrazione dalla delegazione trattante, è invece l'unico elemento che ci è stato confermato; nessuno dei delegati presenti ha provveduto a comunicare il contrario.
 
Una convocazione RSU che è quindi solo apparente e che si rivela del tutto inutile ed inefficace con ore di permessi sindacali sprecati.
Una delegazione trattante che si permette di negare le informazioni alla RSU e che le custodisce gelosamente per paura che si divulghino.
 
 
 
21 Settembre 2015
G.Garzella RSU
S.Cini RSU

Fondi per le aziende in difficoltà

Non avendo più avuto informazioni in merito, molto cortesemente chiediamo alla RSU di informarci sui versamenti effettuati per le 2 aziende in difficoltà. In particolare vorremmo sapere  quanti soldi degli 8175€ raccolti ad inizio anno sono stati destinati ad una azienda e quanti all'altra.
Semplicemente per una questione di trasparenza nei confronti dei lavoratori crediamo sarebbe corretto rendere pubbliche tramite le bacheche sindacali le copie di tali versamenti.
Leggi anche:
http://ilfoglio-bianco.blogspot.it/2015/06/semplicemente-da-vergognarsi.html

giovedì 17 settembre 2015

Basta sproloqui, vogliamo il merito ed i fatti.

Pubblichiamo di seguito un comunicato a firma RSU. E' sorprendente quanto tempo sprechi questa delegazione a scrivere fiumi di parole deliranti e sempre più accese dichiarazioni di guerra nei confronti di chi ha punti di vista differenti.

Il problema è che per scrivere questo sproloquio hanno dimenticato di riferire sulla riunione fatta con l'azienda su XL2.
A voi il comunicato RSU:

PUO’ UN DELEGATO RIFIUTARSI DI RAPPRESENTARE I LAVORATORI?
 L’incontro richiesto dalla Rsu all’Azienda riguardo il nuovo assetto dei turni su Xl2 e Lavaggio, era stato confermato per martedì 15 c.m. nel pomeriggio. La Rsu, pur ritenendo l’incontro urgente, ha richiesto di spostarlo al giorno dopo (mercoledì 16 c.m.) al fine di permettere la presenza della delegata di reparto. Nonostante la convocazione dell’incontro sia avvenuta attraverso tutti i canali ufficiali di cui la Rsu si è dotata (chat Rsu, Chat Comitato degli Iscritti, Mail Rsu e Mail personali), la delegata di reparto, come sempre, non ha risposto ed ha inoltre abbandonato entrambe le chat (seguita dopo poco da Garzella).

  Oggi, davanti all’Azienda e alla delegazione trattante già seduti in Rsu per cominciare la riunione, la delegata di reparto, ha dichiarato di non volere prendere parte all’incontro e di non voler lasciare libera la stanza perché, assieme a Garzella (in permesso sindacale),” avevano da fare al computer”. La controparte (ufficio personale e caporeparto) ha definito la situazione come ridicola. Al fine di evitare discussioni ulteriori e ulteriori figure imbarazzanti di fronte all’Azienda è stato quindi necessario cambiare la stanza, ritardando ulteriormente i lavori.

  Questo episodio, mai verificatosi prima, nonostante i precedenti e ripetuti comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori, della Rsu e della Fiom, tenuti dalle due delegate fino ad ora, è qualcosa di incredibilmente grave che pone definitivamente e chiaramente un problema di rappresentanza nei confronti dei lavoratori.

 Come può un delegato rifiutarsi di affrontare un problema sollevato dai lavoratori (del proprio reparto, tra l’altro)?

  Rispetto all’ennesimo foglio propagandistico a firma dei dirigenti sindacali (c’è chi ama vantare il proprio grado dirigenziale!) Cini, Garzella, Ruffa e Romboli, ricordiamo:

1) che la delegazione trattante è uno strumento democratico previsto dal regolamento Fiom e Cgil ed è in uso anche in altre aziende, non ultima la Piaggio 2) che al termine di ogni riunione la delegazione trattante relaziona il resto della Rsu su quanto discusso ed emerso con la controparte 3) che a seconda dell’argomento che la delegazione trattante affronta viene sempre invitato all’incontro il delegato che più conosce quel dato argomento (come in questo caso, trattandosi dell’Xl2 è stata chiamata la delegata di reparto e come all’epoca venne chiamata la delegata di reparto del Piezo – che partecipò - per l’incontro sul Piezo)

  Ricordiamo inoltre, sempre in risposta al medesimo comunicato, che la delegazione trattante, il 10 Settembre, durante l’incontro con l’Azienda, ha ascoltato l’informativa sulle nuove turnistiche e sulla situazione interinali (più verifica voci “migrazione Fuel rail in Rep.Ceca”): non ha accordato né recepito nulla, come ovvio, dal momento che la delegazione trattante non ha poteri decisionali.

Fingere di non sapere queste verità basilari vuol dire, una volta di più, prendere in giro i lavoratori e utilizzare la propria buona fede per scopi personali.


Alla luce di questo ulteriore gravissimo episodio, prendiamo ancora una volta atto che è in divenire un progetto chiaro ed ideologico, che ha radici fuori da questa azienda, portato avanti da due delegate, e volto ad impedire qualsiasi normale funzionamento della vita sindacale in fabbrica. Le calunnie, la distorsione dei fatti reali, la mancanza di una visione sindacale in favore di rancori personali, le divisioni operate ad arte tra i lavoratori, le posizioni differenti portate di fronte all’Azienda, la mancanza di qualsiasi tipo di confronto col resto della Rsu, non sono altro che gli strumenti consapevoli adoperati per raggiungere uno scopo che non ha nulla a che vedere col benessere dei lavoratori della Continental.

  Di fronte a questo progetto (per sostenere il quale un delegato si è rifiutato di discutere i problemi dei lavoratori di fronte alla controparte!) non è più possibile per i lavoratori utilizzare frasi come: ”dovete comunicare” “non dovete escludere nessuno dalle discussioni” “dovete essere uniti” “dovete mettervi attorno a un tavolo dove magari litigate anche, ma poi uscite con una posizione unitaria”. Concetti giustissimi e che condividiamo in pieno ma che in questa situazione, nostro malgrado, non è possibile praticare. I lavoratori devono prendere posizione: o con chi cerca di lavorare con gli altri delegati o con chi invece vuole boicottare e spaccare dietro la direzione di soggetti esterni a questa fabbrica. Questa presa di posizione netta e responsabile è l’unica via possibile per ricompattare i lavoratori di fronte all’Azienda e permettere l’azione di una Rsu forte.



17-9-2015                                                             RSU CONTINENTAL

mercoledì 16 settembre 2015

Questione XL2 e inadeguatezza della delegazione trattante

Riceviamo e pubblichiamo:

Circa due mesi fa la RSU e le Segreterie FIOM hanno compiuto una scelta gravemente antidemocratica procedendo alla costituzione della Delegazione Trattante con l’esclusione delle uniche voci di minoranza sulla politica sindacale della RSU.
L’organismo così costituto viene di fatto usato come sostituto della RSU con i 4 della Delegazione trattante che vanno a conferire con l'azienda in assenza di un confronto e di un mandato preventivo da parte della RSU e non riportando l’esito della discussione a tutta la RSU.
E’ in questo contesto di irregolarità che continua a muoversi la RSU
cercando affannosamente di recuperare la faccia con la “pratica” degli inviti concessi a fasi alterne a Cini e Garzella.

 Il 10 Settembre la Delegazione trattante ha affrontato e accordato  all’azienda la decisione del fermo della linea 2 dell’xl2 senza  coinvolgere la delegata di reparto e per quanto ci è dato sapere senza alcun dato a supporto.
Non solo, la questione non è stata neppure riportata successivamente in RSU ma è stata liquidata con un misero comunicato che informa i lavoratori con frasi disinvolte come: "la linea si ferma" e “11 lavoratori interinali vanno a casa”.

L’apertura alla partecipazione della delegata di reparto alla riunione di oggi è palesemente strumentale in quanto il fermo di L2 è già stato accordato.

Una corretta pratica sindacale non può prescindere dal rispetto delle regole pertanto manifestiamo la nostra contrarietà e la nostra indisponibilità rispetto a questi metodi soprattutto in una fase in cui
S. Piero si sta svuotando di operatori e questi continuano a sostenere le scelte aziendali escludendo dalla discussione chiunque possa essere d'intralcio allo scellerato progetto di accettazione del ridimensionamento della fabbrica.

16 settembre 2015

I Dirigenti sindacali FIOM:  S.Cini, G.Garzella, G.Romboli, M.Ruffa

G.Cremaschi. Perchè lascio la Cgil

La ragioni per le quali ho restituito dopo 44 anni la tessera della Cgil sono semplici e brutali. Oramai mi sento totalmente estraneo a ciò che realmente è questa organizzazione e non sono in grado minimamente di fare sì che essa cambi.
La mia è quindi la presa d’atto di una sconfitta personale: ci ho provato per tanto tempo e credo con rigore e coerenza personale, non ci sono riuscito. Anzi la Cgil è sempre più distante da come avrei voluto che fosse. Non parlo tanto dei proclami e delle dichiarazioni ufficiali, ma della pratica reale, della vita quotidiana che per ogni organizzazione, in particolare per un sindacato, è l’essenza. Non è questo il sindacato che vorrei e di cui credo ci sia bisogno, e soprattutto non vedo in esso la volontà di diventarlo.
Naturalmente mi si può giustamente rispondere: chi ti credi di essere? Certo la mia è la storia di un militante come ce ne sono stati tanti, che ha speso tanto nell’organizzazione ma che non può pretendere di essere al centro del mondo. Giusto,   tuttavia credo che  la mia fuoriuscita possa almeno essere registrata come un pezzetto della più vasta e diffusa crisi sindacale  di cui tanto si parla, e che come tale possa essere collocata  e spiegata.
Nei primissimi anni 70 del secolo scorso a Bologna come lavoratore studente ho preso con orgoglio la mia prima tessera Cgil. Poi sono stato chiamato a Brescia per cominciare a lavorare a tempo pieno nella Fiom. Nella quale sono rimasto fino al 2012. Ho visto cambiare il mondo, ma se tornassi indietro con la consapevolezza di oggi rifarei tutte le scelte di fondo. Scherzando penso che io ed il mondo siamo pari, io non sono riuscito a cambiarlo come volevo, ma pure lui non ce l’ha fatta con me.
Quando ho cominciato a fare il “sindacalista” a tempo pieno questa parola suscitava rispetto.   Io la maneggiavo con un pò di timore. Il sindacalista era una persona giusta e disinteressata che raddrizzava i torti, era il difensore del popolo. Oggi se dici che sei un sindacalista ti  vedi una strana espressione intorno, molto simile a quella che viene rivolta ai politici di professione. Sindacalista eh? Allora sai farti gli affari tuoi…
Questo discredito del sindacato è sicuramente alimentato da una disegno del potere economico e delle sue propaggini politiche ed intellettuali. Ma è anche frutto della burocratizzazione e istituzionalizzazione delle grandi organizzazioni sindacali. Paradossalmente oggi è proprio il sindacalismo moderato della concertazione, che ho contrastato per quanto ho potuto, ad essere messo sotto accusa. Negli anni 80 e 90 è stata la mutazione genetica del sindacato più forte d’Europa, la sua scelta di accettare tutti i vincoli e le compatibilità  del mercato e del profitto, che ha permesso al potere economico di riorganizzarsi e riprendere a comandare. In cambio le grandi organizzazioni sindacali hanno chiesto compensazioni per se stesse. Questo è stato il grande scambio politico che ha accompagnato trent’anni di politiche liberiste contro il lavoro. I grandi sindacati accettavano la riduzione dei diritti e del salario dei propri rappresentati e in cambio venivano riconosciuti ed istituzionalizzati. Partecipavano ai fondi pensione, a quelli sanitari, agli enti bilaterali, firmavano contratti che costruivano relazioni burocratiche con le imprese, stavano ai tavoli dei governi che tagliavano lo stato sociale, insomma crescevano mentre I lavoratori tornavano indietro su tutto.  Quando il mondo del lavoro è precipitato  nella precarietà e nella disoccupazione, quando si è indebolito a sufficienza, il potere economico reso più famelico dalla crisi, ha deciso che poteva fare a meno dello scambio della concertazione. Ha dato il via Marchionne e tutti gli altri lo hanno seguito.  Quelle concessioni sul  ruolo e sul potere della burocrazia, che le stesse imprese  ed il potere politico elargivano volentieri in cambio della “responsabilità” sindacale,  son state messe sotto accusa. Coloro che più si sono avvantaggiati dei “privilegi” sindacali ora sono i primi a lanciare lo scandalo su di essi. I vecchi compagni da cui ho imparato l’abc del sindacalista mi dicevano : se al padrone dai una mano  poi si prende il braccio e tutto il resto. Ma nel mondo moderno certe massime sono considerate anticaglie, e quindi i gruppi dirigenti dei grandi sindacati son rimasti sconvolti e travolti dalla irriconoscenza di un potere a cui avevano fatto  così ampie concessioni. Hanno così finito per fare propria la più grande delle falsificazioni sul loro operare. I sindacati hanno difeso troppo gli occupati e abbandonato i giovani ed i precari, questo è passato nei mass media. Mentre al contrario non si sono trasmessi diritti alle nuove generazioni proprio perché si è rinunciato a difendere coloro che  quei diritti tutelavano ancora. I grandi sindacati han subito la catastrofe del precariato non perché troppo rigidi, ma  perché troppo subalterni e disponibili verso le controparti. Questa è la realtà rovesciata rispetto all’immagine politica ufficiale, realtà che qualsiasi lavoratrice o lavoratore conosce perfettamente sulla base della proprie amare esperienze.
La condizione del lavoro in Italia oggi è intollerabile e dev’essere vissuta come un atto di accusa da ogni sindacalista che creda ancora nella propria funzione. Non è solo lo perdita di salari e diritti, il peggioramento delle condizioni di lavoro, lo sfruttamento brutale che riemerge dal passato di decenni. Sono la paura e la rassegnazione diffuse, il rancore, la rottura di solidarietà elementari, che mettono sotto accusa tutto l’operato sindacale di questi anni. DiVittorio rivendicò alla Cgil il merito di aver insegnato al bracciante che non ci si toglie il cappello quando passa il padrone. Di chi è la colpa se ora chi lavora deve piegarsi e sottomettersi come e peggio che nell’800? È chiaro che la colpa è del potere economico e di quello politico ad esso corrivo, oggi ben rappresentato da quella figura trasformista e reazionaria che è Matteo Renzi. È chiaro che c’è tutto un sistema culturale e mediatico che educa il lavoro alla rassegnazione e alla subordinazione all’impresa. Ma poi ci son le responsabilità da questo lato del campo, quelle di chi non organizza la contestazione e la resistenza.
Lascio la  Cgil perché non vedo nei gruppi dirigenti alcuna volontà di cogliere il disastro in cui è precipitato il mondo del lavoro e le responsabilità sindacali in esso. Vedo una polemica di facciata contro le politiche di austerità  e del grande padronato, a cui corrispondono la speranza e l’offerta del ritorno alla vecchia concertazione. E se le dichiarazioni ufficiali, come sempre accade, fanno fuoco e fiamme sui mass media, la pratica reale è di aggiustamento e piccolo cabotaggio, nell’infinita ricerca del minor danno. Il corpo burocratico della Cgil è più rassegnato dei lavoratori posti di fronte ai ricatti del mercato e delle imprese, come può comunicare coraggio se non ne possiede? Certo ci sono tante compagne e compagni che non si arrendono , che fanno il loro dovere, che rischiano, ma la struttura portante dell’organizzazione va da un’altra parte, è dominata dalla paura di perdere il residuo ruolo istituzionale e quando ci sono occasioni di rovesciare i giochi, volge lo sguardo da un’altra parte. Quando la FIOM nel 2011 si è opposta a Marchionne, quando Monti ha portato la pensione alla soglia dei 70 anni, quando si è tardivamente  ripristinato lo sciopero generale contro il governo, in tutti quei momenti si è vista una forza disposta a non arrendersi. Quei momenti non sono lontani, eppure sembrano distare già decenni perché subito dopo di essi i gruppi dirigenti son tornati al tran tran quotidiano. E temo che lo stesso accada ora nel mondo della scuola ove un grande movimento di lotta non sta ricevendo un adeguato sostegno a continuare.
Non si può ripartire se l’obiettivo è sempre solo quello di  trovare un accordo che permetta all’organizzazione di sopravvivere. Così alla fine si firma sempre lo stesso accordo in condizioni sempre peggiori. In fondo è una resa continua.  Il 10 gennaio 2014 CGiL CISL UIL hanno firmato con la Confindustria un’intesa che scambia il riconoscimento del sindacato con la rinuncia alla lotta quotidiana nei luoghi di lavoro. Una volta che la maggioranza dei sindacati firma un contratto la minoranza deve obbedire e non  può neppure scioperare. Se non accetti questa regola non puoi presentarti alle elezioni dei delegati. Se negli anni 50 del secolo scorso la Cgil, in minoranza nelle grandi fabbriche, avesse accettato un sistema simile non avremmo avuto l’autunno caldo e lo Statuto dei Lavoratori. Che non a caso oggi il governo  cancella sicuro che le grida sindacali non siano vera opposizione.
Il movimento operaio nella sua storia ha incontrato spesso dure sconfitte, ma le ha superate solo quando le ha riconosciute come tali e quando ha cambiato la linea politica, la pratica e, a volte,  i gruppi dirigenti. Invece nulla oggi viene davvero rimesso in discussione.
La Cgil ha sempre avuto una dialettica interna. Tra linee politiche, tra esperienze, tra luoghi di lavoro, territori e centro, tra categorie e confederazione. Dagli anni 90 il confronto tra maggioranza e minoranze si è intrecciato con quello tra la FIOM e la confederazione. In questi confronti e conflitti si aprivano spazi di esperienze ed iniziative controcorrente. Oggi tutto questo non c’è più. Una normalizzazione profonda percorre tutta l’organizzazione e l’ultimo congresso le ha conferito sanzione formale. Non facciamoci ingannare dalle polemiche televisive e dalle imboscate di qualche voto segreto. Fanno parte di scontri di potere tra cordate di gruppi dirigenti, mentre tutte le decisioni più importanti son state assunte all’unanimità, salvo il voto contrario della piccola minoranza di cui ho fatto parte e di cui non si è mai tenuto alcun conto. Una piccola minoranza che al congresso ha raggiunto successi insperati là dove c’erano le persone in carne ed ossa, ma che nulla ha potuto contro i tanti risultati bulgari per partecipazione e consenso verso i vertici, costruiti a tavolino. Con l’ultimo congresso la struttura dirigente della Cgil ha deciso di ingannare se stessa. La partecipazione bassissima degli iscritti è stata innalzata artificialmente per mascherare una buona  salute che non c’è. Ed il resto è venuto di conseguenza. A differenza che nel passato non ci son più problemi nella vita interna della Cgil, tutto è pacificato a parte i puri conflitti di potere. Ma forse anche per questo la Cgil non ha mai contato così poco nella vita sociale e politica del paese.
A questo punto non bastano rinnovamenti di facciata, sono necessarie rotture di fondo con la storia e la pratica degli ultimi trenta anni.
Bisogna rompere con un sistema Europa che è infame con i migranti mentre si genuflette di fronte  all’euro. I diritti del lavoro sono incompatibili con una  moneta  unica  i cui vincoli,come ha ricordato il ministro delle finanze tedesco, sono tutt’uno con le politiche di austerità.
Bisogna rompere con il PD ed il suo sistema di potere se non se ne vuol venire assorbiti e travolti.
Bisogna rompere con le relazioni subalterne con le imprese e ripartire dalla condizione concreta dei lavoratori .
Questo rotture non sono facili, ma sono indispensabili per ripartire e sono impossibili nella Cgil di oggi.
Certo fuori dalla Cgil non c’è una alternativa di massa pronta. Ci sono lotte, movimenti, sindacati conflittuali generosi e onesti, ma spesso distanti se non in contrasto tra loro. Ma questa situazione frantumata per me non giustifica il permanere in un’organizzazione che sento indisponibile anche solo a ragionare su queste rotture.
So bene che la svolta positiva per il mondo del lavoro ci sarà quando tutte le organizzazioni sindacali, anche le più moderate, saranno percorse da un vento nuovo. Ho vissuto da giovane quei momenti. Ma ho anche imparato che nell’Italia di oggi questo cambiamento sarà possibile solo se promosso da una  spinta organizzata esterna a CGIL CISL UIL. A costruirla voglio dedicare il mio impegno.
Per questo lascio la Cgil da militante del movimento operaio così come ci sono entrato. Saluto con grande affetto le compagne e compagni di tante lotte che non condividono questo mio giudizio finale. Siccome li conosco e stimo,  so che ci ritroveremo in tanti percorsi comuni. Saluto anche tutte e tutti gli altri compagni, perché ho fatto mio l’insegnamento di Engels di avere avversari, ma mai nemici personali.
Grazie soprattutto a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che hanno insegnato a me, intellettuale piccolo borghese come si diceva una volta, cosa sono le durezze e le grandezze della classe operaia. Spero di poter apprendere ancora.

http://sindacatounaltracosa.org/2015/09/15/g-cremaschi-perche-lascio-la-cgil/


martedì 15 settembre 2015

Riunione per XL2

E' previsto per domani l'incontro con l'azienda per parlare dell'organizzazione del lavoro sul reparto XL2.

lunedì 14 settembre 2015

QUESTIONE FR E INADEGUATEZZA DELLA DELEGAZIONE TRATTANTE


Un'informativa confusa e insufficiente è quella che si ricava dal comunicato della Delegazione trattante sulla questione del FR.

Partendo infatti dal presupposto che attualmente i volumi del cliente XX costituiscono la stragrande maggioranza dei FR prodotti a Pisa, viene spontaneo porsi delle domande e aspettarsi delle risposte chiare ed esaustive. 

- Cosa significa che “..il cliente XX ha ritirato gli ordinativi delle nuove produzioni”? Quali sono i volumi di tali nuovi ordini? 

- Cosa significa “ mancato incremento di ordinativi ”?

Vuol dire che comunque  i volumi dei vecchi rail XX non si “estingueranno”? 

- Se dal 2017 il cliente XX deciderà di produrre i nuovi FR altrove, quali e quanti FR rimarranno da produrre a Pisa?

A quanto ammontano gli attuali volumi di FR prodotti a Pisa e quanti se ne  prevedono per i prossimi anni?  

Riteniamo grave e assolutamente sbagliato che i 4 delegati siano andati a conferire da soli con l’azienda su una questione così delicata ed importante tra l’altro escludendo la parte sindacale che, a buon senso, ha sollevato il problema. 

Ancora una volta risultano gravemente assenti tutti i dati e i “numeri” relativi ai volumi, dati FONDAMENTALI e IMPRESCINDIBILI per poter fare una valutazione reale della situazione ai FR; nonostante ciò nel comunicato la Delegazione trattante si appresta e si affanna a dare un giudizio senza il supporto di dati oggettivi! 

Liquidando la questione con un comunicato poco chiaro e riferendo in sostanza che non c’è nulla da temere si assumono oggi la piena responsabilità di quanto affermato ma per noi questo non può bastare.

Le domande poste non devono rimanere inevase, pertanto chiediamo la convocazione urgente di una RSU alla quale dovranno seguire le assemblee retribuite per tutti i lavoratori.

 
14 settembre 2015

I dirigenti sindacali FIOM

S. Cini, G. Garzella, G. Romboli, M. Ruffa


mercoledì 9 settembre 2015

In evidenza su argomento FR

domanda di un lavoratore:

"della questione del FR non dite nulla?"

http://ilfoglio-bianco.blogspot.it/2015/09/ufficio-sindacale-fiom-report-sul.html#comment-form

Grave incidente alla Kme di Fornaci di Barga (Lucca)



Mauro Faticanti, coordinatore Fiom-Cgil per la Kme, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione

Un grave incidente, accaduto alle 4 della scorsa notte alla Kme di Fornaci di Barga, nel lecchese, ha causato il ferimento di un operaio. Fortunatamente, al momento dell'esplosione al forno verticale nella fonderia rame, il colatore non si trovava vicinissimo alla lingottiera altrimenti le conseguenze sarebbero state ben più gravi.
Da tempo, come sindacato, avevamo segnalato alcune anomalie al forno verticale. Il lavoratore, un colatore molto esperto, è stato ricoverato con ustioni leggere, trauma toracico e polveri agli occhi causate dall'onda d'urto.
Ancora una volta la mancanza di investimenti nella manutenzione, richiesti più volte e invano, è la causa principale di un incidente che poteva tradursi in un'altra tragedia.
Al momento la produzione di barre destinate allo stabilimento di Serravalle Scrivia (Al) è interrotta. Nei prossimi giorni saranno decise le iniziative da intraprendere a tutela della sicurezza dei lavoratori.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

martedì 8 settembre 2015

Senza frontiere

di Eliana Como.
Di fronte agli esodi di massa di questi ultimi mesi è in gioco una partita decisiva, non soltanto per l’Europa come istituzione politica, ma per la sua stessa idea di civiltà, rispetto alla quale non c’è – né può esserci – nessuna soluzione facile. Nessuno si senta a posto perchè è ancora in grado di indignarsi di fronte a fotografie di bambini morti sulle spiagge o lanciati oltre un filo spinato o di fronte alle immagini di un intero popolo che cammina sui binari di un treno. Nessuno si senta assolto nemmeno dalla decisione della Germania di Angela Merkel, che improvvisamente apre le frontiere e programma l’accoglimento di centinaia di migliaia di profughi, prossimo esercito di riserva da sfruttare nelle fabbriche tedesche.
Quello che è in gioco non è quel che resta della nostra capacità di indignazione, né soltanto la drammatica emergenza di questi ultimi mesi. Esiste una situazione emergenziale, certo, che va denunciata e di fronte alla quale si deve intervenire il prima possibile, a cominciare dalla creazione immediata di canali umanitari. Ma il punto è più profondo e da anni non viene affrontato da nessuno dei paesi europei. Che le vie di transito siano il canale di Sicilia, i binari di Serbia e Ungheria piuttosto che le frontiere di Ventimiglia o le bianche scogliere di Dover, l’Europa non può essere in mano agli scafisti o a chi per loro e deve riconoscere la libera circolazione – non soltanto dei cittadini membri e delle tanto amate e care merci – ma anche di tutti gli uomini e di tutte le donne che la scelgono come metà. Che fuggano da guerre, dittature o fondamentalismi religiosi, da carestie o disastri climatici piuttosto che “semplicemente” dalla povertà e dalla miseria, l’Europa non deve essere una fortezza difesa da frontiere, filo spinato o muri di difesa, ma un territorio in cui a chiunque sia garantita accoglienza e libera circolazione, dignità, diritti e cittadinanza. Tanto più perchè gran parte di quelle guerre sono alimentate dalla stessa Europa e dai suoi principali alleati, gran parte di quelle carestie sono il prezzo che i paesi poveri pagano allo sviluppo incontrollato di quelli ricchi, gran parte di quella povertà è il risultato, nemmeno a dirlo, di secoli ininterrotti di colonialismo di tanti paesi europei.
Non ci sono soluzioni facili, ma non c’è dubbio che l’Europa debba affrontare e dare risposte a questo tema nella sua complessità e nella sua interezza – e non soltanto in termini emergenziali ed episodici, peraltro del tutto insufficienti. Sarà impopolare, ma il rischio è di franare nella deriva dell’intolleranza razzista, propagandata dai partiti di destra e fin troppo facilmente alimentata dalla crisi economica, oltre che dall’ignoranza.
PS: nei primi secoli dopo Cristo, l’Europa fu percorsa da inarrestabili migrazioni di popoli che si spostavano in cerca di un territorio abitabile, al seguito di intere carovane di donne e bambini. Ancora oggi, nell’immaginario comune, si definiscono quei secoli come il periodo delle “invasioni barbariche”, anche se l’impero Romano intraneva rapporti “normali” – non soltanto commerciali – con gran parte di quei popoli che premevano alle sue frontiere, al punto che i più importanti e valorosi generali dell’esercito romano di quegli anni furono “migranti” vandali e unni perfettamente integrati nell’impero e Roma, durante tutti quei secoli, fu realmente in pericolo soltanto due volte. Da quelle migrazioni – dei Franchi, dei Sassoni, degli Angli, dei Vandali, dei Longobardi (da cui deriva con buona pace di Salvini il nome della sua regione) – sono nati gran parte dei popoli europei e derivano le lingue che tuttora si parlano in larga parte d’Europa. E “barbaro” non significava “incivile” ma soltanto “colui che parla un’altra lingua”.  Meglio rinfrescare la memoria ogni tanto….


http://sindacatounaltracosa.org/2015/09/03/senza-frontiere/

Ufficio sindacale FIOM. Report sul confronto con Fim e Uilm sul rinnovo del Ccnl

Tra le segreterie di Fim Fiom e Uilm si sono svolti tre incontri nei mesi di febbraio e marzo (4 febbraio, 12 e 18 marzo)
Nel 1° incontro, con la presenza dei segretari generali, e nei due incontri successivi la segreteria della Fiom:
- ha comunicato a Fim e Uilm il mandato, ricevuto dall'assemblea nazionale, a svolgere un confronto unitario finalizzato a raggiungere una piattaforma unitaria o a realizzare un rinnovo unitario anche in presenza di più piattaforme;
- ha proposto a Fim e Uilm di svolgere una discussione senza pregiudiziali, assumendo tutti come priorità la riconquista/il rinnovo del CCNL.
Nello specifico abbiamo chiarito che la Fiom:
- non chiedeva a nessuno il disconoscimento del CCNL - in essere per Fim e Uilm – ma singoli punti da modificare;
- sul sistema contrattuale e in assenza di regole non avrebbe assunto come riferimento le regole del 2009;
- avrebbe partecipato al tavolo, in presenza di un unico accordo confederale in vigore, il Testo Unico del 10.1.2014 (che recepisce gli accordi 28/6 e 31/5), e a fronte del superamento di Fim Fiom e Uilm della soglia del 5% prevista.
A Fim e a Uilm abbiamo proposto di stabilire regole transitorie condivise, valide per questo rinnovo di CCNL e di:
- prevedere il voto delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso una consultazione certificata in presenza di una, due o tre piattaforme, anche con alcune richieste convergenti;
- individuare congiuntamente la platea dei lavoratori coinvolti per il voto sulla piattaforma, il mandato a trattare, il referendum di mandato a chiudere;
- discutere la costituzione di una assemblea nazionale, con una composizione proporzionale alla rappresentatività, e dei poteri da assegnare all'assemblea;
- definire un percorso comune per permettere, come previsto dal testo unico, la misurazione della rappresentatività e la certificazione della rappresentanza;
- sancire con la definizione di queste regole la validità di un eventuale accordo tramite referendum tra le lavoratrici e lavoratori coinvolti.
A Fim e Uilm abbiamo proposto di sviluppare un confronto di merito sui singoli temi:
1) salario: non abbiamo vincolato la richiesta salariale e il confronto a indici IPCA o a altri indici ma abbiamo proposto di discutere a quali indici fare riferimento, a partire dall'esperienza della Germania e dell'IGMetal;
2) salario orario minimo: sancire che i minimi contrattuali devono essere assunti come salario orario minimo superando attraverso questa strada la discussione sulle derogabilità;
3) livelli contrattuali: il mantenimento dei due livelli, respingendo l'ipotesi dell’alternatività, superando la derogabilità;
4) diritto alla formazione, inquadramento, mobilità da posto a posto, salario di professionalità ragionando anche su eventuali rinvii alla contrattazione di secondo livello;
5) lavori usuranti e costo a carico delle imprese finalizzato ad anticipare la collocazione in pensione, assunzioni in sostituzione di lavoratori che anticipano la pensione o, in previsione, riducono l'orario di lavoro;
6) la riduzione degli orari di lavoro a fronte di un maggior utilizzo degli impianti;
7) normativa di contrasto al Jobs Act.
Successivamente ci sono stati vari incontri tra i tre segretari generali e la Fiom formalmente ha avanzato
- una proposta di piattaforma unitaria l'11 maggio 2015
- una proposta sulle regole l'8 giugno 2015
Proposta Fiom piattaforma CCNL unitaria a Fim e Uilm del 11 maggio 2015
PREMESSE
▪ Al 31-12-15 scadono 2 Ccnl: Federmeccanica firmato da Fim e Uilm e Cooperative metal meccaniche firmate da Fim, Fiom e Uilm.
▪ Tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil è stato stipulato un Testo Unico sulla rappresentanza.
▪ Tra le Cooperative e Cgil, Cisl e Uil è in corso un negoziato su tali materie.
▪ Nelle imprese metalmeccaniche che applicano i contratti sopracitati sono stati realizzati accordi aziendali e/o di gruppo, sia in materia di riorganizzazione e/o gestione di crisi aziendali, sia in materia di rinnovo di contratti aziendali. Tale attività sindacale ha prodotto generalmente accordi unitari validati dal giudizio delle Rsu e dal voto dei lavoratori e in alcuni casi diverse valutazioni e giudizi tra le Organizzazioni sindacali sono stati risolti e superati tramite il voto delle lavoratrici e dei lavoratori interessati.
▪ Con il mese di Giugno l’Inps, a seguito di un accordo comune con Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, certificherà il numero degli iscritti di ciascuna organizzazione sindacale per le aziende che applicano il Ccnl Federmeccanica.
▪ In questo contesto, nella nostra categoria si sta procedendo al rinnovo delle Rsu sulla base del sistema di voto stabilito dall’Accordo del 10-01-14 ed è avviata la raccolta dei verbali nei territori per giungere alla certificazione delle elezioni delle Rsu.
▪ L’Accordo interconfederale sul sistema di regole stipulato nel 2009 (non sottoscritto dalla Cgil) è scaduto ed esistono ad oggi diverse valutazioni tra le Organizzazioni sindacali sull’opportunità di procedere a un suo rinnovo.
▪ La Confindustria ha esplicitato la proposta di fatto del superamento dei 2 livelli contrattuali, del diritto dell’impresa di scegliere quale livello contrattuale applicare (nazionale o aziendale tra loro in alternativa) e chiesto al Governo di istituire per legge un salario orario minimo.
▪ Rimane aperta una profonda diversità di valutazione su quanto avvenuto nell’ex gruppo Fiat oggi Fca e Industrial, compresa l’azione negoziale e contrattuale e l’uscita del gruppo dal Ccnl e dal sistema di regole confindustriali. E’ in corso l’elezione comune degli Rls.
▪ Il Governo ha proceduto a interventi legislativi che hanno modificato lo Statuto dei lavoratori, il sistema di ammortizzatori sociali, reso più facili i licenziamenti individuali e collettivi, introdotto una tipologia contrattuale e sta mantenendo il blocco dei rinnovi contrattuali in tutti i settori pubblici.
▪ La nostra categoria registra in generale una caduta degli investimenti , dell’occupazione e della capacità produttiva. Ma in specifico convivono aree e comparti segnati da andamenti molto diversi (crescita export, blocco o calo mercato interno, indebitamento e cessione attività).
▪ La riduzione del valore dell’Euro, il calo del prezzo del petrolio e l’azione svolta dalla Bce per cercare di incentivare investimenti, fare crescere l’inflazione, contrastare la deflazione, sono novità economiche e condizioni mai avvenute nella storia recente contemporaneamente.
IPOTESI DI LAVORO
▪ Definire percorso e lavoro unitario per realizzare nella nostra categoria la certificazione della rappresentanza.
▪ Definire accordo per realizzare “consultazione certificata delle lavoratrici e dei lavoratori a maggioranza semplice” per dare validazione al CCNL che uscirà dal negoziato. La Fiom dichiara fin d’ ora che si atterrà all’esito di tale percorso di consultazione certificata.
ALCUNI TEMI DA SVILUPPARE PER CONTENUTI RIVENDICATIVI COMUNI
▪ Mantenimento di due livelli contrattuali.
▪ Sancire che i minimi salariali del Ccnl e la sua contrattazione diventino il riferimento per definire il salario orario minimo per legge.
▪ Rafforzare e qualificare le materie di competenza del Ccnl e prevedere norme di rinvio alla contrattazione di 2° livello (aziendale, di filiera, territoriale).
▪ Procedura preventiva di informazione e partecipazione tra Rsu, organizzazioni sindacali e imprese a livello aziendale e di gruppo, comprensivo di regole e procedure comunemente definite che prevedano il non ricorso ad azioni unilaterali.
▪ Definire, confermando la prassi in atto, che il voto dei lavoratori certifica insieme al punto della Rsu anche la validità dei contratti aziendali.
SALARIO
▪ Incremento dei minimi avendo a riferimento precedenti conclusioni, perdita del potere di acquisto, sgravi concessi alle imprese.
▪ Sanità integrativa: fondo nazionale e rapporto con accordi aziendali e territoriali.
ORARIO DI LAVORO
▪ Ruolo contrattuale delle RSU.
▪ Riduzioni orario e aumento squadre a fronte di un maggiore utilizzo impianti.
▪ Ricorso ai contratti di solidarietà sia difensivi che espansivi.
▪ Rafforzamento part-time.
CONTRASTO JOBS ACT
▪ Obiettivo un unico regime in materia di diritti e tutela ai licenziamenti individuali e
collettivi e riorganizzazioni aziendali.
TIPOLOGIE CONTRATTUALI
▪ Centralità contratti a tempo indeterminato, diritto di procedure e regolazione comune dei diritti e delle condizioni minime a tutti i rapporti di lavoro
APPALTI
Clausola sociale per cambio appalti.
Responsabilità diretta della azienda appaltatrice.
FORMAZIONE E DIRITTO ALLA FORMAZIONE
▪ Diritto alla formazione, utilizzo 150 ore e uso specifico in categoria dello 0.30%.
▪ Diritto per tutte le forme di lavoro e per le Rsu.
▪ Mobilità da posto a posto.
▪ Formazione rapporto con l’inquadramento professionale.
FINESTRA INFORMATICA
  • Da approfondire in materia di orario e inquadramento.
Proposta Fiom sulle regole a Fim e Uilm dell’8 giugno 2015
Fim, Fiom, Uilm, tenuto conto della situazione contrattuale, produttiva e occupazionale presente nella Categoria, condividono l’obiettivo di realizzare una trattativa con Federmeccanica finalizzata alla stipula unitaria del Contratto collettivo nazionale del Lavoro.
A tal fine consideriamo necessario:
- Sostenere fattivamente il percorso di certificazione della rappresentanza definito nell’accordo interconfederale del 10 gennaio 2014. Ciò agendo in 2 direzioni: attivando in ogni territorio la raccolta congiunta dei verbali di elezione delle Rsu da consegnare agli uffici del Lavoro, realizzando così entro il mese di luglio 2015 un centro raccolta dati nazionale e rapportandosi con l’Inps per la verifica e il controllo dei dati, visto che nel mese di giugno l’ente dovrà fornire i dati delle iscrizioni sindacali in base agli accordi interconfederali realizzati. Contribuendo così a realizzare unitariamente un sistema di certificazione della Rappresentanza in forma articolata per i Ccnl applicati nella nostra categoria.
- Al fine di realizzare una piattaforma unica e condivisa da presentare a Federmeccanica, Fim, Fiom, Uilm valutano possibile sottoporre alla consultazione degli iscritti e delle Rsu e al voto vincolante delle lavoratrici e dei lavoratori le proposte rivendicative anche con possibili diverse opinioni su singole materie.
- Fim, Fiom, Uilm, a livello provinciale (e di conseguenza sul piano nazionale) definiranno insieme le aziende con relativo numero di addetti in cui svolgere assemblee unitarie sulle richieste, l’andamento del negoziato, l’ipotesi conclusiva su cui realizzare la consultazione certificata delle lavoratrici e dei lavoratori tramite referendum. L’obiettivo è quello della massima estensione possibile di aziende coinvolte. Tale lavoro unitario consentirà di calcolare a livello nazionale il numero dei lavoratori coinvolti e conseguentemente il quorum di validità della consultazione certificata che sarà realizzata sia in caso di giudizio comune che nel caso di diverse opzioni e il cui esito sarà vincolante per tutte le organizzazioni sindacali.
- E’ costituita da Fim, Fiom, Uilm un’assemblea non eletta dai lavoratori che in quanto tale ha potere consultivo per discutere e valutare l’andamento della trattativa.
Fim e Uilm hanno giudicato non percorribile la nostra proposta dichiarando che la gestione/applicazione dell'accordo interconfederale è un problema delle Confederazioni, che non è possibile presentarsi ai lavoratori con ipotesi diverse sui singoli punti e che la consultazione certificata del voto è ipotizzabile nelle sole aziende che vedano la presenza organizzata e contemporanea di Fim, Fiom e Uilm.
Il 10 e 11 luglio l'assemblea nazionale della Fiom:
  • ha approvato le “Proposte per la definizione di una piattaforma per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro” dando mandato alla segreteria nazionale di verificare in modo conclusivo con Fim e Uilm la possibilità di definire una piattaforma unitaria e in ogni caso un percorso condiviso per la realizzazione di un accordo unitario.
  • ha deciso, in assenza di tale disponibilità, di procedere a una consultazione straordinaria in tutti i luoghi di lavoro per varare la piattaforma da sottoporre al voto certificato e vincolante dei lavoratori interessati tramite referendum.
Il 13 luglio il segretario generale della Fiom ha scritto ai segretari generali di Fim e Uilm confermando la disponibilità a un incontro al fine di verificare, come da mandato ricevuto dall'assemblea nazionale della Fiom svolta il 10 e 11 luglio, la possibilità di un percorso unitario. Questa nostra lettera non ha ricevuto risposte.
Il 15 luglio Federmeccanica con una lettera ai segretari generali di Fim Fiom e Uilm ha chiesto di avviare un confronto sulla necessità di un “rinnovamento contrattuale”, anche in assenza di un accordo interconfederale sugli assetti della contrattazione, sulla base dei mutamenti del contesto produttivo del settore metalmeccanico e del mercato più in generale e sulla base di quanto previsto dall'accordo interconfederale del 10 gennaio 2014 in materia di rappresentatività, rappresentanza e regole per la contrattazione collettiva.
Il 16 luglio Fim e Uilm hanno varato una piattaforma separata.
Nonostante la Fiom
- abbia manifestato piena disponibilità sia nel chiedere che nel sollecitare Fim e Uilm a svolgere gli incontri necessari alla costruzione di una piattaforma unitaria,
- abbia proposto a Fim e Uilm di costruire una piattaforma senza pregiudiziali, riconsegnando ai lavoratori il diritto di scegliere, in caso di posizioni diverse, quali rivendicazioni portare al tavolo della trattative,
- abbia chiesto a Fim e Uilm di condividere un obiettivo comune: realizzare una trattativa finalizzata alla stipula unitaria del CCNL e di stabilire, per raggiungere questo obiettivo, regole condivise.
Fim e Uilm non hanno risposto alle nostre proposte, si sono sottratte al confronto e hanno scelto la strada della piattaforma separata; hanno scelto di anteporre il loro interesse di organizzazione al diritto dei metalmeccanici ad un vero CCNL.
Nonostante la stessa Federmeccanica chieda a Fim Fiom e Uilm di avviare una fase di rinnovamento contrattuale tenendo conto della rappresentatività delle organizzazioni sindacali e della titolarità a trattare.
Per costruire la piattaforma dei metalmeccanici la Fiom avvia una consultazione straordinaria in tutti i luoghi di lavoro per garantire la partecipazione, il coinvolgimento e la democrazia necessari a riconquistare il contratto nazionale.
Roma 7 settembre 2015

lunedì 7 settembre 2015

Ikea, all'assemblea nazionale Rsu esclusi i rappresentanti Usb - ControLaCrisi.org

A Roma in via dei Frentani
era convocata per oggi l’assemblea nazionale delle RSU e RSA di tutti i negozi
IKEA della penisola, ma i sindacalisti confederali hanno pensato che fosse
utile escludere i delegati dell’USB eletti nello storico negozio di Carugate,
il primo IKEA d’Italia. Per questo già da ieri era stata pre-allertata la Questura, in modo che
stamattina è stato impossibile ai delegati USB prendere parte
all’assemblea. L'Ikea con la disdetta dell'integrativo aziendale, in
pratica, abbatte di netto del 20% le buste paga dei lavoratori. Da mesi si
susseguono scioperi e mobilitazioni sempre molto partecipati. 
"Tutto ciò con
l’evidente intento di andare ad un accordo al ribasso - scrivono i
sindadcalisti di Usb in una nota - dopo la grande mobilitazione dei lavoratori
di questi mesi, per poi procedere ad una “normalizzazione” dei rapporti in
vista del rinnovo del CCNL Federdistribuzione.


“I sindacati concertativi
sono arrivati alla frutta – dichiara Francesco Iacovone dell’Esecutivo Lavoro
Privato USB – non possono neppure più permettersi di affrontare in assemblea le
opinioni differenti di altri delegati. E’ il segno evidente di un declino ormai
inarrestabile che abbiamo il compito però di velocizzare se non vogliamo
assistere alla distruzione definitiva dei residui diritti del lavoro”.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2015/9/7/45635-ikea-allassemblea-nazionale-rsu-esclusi-i-rappresentanti-usb/

domenica 6 settembre 2015

Riforma della contrattazione, Poletti: «Le parti decidano in tempi utili»

CERNOBBIO. «Condivido la posizione del presidente del Consiglio:la riforma della contrattazione è materia delle parti sociali. È bene che le parti si misurino su questa materia e trovino un'intesa. Ne discutono già da tempo. A un certo punto bisogna arrivare a una decisione, in tempi utili, altrimenti chi rappresenta l'interesse collettivo dovrà prendersi la responsabilità di fare un atto». 
...............

continua a leggere su:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-09-06/riforma-contrattazione-poletti-le-parti-decidano-tempi-utili-110313.shtml?uuid=ACpa15s

sabato 5 settembre 2015

Rinnovo CCNL metalmeccanici: lunedì 7 settembre la proposta contrattuale della Fiom


Lunedì prossimo, 7 settembre, si riunirà il Comitato centrale della Fiom presso la sede della Cgil nazionale, in corso d’Italia 25.
A partire dalle ore 11, il segretario generale Maurizio Landini terrà la relazione introduttiva – aperta alla stampa – nella quale annuncerà una proposta contrattuale della Fiom.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 4 settembre 2015