mercoledì 30 marzo 2016

Lettera dei delegati Fiom Fiat: perchè non si lotta più?

riportiamo dal sito SIAL COBAS:
Riportiamo la lettera aperta che i delegati della Fiom degli stabilimenti Fiat rivolgono al segretario e alla dirigenza del sindacato dei metalmeccanici. Interessante perchè riassume le vicissitudini dei lavoratori Fiat di questi ultimi anni, l’arroganza di Marchionne, le menzogne sui piani aziendali, il supersfruttamento, l’espulsione di migliaia di lavoratori, la repressione sindacale e soprattutto il mutamento di linea della Fiom, fino alla paralisi di oggi. (tratto da www.sindacatounaltracosa.org)
Quello che sta avvenendo all’interno del comparto automobilistico italiano, segnerà per molto tempo il modello di prestazione lavorativa, dipendente/datore di lavoro , in questo Paese.
La Fiom-Cgil, tutta è chiamata ad un operazione di contrasto rispetto alle azioni messe in campo da parte datoriale e istituzionale, che non lascia margine di riflessione.
Bisogna muoversi ora e senza esitazioni! La vicenda che vede protagonisti il nostro Sindacato e la Casa Automobilistica “ex torinese”, è nota a tutti.
Tuttavia riteniamo necessario fare una sintesi che ci permetta di chiarire alcuni aspetti contraddittori sul comportamento dei vertici sindacali (territoriali e nazionali), rispetto a ciò che ci eravamo detti di voler fare , ma che in realtà pare non si stia facendo.
La Fiat nel 2010 fa un azione politico/imprenditoriale, unica e allo stesso tempo autoritaria, nei confronti dei propri dipendenti .
L’azienda, guidata a mó di padre/padrone dal suo Ad. Sergio Marchionne , decide di uscire da Confindustria per creare un suo Contratto Specifico di Lavoro. Questo nuovo sistema di contrattazione interna, mette a dura prova le relazioni sindacali con la Fiom , che è l’unico sindacato a dire “no” al Ccsl. Si disse “no” cinque anni fa, perchè apparve chiaro da subito che le nuove condizioni di lavoro imposte in quel testo, avrebbero danneggiato irreversibilmente i diretti interessati: i Lavoratori.
Orari di lavoro flessibili, straordinari obbligatori triplicati rispetto al precedente accordo , malattie non pagate , rapporti sindacali praticamente azzerati…. divieto di sciopero! Questi alcuni punti che lo rendevano inaccettabile allora , esattamente come oggi . A tutto questo va aggiunta la prova di forza più importante , nella sua gravità , che il padrone metteva in campo : il sindacato che non avesse sottoscritto in nuovo contratto sarebbe stato estromesso dalle fabbriche… il ricatto è ormai chiaro a tutti.
Avvenne prima a Pomigliano e poi in tutti gli altri stabilimenti. Soltanto dopo circa quattro anni e una sentenza della corte costituzionale siamo riusciti a rientrare in Fiat .
I segni di questa lunga attesa si sono manifestati da subito:  in nostra assenza abbiamo perso quasi tutti i tesserati e molti dirigenti; i delegati hanno a disposizione, per fare attività all’interno degli stabilimenti, solo le 8 ore della legge 300; siamo fuori da ogni tavolo di contrattazione con l’azienda , insomma siamo ridotti a semplici comparse .
Ma nonostante tutto questo, nonostante l’adesione minima agli scioperi contro il a Ccsl, non abbiamo mai perso coerenza!
Una cosa però l’abbiamo riscontrata immediatamente , i lavoratori stanno dalla nostra parte , ci riconoscono come unico sindacato in grado di far valere i loro diritti!… I lavoratori si aspettano, da noi delegati, azioni decise, di contrasto effettivo rispetto alle ingiustizie che subiscono quotidianamente in fabbrica a causa dell’accordo firmato cinque anni fa, tra Fiat e sindacati gialli, appunto il Ccsl.
Fatta questa premessa , veniamo alla questione che oggi ci vede costretti a scrivere questo documento: la sospensione da parte della Fiom Nazionale (e non solo a Melfi!) delle iniziative di sciopero negli stabilimenti Fiat.
In tre Stabilimenti : Pomigliano , Sevel e Melfi, la Fiat ha comandato i Lavoratori a lavorare di sabato e di domenica. Si è deciso di partire proprio dagli scioperi sugli straordinari obbligatori, perchè coincidono con quella salita produttiva che avrebbe smascherato il nuovo contratto nella sua disumana richiesta di flessibilità, attraverso ritmi e turni di lavoro insostenibili…. Noi rivendichiamo di contrastare l’applicazione del Ccsl fin quando non si saranno ripristinate condizioni di effettiva trattativa! Noi rigettiamo i 20 turni!
Questo la Fiom ha detto e scritto di voler fare, questa è la scelta che corrisponde all’esigenza dei Lavoratori, i quali riconoscono lo sciopero come indispensabile strumento di rivendicazione dei diritti persi.
Ed è esattamente ciò che in tutte e tre le Fabbriche abbiamo fatto, restituendo ai Lavoratori il diritto di sciopero… Messo in discussione, quindi, non solo dal Ccsl!
Consapevoli che le azioni di contrasto al Ccsl sono in linea con le indicazioni della Fiom Nazionale, non capiamo per quale motivo, oggi, di fronte al primo vero banco di prova messo in campo dalla nostra organizzazione, tramite le Rsa di Stabilimento, abbiate deciso di fare retromarcia!
Non crediamo dipenda dal numero delle adesioni dei lavoratori agli scioperi (così per come ci viene motivato dai diversi Segretari Regionali e Responsabili Nazionali ), visto che il numero di scioperanti è almeno triplicato rispetto a quello degli scioperi proclamati dalla Cgil e dalla Fiom nazionale negli ultimi anni.
Anche laddove si è espressa a maggioranza la volontà  dei delegati a voler mettere in campo iniziative di sciopero,  poi comunque si è assunta la linea espressione della Dirigenza! Non possiamo diventare quel che combattiamo…. Lo sciopero è un diritto di tutti, questi scioperi sono UN DOVERE di tutti noi!
A Melfi non si produrrà un nuovo modello d’auto, ma IL NUOVO MODELLO DI SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI E DEL LAVORO!!!! La FIOM ha preso l’impegno, e quindi deve fermare questo processo! Ridimensionare il problema nella sua discussione e soluzione esclusivamente a quel territorio, è stato e sarebbe un errore madornale, che può rappresentare l’epilogo negativo della battaglia che dentro le fabbriche abbiamo sostenuto duramente noi delegati insieme ai lavoratori che rappresentiamo!… Bisogna ristabilire gli opportuni livelli di conflitto e di generalizzazione del “Modello Melfi”, estendo la discussione a tutto il Gruppo Fiat e Indotto!
Rinunciare , proprio in questa fase , all’unico strumento di lotta che la Fiom e le sue R.S.A. posseggono per contrastare l’arroganza padronale , sarebbe un errore enorme, che, a nostro avviso, inciderebbe anche e non poco in proiezione delle imminenti elezioni R.L.S. in Fiat. I lavoratori ci riconoscono il merito di fare sempre e comunque le battaglie che riteniamo giuste, e non solo quelle convenienti! Ed è da quest’ultimo elemento che dobbiamo ripartire, perché domani le ragioni del nostro sacrificio diventino le ragioni di una vittoria , dura sicuramente, ma che ci vede unico e ultimo baluardo di democrazia in un mondo , quello Fiat, dove spesso la legge si ferma ai cancelli d’ingresso.
Infine, al Segretario Generale , ricordiamo una frase detta in occasione dell’anniversario dei 110 anni della Fiom a Bologna  al suo Dirigente della Cooperativa  Rossa per cui lavorava da giovane. Lamentandosi per il freddo , ebbe come risposta che dovevano sacrificarsi tutti in nome e per le logiche del P.C.I. A quel punto Tu facesti notare che, pur avendo in tasca la medesima tessera, e pur comprendendo tutte le ragioni, il freddo continuavi a sentirlo lo stesso!!
Caro Segretario , noi capiamo le dinamiche per cui oggi la Fiom organizza un percorso di lotta a lungo termine, ma… “il sindacato deve rappresentare le condizioni di chi lavora , e non deve guardare in faccia a nessuno!!!
Rsa Termoli:
Fantauzzi Stefania
Fierro Massimiliano
Cappella Domenico
Di Maio Leonardo
D’Ilio Fabio
Marcovicchio Ernesto
seguono altri 7 iscritti fca Termoli
Rsu Indotto Molise:
Antenucci Felice
Pascale Nico
Rsu Pomigliano:
Niglio Aniello
Rsa Mirafiori carrozzerie:
Loiacono Pasquale
Epifania Maria
Pasqualino Salvatore
Russo Luigi
Rsa indotto Mirafiori:
Massarenti Fabio
Giribuola Stefano
Arturi Marco
Direttivi Mirafiori:
Alessandria Adriano
De Luca Giovanna
Losito  Angelo
Alessandria direttivo Collegno:
Dell’Olmo GianMaria
Rsa Sevel:
Sergio Desiati
Di Sirio Mario
Ferrante Roberto
Giangiordano Gianni
Tortella  Francesco
Masciotta Gidia
Direttivi Sevel:
Felice Francesca
Cianci Michela
Orazio Bruno
Chiavaroli Luciano
Morgione Francesca
Antonini Sandro
Redondi Giuseppe
Di Candilo Maurizio
Privitera Giovanni
Parente Iuliano
Caravaggio Mario
Cendamo Michele
Seguono iscritti altri 7 iscritti Sevel
Rsa Fca Melfi
De Stradis Domenico
Imbrenda Giuseppina
Lamorte Antonio
Langone Antonio
Di Nanni Principio
Direttivi Fca Melfi:
De Stefano Antonio
Possidente Donato
Passannante Michele
Rivecca Giovanni
Labriola Maria
Fanelli Silvano
Pignatelli Marco
Veltri Donato
Montesano Giambattista
Rosica Gjanluc
Costantino Antonio
Irene Nicola
Irene Felice
Claps Antonio
Seguono altri 25 iscritti Fca Melfi

sabato 26 marzo 2016

Ordine del Giorno presentato alla RSU il 25 marzo 2016

Pubblichiamo l'Ordine del Giorno presentato dalle delegate Cini e Garzella alla RSU del 25 marzo, presente anche il Segretario Generale Provinciale Fiom.

L'OdG è passato in RSU coi soli voti favorevoli delle due delegate. Tre delegati si sono rifiutati di partecipare al voto con la motivazione che "la trattativa non esiste".

Indipendente dal risultato finale della votazione, le astensioni e il rifiuto a partecipare al voto dimostrano solo la difficoltà, l'inadeguatezza e l'irresponsabilità di chi non accetta che la pratica sindacale risponda sempre ai lavoratori e rappresenti veramente e soltanto i loro interessi. 




venerdì 25 marzo 2016

Ultimi incontri sulla questione delle pause

Diamo informativa degli incontri che si sono tenuti dopo gli scioperi della scorsa settimana:

24 marzo, dalle 10.30 alle 12.30, riunione tra la "delegazione trattante" e l'azienda comunicata dal Segretario Generale Provinciale FIOM a tutta la RSU con mail di comunicazione che "é arrivata la risposta dell'azienda" che propone l'incontro.

25 marzo, dalle ore 10, riunione RSU convocata da F. Fontanelli, senza specificare l'OdG ma proponendo l'incontro in considerazione del fatto "che giovedì 24/03 c'è l'incontro della delegazione trattante con l'azienda".

Attendiamo i verbali dettagliati della trattativa con l'azienda e della riunione RSU.

giovedì 24 marzo 2016

Le offese non si pubblicano!

Se desiderate che i vostri commenti siano pubblicati, per favore riscriveteli moderando i termini ed evitando i contenuti offensivi e diffamatori.

mercoledì 23 marzo 2016

OdG RESPINTO! Allora per cosa abbiamo scioperato?

Pubblichiamo l'Ordine del Giorno presentato dalle delegate Cini e Garzella alla riunione RSU di oggi, presente anche il Segretario generale Fiom di Pisa.
L'OdG, sostenuto solo dalle due delegate, è stato bocciato dalla RSU.








Continental - Forzature su 29 e 30 Marzo

Riceviamo e pubblichiamo:


Da: Giada Garzella
Date: 23 marzo 2016 15:14
Oggetto: Forzature su 29 e 30 Marzo
A: RSU, F. Fontanelli, M. Giusti

Come anticipato telefonicamente al coordinatore Giusti e in seguito alla RSU riunita dopo pranzo a san piero, confermiamo che Bxxxxxxx ha comunicato a tutti i lavoratori dei reparti Piezo e DEKA di astenersi dal lavoro nelle giornate del 29 e del 30 marzo prossime e lo ha fatto sostenendo che quelle giornate fanno parte di un calendario di chiusure già condiviso con la RSU.
Avendo chiarito all'interno della RSU che non esiste nessun accordo sindacale per le chiusure del 29 e del 30 marzo e che la comunicazione aziendale non corrisponde a verità, ricordiamo ai coordinatori della RSU di farsi carico di smentire urgentemente quanto sostenuto dall'azienda e di farsi portavoce con tutti i lavoratori interessati dicendo loro che in quei due giorni si lavora.
Saluti.
Giada Garzella e Silvia Cini RSU

martedì 22 marzo 2016

Seminario a Bellaria de "il Sindacato è un'altra cosa": documento conclusivo


La guerra permanente e asimmetrica è la misura della profondità e gravità della crisi capitalistica a livello globale. Il 12 marzo si è palesato in Italia un embrione di movimento contro la guerra che si preannuncia su larga scala alle porte del nostro paese. Siamo certo lontani dal poter impedire una nuova sciagurata guerra italiana in Libia ma è necessario mantenere, rafforzare e estendere il movimento contro guerra,austerità e terrore, tutte intimamente legate tra loro. Qualcosa si muove.
Il movimento che nei giorni scorsi ha invaso le strade di Parigi contro il “jobs Act” del governo socialista di Valls rompe finalmente il muro di apatia e passività sociale di questi ultimi anni e si contrappone al tentativo di sospendere le garanzie costituzionali con il pretesto del terrorismo. Mobilitazione che si inserisce in un quadro di profonda instabilità politica e istituzionale. Dal Portogallo alla Spagna davanti alla durezza delle politiche d’austerità che erode sempre più consenso alle forze di governo, si manifestano importanti forme di resistenza. Positiva, sebbene ancora non paragonabile alla dinamica in altri in altri paesi, la mobilitazione di larga parte del sindacalismo di base nello sciopero del 18 marzo in Italia. La capitolazione di Tsipras alla Troika, sebbene in Grecia i movimenti siano finalmente riapparsi sulla scena sociale, ha reso evidente l’impossibilita di un’uscita istituzionale dalla morsa delle politiche d’austerità. La rottura dei limiti imposti dai trattati Eu e dal mercato e’ quindi condizione indispensabile per difendere e riconquistare un sistema di diritti e di tutele. Una rottura necessaria sul piano politico e sul piano sociale. Il quadro di permanente instabilità politica non risparmia il governo Renzi che ha visto perdere gran parte del consenso a causa del peggiorare della condizione concreta del paese. Tuttavia alla debolezza del governo Renzi corrisponde la fase più prolungata di passività sociale della storia della repubblica.
L’assenza di una opposizione alle politiche del governo consente allo stesso di proseguire indisturbato l’attacco al sistema sociale del nostro paese, mentre le diverse lotte che si esprimono in questa fase subiscono il peso drammatico dell’isolamento, della mancata unificazione, dell’assenza di un’iniziativa generale del sindacato che metta la centro la resistenza al processo di spoliazione di diritti, tutele e salario. La resa della Cgil sul Jobs Act, e la sua sempre più manifesta crisi, continua a produrre frutti amari. La condivisione con Cisl e UIL di una proposta unitaria sul modello contrattuale sancisce la fine dello scontro decennale, tutto interno al sindacalismo confederale, su ruolo e funzioni del contratto nazionale, sulla bilateralità, sul welfare contrattuale, sulla partecipazione dei lavoratori all’impresa e sulla democrazia sindacale.
Lo testimonia bene la stagione dei rinnovi contrattuali, tutti chiusi all’insegna di mediazioni che hanno sancito ulteriori compromissioni dell’autonomia rivendicativa salariale nei due livelli, peggioramenti normativi ed il recepimento di parti del jobs act. La stessa ritrovata unità della Fiom con Fim e Uilm sulla vertenza dei metalmeccanici, ben più che un’unita’ d’azione, è parte integrante della fine di ogni contenzioso dentro il sindacalismo confederale. Mentre nel passato l’iniziativa della Fiom era parte del contrasto alla deriva della Cgil oggi il rischio è che sia proprio la fiom la protagonista di un nuovo grande patto sociale con i nuovi vertici di confindustria su sistema contrattuale, rappresentanza e diritto di sciopero, intorno al sistema corporativo e autoritario del Testo Unico del 10 gennaio 2014. Non è un caso che la sia proprio la fiom ad aver chiesto ed ottenuto la delibera del collegio statutario Cgil sull’incompatibilità dei delegati Fca.
Il voto del comitato centrale che ha assunto la delibera sull’incompatibilità, tra la libera iniziativa sociale e l’appartenenza alla Cgil, e’ un atto di rottura violenta della storia plurale, democratica, conflittuale del sindacato più grande del nostro paese. L’assemblea delle delegate e dei delegati del sindacatoaltracosa-opposizione cgil denuncia la gravità senza precedenti della scelta della fiom di colpire i delegati e le delegate Fca che scioperano contro i sabati comandati e i carichi di lavoro. La campagna contro le espulsioni e/o la rimozione dei delegati Fca e’ la priorità nell’iniziativa della nostra area nelle prossime settimane. Una battaglia per riaffermare la centralità del protagonismo operaio, della democrazia sindacale, del diritto ad organizzare e praticare l’opposizione dentro e fuori i luoghi di lavoro, dentro e fuori l’organizzazione sindacale di appartenenza. E’ la nostra stessa esperienza collettiva di pratica del dissenso a essere pertanto messa in discussione con l’incompatibilità assurta a ordinamento nella vita della confederazione. Il vasto consenso intorno all’appello “siamo tutti incompatibili” testimonia la consapevolezza della necessità di esprimere nella forma più radicale e solidale la complicità con le lotte alla Fca, con tutti coloro che vogliono difendersi nei luoghi di lavoro e che spesso trovano il sindacato lontano e persino avverso. Le tante testimonianze di contrarietà alle sanzioni disciplinari vanno ben oltre la nostra stessa area. Nei prossimi giorni emergeranno prese di posizione collettive di intellettuali, mondo accademico e giuslavoristi. Una campagna che per noi dovrà attraversare ogni riunione degli organismi dirigenti e ogni sede di discussione dell’organizzazione nel paese. L’assemblea nazionale chiede a tutti i compagni e le compagne dell’area di promuovere attivi e assemblee in ogni territorio a sostegno della campagna. Tutto ciò dovrebbe indurre Camusso e Landini a non andare oltre. Nel direttivo nazionale Cgil di lunedì 21 marzo porteremo la radicalita’ delle ragioni di questa battaglia. Non può accadere che proprio mentre vara la sua carta dei diritti dei lavoratori la Cgil assoggetta con un tratto di penna il diritto di sciopero al gradimento dell’organizzazione.
approvato con 11 astensioni

lunedì 21 marzo 2016

L'OBIETTIVO DEGLI SCIOPERI


Riceviamo e pubblichiamo:

Accogliamo con soddisfazione il fatto che tutta la RSU, dopo le critiche iniziali, abbia deciso di condividere il percorso da noi avviato con gli scioperi contro il tentativo dell'azienda di ridurre le pause.
Riteniamo però necessario riaffermare chiaramente la rivendicazione
su cui sono partiti gli scioperi:

LE PAUSE NON SI TOCCANO E VANNO RIPRISTINATE DOVE L'AZIENDA LE HA RIDOTTE

Non si tratta cioè di arrivare a trattare con l'azienda ammorbidendo un po'  le sue richieste, si tratta al contrario di iniziare a far  capire finalmente all'azienda che ci sono dei paletti che i lavoratori considerano intoccabili.

Secondo noi, bisogna soprattutto cambiare metodo: le trattative, come gli scioperi, devono partire dagli interessi e dalle esigenze reali dei lavoratori, non dalle richieste aziendali come avviene da anni.
 


Su questi obiettivi continueremo a  chiamare i lavoratori allo sciopero e alla  lotta. 

21 marzo 2016

S. Cini, G. Garzella RSU

I risultati del referendum sulla "carta dei diritti"???

La grande premura nell'organizzare le assemblee e i referendum per la nuova Carta dei diritti del Lavoro della CGIL, in Continental, non è stata seguita da analoga premura nel rendere pubblici i risultati delle votazioni tramite affissione nelle bacheche sindacali

Attendiamo fiduciosi..

Il Foglio Bianco

venerdì 18 marzo 2016

Scioperi alla FIAT: Gli interessi dei lavoratori e quelli dei padroni

PIAGGIO , CONTINENTAL, SAME:

Nei Direttivi Regionali FIOM della Basilicata e del Molise sara` all'OdG, nei prossimi giorni, la destituzione di delegati R.S.A. della Fca (ex Fiat)  di Melfi e di Termoli,  in applicazione di una decisione del Collegio Statutario della CGIL, che ha dichiarato l'incompatibilità tra appartenenza alla Cgil e coinvolgimento in comitati di lotta (in realtà i delegati hanno solo partecipato 10 mesi fa ad una riunione di un coordinamento di lavoratori di Fca del centro sud).

Non si tratta di una questione formale e la verità è molto semplice: i delegati di Melfi e di Teramo hanno organizzato scioperi contro il sabato comandato,  e per questo si sono scontrati con le decisioni e la politica della FIOM regionale e nazionale.

Che cosa significano gli straordinari alla Fiat

Lo sciopero dello straordinario è stato deciso dai delegati in quanto Fca lo chiede sistematicamente a compensazione delle carenze organizzative, di investimenti e di personale, anche in reparti in dismissione. Gli operai comandati al lavoro sono già sottoposti a ritmi e turni massacranti e la FCA rifiuta tutte le proposte dei delegati per risolvere i problemi.

Perché la dirigenza  FIOM non  vuole gli scioperi alla Fiat

Si tratta di una lotta giusta e degna, di difesa delle condizioni di lavoro contro lo strapotere della Fiat, che la Fiom Nazionale avrebbe dovuto far sua. Invece il segretario Landini, che già in  passato contro la Fiat ha preferito le aule dei tribunali alla lotta sul campo, ha da tempo deciso di chiudere lo scontro e cercare il riconoscimento della Fiat e della Confindustria, anche a costo di lasciare gli operai FIAT al loro destino. Dopo l’intervista in cui Landini considera Marchionne come il salvatore della Fiat, ci viene quasi da pensare che i delegati siano l’agnello sacrificale messo sul piatto per tornare a sedersi al tavolo di discussione con Fca.

Che cosa significa l'iniziativa dei delegati di Melfi e di Teramo per i lavoratori in tutta Italia

Tutta la storia sindacale è piena di fatti simili, di azioni e atteggiamenti coraggiosi di singoli  e di gruppi di delegati, che sono la sostanza dell'attività sindacale e che hanno aperto la strada alle conquiste più importanti. Oggi sono considerati fastidiosi e combattuti dalla dirigenza della FIOM per impedirgli di continuare il loro lavoro, che ha obiettivi diametralmente opposti a chi cerca di trasformare la FIOM in qualcosa di indistinguibile da CISL e UIL. La loro battaglia è la stessa di quella di tutti i delegati e i lavoratori che concepiscono l'azione sindacale come scontro per affermare gli interessi degli operai  contro gli interessi dei padroni.

Per questo la RSU FIOM SAME e delegati FIOM di Piaggio e Continental esprimono  solidarietà e appoggio totale ai delegati e ai lavoratori di Melfi e di Termoli e prenderanno ogni possibile iniziativa a loro sostegno.

giovedì 17 marzo 2016

Metalmeccanici: torna l’unità ma il prezzo è altissimo


E’ ben più di una ritrovata unità d’azione quella che si è celebrata ieri in viale dell’Astronomia a Roma tra i segretari generali di Fim Fiom Uilm. La stampa da risalto all’evento. E se ne posso bene comprendere le ragioni. I metalmeccanici erano l’ultimo pezzo del panorama sindacale confederale a non aver assunto unitariamente lo spirito e la linea del Testo Unico del 10 gennaio sulla rappresentanza, con tutto il suo portato liberticida, corporativo e autoritario. La battaglia della Fiom è durata un decennio, dalla svolta di Sabatini del 2001 sino alla capitolazione alla Maserati di Grugliasco del 2011 con la firma sul contratto Marchionne, prima giustamente combattuto a Pomigliano e Mirafiori. Ben più di una battaglia sindacale, la Fiom è stata un riferimento sociale e politico per parte rilevante dei movimenti del nostro paese. Dal 2011 in poi il gruppo dirigente ha lavorato alacremente al rientro nei ranghi, sia sul terreno contrattuale perdendo ogni rigore e coerenza nell’iniziativa concreta, sia nel rapporto con la Cgil, i movimenti, la politica. Poi il congresso unitario del 2014, l’abbraccio con Susanna Camusso e quello mortale con gli accordi interconfederali che hanno accolto e esteso il modello marchionne a tutto il mondo del lavoro. Sino alla condivisione della debacle Cgil sul Jobs Act e alla piattaforma unitaria Cgil Cisl Uil sul modello contrattuale.
L’unità ritrovata oggi con Fim e Uilm non è come dice Paolo Griseri il frutto della durezza dell’attacco padronale. Federmeccanica aveva da subito chiarito che non ci sarebbero stati accordi separati. Le due diverse piattaforme erano in larga misura convergenti su diversi aspetti di fondo ma in particolare si partiva dal riconoscimento della Fiom degli accordi separati. Condizione indispensabile per la costituzione di un tavolo unitario di trattativa, come tutti sanno o dovrebbero sapere. La nuova unità è strategica. Cementata dalla contrattazione di restituzione unitaria di questi anni che ha rivisitato al ribasso salari e diritti e poggia sul modello del testo unico del 10 gennaio che non prevede più ne’ accordi separati, né’ democrazia sindacale. Sono del tutto superate le divisioni sul ruolo del contratto nazionale,sulla bilateralità, sul contrasto alla precarietà, sulla democrazia, sulle libertà sindacali e sui diritti dei lavoratori. Orpello di un passato che si vuole cancellare in fretta e furia perché persino la memoria è nemica dell’organizzazione. Lo testimonia anche il fatto che Fim fiom uilm, dichiarandosi disponibili a cedere parte della loro autonomia d’organizzazione, abbiano costituito un gruppo di lavoro sulle “regole”, cosa che non lascia ben sperare sapendo a quali riferimenti attingeranno.
A pensare male si fa sempre peccato ma è difficile non scorgere una relazione tra quanto sta accadendo in queste settimane in fiom. Le dichiarazioni di incompatibilità per i delegati Fca, l’attacco al diritto di sciopero ed al dissenso, ma soprattutto alla pratica del dissenso, tutto appare parte integrante della nuova fiom unitaria. L’unità con i vecchi avversari crea sempre nuovi nemici. Il prezzo per la conquista del contratto e del tavolo unitario in Fca rischia di essere altissimo,soprattutto per i lavoratori. La mobilitazione unitaria dei metalmeccanici che si prepara sul contratto non è dissimile da quella di tante categorie, ultima quella degli alimentaristi, tutta interna alle compatibilità date.
Con la chiusura della residua contraddizione dentro il sindacalismo confederale si accelerano tutti i processi in corso per l’affermazione del sindacalismo istituzionale e bilaterale. Quello cioè che ancora oggi, più di prima, vale la pena di combattere.

Sergio Bellavita

http://sindacatounaltracosa.org/2016/03/16/metalmeccanici-torna-lunita-ma-il-prezzo-e-altissimo/

RSU Continental: la maggioranza si divide sulle pause

Per completezza di informazione:



mercoledì 16 marzo 2016

La reazione della RSU alle forzature dell'azienda sulle pause



Sottotitolo: "di fronte alle forzature dell'azienda, attacchiamo l'azienda o le due delegate che hanno osato proclamare sciopero?"


E l'azienda risponde: CHE PAURA!!!!


Ma come???? Ma se uno dei coordinatori era d'accordo ed ha anche chiamato i lavoratori a fare sciopero....cos'è successo dopo? E' stato richiamato all'ordine o gli piace rimangiarsi le parole?

martedì 15 marzo 2016

COMINCIAMO A DIRE BASTA: SCIOPERO!



Riceviamo e pubblichiamo:
L'azienda continua la sua politica per il ridimensionamento delle pause mettendo in atto forzature sui lavoratori, prima nei reparti produttivi di Fauglia, ora anche a S. Piero. L'obiettivo finale è ancora una volta quello di farci lavorare sempre di più e con carichi sempre maggiori.

Non siamo più disponibili ad accettare altre forzature e, di fronte alle pretese dell'azienda, intendiamo organizzare una difesa rigida delle pause.

Per tale ragione cominciamo a dire basta e indiciamo un'ora di sciopero a fine turno su tutti i reparti e tutti i turni a partire dal turno di mattina di oggi e a seguire nel primo turno di presenza in azienda.

 15 marzo 2016

S. Cini RSU
G. Garzella RSU

sabato 12 marzo 2016

La carta dei diritti della CGIL. Un’arma spuntata.



In questi giorni si stanno svolgendo le assemblee della Cgil per approvare la carta dei diritti e raccogliere le firme per un referendum abrogativo sulla legislazione sul lavoro. Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di un compagno dello Spi di Pescara che ha partecipato a una di queste assemblee.
La Redazione di “Radio Fabbrica”

Se la bozza del nuovo statuto sarà approvata questa diventerà una proposta di legge di iniziativa popolare, accompagnata dalla raccolta firme per dei referendum abrogativi della normativa esistente.

Dal 1979 a oggi, su 260 proposte di legge di iniziativa popolare, solamente 3 sono diventate legge e solo perché accorpate in Testi Unificati con proposte di iniziativa governativa (addomesticate). Addirittura, 137 (53%) non sono state neanche mai discusse in Commissione, rimanendo nei cassetti di Camera e Senato. Ci sono poi referendum in generale, penso per esempio a quello sull'Acqua vinto clamorosamente ma con quale esito concreto?
Con queste premesse mi chiedo quali impegni concreti il sindacato potrà assumere nei confronti dei lavoratori e dei pensionati? L'unica certezza è l'oneroso impegno finanziario che ha assunto con questa operazione.

Dopo aver rinunciato ad ogni forma di lotta vera e non simbolica di fronte a tutti gli attacchi che gli ultimi governi hanno portato avanti contro i lavoratori e pensionati, dopo essere stati immobili per mesi di fronte all’arroganza padronale che si va manifestando sempre più aggressiva, oggi la proposta della Cgil è quella di conquistare una nuova legislazione a favore dei lavoratori a suon di firme, come se fosse possibile oggi conquistare tutto senza lottare.
La ex segretaria dello Nazionale SPI Carla Cantone negli scorsi mesi, quando ancora era segretaria dei pensionati, in TV rassicurava i pensionati sulle trattative per rendere meno invasiva la riforma Fornero, ma subito dopo arriva la notizia che il governo intendeva tagliare anche le pensioni di reversibilità.

Recentemente Renzi è venuto a Chieti a stappare lo champagne per brindare ai nuovi 48 posti di lavoro della Valter Tosto grazie alla JobAct, ma subito dopo arrivava la notizia di 400 posti in esubero dichiarati alla Brioni di Penne.

Non c'è stata la volontà di difendere il vecchio statuto, di difendere i diritti che avevamo già conquistato e adesso ci propongono di riconquistarli con strumenti che si sono già dimostrati inefficaci.

Passando nel merito, il testo della bozza sembra un libro dei sogni.

Ci sono misure assolutamente condivisibili come il ripristino dell’articolo 18 e la sua estensione a tutti, come il riordino delle tipologie di lavoro o come la regolamentazione dei rapporti di lavoro negli appalti.

Ma nel contempo si trovano misure che lasciano quantomeno perplessi, come la traduzione in legge del Testo unico sulla rappresentanza o la partecipazione dei lavoratori alla gestione e all’utile d’impresa attraverso i fondi pensione.

Quindi, da un lato la limitazione dell’attività sindacale a garanzia non del diritto dei lavoratori a organizzarsi ma del ruolo e del potere delle burocrazie sindacali, dall’altro un’idea del rapporto tra i padroni e i lavoratori del tutto ripulita di ogni conflittualità, come se gli interessi degli uni e degli altri potessero conciliarsi.

Appare chiaro quindi come questa proposta sia finalizzata non tanto alla riconquista dei diritti dei lavoratori quanto piuttosto alla difesa del ruolo della burocrazia sindacale, proprio in un contesto in cui i padroni minacciano costantemente di poterne fare a meno (vedi per esempio l’Ikea di Pescara dove i sindacati sono completamente assenti e non c’è un solo lavoratore iscritto al sindacato).
Bisogna rivedere completamente tutto il discorso e rimetterlo con i piedi per terra.

Oggi si può e si deve tornare al contrattacco, ma avendo l’idea chiara che nuovi diritti si possono solo strappare, e per farlo è necessario il conflitto e la lotta di classe.

Written by Alfonso Capodicasa (Spi-Cgil Pescara)


venerdì 11 marzo 2016

CONTI BONUS

È stata comunicata la cifra che sarà erogata in tutte le sedi Continental, a titolo di CONTI Bonus, a partire da aprile 2016.
Tale cifra è 1208 euro per la prima fascia di paesi e 604 euro per la seconda fascia.
La nostra fascia di riferimento crediamo sia la prima ( 1208 euro) come è sempre stato.

giovedì 10 marzo 2016

Ordine del Giorno alla RSU del 10 marzo: RESPINTO!


Riceviamo e pubblichiamo l'Ordine del Giorno presentato dalle delegate S. Cini e G. Garzella alla RSU tenutasi oggi in presenza del segretario provinciale FIOM.
L'OdG è stato respinto con la seguente votazione:
- contrari 5
- favorevoli 2
- un delegato si è rifiutato di partecipare al voto

TESTO ORDINE DEL GIONO presentato alla RSU del 10 marzo 2016
Nelle prossime assemblee la RSU deve:

1) organizzare la resistenza alle forzature che l'azienda sta
mettendo in pratica su:

- mancanza o riduzione del preavviso per il cambio turno
- aumento dei carichi di lavoro
- ricorso sistematico allo straordinario

2) organizzare la difesa rigida delle pause attualmente in vigore, senza che il mantenimento delle pause si risolva in un aumento dei carichi e dei ritmi di lavoro

Inoltre la RSU deve rivendicare:

3) che gli aumenti dei volumi di produzione devono essere comunicati
alla RSU e coperti con assunzioni a tempo indeterminato

4) che comunque, nel caso di assunzioni di interinali, vengano rispettati chiari criteri di anzianita`

Se l'azienda continua con la sua politica su pause, carichi di lavoro,
turni e assunzioni la RSU risponderà con scioperi, da articolare
soprattutto nei reparti in cui e` maggiore l'urgenza della produzione.

CONTINENTAL - COMINCIARE A RIVENDICARE

Riceviamo e pubblichiamo:

Diversi lavoratori dai reparti di S. Piero sono stati inviati a Fauglia senza il dovuto preavviso per il cambio turno dopo essere stati contattati singolarmente.
Da Fauglia ci riferiscono condizioni di lavoro sempre più pesanti sui reparti a livello di carichi di lavoro, sia per manutentori che operatori, ricorso continuo allo straordinario e ricorso al lavoro interinale senza alcun rispetto per le anzianità acquisite dai lavoratori.

L'azienda continua a procedere come le pare senza incontrare alcuna opposizione. La nostra posizione in merito rimane questa:

1. Riteniamo non più rinviabile pretendere dall'azienda chiarezza sui volumi e sulle prospettive produttive del 2016 e dei prossimi anni.

2. E' necessario aprire subito una vertenza sui carichi di lavoro aumentati che porti anche alle assunzioni se i volumi lo richiedono.

3. Ogni altra pretesa dell'azienda di voler cambiare le pause e/o peggiorare ulteriormente le condizioni di lavoro, ora più che mai, va rispedita al mittente.



10 Marzo 2016
Giada Garzella RSU
Silvia Cini RSU

mercoledì 9 marzo 2016

APPELLO DI SOLIDARIETÀ: COMPAGNI DELLA FIOM, ADERIAMO NUMEROSI AL COMITATO DELLA FCA


Aderiamo tutt@ al comitato FCA. Gli imcompatibili siete voi!


Per aderire inviare mail a sindacatounaltracosa@gmail.com o segnalarlo alla nostra pagina facebook.
Riteniamo gravissime le decisioni della Fiom e della Cgil di sancire l’incompatibilità a rappresentare la Fiom delle compagne e dei compagni della Fca che hanno aderito al comitato lavoratori Fca centro sud . Nella ferma convinzione che la costituzione del comitato non sia lesiva dello statuto Cgil né che sia in concorrenza con gli interessi della nostra organizzazione aderiamo allo stesso in forma solidale.
Sergio Bellavita direttivo nazionale Cgil
Eliana Como direttivo nazionale Cgil
Maria Pia Zanni direttivo nazionale Cgil
Riccardo Antonini Dir.Reg.Cgil Toscana
Claudio Amato direttivo regionale Cgil lazio
Carlo Carelli Dir.Naz.Filctem
Christian De Nicola comitato centrale Fiom
Francesco Durante dir.naz.Fisac
Giulio De Angelis Dir.Reg.Cgil Lazio
Franco Grisolia, Fisac
Mario Maddaloni Dir.Naz.Filctem
Giuliana Righi comitato centrale Fiom
Luca Scacchi Dir.Naz.Flc
Nando Simeone direttivo nazionale Filcams
Aljosha Stramazzo Dir.Naz.Fisac
Giuseppe Tiano Dir.Cgil Calabria-Cgil Cosenza
NUOVE ADESIONI (9 marzo)
Pasquale Loiacono, rsa FCA Mirafiori, Comitato Centrale Fiom
Luongo Caterina Rsa Fca Mirafiori
Costa Giuseppe Rsa Fca Mirafiori
Napolitano Stefano Rsa Fca Mirafiori
Franchetti Carlo Rsa Fca Mirafiori
Serra Carmine Rsa Fca Mirafiori
Epifania Maria Rsa Fca Mirafiori
Pasqualino Salvatore Rsa Fca Mirafiori
Russo Luigi Rsa Fca Mirafiori
Tripodi Vincenzo Rsa Fca Mirafiori
Gallito Enrico Direttivo Fiom Mirafiori
Loi Angelo Direttivo Fiom Mirafiori
Fanari Fabrizio Direttivo Fiom Mirafiori
De Luca Giovanna Direttivo Fiom Mirafiori
Losito Angelo Direttivo Fiom Mirafiori
Sanfilippo Michela Direttivo Fiom Mirafiori
Del Vesco Simonetta Rsa Fca Mirafiori
Renato Genovese, SLC Genova
Ada Miceli, Fiom Milano
Angelo Pozzi, rsa Deutsche Bank direttivo Fisac nazionale e Cgil Milano
Leonardo De Angelis, rsu SI, Filcams e Cgil Roma Lazio
Leonardo Favaro, Filcam Treviso
Patrizia Fabbricini Cgil Fp sanità napoli rsa
Simone Grisa, Comitato Centrale Fiom, Fiom Bergamo e Cgil Lombardia
Ulisse Pellegrinelli, rsu Brembo, direttivo Fiom Bergamo
Michele Laporta, rsu Brembo, direttivo Fiom Bergamo
Annalivia Ciocca, rsu AZ Fiber, direttivo Fiom Bergamo
Angelo Gabriele Trovenzi, rsu Corali, Fiom Bergamo
Marina Carrara, rsu Eutron, direttivo Fiom Bergamo
Alda Colombera, direttivo Fp e Cgil Bergamo
Emanuele Rota, direttivo Filctem Bergamo
Ilario Poloni, direttivo Filctem Bergamo
Maria Lucia Soliani Stradi, Rsa Domus Modena, Fp Modena
Amedeo Testa
Cecconi David, rsu/rls Metro cash and carry
Sabrina Piacentini, rsu Metro cash and carry
Lorenzo Mortara, rsu Fiom YKK, direttivo Cgil Piemonte
Giuseppe Corrado, Comitato centrale Fiom, rsu Centro ricambi Piaggio CEVA
Massimo Cappellini, rsu Fiom Piaggio, direttivo Fiom Pisa
Adriana Tecce, rsu Fiom Piaggio, direttivo Fiom Pisa
Giorgio Guezze, rsu Fiom Piaggio, direttivo Fiom Pisa
Massimiliano Malventi, rsu Fiom Piaggio, direttivo Fiom Pisa
Michela Ruffa, direttivo Fiom e Cgil Pisa
Giacomo Romboli, direttivo Fiom Pisa
Giada Garzella, direttivo Fiom Pisa, Rsu ed Rls Continental
Silvia Cini, direttivo Fiom Pisa, Rsu Continental
Antonella Stasi, Comitato Centrale Fiom e Fiom Parma
Andrea Bottioni, Delegato Fiom Rsu Sacmi
Bruno Calloni, Delegato Fiom Rsu Tagliavini
Marcello Bia, Delegato Fiom Rsu Nilma
Calimaco Cantoni, Delegato Fiom Rsu San Polo lamiere
Cecilia Furlotti, Delegata Fiom Rsu Sidel
Cristiano Mandara, Delegato Fiom Rsu Fasmec
Savvas Salamousas, Delegato Rsu Fiom Bosch
Francesco Santoro, Funzionario Fiom Parma
Giuseppe Domenico, Rana Iscritto Fiom Sidel
Claudio Pattini, Iscritto Fiom Dulevo
Ivan Passaretti, Delegato Rsu Fiom Sidel
Matteo Magni, Delegato Rsu Fiom Battioni e Pagani Pompe
Marco Battaini, Delegato Rsu Fiom Ocme
Alessandro Mastrapasqua, Delegato Rsu Fiom Lanfranchi
Matteo Salemme, Delegato Rsu Fiom Crown
Enrico Morza, Delegato Rsu Fiom San Paolo lamiere
Paolo Bettuzzi, Delegato Rsu Fiom Robuschi
Dario Rovelli, Delegato Rsu Fiom Crown
Tiziano Peracchi, Delegato Rsu Fiom Mingazzini
Daniele Villazzi, Delegato Rsu Fiom Sma Serbatoi
Carmelo Agnello, Delegato Rsu Fiom Matthews
Ugo Bertinelli, Delegato Rsu Fiom Sma Serbatoi
Vincenzo Parrucchella, Delegato Rsu Fiom Canessa
Vincenzo Paparo, Delegato Rsu Fiom
Marco Cleri, Delegato Rsu Fiom Ocme
Ferruccio Buzzi delegato fiom Beta utensili Sovico, direttivo fiom Brianza
Stefano Brunelli Dir CdL Cgil Torino
Marco Lentini Direttivo Provinciale FpCgil Torino
Maria Falcitelli Direttivo regione Piemonte FISAC CGIL
Gian Luca Belletti RSU Enel della Zona di Parma
Vincenzo Guerrieri Titan, Finale Emilia
Giuseppe Vassallo “Giosino” Dir. Confederale Regionale Liguria- Dir Provinciale Filtcem
Dario Filippini direttivo nazionale spi
Franzoso Giuseppe, direttivo spi Torino Piemonte
Andrea Berezedy, rsu Ultraflex di Casella
Andrea Dolcetti, rsu Tecnosky, Fiom Roma est
Oliana Boni, rsu IBM, Fiom Roma col
Giuseppe Legnante, direttivo regionale Fisac Roma Lazio
Andrea de Innocentis, Fp Roma est
Roberto Bossi, Spi Roma est
Emanuela Torri, rsu Engeenering Fiom Roma est
Maurizio Muzzin, rsu Engeenering Fiom Roma est
Salvatore Trullo, Filcams Roma
Daniele Manzo, Fiom Roma Col
Domenico Stratoti, rsa hotel Majestic, Filcams Roma
Iolanda Bellletti Rao, rsu Selex, Fiom Roma Col
Spartaco Martinelli, rsa Unicoop Tirreno, Filcams Roma
Andrea Furlan, direttivo Roma col
Renzo Scorzo, direttivo Roma col
Francesco Locantore, direttivo nazionale FLC
Eugenio Trebbi, Filcams Roma
Danilo Lollobrigida, HP, Filctem Roma
Antonello Colaiacomo, Filt ATAC Roma
Fulvio Parisi, direttivo regionale Fisac Roma Lazio
Armando Morgia, rsu Comune di Roma
Beppe Corioni, Csa 28 Maggio, Rovato (Brescia)
Enrico Pellegrini, direttivo Filcams Venezia e Veneto e Cgil Venezia

martedì 8 marzo 2016

COSA STA SUCCEDENDO IN CGIL? La parola ai delegati FCA considerati incompatibili..

Delegati Fca: gli incompatibili non siamo noi


E’ veramente difficile convincersi di vivere e rivendicare diritti di un paese democratico…
Siamo un gruppo di iscritti e delegati della Fiom Cgil , tutti lavoratori negli stabilimenti FCA del centro sud, giudicati dalla Commissione Statutaria interna alla nostra Organizzazione incompatibili con la stessa, in quanto facciamo parte di un coordinamento di lavoratori FCA del centro sud che al suo interno ha colleghi appartenenti ad altre sigle sindacali.
Essere incompatibili può significare espulsione, può significare toglierci la delega da rsa, compromettendo le nostre iniziative all’interno delle fabbriche e nei rapporti con i lavoratori da noi rappresentati e per i quali spesso siamo l’unico riferimento sui luoghi di lavoro.
Sentirsi giudicati incompatibili alla Cgil perchè cerchiamo , con determinazione, un confronto con altri colleghi che subiscono le stesse nostre condizioni, rispetto alle quali è nostra intenzione ribellarci e determinare una svolta che ci ridia diritti e dignità, ha dell’incredibile!
La storia della Cgil dimostra che azioni come la nostra sono sempre state valorizzate e mai giudicate tanto negativamente.
Noi portiamo avanti quei valori di aggregazione, è abbastanza evidente che il sindacato di cui facciamo parte cerca di contrastarli.
Perchè usare tanta repressione?, le risposte, a nostro modo di vedere sono molteplici, in capo a tutte c’è la volontà di normalizzare un sindacato che per molti è rimasto l’unico, tra i confederali , che possa ancora rimettere in discussione la difesa della classe operaia.
Normalizzare il conflitto e diventare come Fim e Uilm, cioè come quei sindacati che hanno fatto di tutto per metterci fuori dagli stabilimenti FCA, e ai quali sempre più spesso i vertici Fiom tendono la mano in segno di pace, ecco.. questo sì che dovrebbe essere considerato incompatibile con il nostro Statuto..
Siamo delegati che continuano a proclamare scioperi in FCA , spesso rivendicando quell’autonomia che è in capo ad ogni sindacalista di fabbrica, è questo uno dei problemi ?
Siamo dei lavoratori che , al di là delle appartenenze sindacali , cercano di difendersi, difendersi da un padrone sempre più autoritario, che quando colpisce i propri dipendenti non fa alcuna distinzione , colpisce tutti , ed è da questo presupposto che è partita l’idea di coordinarci , di fare fronte unico.
Questo non vuol dire assolutamente creare un parasindacato , assolutamente no!!!
Questo significa cercare altri colleghi , che come noi, voglio unirsi sui posti di lavoro per fare della lotta alla prepotenza l’unica strada perseguibile.
Un ultima precisazione ci sentiamo di fare , e riprende la frase a titolo della nostra lettera, in quale luogo che si definisce democratico , si giudicano ed eventualmente condannano delle persone senza averle nemmeno ascoltate? , in un Paese civile nessuno.. ma è quanto accaduto a noi, da quando abbiamo appreso da altri e non dalla Cgil, di essere sotto indagine non ci è mai stata data la possibilità di motivare le nostre scelte in merito all’oggetto della discussione.
Nessuno ci ha convocati per chiederci spiegazioni, pur avendo incontrato spesso i segretari che avevano fatto denuncia alla Commissione Statuto Cgil, nessuno ci ha informati, possiamo affermare senza paura di essere smentiti che è stato fatto tutto alle nostre spalle ..
Questo è in assoluto un atteggiamento autoritario, nei Paesi meno democratici al mondo si finge un processo, a volte anche sommario, la nostra organizzazione ha saputo fare di peggio.
In conclusione, di cosa siamo accusati, di fare gruppo con altri colleghi per difenderci a vicenda ?.. Se questa è la preoccupazione del nostro sindacato più che del padrone, forse gli incompatibili all’organizzazione di Di Vittorio non siamo noi..
Martedì, 8 Marzo 2016
iscritti e delegati della fiom cgil in FCA
Maria Labriola direttivo fiom Melfi, Stefania Fantauzzi rls/rsa fiom Termoli, Giuseppina Imbrenda rsa fiom Melfi, Michela Canci rsa fiom sevel, Francesca Felice direttivo fiom sevel, Massimiliano Fierro rls/rsa fiom Termoli, Antonio Langone rsa fiom Melfi, Fabio D’Ilio rsa fiom Termoli, Antonio Lamorte rsa fiom Melfi, Domenico Cappella rsa fiom Termoli, Domenico De Stradis rsa fiom Melfi, Ernesto Marcovicchio rsa fiom Termoli, Silvano Fanelli direttivo fiom Melfi, Leonardo Di Maio direttivo fiom Termoli, Antonio De Stefano iscritto fiom Melfi, Antonio Genovese iscritto fiom Melfi, Marco Pignatelli direttivo fiom Melfi, Luciano Chiavaroli direttivo fiom sevel


http://sindacatounaltracosa.org/2016/03/08/delegati-fca-gli-incompatibili-non-siamo-noi/

lunedì 7 marzo 2016

CCNL METALMECCANICI - Una trattativa pericolosa per le lotte e gli obiettivi di noi lavoratori!


Sul rinnovo del Contratto Nazionale i Sindacati, compresa la FIOM, stanno  trattando sulla base di cedimenti gravissimi per i diritti e gli interessi dei lavoratori.

Federmeccanica e Sindacati concordano completamente:

- sulla ESIGIBILITA' DEGLI ACCORDI da parte delle aziende, che significa DIVIETO ALLE RSU di indire scioperi contro accordi firmati, e SENZA MAI PREVEDERE modalità certe per l'approvazione degli accordi da parte dei lavoratori. Previste anche “clausole di raffreddamento”, che obbligano a non indire scioperi durante le trattative.

- sulla flessibilità in funzione della produttività e dell'abbassamento dei costi per le aziende

- sull'utilizzo dello straordinario individuale come banca ore per riduzioni di orario negli ultimi anni prima della pensione (un bel modo per spremere i lavoratori nel pieno delle loro forze senza pagare straordinari!)

- sullo sviluppo della sanità integrativa aziendale, rinunciando alla difesa della sanità pubblica

I Sindacati si stanno anche mostrando disponibili a trattare su diverse altre richieste del padronato, molto pericolose:

- abolizione degli scatti di anzianità, sostituiti da una valutazione di "professionalità" a discrezione delle aziende

- abolizione delle  voci fisse e continuative della retribuzione  (superminimi individuali e collettivi, aumenti periodici di anzianità, premi di produzione orari e mensili, importi retributivi fissi, ecc.), da inglobare una volta per tutte nei minimi nazionali; saranno bloccate le retribuzioni individuali attualmente superiori ai minimi che verranno fissati. Saranno possibili aumenti salariali solo a livello aziendale sotto forma di premi di risultato, di presenza o altri premi incentivanti

- i minimi nazionali saranno adeguati solo a luglio dell'anno successivo e solo con l'inflazione diminuita degli aumenti energetici (in realtà i soli previsti per i prossimi tre anni)

E' perciò chiaro che i contenuti della trattativa in corso sul Contratto Nazionale riproducono gli obiettivi che il padronato persegue da anni: riduzione degli spazi di rivendicazione e di conflitto, blocco dei salari, diminuzione del costo del lavoro, strumenti alle aziende per la divisione dei lavoratori, rinuncia a rivendicare l'abbassamento dell'età pensionistica e a difendere la sanità pubblica.

Chi intende firmare un Contratto Nazionale con questi contenuti, e  chi verrà a presentarlo nelle fabbriche con la scusa della crisi  e della competitività, deve incontrare un chiaro rifiuto dei lavoratori.

Deve essere chiaro che questo e` anche il risultato di una scelta della dirigenza nazionale della FIOM. Come era evidente dalla sua Piattaforma rinunciataria,  la direzione FIOM non ha saputo ne' voluto combattere fino in fondo la battaglia contro il Contratto FIAT, i Contratti nazionali separati,  gli accordi sulla limitazione dei diritti sindacali e ha scelto di ritornare, in cambio del riconoscimento da parte del padronato,  alla politica dell'unità sindacale, disastrosa e fallimentare per gli interessi dei lavoratori .

Questa scelta contraddice apertamente le rivendicazioni e le lotte sostenute dai delegati FIOM in tante fabbriche, fino al punto che alla FIAT di Melfi e di Termoli i delegati che hanno indetto gli scioperi contro i turni e gli straordinari imposti dalla FIAT sono stati sconfessati dai Segretari Provinciali FIOM e minacciati di espulsione dalla CGIL.

Come a Melfi e in tante altre fabbriche, dobbiamo praticare, contro questa politica di cedimenti, una azione sindacale completamente diversa, che rifiuti i vincoli alle lotte e al diritto di sciopero e respinga punto per punto l'attacco e le pretese del padronato, a cominciare dallo scontro quotidiano sulle condizioni di lavoro.


Delegati e Dirigenti Fiom Piaggio e Continental dell’area “Il Sindacato é un’altra cosa”

M. Cappellini, A. Tecce, G. Corrado, M. Ruffa, M. Malventi, G. Romboli, S. Cini, A. Bellagamba, G. Guezze, G. Bedini, G. Garzella, E. Natali, S. Bonchio

venerdì 4 marzo 2016

Contro le espulsioni, l’autoritarismo. Per le libertà sindacali



Esecutivo nazionale Sindacato altra cosa-Opposizone Cgil.

Il ricorso presentato dalla Fiom della Basilicata e del Molise contro i compagni e le compagne Fiom Fca di diversi stabilimenti ha avuto un esito inaccettabile. Il collegio statutario nazionale della Cgil ha infatti deliberato, a maggioranza, l’incompatibilità tra l’appartenenza al coordinamento intersindacale di lavoratori del gruppo Fca e la Cgil. Ciò consegna alla Fiom la facoltà di espellere senza ulteriore giudizio e senza diritto di difesa i compagni e le compagne Fiom del coordinamento Fca. Le loro colpe? Essere entrati in dissenso con la linea dell’organizzazione ed aver proclamato sciopero su diversi sabati comandati. Ogni iniziativa è stata assunta dai compagni e dalle compagne come singoli/e delegati/e Rsa Fiom ed in rapporto con i lavoratori Fca. Il comitato dei lavoratori Fca appare pertanto solo un pretesto per impedire la discussione interna e soffocare il dissenso. Peraltro all’interno di un’azienda che ha cancellato i diritti sindacali, rotto il contratto nazionale e messo fuori legge la Fiom e tutto il sindacalismo non complice. E’ lo stesso diritto di organizzare e praticare il dissenso dentro la Fiom e la Cgil a venire messo in discussione alla radice. L’espulsione di delegati in prima linea nella battaglia contro il modello Marchionne sarebbe un atto violento di rottura della storia della nostra organizzazione. Una rottura che non può e non deve avvenire. E’ nostra intenzione riprendere la campagna, ad ogni livello, per impedire le espulsioni e l’autoritarismo, per le libertà sindacali, la difesa della Costituzione, il pieno diritto di sciopero.

Riunione RSU del 3 marzo


la RSU è stata convocata giovedì 03/03 con il seguente ordine del giorno:


1. Informativa sull'incontro avuto il 19/02 tra delegazione trattante e l'Azienda per XL3.


2. Organizzazione seggi per consultazione lavoratori sulla "Carta dei diritti universali del lavoro" e sui referendum abrogativi.


3. Analisi della situazione sindacale in Continental alla luce dei recenti incontri con l'Azienda.


4. Varie ed eventuali.

Attendiamo che la RSU renda pubblico a tutti i lavoratori, in tempi brevi, il verbale della riunione comprendente anche il resoconto completo degli argomenti trattati con l'Azienda durante i "recenti incontri".