mercoledì 24 luglio 2019

Metalmeccanici. Approvata la piattaforma contrattuale dell’Usb

Un voto unanime favorevole ha concluso la ricca e partecipata discussione dell’assemblea di Bologna, mercoledì 17 luglio, sui singoli punti della piattaforma e sul carattere della vertenza che USB vuole aprire sulla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici del settore metalmeccanico. (....)

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http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2019/07/22/117520-0117520

mercoledì 10 luglio 2019

La RSU CPT Continental non sa più che pesci prendere


Siamo seriamente preoccupati per le azioni scomposte e prive di razionalità che la RSU sta portando avanti. L'ultimo comunicato ne è la dimostrazione.

Nonostante in premessa si faccia riferimento a diverse questioni poi si continua ad indire sciopero esclusivamente per la questione degli interinali, continuando a dividere e a creare confusione tra i lavoratori.

Pare si voglia denunciare una situazione grave in merito alla gestione aziendale ma senza mai arrivare a dire che l'obbiettivo finale delle scelte della multinazionale è una ristrutturazione vera e propria della sede di Pisa, che potrebbe portare nei prossimi anni alla riduzione del personale e concludendo che “l'unico problema dell'azienda pare siano le pause" di fatto se ne sminuisce l'azione e ci si rende complice del percorso di CPT, deciso ed espresso chiaramente ai lavoratori durante i meeting.

Nessun accenno al fatto che i volumi volano in Cina,  nessuna volontà di attaccare veramente l'azienda sulla politica che sta portando avanti, nessuna volontà di affrontare in modo unitario le questioni con chi invece denuncia questi problemi da tempo. Solo azioni scomposte e incoerenti, per mostrare che si fa qualcosa e per tentare di riconquistare la credibilità che FIOM e FIM hanno perso di fronte ai lavoratori e come controparte di fronte all’azienda. Solo un tentativo disperato per sedersi di nuovo ai tavoli che l'azienda giustamente non concede più dopo anni di cedimenti e arrendevolezza.

Come USB ci dissociamo da questa scelta della Rsu Fiom, una scelta non chiara, che non porta a niente, anzi indebolisce ancora di più i lavoratori di fronte ad una azienda aggressiva che sceglie di fatto la linea dura.       
10 luglio 2019 - USB CPT Continental

martedì 9 luglio 2019

CPT Continental: la ristrutturazione è già in atto e va contrastata


Durante il suo ultimo  meeting con i lavoratori nel quale, tra le altre cose, è stato comunicato che alcuni nostri volumi di iniettori sono stati trasferiti in Cina, l’azienda ha espresso la necessità di aumentare di quasi la metà un indice che chiama "profittabilità" agendo sull'efficienza produttiva delle sedi di Pisa.
La prima azione da portare a termine in questa direzione, ha affermato, è la riduzione delle pause per gli operai in produzione. Nessun ostacolo, ha detto, sarà ammesso. La Dirigenza ha anche affermato che le teorie per cui lo sviluppo nei nostri stabilimenti sarebbe fermo, sono false. Anzi, a suo dire, a Pisa si starebbe sviluppando nuova tecnologia nel settore “dell’elettrico".
Vogliamo essere realistici. Aumentare di circa la metà  l'indice di profittabilità vuol dire indirettamente aumentare il profitto che deriva dagli iniettori venduti. Gli elementi che possono incidere significativamente in questo senso sono solo due: i salari e il numero di operai necessari per produrre un certo volume di iniettori. Tutto il resto ha effetto quasi nullo in quanto molte delle voci di spesa sono relative ai cosiddetti costi fissi.
Se, come dichiarato dall’azienda stessa, non c’è intenzione di dimezzare i salari (cosa difficile non essendo in Cina) allora è chiaro che, a parità di volumi, questo voglia dire aumentare la produttività e cioè probabilmente lavorare con un operatore laddove prima si lavorava con due.
Bisogna essere tutti coscienti che siamo di fronte alla fredda logica di una multinazionale per cui non vale nient’altro che il profitto. Non esistono diritti, tutte le azioni che d'ora in poi deciderà di fare l'azienda, a partire dalla probabile riduzione delle pause, avranno l'obiettivo di diminuire il numero degli operai necessari alla produzione.
In questo quadro tutti siamo coinvolti, operai e impiegati, e deve essere chiaro che nessun “sacrificio” potrà dare la garanzia del posto di lavoro. L'unica certezza è che accettare ulteriori peggioramenti delle nostre condizioni di lavoro, non potendo competere con paesi come la Cina, servirà  solo a diventare in troppi, e quindi non più necessari, in un tempo minore.
Questa ipotesi unita all'affermazione purtroppo senza fondamento, che gli stabilimenti di Pisa siano attualmente impegnati nello sviluppo “dell’elettrico”, sono per noi motivo di forte preoccupazione per cui non si può rimanere passivi. Il fatto che non vi sia alcuna evidenza concreta di un piano di investimenti e di riqualificazione del personale tecnico nel settore non fa che confermare questa nostra ipotesi.
Per queste ragioni riteniamo fondamentale restare uniti come lavoratori, non cedere ai ricatti e organizzarci per difendere con le unghie e con i denti il valore del nostro lavoro con una risposta sindacale chiara e decisa. Nei prossimi giorni valuteremo e vi proporremo percorsi di lotta adeguati.                                               
 08 luglio 2019
USB CPT Continental
USB Lavoro Privato Livorno

giovedì 4 luglio 2019

Le assemblee aziendali

In CPT Continental l"azienda si sostituisce al sindacato e la RSU FIOM glielo permette, probabilmente per farsi dare una mano a far ingoiare rospi ai lavoratori.

Ai lavoratori non piacciono più questi giochetti.

Il Foglio Bianco

martedì 2 luglio 2019

CPT Continental - Prima assemblea a San Piero: "se non si vuole dividere i lavoratori, bisogna unirli nelle rivendicazioni e nelle vertenze".


All'assemblea di questa mattina a San Piero, la proposta di sciopero della RSU non è stata apprezzata dai lavoratori che hanno chiesto, pressoché all'unanimità, di mettere insieme in un'unica vertenza, oltre alla questione dello staff leasing anche le questioni che riguardano i lavoratori fissi (riorganizzazione Continental, buste paga, carichi di lavoro, organizzazione del lavoro, ecc.) con lo scopo di unire effettivamente tutti i lavoratori. Allora i delegati, da uno sciopero per i soli interinali sono passati, a parole, ad inserire nel loro programma i punti dei lavoratori, ad arrampicarsi sugli specchi per trovare una soluzione alle osservazioni/contestazioni che venivano portate. Ma alla proposta esplicita di aggiungere queste motivazioni al volantino di sciopero e quindi condividere e sostenere le ragioni dello sciopero così come indetto da USB, nonostante la proposta fosse sostenuta dai lavoratori che alzavano la mano in segno di approvazione, i delegati e il segretario FIOM sono in andati in difficoltà palese ed hanno cominciato ad attaccare i lavoratori con discorsi fuori da ogni logica e dicendo che bisognava seguire la RSU, che solo la RSU é legittimata a decidere ed altri vaneggiamenti ancora.

I lavoratori ancora una volta hanno dato lezione di maturità, democrazia e capacità sindacali alla RSU.

Bravi!

Leggi anche:
https://ilfoglio-bianco.blogspot.com/2019/06/usb-cpt-continental-comunicato-di.html?m=0

Vertenza Magna Closures


Comunicato stampa

Questa mattina, 1 luglio 2019, l’Unione Sindacale di Base Livorno ha convocato una conferenza stampa di fronte ai cancelli della Magna Closures di Guasticce.
Come già annunciato nei giorni precedenti, a causa di numerose pressioni e vere e proprie minacce non siamo riusciti a raccogliere le firme necessarie per imporre il referendum sul recente accordo firmato dalla RSU di Fiom e Fim. Ai sensi del testo unico sulla rappresentanza erano necessarie 162 firme, il 30 % della forza lavoro attuale, entro 10 giorni dalla stipula dell’accordo.  Vorremmo chiarire prima di tutto questo aspetto. La raccolta firme serviva per dare la possibilità a tutti i lavoratori e le lavoratrici di esprimersi democraticamente su un’intesa firmata sotto ricatto in due giorni senza neanche una discussione seria con i diretti interessati. La nostra iniziativa non era quindi rivolta direttamente all’annullamento dell’accordo bensì alla votazione dello stesso. Se avesse vinto il sì la nostra organizzazione avrebbe rispettato l’esito del voto. Nei primi giorni di raccolta molti dipendenti Magna avevano scelto di sostenere questa nostra richiesta. La risposta dei sindacati e dell’azienda non si è fatta attendere. Quando abbiamo raggiunto 100 firme la dirigenza ha organizzato una cosiddetta “convention”, cioè un’assemblea retribuita in cui sono state fatte delle comunicazioni allarmanti circa il futuro dell’azienda.  Un modo per spaventare ancora di più gli operai dello stabilimento. Contemporaneamente diversi delegati sindacali hanno iniziato a fare pressioni sui lavoratori perché togliessero la firma dai moduli che avevamo predisposto.
Un atteggiamento grave che sommato al divieto di partecipare alle assemblee per il nostro responsabile dell’industria fanno capire qual è il clima che si respira in azienda. Nonostante ciò le 100 firme raccolte saranno comunque consegnate alla RSU. RSU che dovrà prendersi la responsabilità di aver firmato un accordo senza passare da una consultazione democratica. Quella democrazia sindacale tanto sbandierata dalla CGIL che non trova però applicazione nelle dinamiche sindacali reali.
La nostra posizione sull’accordo non cambia. Non è concedendo alle aziende tutto ciò che vogliono che si portano a casa i risultati. Questa strategia si è già dimostrata fallimentare in passato e il nostro territorio ne sa, purtroppo,  qualcosa.  Ma vorremmo aggiungere un ultimo aspetto.  Fermo restando che i diritti dei lavoratori specialmente quando si parla di differenze salariali nella stessa azienda non si possono barattare  con nulla. Anche a voler scegliere la strategia del sindacato “responsabile” si poteva almeno aprire una contrattazione. Ottenere che le nuove assunzioni fossero a tempo indeterminato ( gli eventuali nuovi assunti prenderanno 300 euro in meno dei colleghi ) oppure contrattare un periodo entro il quale, qualora la commessa dovesse risultare confermata nel tempo,  i nuovi lavoratori sarebbero passati alle medesime condizioni dei vecchi assunti. Nulla di tutto ciò. L’accordo è stato redatto dall’azienda e firmato senza battere ciglio. A cosa serve un sindacato se non è neanche in grado di fare contrattazione?
Attendiamo le risposte della dirigenza Magna consapevoli che da qui al 2021, le condizioni potrebbero cambiare nuovamente. Non vi è alcuna garanzia del rispetto degli accordi e già in passato questa multinazionale ha dimostrato di non voler rispettare gli impegni assunti. Monitoreremo, anche attraverso la nostra RSU, il percorso sindacale futuro e siamo pronti in qualsiasi momento ad aprire una vera vertenza per il lavoro e per i diritti degli operai e delle operaie Magna.

    Unione Sindacale di Base Livorno