venerdì 29 aprile 2016

In evidenza il commento di un lavoratore sulla questione delle pause

Sulla "trattativa" che la Rsu sta portando avanti con l'azienda sulla questione delle pause abbiamo ricevuto e pubblicato un commento molto interessante da parte di un lavoratore che avanza delle ipotesi che a nostro avviso non sono assolutamente da escludere. Buona lettura:

"Caro Collega forse è meglio se ti documenti perché gli impiegati hanno già le pause stabilite dalla legge e sono esattamente 15 minuti dopo 2 ore di lavoro. Quindi per favore ci spieghi gentilmente cosa se ne fanno loro di un accordo? Forse l'azienda vuole portare la pausa a 20 minuti anche a loro? Bello!!! Così a noi ce la diminuisce e a loro l'aumenta. Però! Potrebbe essere un'ottima idea per portarli tutti a votare i peggioramenti per gli operai. Ma pensate davvero che siamo tutti un branco di coglioni???"

http://ilfoglio-bianco.blogspot.it/2016/04/la-rsu-va-trattare-i-peggioramenti-per.html

Richiesta convocazione Rsu dopo l'incontro con l'azienda

Riceviamo e pubblichiamo:

Da: Giada Garzella
Data: 29/apr/2016 02:22
Oggetto: Riunione Rsu
A: RSU Continental VDO
Cc: 

Chiediamo la convocazione urgente della Rsu per avere informativa e confrontarsi sui contenuti della trattativa avuta ieri con l'azienda.
A tal proposito proponiamo lunedì 2 maggio come prima data utile.
Rimaniamo in attesa di riscontro.
Saluti.
Giada Garzella e Silvia Cini RSU

giovedì 28 aprile 2016

La Rsu va a trattare i peggioramenti per gli operai

È  previsto per oggi 28 aprile alle ore 15.00 a Fauglia l'incontro con l'azienda per la "trattativa" di cui la RSU in assemblea si è guarata bene dal chiarire e rendere veramente noti i contenuti.
Sappiamo bene però che si è rifiutata di mettere "paletti" alla trattativa per evitare lo smantellamento definitivo dei diritti residui degli operai.

Tutto sarà merce di scambio....ma in cambio di cosa?
Sappiamo esattamente cosa vuole l'azienda e cosa la RSU è disposta a concedergli, ma non sappiamo assolutamente cosa porterà in cambio ai lavoratori (a parte un vago "impegno" per gli interinali), visto soprattutto che si continua a NON parlare di INTEGRATIVO AZIENDALE.

I numeri per trattare la RSU non li ha. Eppure ha la pretesa di poter ottenere qualcosa dall'azienda.... COSA?
Ci  chiediamo anche come pensa di affrontare il referendum tra i lavoratori....
Evidentemente la Rsu confida nel fatto che "i nuovi delegati degli uffici" riusciranno a portare tanti impiegati a votare i peggioramenti per gli operai....

mercoledì 27 aprile 2016

PIAGGIO: Gli scioperi continuano

Mercoledì e giovedì scorso sono avvenuti due incontri con i responsabili del personale della Piaggio: il primo su ferie/permessi, il secondo sui tempi di lavoro.

Sulle ferie la nostra posizione è stata che in assenza di CIG o Solidarietà, non ci sono ragioni per fermate produttive collettive utilizzando ferie o par; l’unico punto su cui abbiamo mostrato disponibilità, fermo restando le 3 settimane di ferie ad agosto, è che si possa stabilire un periodo entro cui si dovranno utilizzare i giorni di ferie residui, che dovranno restare nella disposizione individuale del lavoratore ma potendone concordare le modalità di fruizione.

Sui permessi abbiamo richiesto un calendario annuo che dia certezza ai lavoratori sulla disponibilità dei permessi individuali previsti dal CCNL (8) e che stabilisca le modalità e i periodi di massima in cui verranno utilizzati i 5 permessi collettivi.

L’azienda ha confermato che procederà unilateralmente nel reparto Esperienze sull'utilizzo di par e ferie per fermate collettive, rifiutando di fornire un testo scritto delle proprie posizioni e di previsione dei giorni di fermata. Per quanto riguarda la richiesta di un calendario annuo per l’insieme dei lavoratori ha dato la disponibilità a fare un altro incontro ma ci sembra chiaro, visto l'atteggiamento sulle Esperienze, che non intende rinunciare, a meno che non sia obbligata dalla forza dei lavoratori, all'utilizzo a propria esclusiva discrezione delle nostre ferie e dei nostri permessi, che FIM e UILM le hanno consentito in questi anni firmandone ogni richiesta .

Per quanto riguarda i tempi di lavoro:

così come discusso e condiviso con i lavoratori in sciopero in queste settimane, abbiamo chiesto di aprire una discussione sulla diminuzione dei carichi di lavoro, che non sono più sostenibili. Nell'immediato per iniziare a dare respiro ai lavoratori sulle linee, richiediamo da subito una diminuzione della saturazione non inferiore al 5%,che è una stima, anche prudente, dei peggioramenti dei carichi degli ultimi due anni. La diminuzione dei veicoli prodotti a parità di stazionamenti non avrebbe nessun effetto sulla produzione annua della Piaggio, ma per i lavoratori comporterebbe anche il vantaggio di meno giorni di CIG o Solidarietà e una minore decurtazione del salario nel periodo autunnale. Abbiamo poi richiesto di aggiungere lo stazionamento che è stato tolto sulla linea minivan in 3R.

L’azienda ha rifiutato ogni discussione sulle nostre richieste considerandole ideologiche (sic !!), e si è invece dimostrata interessata al percorso proposto dai delegati che non hanno sostenuto gli scioperi, i quali, mostrando spirito collaborativo con quest’azienda, senza mettere in discussione il carico di lavoro che ogni operaio deve rassegnarsi a sopportare, hanno formato una mini- commissione che andrà sulle linee a verificare solamente quali impedimenti tecnici non garantiscono alla piaggio una “fluida” produzione.

Per questi motivi abbiamo ritenuto questo incontro insoddisfacente rispetto alle aspettative dei lavoratori e proseguito gli scioperi.


RSU FIOM PIAGGIO

http://manifestino.blogspot.it/?m=1

La bomba sociale delle pensioni - ControLaCrisi.org

 Il sistema pensionistico da anni non ha problemi di sostenibilità finanziaria. Eppure le riforme continuano a volerlo usare come un bancomat a favore del bilancio pubblico
Sono stati sufficienti, nello stesso giorno, un cenno molto vago del ministro del Tesoro sulla possibilità di rendere flessibile l’età di pensionamento e il richiamo del presidente dell’Inps che per ricevere la pensione si possano superare nettamente i 70 anni, per richiamare l’attenzione sul sistema previdenziale. Il fatto è che la combinazione tra l’assetto attuale del sistema pensionistico e le difficoltà del sistema economico di creare posti di lavoro stabili e sufficientemente retribuiti sta creando una bomba sociale ad orologeria, la cui gravità viene percepita in misura crescente con l’avvicinarsi del periodo in cui esploderà se nulla verrà fatto per impedirlo. Finora i giovani sembravano aver trascurato il problema, ma non tanto per “miopia giovanile” quanto perché esso veniva molto dopo la più immediata necessità di trovare un lavoro. Ma diventando progressivamente degli “ex-giovani”, percepiscono che la protratta difficoltà di trovare un’occupazione con reddito stabile pregiudica non solo la loro condizione presente, ma anche quella futura di pensionati che diventa meno lontana. D’altra parte, le riforme pensionistiche degli ultimi anni e gli interventi che si prospettano non riguardano solo il futuro degli attuali giovani, ma anche il presente di chi è più o meno vicino alla pensione (come coloro che l’hanno vista improvvisamente slittare anche di 6-7 anni, a volte rimanendo senza reddito alcuno) o di chi è già pensionato (si pensi al ridotto o eliminato adeguamento della prestazione all’inflazione). Dunque, direttamente o indirettamente è coinvolta l’intera popolazione e la progressiva percezione del problema stimola una crescente sensibilità dell’opinione pubblica.
Tuttavia, un aspetto che continua ad essere poco percepito è che l’assetto del sistema pensionistico rileva non solo rispetto all’efficacia e all’efficienza della sua funzione primaria di trasferire reddito corrente dagli attivi agli anziani. Il funzionamento della previdenza si incrocia con altre importanti questioni. Tra queste c’è lo squilibrio del nostro complessivo bilancio pubblico; tuttavia, il nostro sistema pensionistico da molti anni non ha più problemi di sostenibilità finanziaria; sono state sufficienti le riforme del 1992 (governo Amato) e del 1995 (governo Dini) per riportare in attivo, già nel 1996, il saldo annuale tra le entrate contributive e le prestazioni previdenziali al netto delle ritenute fiscali, il cui valore è arrivato a superare il 2% del Pil (nel 2008) e attualmente è intorno ai 20 miliardi di euro. Ciò nonostante, le riforme che si sono succedute fino ai giorni nostri hanno continuato ad usare il sistema pensionistico pubblico come un bancomat per prelievi a favore del complessivo bilancio pubblico.
Nel frattempo si è accentuato l’invecchiamento demografico e si è ridotta la crescita economica, circostanze che aumentano l’onerosità del trasferimento intergenerazionale; ma le riforme previdenziali ne hanno tenuto così conto che il rapporto tra la spesa pensionistica e il Pil è previsto in calo per i prossimi decenni e il rapporto tra i valori medi delle pensioni e dei salari è previsto in diminuzione dal 45% attuale al 33% nel 2036. Dunque la scelta politico-sociale è stata e continua ad essere quella di fronteggiare le negative tendenze demografiche ed economiche, operando una redistribuzione sfavorevole alla parte di popolazione coinvolta nel sistema pensionistico, cioè i lavoratori.
L’aumento dell’età di pensionamento – una misura in linea di massima ragionevole in presenza di allungamento della vita media attesa – è stato attuato senza tener conto della specifica situazione di elevata disoccupazione cosicché, oltre a generare il fenomeno degli “esodati”, ha fatto aumentare la già elevata disoccupazione giovanile e l’età media degli occupati, con conseguenze negative anche per l’efficienza e la capacità innovativa del nostro sistema produttivo che invece dovrebbe aumentare per migliorare la nostra competitività.
ll sistema pensionistico s’incrocia anche con i ricorrenti progetti di riduzione del cuneo fiscale e con l’implicita visione che la riduzione del costo del lavoro sia la via maestra per essere competitivi. La proposta di ridurre l’aliquota contributiva previdenziale di circa 6 punti, metà a vantaggio delle imprese e metà lasciati nella disponibilità dei lavoratori di metterli in busta paga o nella previdenza integrativa, implica in primo luogo una riduzione netta del salario del 3% a favore delle imprese e un abbattimento di quasi il 20% della prestazione pensionistica pubblica. Se i lavoratori metteranno in busta paga i 3 punti contributivi di loro spettanza li vedranno tassati maggiormente; se li impiegheranno nella previdenza integrativa si sostituirà previdenza pubblica con quella privata la quale implica maggiori costi di gestione e prestazioni legate alla più elevata instabilità dei mercati finanziari. Se invece la decontribuzione verrà posta a carico della fiscalità generale vi sarà un peggioramento del bilancio pubblico che aumenterà ulteriormente se la previdenza privata verrà favorita fiscalmente.
Il vincolo del bilancio pubblico è anche il maggiore ostacolo alla opportuna introduzione di maggiore flessibilità di scelta dell’età di pensionamento. Infatti, anche riducendo le prestazioni in ragione attuariale dell’anticipo del pensionamento, si avrebbe comunque una riduzione immediata delle entrate contributive.
I “rumors” che si susseguono in materia pensionistica rimangono dunque tali; magari ci sarà qualche misura appariscente, come dare 80 euro ad alcuni pensionati, ma non sembra che si voglia disinnescare la bomba sociale che sta maturando.
La bomba sociale delle pensioni - ControLaCrisi.org

domenica 24 aprile 2016

STATUTO FIOM: art 10


La Fiom considera sempre possibile realizzare una piena e feconda unità di intenti tra tutti gli iscritti/e  e in tutti gli organismi federali, osservando i princìpi fissati nel presente Statuto e i criteri collaudati da una lunga esperienza di vita unitaria.
Costituisce garanzia di unità sindacale la consapevolezza, maturata in tutto il movimento sindacale, che il sindacato non può essere, per la sua natura e le sue funzioni, sede di conflitti ideologici, non può essere agnostico di fronte ai problemi anche politici che interessano il mondo del lavoro; deve elaborare in modo autonomo e democratico le proprie posizioni politiche, ispirandosi agli interessi generali delle lavoratrici e dei lavoratori e ai princìpi sanciti nella Costituzione della Repubblica italiana, e considerando preminente la salvaguardia dell'unità dell'organizzazione sindacale.

Qualora su questioni squisitamente politiche, non previste dagli indirizzi generali fissati dallo Statuto o dalle risoluzioni congressuali, sorgessero divergenze non immediatamente superabili, o non si riuscisse a definire decisioni e/o prese di posizione formali, gli interessati hanno facoltà di rendere pubblica la propria posizione sulla questione controversa.

http://archivio.fiom.cgil.it/statuto.htm

venerdì 22 aprile 2016

FERIE E PAUSE: nessun problema per la Rsu Continental

Da: Rsu
Per: Rsu 
Data: 22/04/2016 10:21
Oggetto: problemi ferie e pause

Sulle questioni sollevate sotto nessuno ha ancora risposto e pare non esserci alcuna intenzione di discuterne all'interno della RSU.

Sollecitiamo con urgenza una risposta in merito.
Saluti,
S. Cini e G. Garzella RSU
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Da: Rsu 
Per: Rsu, 
Data: 19/04/2016 10:33
Oggetto: ANCORA FORZATURE SU PAUSE

Ancora una volta i lavoratori subiscono forzature e imposizioni sulle pause da parte dell'azienda che improvvisa regole sempre più restrittive, da applicare anche durante le giornate di assemblea, con l'atteggiamento arrogante tipico di chi sa di avere carta bianca e nessun ostacolo ai propri progetti.
Queste imposizioni sono a nostro avviso inaccettabili tanto più se, come avete dichiarato in tutte le assemblee, sull'argomento non vi è stata ancora nessuna trattativa e vanno quindi respinte con forza con un'azione collettiva.
Far finta di nulla significherebbe accettare e condividere le imposizioni dell'azienda per cui vi chiediamo di organizzare un immediato piano di scioperi che incidano sulla produzione finché l'azienda non avrà ritirato le "nuove regole".
S. Cini e G. Garzella RSU
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Da: Rsu 
Per: Rsu, 
Data: 12/04/2016 10:58
Oggetto: Ferie

Ciao,
il piano di chiusura presentato dall'azienda è a nostro avviso inaccettabile, tanto più se, come ci avete comunicato, "sull'argomento non vi è stata nessuna discussione ne tantomeno nessun accordo tra le parti".Si tratta di un atto arbitrario, contrario a quanto previsto dal CCNL, da respingere con un'azione decisa e collettiva. Chiediamo per questo di definire di un piano di scioperi che incidano sulla produzione.Altre forme di contrasto alle decisioni aziendali, che costringano il lavoratore a una risposta individuale, esponendolo ai ricatti e alle ritorsioni dell'azienda, sono da considerarsi a nostro avviso  deboli e  pericolose.Come sarebbe da respingere qualsiasi "mercenteggiamento" sulle ferie che finisca per cedere su qualcuna delle rivendicazioni discusse nelle assemblee dei giorni scorsi.

Giada Garzella e Silvia Cini RSU

giovedì 21 aprile 2016

CONSIDERAZIONI SULLE ULTIME ASSEMBLEE IN CONTINENTAL: in evidenza il commento di un lavoratore

"mi sento solo"
L' assemblea dei giorni scorsi ha svelato in me molti dubbi, incertezze, perplessità e molta molta delusione.Sembra di ascoltare un branco di lupi.Invece "sembrano" anche loro burocrati.Un intervento così riduttivo e insignificante da parte di un seg. Regionale è come vedere un prete in una moschea... Quest' uomo non parla col cuore, parla con la sacca piena, si cari COMPAGNI, vparla con la voce dei nostri soldi portando avanti concetti insulsi che solo quelli della sua specie condividono; perché devono farlo!! Devono tutti mangiare del " pane" che viene loro offerto:17€ al mese per 13 mesi x 6,3 ml di iscritti. !!!Parla e parla blatera frasi e tenta di riportarci su una dimensione vuota, si vuota come il suo sguardo che non si è mai alzato mezzo cm sopra il suo naso abbronzato. Non ha guardato nessuno in " platea" ma fiero di se stesso ha continuato il suo monologo. Un tempo leggendo un libro di psicologia, lessi di un noto criminologo statunitense, il quale per anni ha studiato comportamenti criminali per capire l' atteggiamento di uomini folli.E mi son venute in mente due espressioni comunicative inequivocabili. Lo sguardo e la voce. Cosi ho voluto analizzare i due approcci che non credo tutti abbiano notato. Come il sig. Segretario si confronta con noi parlando solo lui per 35 minuti. Parlando di storiche vittorie. Ma quali? L' abolizione della scalamobile, la Legge Fornero? La riforma delle pensioni? Il jobsact,? l' art. 18? La nostra dignità. .Cosa abbiamo conquistato e cosa abbiamo perso? Si confronta con noi e lo si nota come guarda o da come NON ti guarda.Il secondo, tipico di chi con violenza vuole farsi ragione ed alza il tono della voce. Due aspetti che modestamente si notano durante il " toccante" comizioSoprattutto quando, dopo l' intervento della compagna Garzella il signore è intervenuto. Garzella invece si è alzata e con lo sguardo di chi non ha paura e con sincerità ha cercato di comunicare con noi cercandoci con lo sguardo. Lei non ha mai abbassato gli occhi mai. E con tono pacato e chiaro e senza tentennamenti ha espresso i suoi concetti. Ora io dico. Se un organismo si dichiara democratico, non cerca o vuole convincere a tutti i costi la massa dei suoi modi. Si può o non si può condividere un pensiero. In quanto a ciò, invece di esaltare l' assendo ricevuto con la maggioranza dovrebbe; come DEMOCRAZIA VUOLE, preoccuparsi e capire il perché di quelli che invece dissentono. Vi pare democratico?        Un leeder vero, si rivolge ai deboli e non ai gia forti, e non deve convincere, ma far capire chi ha di fronte. Basta parlare di crisi. Un.capro espiatorio..!!Quindi a mio avviso oramai di democratico non c'è più nulla. Il voto è sovrano si, son d' accordo, e quelli che non condividono perché non lo fanno??Non ci interessa sapere democraticamente i loro motivi??Be se cosi fosse questa è dittatura compagni cari.  I sindacati hanno perso. Non vogliono vincere per noi sul campo, ci vogliono complici del nostro stesso male. Per non avere responsabilità.  Quindi meditate sulle scelte solo politiche che impongono i padroni. Perché di sociale e democratico non c'è niente. Ci stiamo fidando di gente che non DEVE LOTTARE deve stare li e fare "pacco"Apparire e proporre speranze che non ci saranno solo per sopravvivere di benessere.Meditiamo tutti quindi cari compagniPerché le parole i gannano senza battaglia senza sacrificio non si vince. Mai 


Postato da Anonimo in Il Foglio Bianco alle 20 aprile 2016 15:23

martedì 19 aprile 2016

Intervento di G. Garzella alle assemblee in Continental sul CCNL



"Quella in corso sul rinnovo del ccnl è una trattativa pericolosa per gli obiettivi dei lavoratori, pericolosa perché è partita accettando gravi vincoli alle lotte e al diritto di sciopero e mi riferisco alla "esigibilità degli accordi" e alle "clausole di raffreddamento", che significa?
Il primo significa che se la maggioranza della Rsu firma un accordo nessuno può più scioperare contro quell'accordo anche se è un pessimo accordo...il secondo invece impone il divieto di sciopero in fase di trattativa...questo è, ed è chiaro che se questi sono i presupposti abbiamo già perso!
(T.U.sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 firmato da CGIL,CISL E UIL)
Quali risultati potremmo mai portare ai lavoratori se si accettano questi presupposti?
Il segretario in assemblea ha detto che "Qualsiasi cosa viene fatta dal governo ci porta ad un'arretramento nelle condizioni di lavoro"...è vero, ma..come si risponde a questo? Come si pensa di respingere l'attacco del padronato?
E questo è il punto...Si, perché se tu sindacato fai tue le richieste di Federmeccanica di fatto concordi con i padroni la rinuncia a difendere i diritti dei lavoratori anziché chiamarli a rivendicare i loro diritti ed è chiaro che la trattativa sarà a perdere.
Se tu sindacato accetti di sederti al tavolo e andare a contrattare all'interno del perimetro stabilito da Governo e Federmeccanica, accetti di discutere all'interno di quei paletti, il risultato non potrà mai essere buono per i lavoratori perché avrai messo da parte le loro esigenze..
Con questo metodo sindacale non avremo mai niente di buono per noi!

Quel che serve è un' azione completamente diversa, che rifiuti i vincoli alle lotte e al diritto di sciopero e respinga punto per punto l'attacco del padronato a cominciare dallo scontro quotidiano nelle fabbriche.
Noi parteciperemo allo sciopero del 20 ma lo faremo con contenuti che sono diversi dalla finta unità con FIM e UILM, parteciperemo con i contenuti espressi prima, contenuti di lotta che è necessario portare avanti a partire dalla nostra realtà!
Badate, il metodo sindacale è lo stesso e quel che si porta a livello nazionale si porta anche a livello locale..ed è a causa di questo metodo sindacale che i lavoratori hanno perso fiducia nell'azione sindacale!! 
Non ci dimentichiamo che anche in Continental siamo in trattativa perché l'azienda ha chiesto, la Rsu ha fatto proprie le richieste dell'azienda e proverà a trovare una soluzione che la accontenti.
I Segretari, la Rsu...tutti non fanno che parlare di Democrazia, tutti spingono alla unità della Rsu e insistono rimarcando sempre gli stessi punti:

"..La Rsu è una e dovete adeguarvi, non possiamo farci vedere divisi sennò si arretra, è una questione di rispetto altrimenti ci sono delle conseguenze..".

Queste sono eresie..Abbiamo un sindacato che da una parte parla di Democrazia e dall'altra accetta vincoli al diritto di sciopero sancito dalla Costituzione!! Dov'è la Democrazia? Dove?
A scuola ci hanno insegnato il significato della parola "Democrazia"..il popolo è sovrano, la maggioranza decide, decide cosa? decide la strada da seguire e quello è ciò che sarà portato avanti...ma questo non ha niente a che vedere con la libertà di espressione e di dissenso che non può essere cancellata.
Dovrei adeguarmi, a chi? e perché? Forse l'espressione del mio dissenso manca di rispetto a qualcuno o impedisce alla maggioranza di andare avanti? 
Il punto infatti è questo...è che il dissenso da noia, non va bene, sì puoi dir la tua ma fino ad un certo punto e anche in Fiom purtroppo da un po' di tempo a questa parte va di moda eliminare chi dissente richiamando chissà quale violazione delle regole!!
Infine un passaggio veloce sulla trattativa interna..Il Mandato della Rsu c'è o non c'è?
Io questo mandato non lo vedo..270 lavoratori si sono espressi per il sì per alzata di mano, questo risultato messo a confronto anche con i soli operai che sono circa 630 è un risultato scarso, un numero bassissimo, per me non si può parlare di mandato dei lavoratori ma è chiaro che se la maggioranza decide di andare avanti con la trattativa faccia pure!
Sia chiaro però che si tratta di una trattativa a perdere, illusoria e pericolosa e che per noi dovrà esserci il confronto continuo coi lavoratori, per tutto il percorso di trattativa, dopo ogni incontro con l'azienda."

Ancora forzature sulle pause

Riceviamo e pubblichiamo:

Da:        Rsu
Per:        Rsu, 
Data:        19/04/2016 10:33 
Oggetto:        ANCORA FORZATURE SU PAUSE 

Ancora una volta i lavoratori subiscono forzature e imposizioni sulle pause da parte dell'azienda che improvvisa regole sempre più restrittive, da applicare anche durante le giornate di assemblea, con l'atteggiamento arrogante tipico di chi sa di avere carta bianca e nessun ostacolo ai propri progetti.
Queste imposizioni sono a nostro avviso inaccettabili tanto più se, come avete dichiarato in tutte le assemblee, sull'argomento non vi è stata ancora nessuna trattativa e vanno quindi respinte con forza con un'azione collettiva.
Far finta di nulla significherebbe accettare e condividere le imposizioni dell'azienda per cui vi chiediamo di organizzare un immediato piano di scioperi che incidano sulla produzione finché l'azienda non avrà ritirato le "nuove regole".

S. Cini e G. Garzella RSU

lunedì 18 aprile 2016

Ordine del giorno presentato da alcuni lavoratori all'assemblea sul rinnovo del CCNL



Alcuni lavoratori presenti all'assemblea delle 14.00 di venerdì 15 aprile hanno presentato l'ordine del giorno che pubblichiamo di seguito.
L'assemblea dei lavoratori ha approvato l'ordine del giorno.

ODG PER LA RSU

Quello che sta succedendo per il Contratto Nazionale non e` molto diverso da quello che viviamo alla Continental. Se il metodo sindacale è quello di far proprie le priorità e quindi le richieste dell'azienda come della Federmeccanica, il risultato sarà sempre al ribasso, ci presenteranno richieste sempre crescenti e continueranno a toglierci salario, diritti e strumenti di lotta.
Per questo è importante cambiare metodo, puntare i piedi, fermare questo attacco difendendo uno per uno i diritti che vengono messi in discussione, a partire dalle proprie realtà di fabbrica.
Pertanto chiediamo che la RSU si impegni:

- a non cedere su nessuno dei punti che l'azienda sta cercando di modificare a suo vantaggio: pause, indisposizioni, secondo giorno di donazione, preavvisi, part-time.

- a incominciare a rivendicare alla disponibilità dei lavoratori i PAR attualmente impiegati secondo le esigenze dell'azienda.

- a portare all'esame e alla discussione nelle assemblee i risultati di qualsiasi trattativa, prima che qualsiasi accordo sia definito.

15 Aprile 2016
Firme dei lavoratori 

venerdì 15 aprile 2016

FIAT Pomigliano: un esperimento pilota.

.....
Marchionne, di fronte alle prime grosse avvisaglie della crisi, nel 2007, sceglie lo stabilimento automobilistico più indisciplinato d’Europa, quello di Pomigliano e decide di farlo diventare un laboratorio sperimentale per capire fino a che punto è possibile, per i padroni, forzare la mano per piegare la resistenza operaia.

Il primo passaggio è quello di far sapere che non ci sono progetti di nuove auto per Pomigliano. La “149”, l’unico nuovo modello precedentemente programmato per Pomigliano, sarà fatto a Cassino.

Il secondo passaggio è far fuori il gruppo del “potere operaio”. E’ un gruppo di operai che viene dallo SLAI cobas ed è apertamente schierato, anche se in modo confuso, per una organizzazione operaia che metta in discussione l’intero sistema capitalistico e non più per una organizzazione chūe si batta solo per “una vite in più o in meno” da montare sulle postazioni delle catene di montaggio. E’ il primo, molto confuso per la verità, tentativo degli operai di quello stabilimento di costruire un’organizzazione politica degli operai fuori dal sindacalismo ufficiale o alternativo.
La liquidazione del gruppo del “potere operaio” avviene con la sinergia aziendale e sindacale. Lo SLAI espelle il capo degli operai “politicizzati” e lo delegittima come delegato sindacale. L’azienda immediatamente dopo lo licenzia. La FIOM e gli altri sindacati non assumono nessuna posizione di difesa. Solo solidarietà formale. Gli operai non si muovono.

Terzo passaggio. Si ferma la fabbrica e si fanno, fino alla primavera 2008, corsi di formazione per tutti gli operai. L’unico obiettivo che hanno è la formazione all’asservimento: massiccia presenza dei guardiani nei reparti, limitazione dei diritti elementari, costrizione alla pulizia dei reparti, veri e propri corsi ideologici per costruire una mentalità tra gli operai che sia aziendalista e ubbidiente.

E’ l’inizio del “piano Marchionne”, non ostacolato dalla FIOM e non antipatico fino a quel momento, nemmeno a qualche sindacato alternativo.

Alla fine dei corsi ci si aspetta la cassa integrazione. Gli operai sono fuori dalla produzione da tempo, non si aspettano niente di buono.

Marchionne si gioca l’asso dei 316. S’inventa di sana pianta l’organizzazione di una struttura logistica nuova, esterna e lontana dallo stabilimento e vi trasferisce inizialmente 316 operai. Sono i più politicizzati. Tutti gli operai dei sindacati alternativi, qualche iscritto FIOM meno controllabile, tutti gli RCL (ridotte capacità lavorative), operai “scoppiati” per il lavoro in fabbrica.
E’ qui che Marchionne misura tutta l’inconsistenza dei sindacalisti e l’estrema debolezza degli operai. In due giorni piega l’opposizione dei 316 (solo ottanta partecipano effettivamente alla lotta) davanti ai cancelli dove stavano attuando il blocco delle merci per protesta. I sindacati sono lì solo pro forma. Lo SLAI e la FIOM, prima che la lotta inizi, già cominciano a parlare di cause legali contro l’azienda per il “confino” dei 316 a Nola, e quella sarà la loro unica iniziativa contro Marchionne.

Dopo questa sconfitta, la FIAT capisce che gli operai sono in rotta. Se ha piegato Pomigliano sarà ancora più semplice negli altri stabilimenti.
......
Gli operai devono cominciare a pensare alla loro condizione in funzione di quell’esperienza e ad organizzarsi di conseguenza. Tutte le organizzazioni precedenti hanno dimostrato la loro inconsistenza. Non è più tempo di scioperi per finta, di concertazione, di passeggiate con fischietti e tamburelli, o di “cause legali” contro il padrone. Bisogna trovare altre strade. “Quei” sindacati sono destinati a sparire, anche fisicamente. Dove andranno i sindacati alternativi senza iscritti, e dove andrà la stessa FIOM? A Pomigliano nella nuova fabbrica non hanno più nessuno e zero tessere.

Leggi l'articolo completo su:
http://operaieteoria.it/2012/08/fiat-pomigliano-un-esperimento-pilota/

Nota: l'articolo è antecedente al 2014, anno in cui è stato sancito che i 19 delegati Fiom dovevano rientrare in fabbrica, ma rimane sempre tutto molto attuale.

Risposta di Bellavita alla nota di Landini del 13 aprile


LA NOTA DELLA SEGRETERIA DI LANDINI DEL 13 APRILE E LA MIA RISPOSTA
Sergio Bellavita
Ho fatto 17 anni di fabbrica, non pochi mesi da usare mediaticamente. Ho vissuto precarietà, disoccupazione, un licenziamento politico e il peso dell’emigrazione al nord. Considero un onore tornare nella fabbrica metalmeccanica da cui sono stato distaccato dalla Fiom di Sabatini. Ma la segreteria non faccia la furba: gli amici di Maurizio Landini non vengono “licenziati”, in fabbrica non ci tornano e non ci torneranno mai…Negli anni passati la fiom interveniva a salvare le compagne e i compagni defenestrati dalla Cgil… Oggi chi non è nelle sue grazie è sempre con piede sulla porta…
Se davvero l’interruzione di un distacco dopo tanti anni e senza nessuna colpa è un fatto normale invito Landini a rendere pubblico l’elenco di tutti coloro che sono stati estromessi anticipatamente rispetto al loro mandato.
Landini riduce il mio licenziamento quasi ad un atto di routine ma non ha l’onesta’ intellettuale di dire che e’ la prima volta in assoluto nella storia della Cgil che il portavoce di un’area di opposizione viene cacciato colpendo cosi al cuore il pluralismo dell’organizzazione.
Mai nel corso della mia attività in Fiom nazionale ho ricevuto rimproveri per il lavoro svolto, mai contestazioni per non aver svolto il mio lavoro, mai ho disertato scioperi o manifestazioni. Mai lavoratori metalmeccanici hanno chiesto il mio allontanamento. Di tutto quello che son riuscito a fare in Fiom, nonostante la destituzione da segretario nazionale e la cancellazione di quasi tutti gli incarichi da parte del segretario generale e dei suoi fidi, sono fiero.
La mia colpa è solo una: quella di essermi schierato, col cuore prima di tutto, con le compagne ed i compagni della Fiat che lottano contro gli straordinari e tutte le altre flessibilità imposte dal dal supersfruttamento di Marchionne.
Se questa è una colpa la rivendico con tutte le mie forze, ma non posso fare a meno di sostenere che è il gruppo dirigente della Fiom ad aver abbandonato la lotta , e cosa ancora più grave , ad aver abbandonato chi in Fiat vuole resistere. La decisione di Maurizio Landini di sconfessare e dichiarare incompatibili con l’organizzazione eroici militanti della Fiom è una macchia grave nella storia del nostro sindacato.
Che di un fatto così rilevante si occupino, su loro spontanea iniziativa, anche seri avvocati che tutti i giorni difendono i lavoratori dagli abusi dei padroni mi pare sacrosanto.
O è solo il segretario generale che crede di detenere il potere di autorizzare altri a parlare della Fiom e dei diritti sociali?
Ho sufficienti anni di militanza nella Fiom, in fabbrica e nella struttura, per affermare che mai nella vita dell’organizzazione c’è stata tanta intolleranza e faziosità con chi non venera il Segretario generale. Nella Fiom si è sempre discusso anche aspramente, quando ci sono stati dirigenti di grandissimo valore che hanno fatto la storia del movimento operaio. Ora invece la fede unanime nel Segretario generale è diventata un elemento portante della vita interna, e il dissenso lesa maestà. Verrebbe da essere contenti di non far più parte di un gruppo dirigente fondato sul principio della fedeltà al capo, ma sono profondamente angosciato dalla consapevolezza dei danni e della vera denigrazione che questo modo di dirigerlo porta ad un sindacato glorioso come la fiom.

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https://sindacatounaltracosa.org/2016/04/14/risposta-di-bellavita-alla-nota-di-landini-del-13-aprile/

giovedì 14 aprile 2016

Mettersi in sintonia con il futuro

Il Primo Maggio si avvicina e, come l'anno scorso, utilizziamo questa data per fare un piccolo bilancio sul lavoro svolto e ragionare sulle prospettive.

Su Chicago86 abbiamo pubblicato alcuni documenti significativi di delegati e lavoratori che mettono in discussione l'attuale modello corporativo, intendendo l'azione sindacale come "scontro per affermare gli interessi degli operai contro gli interessi dei padroni" (Comunicato di delegati Piaggio, Continental, Same). La molla che ha fatto scattare queste prese di posizione è stato il comportamento della Fiom verso i delegati di Melfi e Termoli che hanno organizzato scioperi in Fca (ex Fiat) contro ritmi e turni di lavoro massacranti.....

continua a leggere:
Mettersi in sintonia con il futuro: Scioperi in Fca, lotte nella logistica, notti in piedi e altro ancora

Clash City Workers. Incompatibili!

Comunicato di Clash City Workers

Scioperi alla FIAT di Termoli! Prima venne l’accordo di POMIGLIANO, poi esteso a tutti gli stabilimenti FIAT: aumento dei ritmi, taglio delle pause e del salario fisso, con la minaccia che altrimenti lo stabilimento avrebbe chiuso. Un referendum farsa portò alla sua ratificazione, per quanto nonostante la pistola puntata alla tempia il 45% degli operai disse comunque che non ci stava. Ma uno degli aspetti più odiosi dell’accordo era il ruolo che veniva assegnato al sindacato: quello di “garante dell’esigibilità degli accordi siglati con l’azienda”, in pratica un cane da guardia dei lavoratori perché sia effettivo lo sfruttamento che viene firmato.
Era questo il famigerato modello Marchionne, quello che poi venne esteso a tutti gli stabilimenti FIAT, dopo il referendum a MIRAFIORI.
E che poi divenne la base dell’ACCORDO SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE, quello di CGIL-CISL-UIL e Confindustria, perché venisse esteso a tutto il paese. Come si sente dire spesso, la Fiat è effettivamente l’apripista dei padroni.
E veniamo all’oggi: il Governo si appresta a varare una legge, UN ARTICOLO ALL’INTERNO DEL DEF,PER RESTRINGERE ULTERIORMENTE IL DIRITTO DI SCIOPERO, soprattutto se “finalizzato a vanificare il contratto aziendale concluso dalle parti stipulanti”.
Ma contro questo quadro cupo e apparentemente inesorabile c’è ancora chi lotta. In prima linea sono proprio i lavoratori della Fiat, degli stabilimenti di MELFI e TERMOLI. Perché una cosa è accettare un ricatto quando non sembrano esserci alternative, una cosa è vederlo realizzato sulla propria pelle, nel sudore e fatica quotidiani. Per questo nonostante il terrorismo dell’azienda, quello che impediva ai cassaintegrati iscritti alla fiom di tornare in fabbrica, quella contro cui si espresse pure la Corte Costituzionale, sono riusciti a costruire scioperi contro gli straordinari obbligatori. Scioperi che hanno conquistato consenso e partecipazione giorno per giorno, passando dal 2-3% di un anno fa AL 70% DELLE ADESIONI. Cosa che ha portato nello stabilimento molisano al RITIRO DEGLI STRAORDINARI sabato di tre settimane fa e a nuove assunzioni per distribuire i carichi.
Piccole vittorie in un contesto difficilissimo, che dimostrano che contro il modello Marchionne si può ancora lottare. Non a caso Il Sole 24 Ore presenta il recente progetto del Governo, che vorrebbe estenderlo a tutti i luoghi di lavoro, citando implicitamente le lotte alla FIAT: “lo sciopero non può essere utilizzato dai sindacati dissenzienti per far saltare il contratto aziendale. Ad esempio il contratto aziendale prevede lo straordinario il sabato, ma i sindacati scioperano per liberare i lavoratori da questo obbligo”, Sono le testuali parole del quotidiano di Confindustria. Per questo è assurdo che la dirigenza Fiom non solo non sostenga, ma anzi abbia dichiarato “incompatibili” con la propria organizzazione questi lavoratori che stanno dimostrando cosa significa affermare la propria dignità contro il sistema autoritario che dilaga nelle fabbriche.
Per questo è nostro compito dargli forza e chiedere il ritiro dell’incompatibilità… Siamo tutti incompatibili!
Appello contro i provvedimenti ai delegati FCA


https://sindacatounaltracosa.org/2016/04/13/clash-city-workers-incompatibili/

mercoledì 13 aprile 2016

Resisteremo 22 Minuti in Piu' Di Piaggio!

Domenica ore 12.30 al Circolo Arci "Il Botteghino"Via Tosco Romagnola 455 zona la Rotta PONTEDERA (PI)

Da 10 settimane gli operai della linea Minivan alla 3R stanno scioperando perché la Piaggio ha imposto 22 minuti di aumento del tempo di lavoro , al loro rientro in fabbrica dopo mesi di fermo produttivo in contratto di solidarietà al 60% di salario. Nessun investimento, riduzione del personale, ricorso massiccio ad ammortizzatori sociali e ai soldi dell’inps, aumento del carico di lavoro per gli operai e diminuzione del salario: questa è la produttività Piaggio.


'Rimettiamoci la maglia, i tempi stanno per cambiare'. Riflessioni a margine della triste vicenda Fiom/Bellavita - ControLaCrisi.org

'Rimettiamoci la maglia, i tempi stanno per cambiare'. Riflessioni a margine della triste vicenda Fiom/Bellavita - ControLaCrisi.org

martedì 12 aprile 2016

IL PIANO FERIE AZIENDALE

Riceviamo e pubblichiamo:
Mail alla RSU:
Da:             Rsu
Per:            Rsu
Data:          12/04/2016 10:58
Oggetto:    Ferie
Ciao,
il piano di chiusura presentato dall'azienda è a nostro avviso inaccettabile, tanto più se, come ci avete comunicato, "sull'argomento non vi è stata nessuna discussione ne tantomeno nessun accordo tra le parti".
Si tratta di un atto arbitrario, contrario a quanto previsto dal CCNL, da respingere con un'azione decisa e collettiva. Chiediamo per questo di definire di un piano di scioperi che incidano sulla produzione.
Altre forme di contrasto alle decisioni aziendali, che costringano il lavoratore a una risposta individuale, esponendolo ai ricatti e alle ritorsioni dell'azienda, sono da considerarsi a nostro avviso  deboli e  pericolose.
Come sarebbe da respingere qualsiasi "mercenteggiamento" sulle ferie che finisca per cedere su qualcuna delle rivendicazioni discusse nelle assemblee dei giorni scorsi.

Giada Garzella e Silvia Cini RSU

Per i lavoratori:
IL PIANO FERIE
Il "piano ferie" comunicato a tutti i lavoratori nei giorni scorsi è
inaccettabile. L'azienda tratta le ferie dei lavoratori come una cosa sua, di cui disporre a piacimento, per produrre quanto e quando decide con un numero sempre minore di lavoratori.
Si tratta di un atto arbitrario, contrario a quanto previsto dal CCNL, da parte di un'azienda evidentemente abituata a non tenere in nessun conto i diritti e le esigenze dei lavoratori.
La RSU deve perciò respingerlo, immediatamente e formalmente, e definire in risposta un piano di scioperi, che per essere efficaci devono colpire la produzione soprattutto  dove l'azienda la vorrebbe aumentare vincolando tutte le ferie.
Difendere con scioperi efficaci il diritto alle ferie significa anche incominciare a riprendere i diritti che negli ultimi anni l'azienda ci sta togliendo, a cominciare da par, preavvisi, secondo giorno delle donazioni, riduzioni di orario per i figli (part time).

12 aprile 2016
Giada Garzella e Silvia Cini RSU

CONVOCAZIONE URGENTE RSU CONTINENTAL

E' convocata per oggi 12 aprile alle ore 15.00 a Pontedera una riunione urgente RSU alla presenza dei Segretari Generali Provinciale e Regionale FIOM col seguente ordine del giorno:
Situazione interna Continental dopo le assemblee con i lavoratori

lunedì 11 aprile 2016

La Cgil e la Fiom chiudono l’opposizione interna


Sergio Bellavita.
La Cgil e la Fiom hanno deciso di chiudere la nostra esperienza di opposizione interna. Lo hanno fatto istituendo l’incompatibilità tra l’appartenenza alla Cgil e la libera iniziativa sociale. Contro delegati e delegate che lottano in Fca, stabilimento simbolo dell’autoritarismo padronale, arrivando così persino a ledere il libero esercizio del diritto costituzionale alla sciopero. Una mostruosità che fa a pezzi la storia stessa del sindacalismo confederale nel nostro paese. Il mio licenziamento è semplicemente l’atto pubblico ed esemplare per dire a tutti qual’è la condizione per stare in Cgil. Non è in discussione il dissenso, quello può restare per i prossimi duemila anni. La cgil e’ piena di sindacalisti che parlano di marxismo e rivoluzione ( che ovviamente riguarda altri…)e poi praticano tutt’altro…Quello che non si può più fare è opporsi, dire la verità , osare criticare la linea del sindacato dentro e fuori le anguste sedute di direttivi ormai ridotti a luoghi di non partecipazione e di obbedienza. Quello che non si può più fare e’ organizzare l’opposizione sociale. Noi siamo quindi colpevoli. Colpevoli di aver praticato le scelte che abbiamo fatto al congresso. Colpevoli di tentare la strada sempre difficile della coerenza. L’abbraccio tra Landini Camusso cgil cisl uil chiude ogni spazio di possibile opposizione. In totale coerenza con il modello che si sta costruendo intorno a esigibilità e diritto di sciopero. Landini colpisce perché deve ridurre all’obbedienza tutti coloro che ancora, dalla fabbrica agli apparati, non vogliono diventare agenti di un sindacato fondato sulle risorse degli enti bilaterali, sulla vendita di assicurazioni private, sulla complicità con le aziende. Oggi siamo costretti a misurarci con questa dura realtà e decidere il che fare.

giovedì 7 aprile 2016

CONTINENTAL - IL SENSO DELLE ULTIME ASSEMBLEE

Riceviamo e pubblichiamo: 


ODG ASSEMBLEE 1- 5 APRILE 2016  
L'assemblea dei lavoratori della Continental ritiene i seguenti punti prioritari in qualsiasi trattativa con l'azienda:
- difendere le pause in vigore negli scorsi anni nei reparti in cui si fanno e riottenerle, senza aumento di carichi di lavoro, dove l'azienda ne ha imposto la riduzione;
- mantenere il diritto alla uscita anticipata in caso di indisposizione, senza certificato medico;
- rifiutare ogni richiesta dell'azienda che porti a un aumento delle ore di lavoro, a cominciare dal secondo giorno delle donazioni. Al contrario, e` necessario incominciare a recuperare I permessi a disposizione dei lavoratori (par e rol), oggi quasi tutti utilizzati dall'azienda, e a ridiscutere gli orari di lavoro.
Rifiuta come pericolosa e illusoria ogni contrattazione che ceda su queste rivendicazioni.

 Giada Garzella e Silvia Cini RSU 

FAVOREVOLI: 55
CONTRARI: 138
ASTENUTI: 109
TOTALE PARTECIPANTI ALLE ASSEMBLEE: 377
(alcuni lavoratori non hanno partecipato al voto)

IL SENSO DELLE ULTIME ASSEMBLEE

Le ultime assemblee si sono caratterizzate per la partecipazione attiva dei lavoratori alla discussione. In diversi hanno contestato l’operato della RSU  ma al tempo stesso hanno sollevato questioni di carattere politico-sindacale rilevanti quali la composizione della delegazione trattante e hanno messo in evidenza le incongruenze della relazione della RSU di maggioranza contestando sia le modalità che i contenuti su cui va a trattare. 

Il documento che abbiamo presentato alle assemblee è diventato l’Ordine del Giorno di 55 lavoratori che si sono espressi con forza e convinzione per sostenerlo.

Risultato importante è anche il fatto che appena 138 lavoratori lo abbiano bocciato e 109 si siano astenuti. 

Questi dati insieme ai problemi sollevati dai lavoratori dicono chiaramente le seguenti cose: 

  1. la trattativa che si intende portare avanti è "pericolosa e illusoria";
  2. qualsiasi risultato emergerà dai successivi incontri con l’azienda è indispensabile che sia innanzitutto riesaminato e DISCUSSO dai lavoratori in assemblea, non solo confermato con un SI e un NO. 

7 aprile 2016
G. Garzella, RSU
S. Cini, RSU

Sto con Mimmo e disprezzo Marchionne

Pubblichiamo l’articolo di Giorgio Cremaschi, associandoci alla solidarietà e al sostegno al compagno Mimmo Mignano.
Mentre scrivo Mimmo Mignano sta rischiando la vita, sono quindi poco disposto ai giri di parole.
Domenico Mignano è un operaio dello stabilimento Fiat-FCA di Nola che Marchionne, non direttamente ma attraverso chi esegue i suoi ordini, ha licenziato nel giugno 2014. Da allora Mimmo fa la fame assieme alla sua famiglia, anche se neppure prima, vivendo della sola cassa integrazione, si può dire che stesse bene. Ora Mimmo è salito in cima ai cento metri della pericolante torre ultimo residuo della Italsider di Bagnoli e da lì, tra i venti e le griglie di appoggio che pericolosamente scricchiolano, chiede giustizia.
Il 5 di aprile presso il tribunale di Nola ci sarà il giudizio sul licenziamento di Mignano e di altri quattro operai del comitato di lotta del cassaintegrati. Ma perché Mimmo e i suoi compagni sono stati licenziati? Per saperlo bisogna parlare di Maria Baratto e del reparto confino di Nola. In questo stabilimento la Fiat ha da tempo concentrato coloro che non vuole far lavorare, ma che non può per ragione di legge e di immagine licenziare tutti assieme. Sono oltre trecento persone concentrate in un ghetto che serve da esempio terroristico verso tutti gli altri operai: attento che se dai fastidio finisci lì.
A Nola la ragione sociale aziendale è la discriminazione e l’umiliazione delle persone e viene retribuita con una misera cassa integrazione mensile. Per anni ed anni. Chi sta a Nola è iscritto in una lista nera, nessuno mai lo assumerà, ammesso che nella provincia di Napoli ci siano ancora posti di lavoro disponibili. Insomma la sola prospettiva a cui Marchionne ha condannato questi trecento operai è di vivere sempre “sull’orlo del burrone del licenziamento”. Queste ultime sono le parole usate da Maria Baratto il 2 agosto del 2012, dopo il tentativo di suicidio di Carmine P. cassaintegrato di Nola. Maria commentava così questo e altri suicidi avvenuti tra questo gruppo di discriminati totali. E accusava le complicità istituzionali, politiche a anche dei sindacati confederali che permettevano questo scempio dei diritti e della dignità umana. Maria concludeva il suo messaggio invitando a resistere e a non uccidersi, ma dopo due anni non ce l’ha fatta più. Il 21 maggio del 2014, quando era sola in casa, si è riempita il ventre di coltellate e si è uccisa. Solo quattro giorni dopo la morte il suo povero corpo martoriato è stato rinvenuto. Allora Mimmo e gli altri hanno deciso una protesta fuori dal comune, per la tragedia avvenuta e per le altre che si preparano. I cinque operai hanno inscenato una rappresentazione. Si sono sdraiati macchiati di finto sangue davanti allo stabilimento Fiat e hanno mostrato il manichino di un suicida con la maschera di Marchionne. Una reazione umana dignitosa, qualcuno potrebbe dire persino di dura satira. Ma Il capo Fiat ed i suoi sottoposti scarseggiano di capacità di comprensione, così come di umana pietà e hanno reagito con il licenziamento. Non una parola di dolore è venuta dalla Fiat per le persone che si sono uccise, ma in compenso gli uffici stampa si sono sprecati a spiegare quanto sia importante il rispetto per il capo dell’azienda.
I licenziati non hanno sabotato gli impianti, non si sono ribellati agli ordini, non hanno fatto niente contro la produzione, hanno solo manifestato davanti alla fabbrica da cui il padrone li tiene fuori da sempre. Non c’è stato reato, non c’è stato danno materiale nella protesta degli operai, ma per Marchionne essa doveva essere colpita in modo esemplare, proprio per imporre un ossequio verso il padrone pari a quello che si doveva al barone medioevale. Così il padrone Fiat ha affermato la proprietà dei comportamenti , delle opinioni e delle stesse vite dei suoi dipendenti dentro e fuori la fabbrica.
Se Marchionne fosse capo di governo e applicasse le regole Fiat al paese sarebbe semplicemente un dittatore, e mi sa che sia per questo che Renzi lo ama e lo invidia.
Finora Mimmo ed i suoi non hanno avuto giustizia, né il loro licenziamento ha suscitato lo scandalo che avrebbe dovuto suscitare. Gran parte del mondo che si indigna sempre non appena venga violata qualche libertà nei quartieri alti, ha semplicemente ignorato questa violenza liberticida contro semplici operai. Il tribunale di Nola, che è ben conosciuto perché dà sempre ragione ad una Fiat che guarda caso ha insediato lì gli stabilimenti che considera offshore, quel tribunale finora ha negato a Mimmo e ai suoi compagni il diritto al lavoro. Per questo ora Mimmo rischia la vita a cento metri di altezza.
Stare con Mimmo è una discriminante morale prima che sindacale o politica. Se una persona è retta sta con lui e disprezza Marchionne e tutto il male che rappresenta e produce. Dobbiamo far sì che questo sentimento diventi azione sociale, politica e alla fine giustizia.
di Giorgio Cremaschi

mercoledì 6 aprile 2016

REFERENDUM SULLA CARTA DEI DIRITTI DELLA CGIL IN CONTINENTAL

L'esito del referendum in Continental sulla carta dei diritti del lavoro non è stato reso noto ai lavoratori.

Sappiamo per certo che a S. Piero hanno votato circa 70 lavoratori che per la maggior parte si sono espressi per il NO. Ci risulta che anche a Fauglia la situazione sia stata altrettanto sfavorevole con una bassissima partecipazione al voto.
A questo punto è chiaro che i dati non sono stati pubblicati perchè non sono piaciuti e renderli noti sarebbe stato come ammettere la sconfitta politica di fronte ai lavoratori:
1. la scarsa partecipazione al referendum denota innanzitutto il disaffezionamento e il disimpegno dei lavoratori verso le questioni sindacali come conseguenza della percezione di immobilismo e lontananza dai lavoratori che il sindacato ha trasmesso negli ultimi anni;
2. i tanti NO indicano la chiara contrarietà e mancanza di fiducia dei lavoratori per il percorso avviato dalla CGIL di andare a chiedere un nuovo statuto del lavoro proprio a questo governo che ha demolito il vecchio Statuto dei Lavoratori. La proposta della CGIL è apparsa ai lavoratori in tutta la sua contraddizione e infondatezza.

Continental - Quanti voti alla RSU in assemblea?

Alle ultime assemblee la RSU ha chiesto mandato ai lavoratori per proseguire la trattativa con l'azienda.
270 lavoratori si sono espressi con il SI per alzata di mano.

A breve comunicheremo i dati completi e l'analisi del voto.

lunedì 4 aprile 2016

MINACCE AI LAVORATORI CHE HANNO CONTESTATO IN ASSEMBLEA

Riceviamo e pubblichiamo un commento chiaramente di MINACCE verso i lavoratori che la scorsa settimana in assemblea hanno pesantemente e, a nostro avviso, giustamente contestato il Segretario Generale Provinciale Fiom e la Rsu di maggioranza per avere da tempo accettato di cedere tutto all'azienda.
Il commento che leggerete è la chiara espressione di chi è abituato ad usare "metodi mafiosi" nel confronto coi lavoratori nella convinzione che con la paura si possa contrastare il dissenso e mettere a tacere chi ha opinioni diverse.
Contrariamente alla politica del blog abbiamo deciso di rendere pubblico il commento perchè riteniamo giusto e importante che tutti sappiano quali sono i metodi che qualcuno è abituato ad usare in questa azienda.
Buona lettura:

"mah, ho saputo dell'asseblea oggi a san piero.
secondo me valerio e federico si sono messi nel casino. hanno figli e presumo mutui. e ora se hanno bisogno della fiom come fanno? vanno dal segretario? se si trovassero nella merda pesa, a chi si affidano? a voi del foglio bianco?
io vi voglio bene a tutti ma oggi un delegato ha detto: e mo so cazzi di tutta questa bella gente che sono sempre di meno
uno che vi vuole bene"



http://ilfoglio-bianco.blogspot.it/2016/03/ordine-del-giorno-presentato-alla-rsu.html

sabato 2 aprile 2016

Ordine del Giorno presentato dalle delegate Cini e Garzella alle assemblee dei lavoratori




L'assemblea dei lavoratori della Continental
ritiene i seguenti punti prioritari in qualsiasi trattativa con l'azienda:
 
- difendere le pause in vigore negli scorsi anni nei reparti in cui si fanno e riottenerle, senza aumento di carichi di lavoro, dove l'azienda ne ha imposto la riduzione

- mantenere il diritto alla uscita anticipata in caso di indisposizione, senza certificato medico

- rifiutare ogni richiesta dell'azienda che porti a un aumento delle ore di lavoro, a cominciare dal secondo giorno delle donazioni. Al contrario, e` necessario incominciare a recuperare I permessi a disposizione dei lavoratori (par e rol), oggi quasi tutti utilizzati dall'azienda, e a ridiscutere gli orari di lavoro.

Rifiuta come pericolosa e illusoria ogni contrattazione che ceda su queste rivendicazioni.