venerdì 28 ottobre 2016

Come RSU FIOM, non condividiamo per niente la disponibilità espressa in Comune e sulla stampa dai Segretari Provinciali di FIOM, FIM e UILM alla firma anche quest'anno di Contratti di Solidarietà alla Piaggio

Come RSU FIOM, non condividiamo per niente la disponibilità espressa in Comune e sulla stampa dai Segretari Provinciali di FIOM, FIM e UILM alla firma anche quest'anno di Contratti di Solidarietà alla Piaggio. 
Come e` stato ampiamente discusso in fabbrica fin da prima dell'estate, e come è confermato dalla reiterata insistenza della Piaggio, la richiesta di applicazione della Solidarietà risponde a precisi interessi dell'azienda, che in questo modo risparmia sui contributi e introduce a suo arbitrio flessibilità negli orari, discriminazioni sulla presenza in fabbrica e aumento dei ritmi di lavoro.
Nelle assemblee di Luglio, i lavoratori hanno espresso una posizione chiara e formale sulla Solidarietà. A larghissima maggioranza, hanno deciso che la trattativa con la Piaggio sulla Solidarietà può iniziare solo in cambio di un limite all'uso delle produzioni importate importati, il pagamento del premio di produzione non corrisposto da quattro anni e la stabilizzazione dei part-time verticali.
Ignorando il voto dei lavoratori, RSU e organizzazioni sindacali, si porrebbero ancora una volta in una logica di subalternità alle richieste dell'azienda, toglierebbero di mezzo un'occasione per far valere le rivendicazioni dei lavoratori e avallerebbero un'operazione di finanziamento della Piaggio da parte dell'INPS, cioè con i soldi dei lavoratori, impropria e ingiustificata.
Al contrario, si tratterebbe finalmente di contrastare i piani della Piaggio, che da vent'anni, grazie ad accordi sindacali compiacenti e l'uso dei soldi dell'INPS, stagionalizza la produzione, incrementa le lavorazioni fatte all’estero, aumenta i ritmi di lavoro, riduce l’occupazione, allo scopo di diminuire al massimo i costi e far salire i guadagni degli azionisti
Noi, come RSU FIOM, continueremo a batterci con I lavoratori per far valere il loro diritto a decidere e a trattare su Solidarietà e condizioni lavorative secondo I propri interessi.


RSU FIOM

http://manifestino.blogspot.it/2016/10/come-rsu-fiom-non-condividiamo-per.html?m=1



mercoledì 26 ottobre 2016

Rinnovo metalmeccanici, adesso si fa sul serio

Oggi (mercoledì 26) e giovedì 27 ottobre incontri tra sindacati e industriali per affrontare i nodi irrisolti, come il salario e il rapporto tra contrattazione nazionale e aziendale. Altri quattro confronti già fissati per i primi dieci giorni di novembre

Continua a leggere su:

http://www.rassegna.it/articoli/metalmeccanici-si-stringe-per-il-rinnovo



venerdì 21 ottobre 2016

Cosa succede nella Fiom di Pisa

Comunicato sindacatoaltracosa in FIOM - Pisa
Alla CGIL provinciale
Alla CGIL regionale
Alla CGIL nazionale
Alla FIOM nazionale
Agli iscritti FIOM della provincia di Pisa
Agli organi di informazione
Nella FIOM di Pisa, in particolare nel suo Direttivo, da quando ne è segretario Marco Comparini, ex "Coordinatore Unico" della RSU della Continental, continuano a verificarsi violazioni dei  principi della democrazia interna e dello Statuto della CGIL.
1) Negli ultimi due Direttivi si trattava di sostituire membri dimessi del Direttivo e dell'Assemblea Provinciale della FIOM, in rappresentanza dell'Area di minoranza "Il sindacato  è un'altra cosa". Per Statuto, e prassi consolidata,  nella CGIL ogni Area sceglie i propri rappresentanti negli organi dirigenti. Nei due Direttivi, l'Area di maggioranza ha invece per due volte affermato il diritto e il potere della maggioranza di scegliere anche i rappresentanti  della minoranza. Infatti, ha respinto la lista proposta, ha imposto modalità di votazione al di fuori di qualsiasi prassi nella CGIL e ha preteso di esaminare e votare separatamente ciascun rappresentante della minoranza. Il tutto per mettere il veto su uno dei compagni proposti, lavoratore della Continental.
2) Nel penultimo Direttivo, la maggioranza ha votato un "Regolamento" interno che viola apertamente  sia la lettera che lo spirito di quanto esplicitamente previsto dallo Statuto della CGIL. Il "Regolamento" approvato prevede infatti  che per ogni assenza dal Direttivo debba essere prodotta una "giustificazione", sottoposta alla valutazione non si sa di chi, e che dopo tre assenza "ingiustificate"  decada l'appartenenza al Direttivo.
Attribuire alla maggioranza il potere di scegliere tutti i componenti degli organi dirigenti significa abolire la rappresentatività di questo organi e far saltare le basi stesse di un'organizzazione democratica. Per questo,  in 14 membri dell'area di opposizione,  abbiamo abbandonato i due Direttivi, non intendiamo parteciparvi finché non saranno ristabilite le garanzie democratiche statutarie e abbiamo deciso di denunciare pubblicamente, a tutti gli iscritti FIOM della provincia di Pisa, questa situazione di autoritarismo e di arbitrio.  Abbiamo presentato in proposito ricorso agli organi preposti della CGIL.
Autoritarismo e arbitrio che caratterizzano tutta la gestione della FIOM di Pisa, come dimostrano diversi altri episodi:
Il Segretario Provinciale ha tentato, in occasione dell'elezione della RSU Piaggio, di imporre ai candidati la sottoscrizione di un documento dai contenuti arbitrari e in violazione dello Statuto della CGIL, facendo marcia indietro solo all'ultimo momento e di fronte al rifiuto di candidati dell'area di maggioranza.
In Piaggio è arrivato a consentire il finanziamento della FIOM alla stampa dei volantini solo per quelli da lui approvati.
Nell'ultimo  Direttivo, dopo la nostra uscita, è stato messo in votazione,  e poi approvato, senza alcuna verifica sui fatti, un documento, presentato da due membri del Direttivo, uno dei quali è della Continental  e molto legato al Segretario, che altro non è che un elenco di calunnie  nei confronti di delegati Piaggio e Continental della nostra Area.


                                                        L'Area "il sindacato è un'altra cosa" nella FIOM - Pisa 


Leggi l'ordine del giorno su:
Un inaccettabile odg della Fiom di Pisa contro l'autonomia delle Rsu e i comitati di lotta

giovedì 20 ottobre 2016

IN EVIDENZA...

Vista la confusione generata da qualcuno non troppo informato ribadiamo che:

Tutti i lavoratori possono aderire alle iniziative di sciopero generale proclamate da qualunque sindacato (anche se questi non è firmatario del contratto, o non è presente nei luoghi di lavoro),quindi non possono essere, per nessuna ragione, tacciati di alcuna violazione.

Anzi, qualunque ritorsione sui lavoratori scioperanti oltre che di basso profilo, è un'azione che può essere impugnata con un art.28 legge 300/1970 per attività antisindacale.



martedì 18 ottobre 2016

CHIARIMENTI SUGLI SCIOPERI DEL 21 OTTOBRE E DEL 4 NOVEMBRE

Avendo ricevuto diverse richieste di chiarimento in seguito alla pubblicazione del comunicato "Sulle prossime mobilitazioni, sugli scioperi del 21 ottobre e del 4 novembre", precisiamo che TUTTI I LAVORATORI possono aderire alle iniziative di SCIOPERO GENERALE proclamate da una qualsiasi sigla sindacale anche se questa non è presente nei luoghi di lavoro.

venerdì 14 ottobre 2016

Sulle prossime mobilitazioni, sugli scioperi del 21 ottobre e del 4 novembre.

Senza una spinta dal basso, non cambierà mai nulla
Questo autunno è segnato dall’assenza di mobilitazioni generali promosse dalla CGIL, un sostanziale immobilismo della confederazione e delle principali categorie sul piano delle lotte. Nonostante la campagna referendaria, il tavolo sulle pensioni e le tante vertenze aperte per i principali rinnovi contrattuali pubblici e privati, non è stata indetta nessuna iniziativa di conflitto. Non un’ora di sciopero. Non un corteo nazionale. Neanche un piano di manifestazioni articolate nei territori.
Cosa sta aspettando la Cgil a intrecciare le varie vertenze e a lanciare una mobilitazione che arrivi allo sciopero generale? Perché sulle pensioni, dove pure raccoglierebbe senza dubbio la disponibilità dei lavoratori e delle lavoratrici a mobilitarsi, ha firmato quel verbale di intesa (in cui sostanzialmente viene scandalosamente proposta l’APE), invece che alzarsi dal tavolo e aprire una stagione di lotte? Perché sui tavoli contrattuali si inseguono le controparti, invece che contrastarle sul piano del conflitto? Le ragioni ci sarebbero tutte. Quello che manca è la volontà di contrastare davvero le scelte del governo e delle imprese.
Nelle prossime settimane sono comunque previste diverse occasioni di sciopero e mobilitazione: i due scioperi generali indetti per venerdì 21 ottobre da USB, UniCobas, USI e SI Cobas, per venerdì 4 novembre da CUB, USI/AIT e SGB; la manifestazione nazionale a Roma del 22 ottobre per il NO RENZI DAY; la due giorni “NON UNA DI MENO” del 26 e 27 novembre, corteo e assemblea nazionale contro la violenza e lo sfruttamento sulle donne promossa da Rete IoDecido, D.i.Re e UDI; la manifestazione nazionale a Roma del 27 novembre indetta dall’assemblea “C’E’ CHI DICE NO!” della Sapienza, che ha raccolto movimenti di lotta dei territori, per il diritto all’abitare e studenteschi.
Le ragioni di tutte queste mobilitazioni e di tutti questi scioperi intrecciano temi importanti: la riforma costituzionale, il governo Renzi e la sua politica economica e sociale, la guerra, l’austerità europea, le leggi Bossi-Fini e quella Fornero, lo sfruttamento delle donne e le devastazioni dei territori. Pensiamo però che sarebbe stato più utile evitare sovrapposizioni incomprensibili e divisioni autocentrate, come spesso è avvenuto negli appuntamenti degli ultimi anni, riuscendo a far convergere in un unico percorso le diverse lotte.
In ogni modo, riteniamo giuste le ragioni degli scioperi, tanto più in assenza di una mobilitazione generale della CGIL (che non ci stancheremo di chiedere). Per questo, ci auguriamo che siano in molti a decidere di scioperare il 21 ottobre e il 4 novembre!  Per questo, parteciperemo alla manifestazione al NO RENZI DAY del 22 ottobre, come agli altri appuntamenti previsti.
Senza una spinta dal basso che costringa il movimento sindacale a uscire dal pantano e a lottare sul serio, non cambierà mai nulla.
sindacatoaltracosa – OpposizioneCGIL

mercoledì 12 ottobre 2016

Tentativo di censura di una RSU che ha paura delle opinioni


Nei giorni scorsi sono stati affissi in bacheca sindacale a Fauglia alcuni comunicati a firma Cini e Garzella. Come al solito il resto della RSU si è preoccupata di rimuoverli subito e questa volta è stato visto il delegato Nicola Moretti in carne ed ossa mentre "ripuliva" la bacheca sindacale levando i comunicati scomodi nonostante non ci fossero problemi di spazio.
Evidentemente i nostri amici, paladini della democrazia e del rispetto per le opinioni altrui, preferiscono censurare anziché misurarsi sul terreno nostro dei contenuti. Così facendo danno sicuramente un segnale di debolezza ma purtroppo per loro dovranno abituarsi e rassegnarsi al fatto che al mondo esiste anche chi la pensa in modo diverso.....o siamo in regime dittatoriale?

Il Foglio Bianco


Leggi anche:
http://ilfoglio-bianco.blogspot.it/2015/10/tentativo-di-censura-di-una-rsu-che-ha.html

martedì 11 ottobre 2016

DK1-DK2: le segnalazioni e le osservazioni di un operatore

Riceviamo e pubblichiamo:

Vorrei segnalare quello che sta accadendo al DK 1-2. Da questa settimana hanno tolto un'altra persona da questo reparto così da rimanere solamente 1 capoturno, 2 manutentori, 1 operatore delle linee di taratura quando presente ed un part-time di 3 ore. Visto che vorrebbero fare la produzione con questi due manutentori , la mia domanda è: ma nn è un costo eccessivo avere 2 manutentori ed un capoturno su un reparto dove si produce 800 elettro iniettori al giorno?? Mentre in altri reparti sono carenti di tali figure e a Fauglia sono stati fatti 4 nuovi manutentori !! Chiedo se sia regolare. Stanno attenti a tutti i costi e poi tengono due figure professionali a girarsi le dita e fare gli operatori in questi reparti.

mercoledì 5 ottobre 2016

QUELLO CHE LA RSU DEVE FARE E NON FA

Riceviamo e pubblichiamo:

Una decina di giorni fa abbiamo affisso in bacheca un cartello di denuncia della situazione dei provvedimenti disciplinari e del licenziamento che  hanno colpito i lavoratori in produzione. 

Per  guadagnare di più, l'azienda  aumenta i ritmi di lavoro, taglia le pause, riduce al minimo i controlli, la manutenzione delle macchine e la scorta dei materiali. Poi, quando qualcosa va storto, l'azienda dà la colpa ai lavoratori e arrivano le contestazioni, le multe e i licenziamenti. A questo si aggiunge un regime da caserma: non si può parlare, sedere, guardare il telefono, ecc.

Di fronte a questa situazione di pressione e intimidazione sui lavoratori, abbiamo richiesto alla intera RSU una reazione netta e immediata: 

- interruzione di ogni trattativa con un'azienda che ha nei fatti dichiarato guerra ai propri dipendenti.  
-  convocazione immediata della RSU con all'ordine del giorno la verifica di TUTTO il quadro delle contestazioni fatte dall'azienda, la difesa dei lavoratori che sono stati colpiti e le azioni di lotta necessarie per metter fine a questa situazione.

LA RSU HA IGNORATO LA NOSTRA DENUNCIA E A FAUGLIA IL CARTELLO E' STATO SUBITO TOLTO.

Ignorare i problemi che si pongono in fabbrica non è una soluzione, come è ben dimostrato dall'arretramento che abbiamo subito in questi anni sui diritti e su tutti gli aspetti delle condizioni di lavoro. 
Una RSU inattiva non fa che indurre  la convinzione che non si può far niente e che ai lavoratori non resta che accettare quanto impone l'azienda.

Noi pensiamo invece che i lavoratori abbiano la forza per rivendicare e contrattare condizioni di lavoro ben diverse e per questo ci battiamo da anni.  

Se la RSU continua a sottovalutare la serietà della situazione in fabbrica, ci riserviamo di prendere iniziative di risposta, anche limitata ma il più possibile incisiva.

5 ottobre 2016
RSU Silvia Cini e Giada Garzella

Ancora difficoltà per i lavoratori della ISCOT dell'indotto PIAGGIO

Il primo ottobre avrebbe dovuto essere il primo giorno di lavoro per i sette operai della ISCOT, ditta delle pulizie della SOLE spa, rientrati a lavoro con contratto a tempo indeterminato dopo una dura lotta.
Ma lo stesso giorno all’inizio del turno uno degli operai è stato bloccato all’ingresso da due guardie della SOLE, impendendogli l’entrata al lavoro nonostante un regolare contratto e che il giorno prima gli fosse stato comunicato l ‘orario di lavoro da un suo responsabile. Gli hanno consegnato solamente una lettera di due righe: “ La dispensiamo temporaneamente dal prestare servizio …..fermo restando la maturazione della normale retribuzione”.

UN'AZIONE DA CAPORALATO.

Dal carattere discriminatorio ed antisindacale che punta a colpire due degli operai protagonisti della protesta (uno è ancora infortunato), per continuare ad applicare pessime condizioni di lavoro e tenere sotto ricatto questi lavoratori e quelli della SOLE.

Anche in questi giorni infatti continuano a non applicare le regole minime: la ISCOT non rispetta le undici ore di riposo tra un turno e l’altro, utilizza nuovi interinali mantenendo i contratti a 16 ore, non riconosce ancora il diritto alla mensa.

Sappiamo anche che la SOLE  ha licenziato decine di lavoratori precari e che si rifiuta di trattare seriamente sulla base delle  richieste dei lavoratori per il rinnovo del contratto aziendale.

Come abbiamo avuto conferma in vari incontri, sia dalla ISCOT che dalla SOLE questa situazione di illegalità è voluta direttamente dai dirigenti della SOLE che stanno rivelando un’arroganza antioperaia da fine ottocento.

I lavoratori della Iscot  dal 1° ottobre sono di nuovo in sciopero ad oltranza fino a quando non sarà garantito il diritto al lavoro per tutti e sette e rispettato il contratto firmato e le leggi italiane, ma sta diventando sempre più importante anche per i lavoratori della SOLE capire la necessità di unirsi in un'unica lotta contro questi padroni per avere tutti delle migliori condizioni di lavoro sotto il tetto di quest’azienda.        
                                                                                                   I lavoratori Iscot.

lunedì 3 ottobre 2016

SULLA RISTORI....

Riproponiamo un articolo pubblicato nel 2014 che riporta di un Ordine del Giorno sulla vertenza Ristori presentato dai membri dell'area di opposizione Fiom al Direttivo Provinciale di Pisa.

L'OdG in questione è stato respinto dalla maggioranza dei dirigenti sindacali di Pisa.

Mozione sulla crisi della Ristori, presentata al Direttivo FIOM del 20.11.2014

Il Direttivo provinciale FIOM Pisa considera negativa per i lavoratori l’intesa raggiunta il 5 Novembre scorso tra la Proprietà, il Commissario concordatario e le OOSS con la mediazione della Regione, in quanto non  risponde alle istanze alla base delle lotte portate avanti dai lavoratori della Ristori, anche con il sostegno dei lavoratori Piaggio:
1.     Viene confermata la grossa riduzione della produzione e vengono confermati i licenziamenti che ne conseguono
2.     Anche per i lavoratori destinati a rimanere in produzione, non è prevista nessuna certezza per il futuro, visto che la produzione dipende unicamente da commesse che la Piaggio sta continuando a trasferire altrove
3.     Non è previsto nessun meccanismo certo di rotazione sul lavoro fino all’apertura della procedura di mobilità
4.     Date le dimensioni della riduzione dell’occupazione, è solo fumo negli occhi parlare di mobilità volontaria
5.     In definitiva, gli strumenti di protezione promessi non sono altro che quelli garantiti dalla legge
6.     Anche per gli stipendi arretrati c’è solo un impegno parziale e incerto, visto che le risorse disponibili dipendono dall’esito del concordato preventivo
Per questo, aver indotto i lavoratori a sospendere la lotta e riprendere il lavoro rappresenta solo un favore alla proprietà, ai creditori, ma soprattutto alla Piaggio che avrà i pezzi che richiede, per tutto il tempo necessario a completare il trasferimento delle commesse alla Ristori.
L’accordo sottoscritto, come tanti altri in questi anni in Italia, non è altro che l’accompagnamento verso la chiusura della fabbrica

Per rispondere ai problemi dei lavoratori della Ristori, come delle tante altre fabbriche in crisi dell’indotto Piaggio è necessario affrontare le ragioni vere della deindustrializzazione della Valdera, che stanno tutte nelle scelte della Piaggio di portar via un numero sempre maggiore di lavorazioni, sia interne che dell’indotto. 
La politica sindacale che negli ultimi 20 anni ha concesso alla Piaggio quanto  ha richiesto su tutti gli aspetti delle condizioni di lavoro, in fabbrica e nell’indotto, e sul ricorso continuo alle casse dell’INPS attraverso la CIG e la Solidarietà; la subalternità e il sostegno politico ed economico alla Piaggio di Comune, Provincia e Regione, si sono rivelate un disastro per i lavoratori e per l’intero tessuto sociale ed economico della Valdera.
E’ necessario che la FIOM rompa con questa politica e con chi intende continuarla, unisca i lavoratori della Piaggio e della Valdera, definisca una piattaforma rivendicativa comune e costringa la Piaggio ad un confronto serrato e sostanziale per invertire la sua politica industriale.