mercoledì 5 ottobre 2016

QUELLO CHE LA RSU DEVE FARE E NON FA

Riceviamo e pubblichiamo:

Una decina di giorni fa abbiamo affisso in bacheca un cartello di denuncia della situazione dei provvedimenti disciplinari e del licenziamento che  hanno colpito i lavoratori in produzione. 

Per  guadagnare di più, l'azienda  aumenta i ritmi di lavoro, taglia le pause, riduce al minimo i controlli, la manutenzione delle macchine e la scorta dei materiali. Poi, quando qualcosa va storto, l'azienda dà la colpa ai lavoratori e arrivano le contestazioni, le multe e i licenziamenti. A questo si aggiunge un regime da caserma: non si può parlare, sedere, guardare il telefono, ecc.

Di fronte a questa situazione di pressione e intimidazione sui lavoratori, abbiamo richiesto alla intera RSU una reazione netta e immediata: 

- interruzione di ogni trattativa con un'azienda che ha nei fatti dichiarato guerra ai propri dipendenti.  
-  convocazione immediata della RSU con all'ordine del giorno la verifica di TUTTO il quadro delle contestazioni fatte dall'azienda, la difesa dei lavoratori che sono stati colpiti e le azioni di lotta necessarie per metter fine a questa situazione.

LA RSU HA IGNORATO LA NOSTRA DENUNCIA E A FAUGLIA IL CARTELLO E' STATO SUBITO TOLTO.

Ignorare i problemi che si pongono in fabbrica non è una soluzione, come è ben dimostrato dall'arretramento che abbiamo subito in questi anni sui diritti e su tutti gli aspetti delle condizioni di lavoro. 
Una RSU inattiva non fa che indurre  la convinzione che non si può far niente e che ai lavoratori non resta che accettare quanto impone l'azienda.

Noi pensiamo invece che i lavoratori abbiano la forza per rivendicare e contrattare condizioni di lavoro ben diverse e per questo ci battiamo da anni.  

Se la RSU continua a sottovalutare la serietà della situazione in fabbrica, ci riserviamo di prendere iniziative di risposta, anche limitata ma il più possibile incisiva.

5 ottobre 2016
RSU Silvia Cini e Giada Garzella

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