di Segio Bellavita.
Il fine
settimana ci ha nuovamente riservato scintille mediatiche tra la Camusso e Landini.
L’oggetto dello scontro è sempre il tema della coalizione sociale che sabato ha
visto riunirsi, nuovamente ad inviti preselezionati, una cinquantina di
militanti e quadri della sinistra diffusa.
Uno scontro che, ci permettiamo di dire, ben poco ha a che fare con le durissime contrapposizioni che nel corso degli ultimi 14 anni hanno visto fronteggiarsila Cgil
e la Fiom sul
terreno dei rapporti con il governo e sulla stagione degli accordi interconfederali.
Quello che resta delle grandi discussioni su pensioni, welfare, democrazia,
indipendenza, rappresentanza e contrattazione è un’incomprensibile diatriba che
riflette molto lo scontro interno per la leadership della Cgil più che un
progetto che non si è posto con chiarezza né sul terreno politico né su quello
sociale.
Uno scontro che, ci permettiamo di dire, ben poco ha a che fare con le durissime contrapposizioni che nel corso degli ultimi 14 anni hanno visto fronteggiarsi
La verità è che l’insieme della Cgil è nel pieno della sua crisi più difficile.
Landini e Camusso sono due facce della stessa crisi. I proclami da una e dall’altra parte servono solo a tirare la palla più avanti ed a sperare che nel frattempo succeda qualcosa che faccia uscire dallo stato comatoso il sindacato. La ragione è che la spacciata e declamata continuità del contrasto al jobs Act semplicemente con c’è. Lo aveva già sancito il direttivo nazionale del 18 febbraio con il dispositivo finale Landini-Camusso. Tuttavia è sufficiente guardare alle recenti chiusure dei contratti dei bancari e del terziario per capire che
Landini che punta tutto ad un rinnovo unitario del contratto metalmeccanici si dovrà confrontare con una Federmeccanica che vuole quello che tutte le altre categorie hanno già ceduto: la totale flessibilità degli orari di lavoro. Lo spazio possibile di un contratto unitario sarà solo quello di un peggioramento drastico delle condizioni concrete di chi lavora.
I toni bassi e l’anomalo percorso di vertice che sta portando
Renzi vive della politica degli annunci, della perenne dispensa di speranze. Il sindacato pare abbia preso a fare lo stesso, con il risultato che il governo fa liberamente quello che vuole e
Quanto si può continuare così a sinistra ? O dobbiamo attendere che appaia un
altro cumulo di macerie?
Dedicato a tutt* quell* che hanno sostenuto/sostengono il reazionario Renzi. E un pensiero particolare va proprio a chi dice di voler rappresentare/difendere chi lavora, mentre in tasca si tiene ben stretta la tessera PD. Complimenti!
RispondiEliminahttp://www.senzasoste.it/lavoro-capitale/call-center-licenzia-per-riassumere-grazie-al-jobs-act
Giacomo