domenica 27 luglio 2014

IL SINDACATO E' UN'ALTRA COSA - ODG approvato dal coordinamento nazionale







Il quadro internazionale sociale, politico ed economico con cui ci misuriamo è drammaticamente segnato dal precipitare della condizione materiale per milioni di lavoratori, lavoratrici, pensionati e giovani. Il crollo di salari e pensioni, la precarietà come condizione generale, la crescente disoccupazione, l’aumento della fatica imposta a chi lavora sono dati incontestabili, li a testimoniare che la crisi, lungi dall’essere finita come vorrebbe la propaganda di governo, continua a aggredire sempre di più. 
L’accordo del 10 gennaio sulla rappresentanza e i progetti di manomissione della Costituzione del governo Renzi incarnano la stessa grave torsione autoritaria che pretende di sacrificare la democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro sull’altare delle politiche d’austerità, del debito pubblico, dei profitti e del mercato. Il governo Renzi si muove tra continuità e rottura.
Continuità sul terreno delle politiche economiche e sociali, dopo il goffo e vano tentativo di attenuare la rigida difesa dell’austerità della Merkel, dalle privatizzazioni al taglio della spesa pubblica e sociale sino alla ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro. Una continuità che lascia inalterata e aggrava la condizione sociale e che viene coperta da una politica degli annunci eretta ad arma di distrazione di massa. Mentre si muove in rottura totale con ogni mediazione sociale, sfruttando la crisi e la debolezza della rappresentanza organizzata, per cancellare ,insieme a liturgie e consuetudini , ogni vincolo all’imposizione unilaterale delle scelte del governo. Una deriva autoritaria che colpevolmente non trova alcun contrasto ne opposizione da parte della Cgil.
La vicenda Alitalia da questo punto di vista rappresenta esattamente il passaggio a questa nuova fase. Per la prima volta si impone un modello di ristrutturazione brutale, ipocritamente diviso in tre intese distinte, che esclude la cassa integrazione, licenzia collettivamente centinaia di lavoratori e lavoratrici e riduce le retribuzioni ai lavoratori salvati.
Le organizzazioni sindacali firmatarie si sono assunte la grave responsabilità di avere avallato tale modello davanti alle centinaia di dure vertenze per la difesa dell’occupazione, dei diritti e del patrimonio industriale che sono aperte nel paese. Chiediamo che la Cgil ritiri la firma dopo il mancato raggiungimento del quorum sul referendum che , sebbene chiesto per abrogare l’intesa, dimostra la mancanza del consenso dei lavoratori.
Il disastro sindacale Alitalia testimonia lo stato di profonda crisi del sindacalismo confederale e di base, in particolare della Cgil. Lo stato di paralisi dell’iniziativa, l'incapacità di costruire e praticare una linea di difesa degli interessi dei lavoratori davanti alla durezza della crisi, la distanza siderale con la condizione di chi si vorrebbe rappresentare, la sfiducia e la disaffezione crescente nei suoi confronti, l’irrilevanza davanti alle politiche del Governo Renzi sulla riforma della pubblica amministrazione, sulla scuola, il silenzio complice sulla deriva autoritaria, sono tutti segni di una profonda crisi della Cgil, dei suoi gruppi dirigenti.
Una crisi che nel breve periodo rischia di far implodere il più grande sindacato italiano.
In questo quadro è necessario rilanciare la nostra iniziativa di radicale opposizione interna alla Cgil ma soprattutto di opposizione sul piano sociale. Vogliamo essere tra coloro che si organizzano per rilanciare il conflitto sociale, per portare anche nel nostro paese una contestazione di massa ai dettami della Ue, ai suoi trattati, alla complicità sindacale.
Chiediamo alla Cgil di rompere ogni indugio, ogni subordinazione nei confronti del governo e del disegno del padronato che pretende di cancellare i contratti nazionali e ciò che resta delle tutele dal licenziamento e costruire una piattaforma insieme ai lavoratori e alle lavoratrici per arrivare allo sciopero generale come prima tappa di un conflitto a cui è necessario dare continuità e radicalità. Proponiamo a tutto il sindacalismo conflittuale, ai movimenti sociali, alle tante realtà che lavorano a forme di mobilitazione capaci di incrociare e intrecciare le diverse soggettività della nuova composizione di classe ,di costruire insieme e unificare le lotte in campo.
Occorre superare la ritualità di scadenze calate dall’alto che non riescono a unificare, consolidare e dare continuità alla mobilitazione. Cosi come crediamo necessario rilanciare le iniziative del contro semestre popolare a partire dalla costituzione di comitati territoriali. Salutiamo le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici della logistica che dalla Granarolo all'IKEA stanno li a testimoniare che c’è una larga disponibilità a mobilitarsi contro le ingiustizie , per i diritti e il salario. E dimostrano anche che le lotte pagano.
Riaffermare il sindacalismo democratico e conflittuale e una pratica conseguente è possibile e necessario ma solo se si impedisce l’affermazione del sistema corporativo e autoritario definito dal Testo unico sulla rappresentanza.
Per queste ragioni il nostro dissenso, la nostra opposizione e disobbedienza al modello del 10 gennaio è totale e proseguirà nei prossimi mesi, dalle aule di tribunale alla pratica contrattuale quotidiana. Facciamo appello a tutto il mondo del lavoro, del lavoro negato, dei bisogni sociali preclusi, costruiamo insieme, oltre ogni idea di autosufficienza, un fronte ampio e plurale per un nuovo ciclo di lotte e di protagonismo sociale.

http://sindacatounaltracosa.org/2014/07/26/odg-approvato-dal-coordinamento-nazionale/#more-820

4 commenti:

  1. Uno dei parametri che purtroppo ci siamo trovati ad accettare passivamente o comunque per cinvenienza è l' assistenzialismo a cui i vari governi e le rappresentanze sindacali per anni ci hanno proposto... Per far fronte alle esigenze sociali ed economiche dei pochi meno abbietti. La forma politica assistenzialista non ha MAI portato a nulla di buono anzi col tempo ha portato al Crack finanziario dell ente pet eccelllenza quale INPS. Che avrebbe dovuto garantire tutta una serie di servizi al lavoratore e che in realtà ora non ha la.fonte necesaaria. Un ciclo vizioso in cui si cerca il bandolo della matassa inutilmente. Di fatto le politiche di austerità del UE scaturiscono solo dalla mancanza di volontà politica e sociale di creare in Italia un sistema forte e duraturo, un sistema che anziche investire milioni nel pubblico ed offrire servizi al cittadino che paga le tasse ,toglie sostegno ed indigna il cittadino. Gli ivestimenti per i giovani non esistono anche se ne parlano tutte le forze politiche. Non abbiamo la.cultura dell insegnamento dinamico delle lingue; soprattutto l inglese. Nelle scuole dovrebbe avere carattere primario. Siamo un popolo chiuso. Nessuno si pone il problema che fuori dall Italia nessuno parla la nostra lingua. Abbiamo una scarsa quasi inesistente propensione per i lavori manuali; parecchie discipline stanno scomparendo. Abbiamo un sistema.burocratico e fiscale che nemmeno nella Cina comunista di Mao tse Tung. Siamo Vecchi... le organizzazioni sindacali purttoppo anche non volendo o; con linee indirette hanno agevolato ed accelerato il processo. Insomma un disastro. Dobbiamo semplificare un sacco di procedure, ma per farlo occorre capire ed il BUROCRATE per eccellenza " lo Stato " non vuole cio. Non è piu questiine di Renzi, Berlusconi, ed altri della casta. Dove ci sono soldi c'è chi deve prenderli. Insomma io credo che prima delle lotte improntate su modelli vecchi di 100 anni dobbiamo imaprare a capire il sistema a studiarlo ed affrontarlo in modo consapevole. Dobhiamo avere voglia di rimboccarci le maniche tutti con grossi sacrifici. Ma vedo che nessuno ne ha realamente voglia. Ognuno pensa al suo. E fin quando c'è disuguaglianza nessuno vince....

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  2. ehhh??? °ò° ma da che parte stai? assistenzialismo? (paghiamo fior di tasse,,,) abbietti? (a chi? Abietto=Spregevole, ripugnante, vile! ) lotte improntate su modelli vecchi di 100 anni? (ma dove vedi lotte?) grossi sacrifici? (non ti pare se ne stiano già facendo?)

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  4. Si va bene come non detto allora.... " a buon intenditor poche parole".... volevo solo.dire che chi commenta solo.per il fatto di capire come vuole non diritto di offendere la mia intelligenza. Che basti guardare fuori nel nostro parcheggio per capire che le lamentele rimangono ed i fatti parlano.....stop. Mi scuso comunque per le ossevazioni.

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