lunedì 12 maggio 2014

Dichiarazione di Gianni Rinaldini sul Congresso della Cgil Nazionale - La CGIl che vogliamo

Senza avere il senso del ridicolo, la Cgil Nazionale ha reso noto i risultati della consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori iscritti, ad esclusione dei metalmeccanici, sul Testo Unico sulla Rappresentanza, che avrebbe ottenuto un consenso del 96%. Credo che soltanto la Corea del Nord si avvicina a questi risultati.
In questo modo si sputtana lo strumento della democrazia e si creano guasti profondi non soltanto per la Cgil.

La democrazia è tale se fondata su un sistema di regole che garantisce il pluralismo delle posizioni, la pari dignità nella loro esposizione, il controllo e la certificazione comune dei voti.
In caso contrario si chiama plebiscito che è proprio dei Paesi non democratici.
La stessa platea dei delegati del XVII Congresso Nazionale della Cgil, che si svolgerà nei prossimi giorni, non corrisponde in alcun modo al voto espresso dalle lavoratrici e dai lavoratori iscritti nelle assemblee che si sono svolte nei luoghi di lavoro e nei territori.

Non soltanto si è svolto un Congresso falsato dall'accordo del 10 gennaio 2014 sul “Testo Unico sulla Rappresentanza”, successivo alla elaborazione dei documenti congressuali, ma si è prodotta nei vari livelli dell'Organizzazione una selezione dei delegati che garantisce con circa il 90% le posizioni sostenute dall'attuale gruppo dirigente.
Un Congresso che si è svolto su due documenti alternativi ed emendamenti di sostanziale modifica al documento di cui è prima firmataria la segretaria generale della Cgil.
Questo è stato possibile, stravolgendo lo stesso regolamento congressuale che prevedeva:
  • la votazione degli emendamenti con voto palese nelle assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori, e su questa base la definizione di un equilibrato rapporto nella composizione della lista dei delegati;
  • il voto segreto sui documenti alternativi, con una scheda che non prevedeva gli emendamenti, per la semplice ragione che l'equilibrato rapporto dei delegati era già stato definito dal voto palese in assemblea.
La Cgil Nazionale ha inviato alle strutture un riepilogo dei dati congressuali assolutamente falso perchè costruisce il dato relativo al voto espresso sugli emendamenti, sull'insieme dei votanti, comprendendo in questo modo anche gli iscritti che si sono espressi successivamente alle assemblee con il voto segreto che non prevedeva il voto sugli emendamenti.

Come dire che circa 750.000 iscritte e iscritti che hanno votato i documenti, solo a voto segreto e al di fuori delle assemblee, sono stati d'ufficio considerati voti contrari agli emendamenti.
Ho appreso in questo modo che il sottoscritto, firmatario degli emendamenti, che per impegni personali non ho potuto partecipare alla assemblea congressuale, e ho di conseguenza esercitato il giorno successivo, il voto segreto su una scheda che prevedeva soltanto i due documenti alternativi, di essere stato considerato tra coloro che hanno bocciato gli emendamenti.
Una truffa pura e semplice per poter affermare nella circolare nazionale che gli emendamenti hanno preso dal 7% al 23%.

Non c'è più limite alla decenza!
La stessa legittimità democratica della platea congressuale nazionale, rappresenta un problema ed indica drammaticamente lo stato di crisi dell'Organizzazione che perpetua stancamente i riti di autocelebrazione.

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