Senza avere il senso del ridicolo, la
Cgil Nazionale ha reso noto i risultati della consultazione delle
lavoratrici e dei lavoratori iscritti, ad esclusione dei metalmeccanici,
sul Testo Unico sulla Rappresentanza, che avrebbe ottenuto un consenso
del 96%. Credo che soltanto la Corea del Nord si avvicina a questi
risultati.
In questo modo si sputtana lo strumento della democrazia e si creano guasti profondi non soltanto per la Cgil.
La
democrazia è tale se fondata su un sistema di regole che garantisce il
pluralismo delle posizioni, la pari dignità nella loro esposizione, il
controllo e la certificazione comune dei voti.
In caso contrario si chiama plebiscito che è proprio dei Paesi non democratici.
La
stessa platea dei delegati del XVII Congresso Nazionale della Cgil, che
si svolgerà nei prossimi giorni, non corrisponde in alcun modo al voto
espresso dalle lavoratrici e dai lavoratori iscritti nelle assemblee che
si sono svolte nei luoghi di lavoro e nei territori.
Non
soltanto si è svolto un Congresso falsato dall'accordo del 10 gennaio
2014 sul “Testo Unico sulla Rappresentanza”, successivo alla
elaborazione dei documenti congressuali, ma si è prodotta nei vari
livelli dell'Organizzazione una selezione dei delegati che garantisce
con circa il 90% le posizioni sostenute dall'attuale gruppo dirigente.
Un
Congresso che si è svolto su due documenti alternativi ed emendamenti
di sostanziale modifica al documento di cui è prima firmataria la
segretaria generale della Cgil.
Questo è stato possibile, stravolgendo lo stesso regolamento congressuale che prevedeva:
- la votazione degli emendamenti con voto palese nelle assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori, e su questa base la definizione di un equilibrato rapporto nella composizione della lista dei delegati;
- il voto segreto sui documenti alternativi, con una scheda che non prevedeva gli emendamenti, per la semplice ragione che l'equilibrato rapporto dei delegati era già stato definito dal voto palese in assemblea.
La Cgil Nazionale ha
inviato alle strutture un riepilogo dei dati congressuali assolutamente
falso perchè costruisce il dato relativo al voto espresso sugli
emendamenti, sull'insieme dei votanti, comprendendo in questo modo anche
gli iscritti che si sono espressi successivamente alle assemblee con il
voto segreto che non prevedeva il voto sugli emendamenti.
Come
dire che circa 750.000 iscritte e iscritti che hanno votato i
documenti, solo a voto segreto e al di fuori delle assemblee, sono stati
d'ufficio considerati voti contrari agli emendamenti.
Ho
appreso in questo modo che il sottoscritto, firmatario degli
emendamenti, che per impegni personali non ho potuto partecipare alla
assemblea congressuale, e ho di conseguenza esercitato il giorno
successivo, il voto segreto su una scheda che prevedeva soltanto i due
documenti alternativi, di essere stato considerato tra coloro che hanno
bocciato gli emendamenti.
Una truffa pura e semplice per poter affermare nella circolare nazionale che gli emendamenti hanno preso dal 7% al 23%.
Non c'è più limite alla decenza!
La
stessa legittimità democratica della platea congressuale nazionale,
rappresenta un problema ed indica drammaticamente lo stato di crisi
dell'Organizzazione che perpetua stancamente i riti di autocelebrazione.
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