Odio gli indifferenti.
Credo che "vivere vuol dire essere partigiani".
Chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare.
Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia.
L'indifferenza opera potentemente nella storia.
Opera passivamente, ma opera...
...Ciò che avviene, non avviene tanto perchè alcuni vogliono che avvenga,
quanto perchè la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi
che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo
un ammutinamento potrà rovesciare.
Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo,
tessono la tela della vita collettiva e la massa ignora, perchè non se ne preoccupa.
I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi e la massa degli uomini ignora, perchè non se ne preoccupa.
Nessuno o pochi si domandano:
Se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo?
Nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto
per evitare quel tal male, combattevano..
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
(tratto da "Odio gli indifferenti" di Antonio Gramsci - 11 Febbraio 1917)
L'imperativo è guardare la vita reale, tenere lo sguardo sui problemi veri senza farsi distrarre da quelli falsi in modo che la quotidianità non appaia come l'unico dei "mondi" possibili...Chiediamo conto e non lasciamo fare!
RispondiEliminaPurtroppo alla schiera degli indifferenti, vanno aggiunti gli apatici, gli ipocriti, i venduti, i vili, i parassiti, gli ignobili, i disonesti, i furbi, gli arroganti, i falsi...
RispondiEliminaTutte qualità molto apprezzate nella società di oggi!
Citare Gramsci oggi è di per sé un atto eroico. E lo dico senza alcuna enfasi. Rendere esplicito il proprio punto di vista in una società apatica e succube del pensiero unico è un atto di coraggio, perchè ci espone al pubblico ludibrio. Oggi i valori sono altri, cioè disvalori. Oggi conta la furbizia, l'opportunismo, il cinismo. Chi crede davvero in quel che scriveva e faceva Gramsci e tenta con infinite difficoltà di metterlo in pratica con coerenza, ogni giorno, tiene accesa la speranza in quell'utopia rivoluzionaria che Guevara definiva l'uomo nuovo. Vi sembra poco?
RispondiEliminaCitare Gramsci per quanto mi riguarda è molto di più e ci voglio mettere un po' di enfasi perchè se lo merita...Le sue "antiche" riflessioni sono più che mai attuali, chi può dire infatti che non rappresentino la nostra condizione ora?
RispondiEliminaPer Gramsci il problema è come si delinea una "fuoriuscita", una via di fuga che innanzitutto significa rifiutare l'accettazione passiva della realtà e contrastare la convinzione che non ci possa essere cambiamento.
Ma poi occorre l'intelligenza, se si vuol provare a cambiare !!
L'intelligenza.. l'autorevolezza dei "senza potere"...