mercoledì 22 luglio 2015

IL PERCHÉ DI ALCUNE SCELTE SINDACALI...

Estratto dalla Lettera di Draghi e Trichet al Governo Italiano del 5 Agosto 2011:

“...b) C'é anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi...”


Leggendo questo breve estratto si comprende benissimo quale sia la richiesta e cosa si chiede venga definito e applicato in Italia con il benestare delle parti sociali.
Le principali sigle sindacali già nell'accordo del 28 giugno 2011 (in particolare nei paragrafi 7 e 8) si erano apprestate a ratificare la fine del Contratto Nazionale di lavoro in favore di quello Aziendale consentendo intese che possono modificare il CCNL in materia di orari e organizzazione del lavoro aprendo la strada al “Salario legato al raggiungimento di obiettivi aziendali e alla Produttività”.

Parte anche da qui l'attacco ai lavoratori e ai loro diritti, complici le sigle sindacali.
Parte anche da qui il “Vantaggio Aziendale” e la “Deriva Sindacale” che noi lavoratori tocchiamo con mano tutti i giorni, perché è inevitabile che queste cose si ripercuotano su quel che applica l'azienda sui lavoratori e su quel che FA la Rsu in azienda.
E' illogico e disonesto concorrere prima alla morte del CCNL e dopo chiamare i lavoratori a “lottare” in difesa del contratto stesso!
E' anche altrettanto chiaro che una Rsu che con la sua maggioranza aderisce e sostiene politicamente la scelta della CGIL (e quindi anche l'accordo del 28 giugno 2011) non potrà mai portare in azienda un metodo diverso da quello condotto dalla CGIL a livello nazionale.
Come fa ad arginare l'avanzata dell'impresa a livello locale (richiesta di maggior flessibiltà, moderazione salariale, aumenti dei ritmi e dei carichi di lavoro, ecc..) se già a livello nazionale ha svenduto tutto al miglior offerente? Chi mette i paletti? La stessa Rsu portatrice dei “valori” della CGIL?

Capite bene quanto appaiano inconsistenti tutte le richieste di “far pace” e “smettere di litigare in Rsu” se si ha chiaro il quadro descritto sopra.
Capite bene anche quanto appaiano strumentali le chiacchere e gli attacchi personali messi in atto ogni giorno per coprire e mascherare le insussistenze e le scelte complici di questo genere di Rsu!!


Smettiamo di farci prendere ancora per i fondelli, smettiamo di dar credito a questi venditori di fumo il cui interesse è solo quello di continuare a vivacchiare e soprattutto NON SPARIRE!!


Leggi la lettera su:


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/testo-lettera-governo-italiano-091227.shtml





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