mercoledì 25 novembre 2015

SOLIDARIETA' AI COMPAGNI DELLA FCA DITERMOLI

Siamo completamente con i delegati e i lavoratori che sostengono lo sciopero alla Fiat di Termoli.
Siamo delegati  in Piaggio (5 su 9 fiom) e in Continental (2 su 10 fiom). Non abbiamo alcun dubbio a schierarci con i delegati che hanno dimostrato la loro responsabilità e il loro coraggio dichiarando lo sciopero contro i sabati a straordinario, come non abbiamo dubbi a dire che ai lavoratori non servono certi dirigenti sindacali. Un segretario provinciale della FIOM che sente il bisogno di scrivere una lettera, non per dare il suo contributo allo sciopero, ma per cercare di screditarlo, portando ovviamente acqua a tutti quelli che lavorano per spingere i lavoratori alla passività e alla sconfitta, in primis il padrone, non ha nulla da spartire con i lavoratori e con le loro lotte.

Scioperi come quello di Termoli sono invece per noi una necessità e un riferimento fondamentale. Indirli e sostenerli  significa combattere la prepotenza padronale, ma anche respingere e invertire una politica sindacale di  cedimento, di rinuncia e di incapacità che ha messo i lavoratori in una condizione di difficoltà e di impotenza, significa lavorare per riportare gli operai a contare in fabbrica e in questa società.

Per questo condividiamo le considerazioni dei compagni di Melfi. Per questo bisogna che i delegati di fabbrica si assumano la responsabilità di proporre ai lavoratori un punto di vista e una prospettiva di affermazione intransigente dei propri diritti e dei propri interessi. E bisogna che le forze che combattono questa battaglia in tante fabbriche incomincino a lavorare su obiettivi e prospettive comuni.

25/11/15 

Delegati FIOM Piaggio e Continental: Cappellini Massimo, Malventi Massimiliano, Tecce Adriana, Porticati Rossella, Guezze Giorgio, Cini Silvia, Giada Garzella

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1 commento:

  1. «Quando i nazisti presero i comunisti, io non dissi nulla perché non ero comunista. Quando rinchiusero i socialdemocratici io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico. Quando presero i sindacalisti, io non dissi nulla perché non ero sindacalista./Poi presero gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa»

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