"Chi non si assume le responsabilità non farà parte del futuro!"...
Questo è stato il messaggio con cui l'azienda ha voluto chiudere senza
possibilità di replica i Townhall Meeting dei giorni scorsi; un messaggio
chiaro, forte e minaccioso che racchiude tutto l'imperio padronale.
Sarebbe curioso conoscere in dettaglio quali sono per l'azienda le responsabilità che dovrebbero prendersi i lavoratori ma non è questo che
intendiamo mettere a fuoco in questo momento.
Quel che vogliamo invece evidenziare sono gli aspetti che hanno dominato
e caratterizzato queste “assemblee aziendali”, “assemblee” che hanno consegnato
ai lavoratori solo informazioni generiche e al tempo stesso centellinate:
L'approccio nervoso e le dichiarazioni minacciose con cui l'azienda ha condotto
tutti gli incontri denotano debolezza e difficoltà per un contesto che
l'azienda non sa più “controllare” e
sono un messaggio diretto a tutti i lavoratori.
Un direttore di stabilimento che all'interno di un meeting aziendale
occupa gran parte del proprio intervento in questioni sindacali, tra l'altro
alla presenza di delegati e dirigenti sindacali e senza aprire agli interventi,
compie deliberatamente un gesto di invasione di campo nel tentativo di
dimostrare a tutti chi è il Padrone.
Non c'è “..difficoltà a raccontare quel che succede nelle produzioni..”
come si affanna a dichiarare l'azienda ma c'è la volontà precisa di spaventare
i lavoratori quando si afferma che “..i clienti vogliono capire quali ambienti
sono sani e quali no..” e quando
si fa terrorismo paventando possibili trasferimenti delle Produzioni.
Tutto questo ha il preciso obbiettivo di scoraggiare
qualsiasi tentativo di rivendicazione sindacale e di allineare e controllare i
lavoratori sotto la continua minaccia del posto di lavoro!
Occorre quindi essere chiari. I nostri obiettivi non sono quelli di
essere corporativi e “fare la guerra” che vorrebbe farci fare l’azienda. I
nostri obiettivi sono quelli di costruire percorsi di solidarietà tra
lavoratori per un mondo che non sia dominato dal diktat del profitto ad ogni
costo. Per questo motivo continueremo a lavorare per un sindacato che non
stia al guinzaglio delle aziende.
“Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni.
RispondiEliminaMa l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero.
Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili. Imparerebbe che questo Paese è speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale.”
Pier Paolo Pasolini.
E per fare spazio alle assemblee dell'azienda l'rsu ha rinviato le assemblee sindacali. Magari gli ha fatto pure comodo le minacce del direttore che si capiva benissimo che era contro cini e garzella
RispondiEliminaIl Direttore l'ha posta sul piano personale e ha fatto del vittimismo... mi sembra strano che una persona intelligente come lui non si sia accorta che si tratta di semplice attività sindacale e normale scontro tra le parti e non ha nulla a che vedere con i complotti nei suoi confronti.
RispondiEliminaCredo che la nota amara per l'azienda sia stata anche i risultati del questionario. Si dovrebbero porre veramente il perché siamo così insoddisfatti. E sappiano che con le minacce non si ottiene nulla anzi si peggiorano le cose. Quei dati dimostrando ancora di più che Cini e Garzelli hanno ragione e che non si può trattare in questo modo le persone che tirano avanti la carretta !!
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