Riceviamo e pubblichiamo:
“..Le produzioni future dei FR si
faranno a Txxxxxx anziché in Italia; dal punto di vista dei costi non c'è gara
e il FR non è il nostro business.."
Questa sarebbe la posizione
dell'azienda, secondo quanto riportato alla RSU dal segretario provinciale
Fiom, a seguito di una “convocazione urgente” da parte dell'azienda il 19
Novembre scorso e di un successivo
colloquio col direttore di stabilimento.
E` da Settembre che abbiamo sollevato
il problema delle reali intenzioni dell'azienda.
I segnali di una politica aziendale
finalizzata al ridimensionamento degli stabilimenti di Fauglia e San Piero erano fin troppo evidenti:
esuberi dichiarati anche a fronte di
volumi in crescita, carichi di lavoro aumentati, linee che chiudono, macchine
che vengono smontate e trasferite per un imminente accorpamento di sede.
Che cosa bisognava aspettare per far
conoscere ai lavoratori tutta la verità? Che cosa deve succedere perché si
apra finalmente una vertenza che faccia capire bene alla direzione aziendale
che i lavoratori non accetteranno passivamente le sue decisioni?
Ma la segreteria FIOM e la maggioranza
della RSU hanno continuato per due mesi a minimizzare, a incontrare l'azienda
solo come “delegazione trattante”, tagliando fuori il resto della RSU, “tranquillizzando” i lavoratori con un
comunicato confuso e scarso di contenuti e rinviando ogni iniziativa di
opposizione al progetto aziendale. Ancora oggi la segreteria provinciale e la
maggioranza della RSU sostengono che non c'e` nessuna decisione di trasferimento dei FR, come se non fosse
chiaro a tutti il senso dell'ultima “convocazione urgente”.
Forse pensano di far tornare indietro
le decisioni dell'azienda offrendo qualche altro vantaggio a spese dei lavoratori e
dell'INPS, come e` stato in questi anni con gli aumenti della flessibilità e il
ricorso alla Solidarietà?
Oppure non hanno la volontà di
contrastare le decisioni dell'azienda e ne accettano di fatto le conseguenze?
Evitare i licenziamenti, i ricatti e
il peggioramento ulteriore delle condizioni di lavoro si può fare con una politica sindacale chiara e coerente, che
come lavoratori Continental abbiamo il diritto di esigere, e portata avanti con
iniziative di lotta che dobbiamo d'ora in poi prendere nelle nostre mani.
23
novembre 2015
G.Romboli,
S.Cini, M.Ruffa, G.Garzella
Area “Il Sindacato è un’altra cosa”
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