Per
sabato 14 febbraio scorso la FIOM aveva dichiarato sciopero alla
Fiat di Pomigliano contro l’ uso dello straordinario mentre circa
2000 lavoratori sono ancora mantenuti a casa, fuori dalla produzione. Hanno scioperato cinque operai.
Giornalisti
leccapiedi e manutengoli sindacali hanno irriso lo sciopero.
Per
tutti i lavoratori coscienti, lo sciopero di Pomigliano ha un
significato chiarissimo. I cinque operai che hanno scioperato
rappresentano meglio di ogni altra cosa la volontà e la convinzione
di una classe che non intende piegare la testa. Cinque operai che
sostengono con coraggio una giusta ragione non trasmettono impotenza,
non generano delusione, ma incoraggiano tutti i lavoratori che si
stanno battendo nelle fabbriche e fanno crescere la consapevolezza
che è da queste iniziative, dalla resistenza nelle condizioni più
avverse, che si possono gettare le basi per un’adesione ampia, per
un movimento capace di rovesciare le posizioni e cambiare davvero le
cose.
Questi
5 operai dovrebbero diventare un punto di riferimento e un esempio
per tutti i lavoratori italiani, come quegli operai che scioperavano
nei momenti più difficili degli anni 50, poche decine in tutta la
Fiat. E’ anche grazie a loro che gli operai negli anni a seguire
hanno alzato la testa.
DELEGATI
FIOM E LAVORATORI PIAGGIO-CONTINENTAL-GKN-CEVA -CSO
Giusto. Camusso e Landini a casa. Chi davvero ha coraggio e rischia sulla propria pelle, alla guida del movimento sindacale. Sembra demagogia, ma non lo e'. Un tempo i dirigenti sindacali rischiavano persino di essere assassinati dagli scagnozzi dei padroni. Oggi cosa rischiano? E noi cosa rischiamo? Facciamo uno sciopero in difesa dei cinque?
RispondiEliminaGiacomo
Landini:"Ora faccio politica. Sfido Matteo." Perché, da segretario della Fiom non poteva sfidarlo? Ha buttato via occasioni uniche in questi anni di falsa opposizione, ogni volta chinando la testa di fronte ai diktat di mamma Camusso. La Fiom aveva la forza di mobilitare i propri iscritti e di coagulare attorno a sé molte realtà conflittuali, contro Renzi e contro i disegni reazionari di Confindustria. Ora che il diritto del lavoro è stato praticamente distrutto si rifà il trucco entrando in politica? Ma per favore! Allocco chi gli ha dato fiducia e non ha capito a che gioco stava giocando! E' l'ora di costruire un movimento sindacale alternativo e lontano anni luce da giochetti simili. Se non si capisce questo, facciamo festa.
RispondiEliminaGiacomo
Si caro collega...5 Persone che rappresentano cosa?
RispondiEliminaMi viene da piangere..ma non per gli operai che sono rimasti al lavoro...per il sindacato che non esiste più. ...da Leoni a CONIGLI...
CHE DELUSIONE...
Per il sindacato che non esiste più io piango da almeno vent'anni... Per chi è sfruttato dai padroni e preso per il culo dai dirigenti sindacali non piango ma dico: le contraddizioni del sistema capitalistico sono sempre più aberranti: o si ricostruisce un movimento sindacale conflittuale e alternativo alle vecchie logiche di potere e rendite di posizione o al peggio non ci sarà mai fine.
RispondiEliminaGiacomo
Alla assemblea nazionale dei delegati del SI Cobas, del 1 marzo, un militante del Comitato Casintegrati di Pomigliano ha spiegato che, a parer suo, lo sciopero è fallito perché la FIOM non lo ha preparato, limitandosi ad appendere un volantino in bacheca. La prontezza con cui Landini ha fatto successivamente retromarcia, ritirando lo sciopero, proclamando addirittura la necessità di organizzare forme alternative di lotta ad esso, proponendo che gli operai devolvano parte dello straordinario a favore dei lavoratori più in difficoltà, aiutando così tre volte gli industriali, screditando il valoro dello sciopero, facendogli fare ancora più profitti accettando di fare lo straordinario, facendo loro risparmiare soldi accettando di assistere i lavoratori coi soldi di altri lavoratori, è certamente molto sospetta. Saluti, Mariopaolo
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