I lavoratori e le lavoratrici della Cooplat hanno raggiunto un obiettivo concreto: la revoca del vecchio bando di gara e un nuovo bando che dovrà prevedere il contratto nazionale FISE e la clausola di salvaguardia! Si sono quindi poste le basi minime per una possibile soluzione che non comporti alcun licenziamento e/o riduzione di salario. Ovviamente tutto è ancora da definire e quindi i lavoratori e le lavoratrici devono mantenere viva l’attenzione e sempre alto il livello di mobilitazione tenendo conto che i rischi per i 78 dipendenti sono ancora reali.
Nondimeno dobbiamo sottolineare che hanno ottenuto questo risultato, minimo ma positivo, contro i luoghi comuni del tipo: ” lo dice la legge non si può fare altro!”, leitmotiv di giunte comunali (sia PD che M5stelle); hanno vinto grazie alla loro determinazione ad andare avanti e a non fermarsi di fronte al muro dell’altro luogo comune: “non c’è niente da fare dobbiamo accettare il meno peggio!”; hanno vinto contro un altro stereotipo: “il sindacato fa un po di fumo, ma poi ,come succede sempre, ci lascia soli!”.
L’insegnamento di questa vertenza è stato invece un altro. Si può fare ed ottenere tutto se le lavoratrici e i lavoratori sono determinati e si può evitare di accontentarsi del meno peggio se c’è un Sindacato degno di questo nome, come in questo caso.
Qualcuno paventa, in questi giorni, motivazioni che vedono nella crisi dell’AAMPS e nei rapporti finanziari di questa azienda e quindi del Comune con la Cooplat, il motivo della marcia indietro rispetto al bando. Tutto questo può essere vero, d’altronde questo tipo di dinamiche sono presenti in tutte le vertenze sindacali, in tutte le categorie e a tutti i livelli.
Le vertenze sindacali spesso si vincono anche inserendosi e sfruttando le contraddizioni delle controparti e le loro debolezze. Ma, senza la radicalità del conflitto che ha caratterizzato questo scontro sindacale, oggi l’azienda avrebbe avuto via libera a ridurre occupazione, salari e imporre minori diritti e più sfruttamento, senza una pur minima ricaduta sulla condizione finanziaria generale dell’AAMPS e sulla qualità del sevizio.
La lotta delle lavoratrici e del lavoratori della Cooplat ha creato fratture laceranti all’interno del M5S che ne ha dovuto tener conto dimostrando tutta la sua incapacità a governare e la sua subordinazione a culture e ideologie che, dietro a pseudo valori astratti come “efficienza”, “legalità”, “merito”, in realtà nascondono politiche sociali liberiste non molto difformi da quelle dei suoi precedessori.
Possiamo anche dire che la Cooplat appartiene a quel vasto “mondo” delle cooperative, vicine al PD, che sono state, e sono funzionali alle privatizzazioni e alle liberalizzazioni, a scapito dei diritti dei lavoratori/trici e della qualità dei servizi e quindi di tutti i cittadini, ma questo solo per porre fine a queste logiche che alimentano spesso pratiche di natura clientelare, e imporre invece l’ internalizzazione dei dipendenti e la ripubblicizzazione dei servizi. Non possiamo al contrario chiedere controlli più rigidi rispetto ad appalti assegnati in base alla sola logica del minimo ribasso perché questo aumenterebbe la lesione dei diritti e lo sfruttamento dei lavoratori/trici.
Quindi i lavoratori e le lavoratrici della Cooplat e i sindacati che li hanno sostenuti dovranno vigilare perché qualsiasi soluzione penalizzante derivante dal nuovo bando non sia una scusa utilizzata dalla dirigenza della cooperativa per licenziare e che comunque sia garantito il reimpiego a parità di salario e di diritti in altre attività gestite dalla cooperativa.
Infine deve essente aperta, partendo proprio da questa vertenza, una campagna cittadina contro ogni privatizzazione o esternalizzazione dei servizi pubblici, e per la ripubblicizzazione e reinternalizzazione dei settori che già hanno subito tale sorte, in modo particolare di quelli sociali: nelle scuole, nella sanità, nell’assistenza ecc.
Dopo questa battaglia minima di civiltà e di difesa dei diritti di lavoratori e lavoratrici oggi tutte le parti, in modo particolare AAMPS e Comune, devono informare immediatamente i cittadini/e sull’attuale stato finanziario dell’AAMPS per poter mettere in campo tutte le misure necessarie per evitare il collasso dell’Azienda e dei servizi.
Chiediamo perciò all’Amministrazione un Audit pubblico, volto a far comprendere ai cittadini le responsabilità politiche ed economiche dell’attuale stato di crisi.
E questo, oggi, potrà avvenire solo con la partecipazione diretta e il controllo dei lavoratori e delle lavoratrici dell’AAMPS e della Cooplat.
La dura battaglia dei lavoratori/trici Cooplat ha determinato un piccolo passo in avanti nelle fiducia verso le possibilità di resistenza, grazie anche a tutte le forze che si sono adoperate per non lasciare soli i lavoratori/trici. Tra queste il Coordinamento Lavoratori/trici Livornesi che in questi mesi, nella vertenza Cooplat come in altre, ha messo la solidarietà di classe al primo posto contro la cultura della concorrenza fra lavoratori/trici.
Si può vincere! Questo è ciò che ha dimostrato questa lotta.
IL SINDACATO È UN’ALTRA COSA – OPPOSIZIONE CGIL IN FUNZIONE PUBBLICA LIVORNO
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