martedì 24 maggio 2016

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      Riceviamo e pubblichiamo:
  1. Leggendo queste righe ho l’impressione di quello che stà avvenendo ora nella nostra azienda,sovraccarichi di lavoro impressionanti,ricatti morali,incentivi solo a certe persone e/o figure dove l’importante è creare malumore e sempre più divisioni fra i livelli impiegatizzi e quelli che fisicamente fanno guadagnare l’azienda,una R.s.u sempre più disposta a cedere sui diritti acquisiti dopo molteplici sacrifici.

    Bisogna distruggere fisicamente i centri di potere che si vuole cambiare”. “Creare malessere all’interno di questi”, e poi “Colpire le persone opposte al cambiamento, nella maniera più plateale possibile, sicché da ispirare paura”. Sono solo alcuni segmenti tratti dalle affermazioni fatte da Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, a un evento per gli studenti dell’Università LUISS di Roma lo scorso aprile.
    Ispirando paura. Inducendo il malessere, dando potere a un manipolo di persone fedeli alla visione del capo e poi punendo in maniera esemplare chi si oppone. È una visione che, probabilmente, rimanda ad alcuni testi di strategia militare molto usati dai manager, come “L’arte della guerra” di Sun Tzu. Insomma, niente di nuovo sotto il sole: quelle di Starace sono idee abbastanza diffuse fra i manager.
    E tuttavia, questo non le rende meno discutibili. Perché fanno proprie una visione violenta dei rapporti di lavoro. È una descrizione che fa paura anche per il contesto in cui è stata fatta. All’Università LUISS, e cioè una di quella scuole che formano la nostra classe dirigente, i giovani che andranno a formare la Confindustria e i consigli d’amministrazione di domani.
    Ma le persone non sono giocattoli, se usate con forza finiscono per rompersi. Mi chiedo, è questa l’azienda in cui vogliamo vivere, lavorare, e dare un futuro ai nostri figli? Che fine ha fatto la visione degli anni ’60 di Adriano Olivetti, che riteneva un valore dare ai dipendenti luogi di svago, di sport, asili nido e campi estivi per i figli? Quell’esempio indimenticabile, anche se di Olivetti oggi rimane poca cosa, è stato utilizzato dalle più importanti aziende americane del tech odierne, da Facebook a Google.
    Qui c’è di mezzo la cultura in cui stiamo vivendo oggi – di azienda e di governo – della nostra classe dirigente attuale e futura, dei bambini che cresceranno in questo humus e dei giovani che oggi sono felici di essere assunti col contratto a tutele crescenti e che dovranno confrontarsi per i prossimi 20 anni con questa visione del posto di lavoro, mentre provano a costruirsi una vita. Stando attenti a “non soffrire” e a non “venire colpiti”, nel corso dei cambiamenti aziendali.
    Ma è davvero questo il paese e/o l’azienda in cui vogliamo vivere e lavorare?
    Mi scuso per l'anonimato ma con i tempi che corrono non vorrei ripercussioni personali.

    -Fonte: http://www.fanpage.it/amministratore-delegato-di-enel-discorso-schock-bisogna-ispirare-paura-nei-dipendenti/

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