Report dell’assemblea
nazionale dei Metalmeccanici di domenica 4 ottobre a Bologna
Domenica 4 ottobre si è
svolta presso la sede bolognese del SI Cobas in via Saffi un primo incontro
nazionale dei metalmeccanici teso a proseguire e rafforzare il percorso messo
in piedi la scorsa estate in molte città d’Italia sul tema dei licenziamenti politici
e a rilanciare un fronte di lotta unitario nelle fabbriche.
All’iniziativa promossa dal
SI Cobas nazionale sono intervenuti operai provenienti da differenti realtà
aziendali e sindacali: rappresentanti della Fiat di Pomigliano, di Termoli e
della New Holland di Modena, della Titan di Bologna, della CMB Carpigiana di
Modena, dell’Olifer di Bergamo, della Fincantieri di Porto Marghera: un primo
momento di confronto nel quale ciascuna realtà, partendo dalla socializzazione
delle rispettive problematiche a livello aziendale, ha sottolineato la
necessità e la volontà di mettere in campo forme di collegamento stabili,
necessarie per contrastare l’offensiva padronale che nelle fabbriche prosegue
initerrotta da decenni e si muove su un piano complessivo che si articola a
livello internazionale.
Tre sono stati temi su cui
più si è concentrata l’attenzione dei partecipanti:
da un lato la bocciatura
operaia del piano-Marchionne in FiatChrysler negli Stati Uniti, su cui gli
interventi si sono divisi tra chi ritiene che tale avvenimento rappresenti
un’opportunità per la rimessa in discussione del modello-Fiat anche in Europa e
chi invece ritiene che lo scontro in atto nelle fabbriche statunitensi risponde
a dinamiche specifiche locali e sarà velocemente riassorbito dai vertici
dell’UAW in fase negoziale; dall’altro la necessità di prendere la parola
in occasione dell’apertura delle trattative per il rinnovo del CCNL
metalmeccanici. Su questo punto, pur essendovi la difficoltà oggettiva di
non poter includere in questa battaglia le fabbriche del gruppo Fiat in quanto
quest’ultima è uscita unilateralmente dalle associazioni padronali di
categoria, tutti i partecipanti all’assemblea hanno ritenuto doveroso uscire in
tempi brevi con una piattaforma unitaria di lotta da presentare agli operai in
tutte quelle fabbriche dove si è presenti; infine il rilancio e l’allargamento
della cassa di resistenza partita in questi mesi a sostegno dei licenziati Fiat
di Pomigliano, e che viene ritenuta da tutti una necessità ineludibile per
evitare che gli operai combattivi soccombano alle misure repressive messe in
atto dai padroni in maniera sempre più sistematica.
All’assemblea hanno preso
parte anche esponenti della Fiom aderenti all’opposizione interna, ai quali gli
operai, con toni e accenti differenti, hanno chiesto maggiore determinazione
nella battaglia contro le burocrazie sindacali e nel lavoro di collegamento
delle lotte.
Il lavoro di costruzione di
una vera opposizione operaia nel settore metalmeccanico è sicuramente difficile
e tutt’altro che privo di ostacoli, ma l’assemblea di Bologna ha iniziato a
mettere insieme i primi importanti mattoni.
Nessun commento:
Posta un commento