Nel giro di pochi mesi i lavoratori della Continental hanno subito numerose contestazioni disciplinari e un licenziamento su questioni legate alla organizzazione del lavoro.
La ragione è semplice: l'azienda sta forzando in tutti i modi sui carichi e le condizioni di lavoro; per ridurre i costi e aumentare i profitti aumenta i ritmi di lavoro, taglia le pause, riduce al minimo i controlli, la manutenzione delle macchine e la scorta dei materiali, mentre abolisce figure importanti per l'organizzazione del lavoro.
I risultati ricadono sui lavoratori: per produrre di più e in condizioni sempre peggiori è proibito parlare, sedersi, guardare il telefono...., e quando, nella fretta o per il malfunzionamento di qualche macchina, qualcosa va storto, la colpa è dei lavoratori e arrivano le contestazioni, le multe e anche i licenziamenti.
Di fronte a questa precisa politica aziendale, di pressione e di intimidazione nei confronti dei lavoratori, è necessario reagire subito e nel modo più netto.
La "Delegazione Trattante" NON PUÒ' CONTINUARE, come se niente fosse, a incontrare i rappresentanti di un'azienda che ha dichiarato guerra ai propri dipendenti. Deve subordinare la ripresa di qualsiasi rapporto alla fine di questa politica di arbitrio e di intimidazioni.
La ragione è semplice: l'azienda sta forzando in tutti i modi sui carichi e le condizioni di lavoro; per ridurre i costi e aumentare i profitti aumenta i ritmi di lavoro, taglia le pause, riduce al minimo i controlli, la manutenzione delle macchine e la scorta dei materiali, mentre abolisce figure importanti per l'organizzazione del lavoro.
I risultati ricadono sui lavoratori: per produrre di più e in condizioni sempre peggiori è proibito parlare, sedersi, guardare il telefono...., e quando, nella fretta o per il malfunzionamento di qualche macchina, qualcosa va storto, la colpa è dei lavoratori e arrivano le contestazioni, le multe e anche i licenziamenti.
Di fronte a questa precisa politica aziendale, di pressione e di intimidazione nei confronti dei lavoratori, è necessario reagire subito e nel modo più netto.
La "Delegazione Trattante" NON PUÒ' CONTINUARE, come se niente fosse, a incontrare i rappresentanti di un'azienda che ha dichiarato guerra ai propri dipendenti. Deve subordinare la ripresa di qualsiasi rapporto alla fine di questa politica di arbitrio e di intimidazioni.
Chiediamo inoltre la convocazione immediata della RSU con all'ordine del giorno la verifica di TUTTO il quadro delle contestazioni fatte dall'azienda, la difesa dei lavoratori che sono stati colpiti e le azioni di lotta necessarie per mettere fine a questa situazione.
26 settembre 2016
S. Cini, G. Garzella RSU
Dice 15 provvedimenti +il licenziamento nel giro di pochissimo tempo. E il sindacato che si limita a fare? una misera ora di sciopero a fine turno e un articolo ridicolo sul giornale per piangersi addosso e dire che l'azienda è brutta e cattiva!!!! Tutto questo per poi continuare come se niente fosse a dargli indietro i nostri diritti!!!
RispondiEliminaSono arrivata minacce !!!!!?
RispondiEliminaAtto intimidatorio non vuol dire necessariamente "minaccia".
RispondiElimina"Intimidatorio" è un atto che mira a intimorire per imporre qualcosa (fonte: dizionario lingua italiana), esattamente come i provvedimenti disciplinari fatti dall'azienda.
BRAVE!!!!
RispondiEliminaGLI ALTRI INVECE DICE CHE HANNO FATTO UN'ALTRA RIUNIONE CON LA DIREZIONE E PARE VOGLIONO SCAMBIARE GLI INTERINALI CON LE PAUSE. TUTTO ALLA ZITTA COME I LADRI!!!
Con tutto il bene che ni voglio, non SCAMBIERÒ MAI IL DIRITTO DELLE MIE PAUSE (o altro) CON L'ASSUNZIONE DI QUALCUNO. MAI.
RispondiEliminaPiuttosto botte!