Riceviamo e pubblichiamo:
Da tanto tempo rivendichiamo l'applicazione in Continental dell'articolo del CCNL (Sezione IV, Titolo 1, art.4) che obbliga l'azienda a concedere la trasformazione in part-time del rapporto di lavoro per necessità di accudire figli e familiari, CON IL SOLO LIMITE che non sia superato il 4 per cento.
Di fronte alle richieste nostre e dei lavoratori e alle informazioni puntuali che abbiamo dato in diverse occasioni, l'azienda ha evidente difficoltà a continuare a far resistenza a un corretta applicazione dell'art.4 e crediamo che per questo motivo abbia scritto per noi la lettera, più o meno di diffida e di intimidazione, che il Segretario della FIOM si è incaricato di pubblicare.
Con la sua lettera, la Dottoressa Lembi ci informa che i part-time presenti in azienda superano il limite del 4 per cento PERCHE' CONTEGGIA tra gli aventi diritto per l'art.4 anche i part-time presenti in azienda senza avere i requisiti dell'art.4.
La Dottoressa Lembi include infatti nel limite del 4 per cento i contratti part-time richiesti a suo tempo per accudire familiari e figli ma prolungati in seguito a tempo indeterminato per motivi che non ci dice e che non hanno infatti nessun interesse.
E` evidente che, una volta venuti meno i requisiti dell'art.4 per la concessione del part-time, questi contratti non hanno NIENTE a che vedere con l'art.4 e non possono in nessun modo limitare il diritto a usufruire del part-time da parte chi ha i requisiti. Tanto è vero che l'art.4 prevede una durata anche predeterminata dei contratti part-time, di norma da 6 a 24 mesi.
Come è possibile che il Segretario Provinciale della FIOM approvi e riproduca un argomento così chiaramente illogico e una così chiara volontà dell'azienda di continuare a rifiutare la corretta applicazione del CCNL? Quali sarebbero le “notevoli difficoltà di gestione di questo tipo di contratti”, quando si tratta ne' più ne' meno che dell'applicazione di un articolo del CCNL?
Che poi l'azienda abbia riconosciuto il part-time a una di noi come lavoratrice e non come delegata è solo ovvio e non fa che confermare quanto abbiamo scritto, e cioè che si tratta di un diritto che spetta a tutti I lavoratori.
La conclusione che ci interessa è una sola: l'argomento dell'azienda sul superamento del limite del 4 per cento è inconsistente e i lavoratori HANNO PERCIÒ TUTTO IL DIRITTO DI OTTENERE L'APPLICAZIONE DELL'ART.4, IN PARTICOLARE IL RINNOVO DEL PART TIME per la cura dei figli e dei familiari, senza sottostare alle pressioni dell'azienda per soluzioni diverse e senza bisogno di nessun nuovo accordo.
Poi, vediamo anche di ricordarci che il compito della Organizzazioni Sindacali è anzitutto quello di far rispettare il CCNL, e non quello di farsi carico delle “difficoltà” dell'azienda nella sua applicazione.
27 MAGGIO 2016
RSU Silvia Cini e Giada Garzella
venerdì 27 maggio 2016
martedì 24 maggio 2016
NON CEDERE SULLE PAUSE
Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo le ultime comunicazioni del direttore di stabilimento alla RSU, è chiaro che la questione della pause sta diventando un nodo centrale per i rapporti tra azienda e lavoratori. La fissazione dell'azienda di voler regolamentare le pause non si spiega con le sole necessità produttive: i volumi richiesti in tutti questi anni sono sempre stati prodotti senza problemi, per il futuro l'azienda non fornisce alcun dato sugli obiettivi produttivi e, anche secondo le comunicazioni del direttore, la produzione del fuel rail a Pisa dipende da tutt'altri fattori.
Il reale significato dell'attacco sulle pause è di riaffermare il pieno controllo dell'azienda sui lavoratori, in un programma di aumento dei carichi di lavoro e di riduzione dei costi e dei diritti; oltre ad aumentare i guadagni, l'aumento dei ritmi di lavoro rende "superflui" una parte dei lavoratori, aumenta per tutti il ricatto del mantenimento del posto di lavoro e indebolisce la forza rivendicativa.
Sembra che stia girando tra i lavoratori la voce di un possibile accordo tra azienda e RSU sulla riduzione delle pause in cambio forse di assunzioni di interinali, ma non vogliamo credere che l'RSU sia disponibile a un tale cedimento, che sarebbe anche un assurdo perché aumentando il tempo di lavoro degli occupati si riduce la necessità di assunzioni.
Al contrario, è necessario respingere subito un attacco che ha già ridotto le pause in diversi reparti. Non si tratta di stare ad aspettare le proposte dell'azienda o di rispondere solo a possibili forzature, ma di anticipare le iniziative dell'azienda rivendicando anzitutto il ripristino delle pause dove già sono state ridotte.
Ricordiamo che, insieme alle pause, ci sono diverse questioni aperte su cui è necessario ristabilire un giusto rapporto con l'azienda, se necessario con un programma di scioperi:
- l'adeguamento delle chiusure e la fruizione delle ferie secondo le esigenze dei lavoratori
- la corretta applicazione del CCNL sui part time
- la stabilizzazione dei lavoratori interinali da più tempo in fabbrica e il rispetto del criterio di anzianità per le assunzioni a tempo determinato
- il recupero dei par, attualmente a quasi totale disposizione dell'azienda
- il salario bloccato dal mancato rinnovo del premio
- l'adeguamento delle chiusure e la fruizione delle ferie secondo le esigenze dei lavoratori
- la corretta applicazione del CCNL sui part time
- la stabilizzazione dei lavoratori interinali da più tempo in fabbrica e il rispetto del criterio di anzianità per le assunzioni a tempo determinato
- il recupero dei par, attualmente a quasi totale disposizione dell'azienda
- il salario bloccato dal mancato rinnovo del premio
24 Maggio 2016
G.Garzella e S.Cini RSU
In evidenza dalla sezione "scrivi un articolo"
Riceviamo e pubblichiamo:
- Leggendo queste righe ho l’impressione di quello che stà avvenendo ora nella nostra azienda,sovraccarichi di lavoro impressionanti,ricatti morali,incentivi solo a certe persone e/o figure dove l’importante è creare malumore e sempre più divisioni fra i livelli impiegatizzi e quelli che fisicamente fanno guadagnare l’azienda,una R.s.u sempre più disposta a cedere sui diritti acquisiti dopo molteplici sacrifici.Bisogna distruggere fisicamente i centri di potere che si vuole cambiare”. “Creare malessere all’interno di questi”, e poi “Colpire le persone opposte al cambiamento, nella maniera più plateale possibile, sicché da ispirare paura”. Sono solo alcuni segmenti tratti dalle affermazioni fatte da Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, a un evento per gli studenti dell’Università LUISS di Roma lo scorso aprile.Ispirando paura. Inducendo il malessere, dando potere a un manipolo di persone fedeli alla visione del capo e poi punendo in maniera esemplare chi si oppone. È una visione che, probabilmente, rimanda ad alcuni testi di strategia militare molto usati dai manager, come “L’arte della guerra” di Sun Tzu. Insomma, niente di nuovo sotto il sole: quelle di Starace sono idee abbastanza diffuse fra i manager.E tuttavia, questo non le rende meno discutibili. Perché fanno proprie una visione violenta dei rapporti di lavoro. È una descrizione che fa paura anche per il contesto in cui è stata fatta. All’Università LUISS, e cioè una di quella scuole che formano la nostra classe dirigente, i giovani che andranno a formare la Confindustria e i consigli d’amministrazione di domani.Ma le persone non sono giocattoli, se usate con forza finiscono per rompersi. Mi chiedo, è questa l’azienda in cui vogliamo vivere, lavorare, e dare un futuro ai nostri figli? Che fine ha fatto la visione degli anni ’60 di Adriano Olivetti, che riteneva un valore dare ai dipendenti luogi di svago, di sport, asili nido e campi estivi per i figli? Quell’esempio indimenticabile, anche se di Olivetti oggi rimane poca cosa, è stato utilizzato dalle più importanti aziende americane del tech odierne, da Facebook a Google.Qui c’è di mezzo la cultura in cui stiamo vivendo oggi – di azienda e di governo – della nostra classe dirigente attuale e futura, dei bambini che cresceranno in questo humus e dei giovani che oggi sono felici di essere assunti col contratto a tutele crescenti e che dovranno confrontarsi per i prossimi 20 anni con questa visione del posto di lavoro, mentre provano a costruirsi una vita. Stando attenti a “non soffrire” e a non “venire colpiti”, nel corso dei cambiamenti aziendali.Ma è davvero questo il paese e/o l’azienda in cui vogliamo vivere e lavorare?Mi scuso per l'anonimato ma con i tempi che corrono non vorrei ripercussioni personali.-Fonte: http://www.fanpage.it/amministratore-delegato-di-enel-discorso-schock-bisogna-ispirare-paura-nei-dipendenti/
lunedì 23 maggio 2016
sabato 21 maggio 2016
Ordine del Giorno RESPINTO dalla RSU
Pubblichiamo l'Ordine del Giorno presentato dalle delegate Cini e Garzella alla RSU del 20 maggio 2016.
L'OdG è stato respinto dalla RSU con 2 favorevoli (le due delegate) e 7 contrari su 9 presenti:
Su tutti i punti in discussione l'azienda ha tenuto una posizione di totale chiusurae ha continuato ad avanzare pretese incompatibili con le richieste e i diritti dei lavoratori.
Un comportamento prevedibile, viste le forzature dell'azienda nei mesi scorsi sulle pause, i periodi di chiusura, i rinnovi dei part time e l'ingresso di lavoratori interinali a suo arbitrio.
Un comportamento che la Delegazione Trattante ha sottovalutato decidendo di continuare gli incontri.
E' chiaro che l'azienda sta cercando di ristabilire quei rapporti di forza che i lavoratori hanno incominciato a mettere in discussione nelle ultime assemblee. Per cambiare le posizioni dell'azienda è necessario un programma di scioperi che incidano sulla produzione e coinvolgano tutta la fabbrica.
Gli obiettivi immediati restano
- il ripristino delle pause alla situazione degli scorsi anni;
- l'adeguamento delle chiusure e la fruizione delle ferie secondo le esigenze dei lavoratori.
Inoltre è necessario rivendicare:
- la corretta applicazione della normativa sui part time;
- il rispetto delle anzianità acquisite per l'ingresso dei lavoratori interinali;
- il ripristino di carichi di lavoro adeguati nei reparti produttivi, con un organico sulle linee adeguato e con la stabilizzazione dei lavoratori interinali più anziani;
- il recupero dei par, che attualmente sono a quasi totale disposizione dell'azienda;
- il rinnovo del premio ed il recupero di quanto perso in questi anni per il mancato rinnovo dell'accordo.
RSU Silvia Cini e Giada Garzella
L'OdG è stato respinto dalla RSU con 2 favorevoli (le due delegate) e 7 contrari su 9 presenti:
Su tutti i punti in discussione l'azienda ha tenuto una posizione di totale chiusurae ha continuato ad avanzare pretese incompatibili con le richieste e i diritti dei lavoratori.
Un comportamento prevedibile, viste le forzature dell'azienda nei mesi scorsi sulle pause, i periodi di chiusura, i rinnovi dei part time e l'ingresso di lavoratori interinali a suo arbitrio.
Un comportamento che la Delegazione Trattante ha sottovalutato decidendo di continuare gli incontri.
E' chiaro che l'azienda sta cercando di ristabilire quei rapporti di forza che i lavoratori hanno incominciato a mettere in discussione nelle ultime assemblee. Per cambiare le posizioni dell'azienda è necessario un programma di scioperi che incidano sulla produzione e coinvolgano tutta la fabbrica.
Gli obiettivi immediati restano
- il ripristino delle pause alla situazione degli scorsi anni;
- l'adeguamento delle chiusure e la fruizione delle ferie secondo le esigenze dei lavoratori.
Inoltre è necessario rivendicare:
- la corretta applicazione della normativa sui part time;
- il rispetto delle anzianità acquisite per l'ingresso dei lavoratori interinali;
- il ripristino di carichi di lavoro adeguati nei reparti produttivi, con un organico sulle linee adeguato e con la stabilizzazione dei lavoratori interinali più anziani;
- il recupero dei par, che attualmente sono a quasi totale disposizione dell'azienda;
- il rinnovo del premio ed il recupero di quanto perso in questi anni per il mancato rinnovo dell'accordo.
RSU Silvia Cini e Giada Garzella
lunedì 16 maggio 2016
Delegate Cini e Garzella: La nostra posizione sulla trattativa in corso
Riceviamo e pubblichiamo:
Su tutti i punti in discussione l'azienda ha tenuto una posizione di totale chiusura e ha continuato ad avanzare pretese incompatibili con le richieste e i diritti dei lavoratori.
Un comportamento prevedibile, viste le forzature dell'azienda nei mesi scorsi sulle pause, i periodi di chiusura, i rinnovi dei part time e l'ingresso di lavoratori interinali a suo arbitrio.
Un comportamento che la Delegazione Trattante ha sottovalutato decidendo di continuare gli incontri.
E' chiaro che l'azienda sta cercando di ristabilire quei rapporti di forza che i lavoratori hanno incominciato a mettere in discussione nelle ultime assemblee. Per cambiare le posizioni dell'azienda è necessario un programma di scioperi che incidano sulla produzione e coinvolgano tutta la fabbrica.
Gli obiettivi immediati restano
- il ripristino delle pause alla situazione degli scorsi anni;
- l'adeguamento delle chiusure e la fruizione delle ferie secondo le esigenze dei lavoratori.
Inoltre è necessario rivendicare:
- la corretta applicazione della normativa sui part time;
- il rispetto delle anzianità acquisite per l'ingresso dei lavoratori interinali;
- il ripristino di carichi di lavoro adeguati nei reparti produttivi, con un organico sulle linee adeguato e con la stabilizzazione dei lavoratori interinali più anziani;
- il recupero dei par, che attualmente sono a quasi totale disposizione dell'azienda;
- il rinnovo del premio ed il recupero di quanto perso in questi anni per il mancato rinnovo dell'accordo.
RSU Silvia Cini e Giada Garzella
Su tutti i punti in discussione l'azienda ha tenuto una posizione di totale chiusura e ha continuato ad avanzare pretese incompatibili con le richieste e i diritti dei lavoratori.
Un comportamento prevedibile, viste le forzature dell'azienda nei mesi scorsi sulle pause, i periodi di chiusura, i rinnovi dei part time e l'ingresso di lavoratori interinali a suo arbitrio.
Un comportamento che la Delegazione Trattante ha sottovalutato decidendo di continuare gli incontri.
E' chiaro che l'azienda sta cercando di ristabilire quei rapporti di forza che i lavoratori hanno incominciato a mettere in discussione nelle ultime assemblee. Per cambiare le posizioni dell'azienda è necessario un programma di scioperi che incidano sulla produzione e coinvolgano tutta la fabbrica.
Gli obiettivi immediati restano
- il ripristino delle pause alla situazione degli scorsi anni;
- l'adeguamento delle chiusure e la fruizione delle ferie secondo le esigenze dei lavoratori.
Inoltre è necessario rivendicare:
- la corretta applicazione della normativa sui part time;
- il rispetto delle anzianità acquisite per l'ingresso dei lavoratori interinali;
- il ripristino di carichi di lavoro adeguati nei reparti produttivi, con un organico sulle linee adeguato e con la stabilizzazione dei lavoratori interinali più anziani;
- il recupero dei par, che attualmente sono a quasi totale disposizione dell'azienda;
- il rinnovo del premio ed il recupero di quanto perso in questi anni per il mancato rinnovo dell'accordo.
RSU Silvia Cini e Giada Garzella
domenica 15 maggio 2016
Contro la repressione, per il pluralimo e il rilancio dell’opposizione di classe in Cgil. Ricomponiamo le lotte e riprendiamo la mobilitazione generale
Documento presentato all’assemblea nazionale sindacatoaltracosa-opposizioneCgil il 12 maggio 2016
Chi volesse sostenerlo e firmarlo può scrivere a eliana.como@alice.it o l.scacchi@univda.it
Contro la repressione, per il pluralimo e il rilancio dell’opposizione di classe in Cgil. Ricomponiamo le lotte e riprendiamo la mobilitazione generale
In questi mesi ci siamo confrontati con il volto repressivo della FIOM e della CGIL.
Hanno tentato di colpire compagni e compagne in FCA, che in quest’ultimo anno hanno contrastato il modello Marchionne con ripetuti scioperi contro gli straordinari comandati. Un tentativo stupido (contro RSA e RLS riconosciute, che avevano dimostrato l’efficacia della lotta),vigliacco (in quanto rivolgendosi al Collegio Statutario ha negato ogni contraddittorio) e disonesto(pretendo di trasformare una presunta incompatibilità nel divieto di ricoprire ruoli dirigenti e di rappresentanza). Questo ha portato alla esclusione dei nostri compagni e delle nostre compagne dal CC e dall’Assemblea nazionale FIOM, con il rischio di subire intimidazioni e licenziamenti per la scomparsa di ogni copertura sindacale. Di fronte a questo abbiamo giustamente organizzato una campagna pubblica, pretendendo il rispetto del pluralismo e bloccando, sino ad oggi, ulteriori atti repressivi.
Abbiamo conosciuto la vendetta burocratica della segreteria Fiom: il “licenziamento” di Sergio Bellavita (l’improvvisa e ingiustificata revoca del suo distacco), in quanto coordinatore dell’area che ha organizzato la resistenza contro la capitolazione in FCA. Non riuscendo a colpire chi continuava a lottare, si è attaccato l’esponente più significativo di quella linea alternativa. Si vuole cioè impedirci di essere un’area programmatica, che non si limita ad esprimersi negli organismi dirigenti ma esplicita il suo punto di vista pubblicamente (anche nel rapporto con i lavoratori e le lavoratrici), pur nel rispetto dello Statuto e dell’unicità dell’organizzazione nel rapporto con le controparti. Si è quindi cercato di imporre un’inedita omogeneità in FIOM, un nuovo centralismo neanche democratico.
Un tentativo che non casualmente viene proposto nel contesto di un arretramento dei rapporti di forza tra le classi e di una ricomposizione della maggioranza CGIL su un nuovo patto dei produttori (accordo sulla contrattazione, gennaio 2016); mentre la FIOM rimuove il contrasto in fabbrica a Marchionne e Federmeccanica prova a cancellare i 2 livelli di contrattazione; mentre si tenta di consolidare una ritrovata unità con CISL e UIL e di applicare il TU del 10 gennaio, che vorrebbe imporre l’esigibilità padronale e la disciplina sindacale (cioè bloccare preventivamente ogni espressione dell’autonomia di classe).
In questo quadro, il sindacatoaltracosa-opposizioneCgil denuncia fermamente quanto è avvenuto e conferma l’impianto della sua battaglia: la ricostruzione di un sindacalismo di classe e il tentativo di tener aperto uno scontro tra una linea classista e una burocratica in CGIL; lo sviluppo di una critica della maggioranza e nel contempo di una linea alternativa, a partire da esperienze di autorganizzazione e di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici. Per questo, di fronte all’attacco repressivo, intende proseguire una campagna per il pluralismo nella CGIL, per un sindacalismo democratico e classista, contro l’emarginazione del dissenso. Ribadiamo il diritto di ogni area programmatica di autodeterminare i propri gruppi dirigenti, con il conseguente diritto di individuare i propri portavoce e esponenti, indipendentemente dal gradimento e dalla fiducia delle segreterie. Chiederemo persistentemente alla Cgil e alla Fiom di rispettare questo diritto politico e statutario,garantendo conseguentemente anche le relative agibilità e distacchi. Se continueranno a negarlo, se Sergio dovesse rientrare in fabbrica, lo denunceremo con forza, non rinunciando alla nostra autodeterminazione, con la ferma convinzione che il nostro portavoce non è soggetto al placetdella maggioranza. Affronteremo quindi gli innegabili problemi organizzativi, denunciano la sempre maggior distanza della burocrazia dai luoghi di lavoro, ragione in più per considerarci in tutti i sensi “un’altra cosa”. Per questo intendiamo perseguire sino in fondo, anche nella prospettiva del prossimo congresso, la battaglia contro ogni tentativo di costruire un nuovo centralismo burocratico e autoritario, contro l’involuzione e la cislizzazione della CGIL. In questa prospettiva rinnoveremo nei prossimi mesi la nostra iniziativa, oltre alla campagna per la salvaguardia del pluralismo in CGIL, intorno a 3 interventi:
Hanno tentato di colpire compagni e compagne in FCA, che in quest’ultimo anno hanno contrastato il modello Marchionne con ripetuti scioperi contro gli straordinari comandati. Un tentativo stupido (contro RSA e RLS riconosciute, che avevano dimostrato l’efficacia della lotta),vigliacco (in quanto rivolgendosi al Collegio Statutario ha negato ogni contraddittorio) e disonesto(pretendo di trasformare una presunta incompatibilità nel divieto di ricoprire ruoli dirigenti e di rappresentanza). Questo ha portato alla esclusione dei nostri compagni e delle nostre compagne dal CC e dall’Assemblea nazionale FIOM, con il rischio di subire intimidazioni e licenziamenti per la scomparsa di ogni copertura sindacale. Di fronte a questo abbiamo giustamente organizzato una campagna pubblica, pretendendo il rispetto del pluralismo e bloccando, sino ad oggi, ulteriori atti repressivi.
Abbiamo conosciuto la vendetta burocratica della segreteria Fiom: il “licenziamento” di Sergio Bellavita (l’improvvisa e ingiustificata revoca del suo distacco), in quanto coordinatore dell’area che ha organizzato la resistenza contro la capitolazione in FCA. Non riuscendo a colpire chi continuava a lottare, si è attaccato l’esponente più significativo di quella linea alternativa. Si vuole cioè impedirci di essere un’area programmatica, che non si limita ad esprimersi negli organismi dirigenti ma esplicita il suo punto di vista pubblicamente (anche nel rapporto con i lavoratori e le lavoratrici), pur nel rispetto dello Statuto e dell’unicità dell’organizzazione nel rapporto con le controparti. Si è quindi cercato di imporre un’inedita omogeneità in FIOM, un nuovo centralismo neanche democratico.
Un tentativo che non casualmente viene proposto nel contesto di un arretramento dei rapporti di forza tra le classi e di una ricomposizione della maggioranza CGIL su un nuovo patto dei produttori (accordo sulla contrattazione, gennaio 2016); mentre la FIOM rimuove il contrasto in fabbrica a Marchionne e Federmeccanica prova a cancellare i 2 livelli di contrattazione; mentre si tenta di consolidare una ritrovata unità con CISL e UIL e di applicare il TU del 10 gennaio, che vorrebbe imporre l’esigibilità padronale e la disciplina sindacale (cioè bloccare preventivamente ogni espressione dell’autonomia di classe).
In questo quadro, il sindacatoaltracosa-opposizioneCgil denuncia fermamente quanto è avvenuto e conferma l’impianto della sua battaglia: la ricostruzione di un sindacalismo di classe e il tentativo di tener aperto uno scontro tra una linea classista e una burocratica in CGIL; lo sviluppo di una critica della maggioranza e nel contempo di una linea alternativa, a partire da esperienze di autorganizzazione e di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici. Per questo, di fronte all’attacco repressivo, intende proseguire una campagna per il pluralismo nella CGIL, per un sindacalismo democratico e classista, contro l’emarginazione del dissenso. Ribadiamo il diritto di ogni area programmatica di autodeterminare i propri gruppi dirigenti, con il conseguente diritto di individuare i propri portavoce e esponenti, indipendentemente dal gradimento e dalla fiducia delle segreterie. Chiederemo persistentemente alla Cgil e alla Fiom di rispettare questo diritto politico e statutario,garantendo conseguentemente anche le relative agibilità e distacchi. Se continueranno a negarlo, se Sergio dovesse rientrare in fabbrica, lo denunceremo con forza, non rinunciando alla nostra autodeterminazione, con la ferma convinzione che il nostro portavoce non è soggetto al placetdella maggioranza. Affronteremo quindi gli innegabili problemi organizzativi, denunciano la sempre maggior distanza della burocrazia dai luoghi di lavoro, ragione in più per considerarci in tutti i sensi “un’altra cosa”. Per questo intendiamo perseguire sino in fondo, anche nella prospettiva del prossimo congresso, la battaglia contro ogni tentativo di costruire un nuovo centralismo burocratico e autoritario, contro l’involuzione e la cislizzazione della CGIL. In questa prospettiva rinnoveremo nei prossimi mesi la nostra iniziativa, oltre alla campagna per la salvaguardia del pluralismo in CGIL, intorno a 3 interventi:
- la ricomposizione e la valorizzazione delle lotte: gli scioperi in FCA sono indicativi delle controtendenze e delle resistenze nel paese. Termoli e Melfi, l’Ilva di Genova e Taranto, il Petrolchimico di Gela, la SAME e la AZ Fiber di Treviglio, la Piaggio ed il suo indotto, UPS e Almaviva, la Bormioli a Piacenza, la GKN a Firenze, la Castelfrigo a Modena, in parte la Fincantieri e le tante scuole sui Comitati di Valutazione ed i bonus ai docenti. Questi sono soltanto alcuni esempi di lotte di resistenza, che, pur nell’assenza di un più generale movimento di massa e spesso ostacolate dalla stessa organizzazione sindacale, hanno saputo comunque mantenere radicalità e tenacia, sulla difesa del lavoro e delle condizioni di lavoro (ritmi, turni, straordinari, composizione del salario, ecc). Lotte talvolta riuscite, talvolta sconfitte, talvolta ancora in corso. Lotte che in alcuni casi hanno conosciuto grandi momenti di unità, in altri sono state segnate dall’aspra divisione fra settori, in altri ancora hanno espresso rabbia e disperazione. Lotte che rivelano l’attuale scomposizione del conflitto sociale, ma anche la forza che la contraddizione tra capitale e lavoro mantiene nel sistema capitalistico. Lotte cioè indicative di una persistenza dell’autonomia di classe, della soggettività delle lavoratrici e dei lavoratori che non si piegano alla crisi, alla riduzione dei salari, alla compressione dei diritti. Dobbiamo valorizzare e ricomporre queste esperienze di resistenza, che le burocrazie non sono state in grado di unificare e che anzi hanno quasi sempre osteggiato, come nel caso dei delegati e delle delegate di FCA – ma non soltanto. Dobbiamo farle conoscere, non solo per ridare parola ai protagonisti del conflitto tra capitale e lavoro, ma anche e soprattutto per metterle in rete e romperne l’isolamento. Dobbiamo difendere ognuna di queste esperienze e farle diventare punti di orientamento, metodo e esempio di una pratica sindacale dal basso, intransigente, coerente con i bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici;
- il contrasto dell’impostazione contrattuale della maggioranza CGIL. Il modello contrattuale generale elaborato da CGIL CISL e UIL a gennaio, i rinnovi contrattuali di questi mesi, l’elaborazione delle linee contrattuali per i prossimi accordi in diversi settori, confermano l’assunzione generale da parte delle categorie e dell’organizzazione del patto dei produttori. Ancora prima che questo impianto sia accettato dal padronato, sono le diverse strutture sindacali che impostano le trattative rinunciando a contrastare il controllo dell’organizzazione del lavoro da parte del padronato o delle direzioni aziendali. Contro questa capitolazione preventiva, intendiamo sviluppare una critica puntuale delle piattaforme ed un battaglia coordinata su alcuni punti di resistenza (condizioni e orari di lavoro, straordinari, welfare contrattuale, composizione del salario, precarietà, salute e sicurezza ecc);
- la ricostruzione di un vasto fronte di mobilitazione contro il governo: di fronte alla durezza della crisi in corso, al precipitare dei conflitti, al plebiscito autoritario di autunno, ribadiamo la necessità di un immediata ripresa della mobilitazione generale, in primo luogo contro il Jobs act, per la difesa del diritto di sciopero e per la riconquista delle pensioni di anzianità, prima cancellate dalla Fornero e ora a rischio di un nuovo ridimensionamento con le ultime proposte di riforma. In questa direzione, lavoreremo con le nostre forze e nella consapevolezza dei nostri limiti, per sviluppare ogni possibile occasione di convergenza e di lotta comune, contro il governo – che con il plebiscito costituzionale del prossimo autunno cerca la legittimazione per una ulteriore torsione autoritaria – e soprattutto a difesa di lavoratori, lavoratrici e classi popolari, sull’esempio della lotta francese e greca di queste settimane. Resta un nostro obiettivo di fondo la netta e intransigente opposizione alle politiche di austerità dettate dall’Unione europea, dalle banche, dal padronato e dai suoi governi, contro la quale opporre l’unificazione delle tante lotte e delle vertenze contrattuali al fine di ricomporre il frammentato mondo del lavoro verso un vero sciopero generale anche in Italia.
L’assemblea nazionale, di conseguenza, chiama tutti i territori e le categorie a organizzare su questi assi riunioni, attivi e iniziative pubbliche nei prossimi due mesi; e si pone l’obiettivo di organizzazione una festa dell’area ed una nuova assemblea nazionale.
Eliana Como (cc centrale Fiom, cd Cgil)
Luca Scacchi (cd Flc)
Massimo Cappellini (rsu Fiom Piaggio)
Beppe Corrado (rsu Fiom indotto Piaggio)
Giorgio Mauro (rsu Fiom Same)
Andrea Paderno (rsu Fiom Same)
Simone Grisa (Fiom Bergamo)
Armando Morgia (rsu FP Comune di Roma)
Francesco Doro (cc Fiom)
Gabriele Severi (rsu Fiom Marcegaglia Forlì)
Renato Pomari (rsu Fiom IBM Monza-Brianza)
Serafino Biondo (rsu Fiom Fincantieri Palermo)
Federico Mugnari (rsu Sistemi Informativi – Filcams Roma-Lazio)
Nando Simeone (cd Filcams)
Franco Grisolia (comitato di Garanzia Nazionale)
Aurelio Macciò (cd Fp)
Francesco Durante (cd Fisac)
Francesco Santoro (Fiom Parma)
Cristian Mandara (rsu Fiom Fasmec Parma)
Enrico Pelligrini (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Alessandra Marchetti (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Donatella Ascoli (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Danilo Lollobrigida (cd Filctem Roma-Lazio)
Fabio Cerulli (cd Filctem Roma-Lazio)
Francesco Locantore (cd Flc)
Renato Caputo (rsu scuola, autoconvocati Roma)
Gianpaolo Rosato (rsu Farmacap)
Beppe Severgni (cd Cgil Bergamo)
Angelo Trovenzi (cd Fiom Bergamo)
Marina Carrara (cd Fiom Bergamo)
Giosino Vassollo (coordinamento Filctem)
Marco Di Pietrantonio (Cgil Abruzzo)
Ilaria Del Biondo (Cgil Abruzzo)
Savina Ragno (cd Filcams)
Marco Beccari (cd Flc Roma)
Andrea Ilari (cd Flc Roma Est)
Pasquale Vecchiarelli (Fp Roma)
Daniele Manzo (Fiom Roma)
Luca Scacchi (cd Flc)
Massimo Cappellini (rsu Fiom Piaggio)
Beppe Corrado (rsu Fiom indotto Piaggio)
Giorgio Mauro (rsu Fiom Same)
Andrea Paderno (rsu Fiom Same)
Simone Grisa (Fiom Bergamo)
Armando Morgia (rsu FP Comune di Roma)
Francesco Doro (cc Fiom)
Gabriele Severi (rsu Fiom Marcegaglia Forlì)
Renato Pomari (rsu Fiom IBM Monza-Brianza)
Serafino Biondo (rsu Fiom Fincantieri Palermo)
Federico Mugnari (rsu Sistemi Informativi – Filcams Roma-Lazio)
Nando Simeone (cd Filcams)
Franco Grisolia (comitato di Garanzia Nazionale)
Aurelio Macciò (cd Fp)
Francesco Durante (cd Fisac)
Francesco Santoro (Fiom Parma)
Cristian Mandara (rsu Fiom Fasmec Parma)
Enrico Pelligrini (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Alessandra Marchetti (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Donatella Ascoli (rsu Filcams Musei Civici Venezia)
Danilo Lollobrigida (cd Filctem Roma-Lazio)
Fabio Cerulli (cd Filctem Roma-Lazio)
Francesco Locantore (cd Flc)
Renato Caputo (rsu scuola, autoconvocati Roma)
Gianpaolo Rosato (rsu Farmacap)
Beppe Severgni (cd Cgil Bergamo)
Angelo Trovenzi (cd Fiom Bergamo)
Marina Carrara (cd Fiom Bergamo)
Giosino Vassollo (coordinamento Filctem)
Marco Di Pietrantonio (Cgil Abruzzo)
Ilaria Del Biondo (Cgil Abruzzo)
Savina Ragno (cd Filcams)
Marco Beccari (cd Flc Roma)
Andrea Ilari (cd Flc Roma Est)
Pasquale Vecchiarelli (Fp Roma)
Daniele Manzo (Fiom Roma)
Chi volesse sostenerlo e firmarlo può scrivere a eliana.como@alice.it o l.scacchi@univda.it
Nuove adesioni (14 maggio):
Matteo Moretti rsu Fiom Gkn Firenze (nell’aderire i compagni della Gkn hanno scritto un loro contributo. Leggi)
Dario Salvetti rsu Fiom Gkn Firenze
Dario Salvetti rsu Fiom Gkn Firenze
Adriana Tecce rsu Fiom Piaggio
Renzo Scorso Filcams Roma col
Omar Cimarolli cd Fiom e cd CGIL Trento
Ugo Lucignano assemblea nazionale SPI
Bruno Buonomo FLC INFN Laboratorio Nazionale Frascati
Giovanni Milani (Coordinamento Filctem)
Giuseppe Saragnese rsu FP asst ospedale papa Giovanni XXIII Bergamo
Cristian Fachersi cd Fiom Bergamo
Alda Colombera cd Cgil Bergamo
Ilario Poloni, rsu Corozite, cd Filctem Bergamo
Vilma Gidaro Rsu ICCU e direttivo Rieti-Roma EVA FP CGIL
Luca Barbuto SLC, rsu Vodafone Bologna
Oliana Boni rsu Fiom IBM Roma
Omar Cimarolli cd Fiom e cd CGIL Trento
Ugo Lucignano assemblea nazionale SPI
Bruno Buonomo FLC INFN Laboratorio Nazionale Frascati
Giovanni Milani (Coordinamento Filctem)
Giuseppe Saragnese rsu FP asst ospedale papa Giovanni XXIII Bergamo
Cristian Fachersi cd Fiom Bergamo
Alda Colombera cd Cgil Bergamo
Ilario Poloni, rsu Corozite, cd Filctem Bergamo
Vilma Gidaro Rsu ICCU e direttivo Rieti-Roma EVA FP CGIL
Luca Barbuto SLC, rsu Vodafone Bologna
Oliana Boni rsu Fiom IBM Roma
Michela Ruffa cd Fiom e Cgil Pisa
Sebastiano Leotta rsu Fiom N&W Global Vending cd Fiom Bergamo
Giancarlo Benazzi, cd naz FLC
Alessandra Pierosara, cd naz Fillea
Tiziano Latini cd Fp Ancona
Fabrizio Tognetti Fp Macerata
Mauro Goldoni Fillea Ancona
Alessandra Pierosara, cd naz Fillea
Tiziano Latini cd Fp Ancona
Fabrizio Tognetti Fp Macerata
Mauro Goldoni Fillea Ancona
https://sindacatounaltracosa.org/2016/05/13/contro-la-repressione-per-il-pluralimo-e-il-rilancio-dellopposizione-di-classe-in-cgil-ricomponiamo-le-lotte-e-riprendiamo-la-mobilitazione-generale/
sabato 14 maggio 2016
Rilanciamo la battaglia di opposizione in Cgil!
Quello che segue è l’ordine del giorno che abbiamo chiesto insistentemente di presentare all’assemblea nazionale dell’area giovedì 12 maggio a Roma.
Pensiamo che sia grave che ancora una volta un’assemblea nazionale della nostra area termini senza che ci si sia espressi con un voto su come vogliamo proseguire il nostro cammino.
Il motivo principale per cui abbiamo dovuto prendere atto che, di fatto, ci è stato impedito di presentare questo ordine del giorno è che il giorno dopo, venerdì 13 Maggio, si sarebbe svolto un nuovo incontro con la segreteria Cgil per discutere del distacco del nostro portavoce.
Per l’ennesima volta il portavoce e la (presumibile ma mai verificata) maggioranza dell’esecutivo non hanno presentato alcun dispositivo che chiarisse, per iscritto e con chiarezza, la posizione proposta, in perfetta coerenza con la posizione irresponsabile e suicida assunta negli ultimi mesi. Peraltro anche i primi firmatari di un altro documento distribuito, Como e Scacchi, hanno chiesto di non votare il proprio ordine del giorno assumendosi, di fatto, la stessa responsabilità.
Affermare come è stato affermato nella relazione dell’assemblea e in diversi interventi che non ci sono più spazi di agibilità in Cgil e poi decidere di non presentare e non votare nulla in assemblea adducendo come motivazione principale quella che il giorno dopo ci sarebbe stato un nuovo incontro con la segreteria Cgil contraddice quanto è stato fino ad ora detto sugli mancanza di spazi in Cgil ma soprattutto consegna nelle mani della segreteria Cgil i destini della nostra area.
Chi volesse sostenere questo documento può contattare Mario Iavazzi a marioiavazzi@yahoo.com
Ordine del Giorno
Assemblea area il sindacato è un’altra cosa 12/05/2016
La relazione di oggi e l’esecutivo di ieri ha esplicitato l’intenzione di alcuni compagni dell’area, a partire dal portavoce, a fronte di una valutazione di assenza di qualsiasi spazio in Cgil di uscire dall’organizzazione e continuare la propria esperienza sindacale altrove. Non si tratta di una decisione personale di singoli ma è innanzitutto ed essenzialmente una decisione politica, maturata da tempo e non nelle ultime ore a fronte dell’esito negativo dell’incontro con Camusso. La discussione sull’uscita dalla Cgil è una discussione presente da tempo. Non come discussione esplicita in trasparenza ma nei corridoi tra pochi intimi. I presentatori di questo ordine del giorno da oltre un anno, cioè dal seminario di Bellaria della primavera 2015, con documenti scritti a più riprese hanno chiesto che la discussione sull’uscita dalla Cgil fosse esplicitata e si potesse così chiarire politicamente questo punto. Per mesi ci è stato risposto, dal portavoce e da tutti gli altri componenti dell’esecutivo, che stavamo dicendo cose non vere e che nessun compagno aveva in mente di uscire, negando l’evidenza. Come sempre i fatti hanno la testa dura e i nodi prima o poi vengono al pettine. Con la differenza che se avessimo fatto questa discussione un anno fa avremmo potuto tenere un dibattito utile e costruttivo e soprattutto in trasparenza. L’aver negato la necessità di questa discussione, ha portato ad adottare in maniera surrettizia, una linea di fatto scissionista, ben esplicitata nella definizione della nostra area come un “corpo estraneo alla CGIL”. Anche la gestione della vicenda gravissima che ha visto i vertici Fiom colpire alcuni dei nostri Rsa in Fca, è stata il frutto di questa linea. Anziché costruire una battaglia sul piano politico per aprire contraddizioni tra le fila della base e dei delegati della maggioranza della Fiom, cosa che l’appello della Rsa Ferrari aveva dimostrato essere più che possibile, si è preferito spostare lo scontro sul piano personale passando di provocazione in provocazione, come la diffida scritta dagli avvocati USB.
Tutto questo non nega in alcun modo le pesanti responsabilità e colpe dei vertici Fiom e Cgil in questa situazione. Responsabilità politiche ed organizzative che ne dimostrano tutta la debolezza. Il tentativo di stringere gli spazi di democrazia interna ed esterna sanciti dall’art.4 dello statuto è un dato di fatto che siamo chiamati a contrastare così come siamo chiamati non solo a fare opposizione a questa linea arrendevole dell’organizzazione ma anche a dimostrare sul campo che la nostra proposta è una alternativa valida e concreta. In una parola a continuare quella battaglia per l’egemonia che stiamo portando avanti da almeno 20 anni.
Dispiace che all’onestà di una discussione trasparente si sia preferito evitare il confronto, scaricandone le conseguenza sui compagni dell’area i quali, a stragrande maggioranza, sia che fossero/siano d’accordo con l’uscita dalla Cgil sia che non lo fossero/siano, non sono stati messi nella condizione di fare questa discussione in maniera pacata, fraterna e ragionata.
A fare cioè una vera discussione tra compagni al di là delle idee e delle sigle sindacali presenti, passate e future.
Dispiace anche che quegli stessi metodi burocratici che denunciamo in Cgil vengano applicati all’interno dell’area nei confronti di chi non è d’accordo con la linea del portavoce al punto da impedire la pubblicazione, nonostante le ripetute richieste cui non è stata mai data nemmeno risposta, di un contributo politico e di merito alla discussione come quello scritto dai componenti dell’esecutivo Iavazzi, Grassi e Brini qualche settimana fa.
Per quanto ci riguarda, la battaglia in Cgil continua e deve continuare con maggior forza e radicalità di quanto avvenuto fin’ora. Continua con tutti quei compagni che non vogliono regalare la più grande organizzazione del movimento operaio a gruppi dirigenti che hanno nella disastrosa linea della mediazione al ribasso e del rispetto delle compatibilità la loro unica ragion d’essere.
Per questi motivi, proponiamo che venga organizzata, nelle prossime settimane, un’assemblea nazionale dell’area dal titolo “RILANCIAMO LA BATTAGLIA DI OPPOSIZIONE IN CGIL”.
Mario Iavazzi
Paolo Brini
Paolo Grassi
Angelo Raimondi
Davide Ledda
Luca Paltrinieri
Matteo Parlati
Giannantonio Currò
Luca Ibattici
Nensi Castro
Davide Bacchelli
Gianplacido Ottaviano
Gian Pietro Montanari
Gianluca Sita
Massimo Pieri
Domenico Loffredo
Vincenzo Chianese
Lorenzo Mortara
Antonio Forlano
Diego Sabelli
Barbara Lietti
Luca Pezza
Domenico Minadeo
Antonio Esposito
Alessio Sammartino
Il motivo principale per cui abbiamo dovuto prendere atto che, di fatto, ci è stato impedito di presentare questo ordine del giorno è che il giorno dopo, venerdì 13 Maggio, si sarebbe svolto un nuovo incontro con la segreteria Cgil per discutere del distacco del nostro portavoce.
Per l’ennesima volta il portavoce e la (presumibile ma mai verificata) maggioranza dell’esecutivo non hanno presentato alcun dispositivo che chiarisse, per iscritto e con chiarezza, la posizione proposta, in perfetta coerenza con la posizione irresponsabile e suicida assunta negli ultimi mesi. Peraltro anche i primi firmatari di un altro documento distribuito, Como e Scacchi, hanno chiesto di non votare il proprio ordine del giorno assumendosi, di fatto, la stessa responsabilità.
Affermare come è stato affermato nella relazione dell’assemblea e in diversi interventi che non ci sono più spazi di agibilità in Cgil e poi decidere di non presentare e non votare nulla in assemblea adducendo come motivazione principale quella che il giorno dopo ci sarebbe stato un nuovo incontro con la segreteria Cgil contraddice quanto è stato fino ad ora detto sugli mancanza di spazi in Cgil ma soprattutto consegna nelle mani della segreteria Cgil i destini della nostra area.
Chi volesse sostenere questo documento può contattare Mario Iavazzi a marioiavazzi@yahoo.com
Ordine del Giorno
Assemblea area il sindacato è un’altra cosa 12/05/2016
La relazione di oggi e l’esecutivo di ieri ha esplicitato l’intenzione di alcuni compagni dell’area, a partire dal portavoce, a fronte di una valutazione di assenza di qualsiasi spazio in Cgil di uscire dall’organizzazione e continuare la propria esperienza sindacale altrove. Non si tratta di una decisione personale di singoli ma è innanzitutto ed essenzialmente una decisione politica, maturata da tempo e non nelle ultime ore a fronte dell’esito negativo dell’incontro con Camusso. La discussione sull’uscita dalla Cgil è una discussione presente da tempo. Non come discussione esplicita in trasparenza ma nei corridoi tra pochi intimi. I presentatori di questo ordine del giorno da oltre un anno, cioè dal seminario di Bellaria della primavera 2015, con documenti scritti a più riprese hanno chiesto che la discussione sull’uscita dalla Cgil fosse esplicitata e si potesse così chiarire politicamente questo punto. Per mesi ci è stato risposto, dal portavoce e da tutti gli altri componenti dell’esecutivo, che stavamo dicendo cose non vere e che nessun compagno aveva in mente di uscire, negando l’evidenza. Come sempre i fatti hanno la testa dura e i nodi prima o poi vengono al pettine. Con la differenza che se avessimo fatto questa discussione un anno fa avremmo potuto tenere un dibattito utile e costruttivo e soprattutto in trasparenza. L’aver negato la necessità di questa discussione, ha portato ad adottare in maniera surrettizia, una linea di fatto scissionista, ben esplicitata nella definizione della nostra area come un “corpo estraneo alla CGIL”. Anche la gestione della vicenda gravissima che ha visto i vertici Fiom colpire alcuni dei nostri Rsa in Fca, è stata il frutto di questa linea. Anziché costruire una battaglia sul piano politico per aprire contraddizioni tra le fila della base e dei delegati della maggioranza della Fiom, cosa che l’appello della Rsa Ferrari aveva dimostrato essere più che possibile, si è preferito spostare lo scontro sul piano personale passando di provocazione in provocazione, come la diffida scritta dagli avvocati USB.
Tutto questo non nega in alcun modo le pesanti responsabilità e colpe dei vertici Fiom e Cgil in questa situazione. Responsabilità politiche ed organizzative che ne dimostrano tutta la debolezza. Il tentativo di stringere gli spazi di democrazia interna ed esterna sanciti dall’art.4 dello statuto è un dato di fatto che siamo chiamati a contrastare così come siamo chiamati non solo a fare opposizione a questa linea arrendevole dell’organizzazione ma anche a dimostrare sul campo che la nostra proposta è una alternativa valida e concreta. In una parola a continuare quella battaglia per l’egemonia che stiamo portando avanti da almeno 20 anni.
Dispiace che all’onestà di una discussione trasparente si sia preferito evitare il confronto, scaricandone le conseguenza sui compagni dell’area i quali, a stragrande maggioranza, sia che fossero/siano d’accordo con l’uscita dalla Cgil sia che non lo fossero/siano, non sono stati messi nella condizione di fare questa discussione in maniera pacata, fraterna e ragionata.
A fare cioè una vera discussione tra compagni al di là delle idee e delle sigle sindacali presenti, passate e future.
Dispiace anche che quegli stessi metodi burocratici che denunciamo in Cgil vengano applicati all’interno dell’area nei confronti di chi non è d’accordo con la linea del portavoce al punto da impedire la pubblicazione, nonostante le ripetute richieste cui non è stata mai data nemmeno risposta, di un contributo politico e di merito alla discussione come quello scritto dai componenti dell’esecutivo Iavazzi, Grassi e Brini qualche settimana fa.
Per quanto ci riguarda, la battaglia in Cgil continua e deve continuare con maggior forza e radicalità di quanto avvenuto fin’ora. Continua con tutti quei compagni che non vogliono regalare la più grande organizzazione del movimento operaio a gruppi dirigenti che hanno nella disastrosa linea della mediazione al ribasso e del rispetto delle compatibilità la loro unica ragion d’essere.
Per questi motivi, proponiamo che venga organizzata, nelle prossime settimane, un’assemblea nazionale dell’area dal titolo “RILANCIAMO LA BATTAGLIA DI OPPOSIZIONE IN CGIL”.
Mario Iavazzi
Paolo Brini
Paolo Grassi
Angelo Raimondi
Davide Ledda
Luca Paltrinieri
Matteo Parlati
Giannantonio Currò
Luca Ibattici
Nensi Castro
Davide Bacchelli
Gianplacido Ottaviano
Gian Pietro Montanari
Gianluca Sita
Massimo Pieri
Domenico Loffredo
Vincenzo Chianese
Lorenzo Mortara
Antonio Forlano
Diego Sabelli
Barbara Lietti
Luca Pezza
Domenico Minadeo
Antonio Esposito
Alessio Sammartino
venerdì 13 maggio 2016
Oggi altro incontro tra la D.T. e la direzione Continental
Oggi dopo pranzo avrà luogo un altro match dell'incontro tra la D.T. e l'azienda per la questione delle pause, il part time e il Jobs Act (?).
Senza la forza dei lavoratori, senza una piattaforma definita e condivisa e soprattutto senza "paletti" la D.T. andrà ad affrontare l'azienda per portare ai lavoratori più diritti e più tutele....
Ce la faranno i nostri eroi? Non perdetevi i prossimi verbali della D. T....
Senza la forza dei lavoratori, senza una piattaforma definita e condivisa e soprattutto senza "paletti" la D.T. andrà ad affrontare l'azienda per portare ai lavoratori più diritti e più tutele....
Ce la faranno i nostri eroi? Non perdetevi i prossimi verbali della D. T....
mercoledì 11 maggio 2016
Ccnl metalmeccanici. Si tratta. In ristretta!
La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici andrà avanti nelle prossime due settimane con una fitta serie di incontri tecnici tutti in delegazione ristretta, fino alla data del 18 o 19 maggio in cui si affronterà il tema del salario e si valuteranno possibili ulteriori iniziative.
Una eventuale convocazione del Comitato Centrale è ancora rimandata, con l’effetto che gran parte della trattativa – compreso il tavolo che discuterà le regole che daranno applicazione al TU del 10 gennaio – si sta svolgendo senza che il gruppo dirigente abbia potuto discutere i singoli punti e con una effettiva marginalizzazione della delegazione trattante che non si riunirà comunque prima della fine della serie di incontri tecnici. Non siamo d’accordo con questo modo di procedere e crediamo sarebbe utile e doveroso convocare al più presto il Comitato Centrale, unico organismo delegato a discutere del merito in questa fase della trattativa.
sindacatoaltracosa in Fiom
https://sindacatounaltracosa.org/2016/05/06/ccnl-metalmeccanici-si-tratta-in-ristretta/
Una eventuale convocazione del Comitato Centrale è ancora rimandata, con l’effetto che gran parte della trattativa – compreso il tavolo che discuterà le regole che daranno applicazione al TU del 10 gennaio – si sta svolgendo senza che il gruppo dirigente abbia potuto discutere i singoli punti e con una effettiva marginalizzazione della delegazione trattante che non si riunirà comunque prima della fine della serie di incontri tecnici. Non siamo d’accordo con questo modo di procedere e crediamo sarebbe utile e doveroso convocare al più presto il Comitato Centrale, unico organismo delegato a discutere del merito in questa fase della trattativa.
sindacatoaltracosa in Fiom
https://sindacatounaltracosa.org/2016/05/06/ccnl-metalmeccanici-si-tratta-in-ristretta/
lunedì 9 maggio 2016
PREMIO RISULTATO E CONTI BONUS
Riceviamo e pubblichiamo:
Da: Rsu
Per: L. Lembi, G. Albertini,
Cc: Rsu
Data: 09/05/2016 13:31
Oggetto: Premio di Risultato e Conti Bonus
Buongiorno,
con la presente chiediamo di ricevere informativa sul Premio di Risultato e sul Conti Bonus.
In particolare chiediamo di conoscere l'importo totale e il conto relativo a ciascuno dei 3 parametri del Premio di Risultato.
In merito al Conti Bonus invece chiediamo se anche per quest'anno è prevista l'erogazione per il mese di Giugno.
Certe di una solerte risposta porgiamo cordiali saluti.
Giada Garzella e Silvia Cini RSU
Da: Rsu
Per: L. Lembi, G. Albertini,
Cc: Rsu
Data: 09/05/2016 13:31
Oggetto: Premio di Risultato e Conti Bonus
Buongiorno,
con la presente chiediamo di ricevere informativa sul Premio di Risultato e sul Conti Bonus.
In particolare chiediamo di conoscere l'importo totale e il conto relativo a ciascuno dei 3 parametri del Premio di Risultato.
In merito al Conti Bonus invece chiediamo se anche per quest'anno è prevista l'erogazione per il mese di Giugno.
Certe di una solerte risposta porgiamo cordiali saluti.
Giada Garzella e Silvia Cini RSU
Proposta riunione RSU per discussione su trattativa in corso
Riceviamo e pubblichiamo:
Da: Rsu
Per: Rsu,
Data: 09/05/2016 11:25
Oggetto: Riunione RSU
Chiediamo la convocazione della Rsu per avere informativa e confrontarsi sui contenuti della trattativa avuta venerdì scorso con l'azienda.
A tal proposito proponiamo venerdì 13 maggio come prima data utile.
Rimaniamo in attesa di riscontro.
Saluti.
Da: Rsu
Per: Rsu,
Data: 09/05/2016 11:25
Oggetto: Riunione RSU
Chiediamo la convocazione della Rsu per avere informativa e confrontarsi sui contenuti della trattativa avuta venerdì scorso con l'azienda.
A tal proposito proponiamo venerdì 13 maggio come prima data utile.
Rimaniamo in attesa di riscontro.
Saluti.
Giada Garzella e Silvia Cini RSU
giovedì 5 maggio 2016
G. Garzella: la mia richiesta di rinnovo part time è stata ACCOLTA, ora devono ACCOGLIERE anche le vostre!
Riceviamo e pubblichiamo:
Quella che
vedete sopra è la proroga a 6 mesi
del mio contratto a part time per la cura dei figli firmato ieri.
Il fatto che l’azienda abbia ACCOLTO
la mia richiesta è la dimostrazione che siamo all’interno dei requisiti
previsti dal vigente Contratto Nazionale. Allo stesso modo quindi devono essere
ACCOLTI tutti gli altri part time in scadenza per accudire i figli fino al
compimento dei 13 anni, per un MINIMO di 6 mesi e un MASSIMO di 24 mesi.
La firma
del mio contratto e l’accettazione dell’azienda sono arrivate dopo vari passaggi
sindacali da parte mia e di Silvia tramite richieste ufficiali di dati, approfondimenti
sulla normativa e, essendo direttamente coinvolta nella questione,diversi
passaggi anche personali, esigendo e pressando per il rispetto della normativa.
La
percentuale non è mai stato il vero problema per l’azienda tant’è che ha già
dato alla RSU la disponibilità ad allargarla. La vera esigenza dell'azienda è sempre stata e continua ad essere quella di controllare e poter gestire la durata
e gli orari dei contratti a part time! Le forzature per far accettare modalità
di fruizione diverse e i tentativi di imporre VINCOLI assolutamente ILLEGITTIMI
sia di orario che di durata dei contratti sono partiti esattamente da questa
esigenza e vanno respinti.
Accogliere la domanda vuol dire
accettarla così come viene chiesta, senza modifiche, pertanto invito tutti i
lavoratori interessati:
- a presentare domanda per il
rinnovo del part time secondo le proprie esigenze,
- a rifiutare qualsiasi vincolo e a
riferirmi di qualsiasi eventuale pressione fatta per tentare di imporre modalità
diverse di fruizione.
5 Maggio
2016
mercoledì 4 maggio 2016
Ma cosa stanno facendo quelli della DT?
Riceviamo e pubblichiamo
Stando al verbale dell'incontro della DT con l'azienda del 28 scorso, nessuna rivendicazione è stata ancora avanzata nei confronti dell'azienda.
Restano in alto mare:
- Il ripristino delle pause, che da tempo l'azienda sta riducendo in diversi reparti,
- il calendario delle chiusure e delle ferie, che l'azienda ha definito a proprio arbitrio,
- l'utilizzo massiccio dei par per le esigenze dell'azienda (non rimangono praticamente più permessi a disposizione dei lavoratori),
- la questione del part time per accudire I figli, che l'azienda fa difficoltà a rinnovare, contro quanto previsto dal CCNL,
- i dati e le previsioni sui volumi di produzione, che l'azienda continua a non fornire, per assumere a suo arbitrio interinali senza diritti invece che lavoratori a tempo indeterminato.
Inoltre, la "delegazione trattante" non è a nostro avviso rappresentativa, ne' della intera RSU, ne' delle diverse esigenze e posizioni che sono emerse nelle assemblee. Nonostante le nostre richieste a norma degli statuti FIOM e CGIL, continuiamo a esserne escluse, in favore di un delegato che ancora afferma di rappresentarci.
Pertanto chiediamo:
- una composizione realmente rappresentativa della D.T.,
- informazioni precise su che cosa stia rivendicando,
- l'esame in assemblea di qualsiasi ipotesi di accordo prima che sia definita.
4 Maggio 2016
Giada Garzella e Silvia Cini RSU
Stando al verbale dell'incontro della DT con l'azienda del 28 scorso, nessuna rivendicazione è stata ancora avanzata nei confronti dell'azienda.
Restano in alto mare:
- Il ripristino delle pause, che da tempo l'azienda sta riducendo in diversi reparti,
- il calendario delle chiusure e delle ferie, che l'azienda ha definito a proprio arbitrio,
- l'utilizzo massiccio dei par per le esigenze dell'azienda (non rimangono praticamente più permessi a disposizione dei lavoratori),
- la questione del part time per accudire I figli, che l'azienda fa difficoltà a rinnovare, contro quanto previsto dal CCNL,
- i dati e le previsioni sui volumi di produzione, che l'azienda continua a non fornire, per assumere a suo arbitrio interinali senza diritti invece che lavoratori a tempo indeterminato.
Inoltre, la "delegazione trattante" non è a nostro avviso rappresentativa, ne' della intera RSU, ne' delle diverse esigenze e posizioni che sono emerse nelle assemblee. Nonostante le nostre richieste a norma degli statuti FIOM e CGIL, continuiamo a esserne escluse, in favore di un delegato che ancora afferma di rappresentarci.
Pertanto chiediamo:
- una composizione realmente rappresentativa della D.T.,
- informazioni precise su che cosa stia rivendicando,
- l'esame in assemblea di qualsiasi ipotesi di accordo prima che sia definita.
4 Maggio 2016
Giada Garzella e Silvia Cini RSU
martedì 3 maggio 2016
In evidenza il commento di un lavoratore e la nostra risposta
Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul post "In evidenza il commento di un lavoratore sulla que...":
"Portare avanti una lotta per le pause è deleteria...ne sentiremo tutti le conseguenze! Invece di cedere qualcosa in questo momento che c'è lavoro bisognava solo ottenere e non mettete lo spauracchio degli interinali da assumere perché sarebbe solo un ricatto! "
Il Foglio Bianco ha risposto al commento sul post "In evidenza il commento di un lavoratore sulla que...":
"Dalle tue parole si percepisce paura e sappiamo bene quale ne sia l'origine. A parte questo però fai un'analisi corretta e dici cose molto giuste.
Siamo d'accordo con te quando dici che invece di cedere qualcosa in questo momento che c'è lavoro bisogna solo ottenere ma in che modo? La risposta la dai implicitamente tu....ora c'è lavoro, c'è necessità di produrre!
Quindi se blocchi le produzioni ORA metti in ginocchio l'azienda ed OTTIENI. Non c'è altro modo e questo significa fare sciopero, portare avanti una lotta!
Portare avanti una qualsiasi lotta ora non è deleterio ma vuol dire OTTENERE.
E la lotta non va fatta solo per le pause ma per qualsiasi pretesa dell'azienda di rosicare i nostri diritti, dicendo no alle sue "esigenze" e contrapponendo a queste le NOSTRE ESIGENZE, ad esempio un premio risultato che non viene rinnovato dal 2002, i nostri PAR e le nostre ferie!! "
domenica 1 maggio 2016
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