domenica 26 dicembre 2021

Crisi, la Speedline licenzia tutti, chiude e delocalizza

La fabbrica Speedline (Ronalgroup) che produce cerchi in lega nel veneziano ha annunciato la chiusura entro il 2022. Oltre 600 lavoratori sono a rischio licenziamento con la chiusura del sito produttivo per delocalizzazione della produzione in Polonia



https://www.newsauto.it/notizie/crisi-lavoro-licenziamenti-speedline-fabbrica-chiude-delocalizzazione-2021-344248/ 

sabato 27 novembre 2021

USB: PROVIAMO AD ESSERE ANCORA PIÙ CHIARI DEL SOLITO SULLA QUESTIONE VITESCO

I volumi produttivi sono calati sicuramente per effetto della mancanza di semiconduttori ma a questo si sovrappone la pesante decisione della casa madre di non acquisire più nuovi ordini dai clienti. I volumi della sede americana in dismissione ci stanno dando sicuramente  un po' di respiro ma oltre agli attuali volumi non c'è niente. Nessuna riconversione delle linee produttive e nessun piano di riqualificazione di tutto il personale di produzione sono stati previsti e finanziati nel breve termine per scongiurare il vuoto che arriverà alla fine della produzione degli iniettori. Stiamo solo riempiendo gli spazi vuoti delle clean room coi cadaveri di New Port News mentre in altre sedi costruiscono linee super tecnologiche per le nuove produzioni.

Nonostante la regione Toscana abbia finanziato per la riconversione la formazione di 100 impiegati (alcuni dei quali già andati via), l'azienda ha già dichiarato un'eccedenza di personale dovuto ad un calo del 30% dei volumi ed ha cominciato a licenziare, col beneplacito dei sindacati confederali e delle loro RSU, lasciando a casa i 139 lavoratori in staff leasing. 

Il quadro è questo e siamo a questo punto anche perché, a partire dal 2018, FIOM e FIM si sono assunti la grave responsabilità di sottovalutare e rinviare di continuo concedendo alla multinazionale tempo per mettere in atto i suoi piani di ristrutturazione. Ed ora, aver gestito la questione dei lavoratori in staff leasing senza il coinvolgimento dei dipendenti Vitesco, mantenendo separate le vertenze, è un'altra grave colpa. Continuare a sostenere che la vertenza occupazionale Vitesco possa risolversi ai tavoli col governo serve solo a spostare ulteriormente in avanti la reazione dei lavoratori, finché alla fine qualsiasi azione risulterà inutile.

Lavoratori, dopo il licenziamento dei colleghi in staff leasing toccherà a noi. La multinazionale ha già deciso dove produrre l'elettrico. Non si può pensare che il governo faccia quello che la multinazionale non fa. Non possiamo continuare ad accettare passivamente che Pisa sia esclusa dai piani della multinazionale o che diventi una sede/presidio di un centinaio di "eletti". Dobbiamo organizzarci e provare a rivendicare che il lavoro derivante dallo sviluppo e dalla produzione dei componenti elettrici sia ripartito tra i vari siti, compresa Pisa, pretendendo il ritiro degli esuberi e la stabilizzazione di tutto il personale tramite la riduzione degli orari di lavoro.

Alziamo la testa e rispediamo a casa chi sta cercando di illuderci che dipenda tutto dal governo piuttosto che dalle nostre azioni.

Nei prossimi giorni proporremo una data per la ripresa della lotta.


26 novembre 2021

Rappresentanza Aziendale di Base 

USB Vitesco


giovedì 11 novembre 2021

Il 4 dicembre No Draghi Day, giornata nazionale di protesta del sindacalismo di base e conflittuale


Contro le misure economiche del governo Draghi Contro licenziamenti, privatizzazioni, delocalizzazioni e carovita Cortei regionali nelle principali città: la libertà di manifestare è un diritto democratico non negoziabile

La Legge di Bilancio prodotta dal governo Draghi conferma il nuovo e pesante attacco alle condizioni di vita dei settori sociali più deboli del paese mentre stanzia ulteriori risorse per le grandi imprese e le rendite finanziarie.


Si conferma la linea politica dell’aumento delle disuguaglianze, anziché invertire rotta.


Gli aumenti dei prezzi delle materie prime e dell’energia provocano un rincaro delle bollette e del caro vita che colpiscono lavoratori e lavoratrici, che hanno salari bloccati da contratti non rinnovati, pensionati e ancor peggio gli strati più poveri della popolazione, come i pensionati al minimo o i percettori del reddito di cittadinanza.


Sulle pensioni si mantiene il famigerato impianto della Fornero, quindi un rialzo dell’età pensionabile, anche se per ammorbidire si propone quota 102 per il prossimo anno, sempre molto al disotto delle aspettative anche per garantire un necessario ricambio generazionale. 


Sul Reddito di Cittadinanza si introducono misure per restringerne la platea e per forzare i percettori ad accettare qualsiasi lavoro: part time, a tempo determinato e a grande distanza dalla residenza. Sul fisco si preannuncia l’abolizione dell’IRAP, cioè dell’unica tassa ineludibile per le imprese, mentre le riduzioni per i lavoratori verranno indirizzate verso i redditi medio-alti (tra i 28 e i 55mila euro).


In una fase in cui è ormai operativo lo sblocco totale dei licenziamenti, crescono i morti sul lavoro e sono ancora visibili gli effetti pesantissimi della crisi pandemica, la manovra economica concentra le risorse sulle grandi imprese, esattamente con la stessa logica con cui si è elaborato il PNRR, e non si pone il problema drammatico della riduzione delle fortissime disuguaglianze sociali attraverso la redistribuzione del reddito.  Quasi inesistenti gli investimenti pubblici nei settori chiave della vita sociale, come sanità, scuola e trasporti urbani, fondamentali anche per contrastare, oltre ai necessari vaccini, la diffusione della pandemia. Non ci sono né sono previsti interventi per rialzare i salari in un paese dove è in forte crescita il lavoro povero. Viene inoltre riesumato il pericolosissimo progetto di autonomia differenziata, destinato ad aumentare le differenze territoriali e sociali. E ancora una volta non ci sono interventi sulla drammatica questione abitativa per incrementare l’offerta di alloggi popolari, né ci sono risposte al dramma degli sfratti.


A completare il piano di Draghi c’è invece il disegno di legge del governo sulla concorrenza che prepara una privatizzazione selvaggia di tutto ciò che resta ancora di pubblico nel nostro paese: dai trasporti locali all’energia, dall’acqua all’igiene ambientale, dai porti fino alla liberalizzazione dei taxi e ad un rilancio in grande stile della sanità privata. È l’apertura liberista definitiva alla ferrea legge del mercato, in spregio a qualsiasi preoccupazione per i diritti sociali, la salvaguardia dei beni comuni, il riequilibrio e la giustizia sociale. Una conferma della vuota retorica governativa in materia di salvaguardia dell’ambiente e di lotta al cambiamento climatico poiché mettere i beni comuni, a cominciare dalle risorse idriche ed energetiche, nelle mani delle grandi società private non potrà che favorire nuovi disastri ambientali ed abbassare ulteriormente le tutele in materia di salute e sicurezza di lavoratori e cittadini.


Con la legge di bilancio e il disegno di legge sulla concorrenza Draghi sta realizzando i diktat dell’Unione Europea e soddisfacendo tutte le richieste di Confindustria, senza incontrare alcuna vera opposizione sul piano politico e con il silenzio complice di Cgil, Cisl, Uil.


Forte del sostegno che ha da parte dell’intero arco parlamentare questo governo marcia compatto nella direzione di ridurre i diritti della classe lavoratrice, utilizzando le tecniche repressive del decreto Salvini e dando copertura alle azioni illegali da parte del padronato quando utilizza le squadracce pagate per picchiare lavoratori e lavoratrici in sciopero.


Il riuscito sciopero generale dell’11 ottobre, promosso da tutto il sindacalismo conflittuale e di base, con la sua piattaforma di lotta ha individuato con precisione i temi sui quali proseguire la mobilitazione. No ai licenziamenti e alle privatizzazioni. Lotta per il salario e il reddito garantito. Cancellazione della Legge Fornero, contrasto al carovita e ai diktat dell’Unione Europea. Rinnovi contrattuali e lotta alla precarietà per la piena occupazione. Forti investimenti per scuola, sanità, trasporti e previdenza pubblica, contro le spese militari e le missioni all’estero, a favore di una necessaria spesa sociale. Per un fisco equo che aggredisca le rendite e riduca le disuguaglianze sociali. Il programma di lotta dell’11 ottobre oggi esce rafforzato dai nuovi provvedimenti presentati da Draghi, che ne confermano l’indirizzo fortemente antipopolare.


È dunque urgente la costruzione di un vasto movimento popolare che contrasti con la mobilitazione e la lotta questo disegno autoritario destinato ad approfondire le disuguaglianze e ad aumentare la povertà.


Il sindacalismo di base propone e si impegna a costruire una Giornata di protesta nazionale per il prossimo 4 dicembre denominata “No Draghi Day” e invita, pertanto, tutti i movimenti e le realtà sociali e politiche a costruire la mobilitazione in forma unitaria e condivisa. La Giornata sarà caratterizzata da cortei regionali che avranno l’obiettivo di difendere la libertà di manifestare contro ogni odioso divieto a sfilare sotto i palazzi delle istituzioni.


ADL COBAS, CLAP, COBAS CONFEDERAZIONE, COBAS SARDEGNA, CUB, FUORI MERCATO, ORSA, SGB, SIAL COBAS, UNICOBAS, USB, USI-CIT


https://www.usb.it/leggi-notizia/il-4-dicembre-no-draghi-day-giornata-nazionale-di-protesta-del-sindacalismo-di-base-e-conflittuale-1610.html

lunedì 18 ottobre 2021

Calendari di sciopero per il 18 ottobre

In merito agli scioperi indetti per il 15 e il 18 ottobre, chiariamo che si tratta di due giornate di sciopero distinte che vanno fatte consecutivamente al rientro in azienda. per cui, ad esempio, chi rientra al lavoro oggi dopo il 15, può scioperare consecutivamente oggi e domani se èdi turno.

Rappresentanza Aziendale di Base 

USB Vitesco





mercoledì 22 settembre 2021

Mobilitazione del sindacalismo di base e conflittuale: 11 ottobre sciopero generale, 16 ottobre assemblea nazionale

 

Nazionale, 16/09/2021 15:57

Prosegue la costruzione, in ogni luogo di lavoro e in tutti i territori, dello sciopero convocato unitariamente dal sindacalismo di base e conflittuale per il prossimo 11 ottobre, contro le politiche del Governo Draghi e della UE.


Costruiamo un vero e proprio stato di agitazione permanente, con assemblee e iniziative di lotta sui luoghi di lavoro e sui territori, con l’obiettivo di generalizzare la mobilitazione a tutti quei movimenti e quei settori sociali che intendono contrapporsi ai piani di supersfruttamento, precarietà, disoccupazione, devastazione sociale e ambientale imposti dai padroni su scala nazionale e internazionale.


Le organizzazioni sindacali firmatarie di questo comunicato che rappresentano differenti percorsi e modalità organizzative, ritengono che non ci siano più le condizioni per aderire all’assemblea nazionale inizialmente prevista per il 19 settembre a Bologna.


Intendono invece, partire dalle differenze, per rilanciare il percorso unitario apertosi da alcuni mesi. Un confronto finalizzato alla riuscita di tutte le mobilitazioni che metteranno al centro i temi indicati nella piattaforma dello sciopero generale. Strumento di tale percorso sarà un’assemblea unitaria, pubblica nazionale, prevista per il prossimo 16 ottobre a Roma, a cui sono invitate tutte le organizzazioni sociali che si muovono sul terreno del conflitto. 


L’assemblea sarà un importante momento di espressione e confronto fra le tante realtà di lotta che confluiranno nello sciopero generale dell’11 ottobre e fra e con le organizzazioni sindacali conflittuali, per continuare il percorso unitario intrapreso, necessario al fine di fermare la deriva di pesante repressione e attacco ai diritti fondamentali della classe lavoratrice.


Confermiamo anche l’impegno per le mobilitazioni previste per il prossimo 30 ottobre in occasione del G20 a Roma e della PreCop 26 a Milano il 2 ottobre, che saranno oggetto delle discussioni degli incontri che proseguiranno nei prossimi giorni e settimane.


Questi e altri temi che sono alla base della mobilitazione unitaria dell’11 ottobre saranno presentati in una conferenza stampa nei giorni precedenti lo sciopero.


Confederazione COBAS, COBAS Scuola Sardegna, COBAS Sanità, CUB, SGB, UNICOBAS, ORSA, USI cit, USB

https://www.usb.it/leggi-notizia/mobilitazione-del-sindacalismo-di-base-e-conflittuale-11-ottobre-sciopero-generale-16-ottobre-assemblea-nazionale-1601.html

domenica 22 agosto 2021

CASSA RESISTENZA GKN

Collettivo fi fabbrica - lavoratori GKN Firenze:

Abbiamo aperto un conto della Cassa di Resistenza dei lavoratori Gkn, con un IBAN per eventuali versamenti-donazioni.


L'abbiamo fatto in collaborazione con la Mag, cooperativa mutualistica finanziaria e autogestita, de La Comunità delle Piagge, presso Banca Etica di Firenze. Perché, indipendentemente dall'opinione che ognuno di noi ha degli strumenti con cui lottare contro il grande capitale, ci è sembrato giusto versare questi soldi su un conto che siamo sicuri non ha nessun tipo di legame con il fondo finanziario che ci ha chiusi, né con altri strumenti della grande finanza.

Come sapete, abbiamo atteso a fare questo passo. Il pericolo era che nella concitazione dei primi giorni, troppi intendessero la donazione alla cassa di resistenza come un atto di beneficenza. O peggio come un segno di difficoltà dell'assemblea permanente. Il presidio invece era ed è forte e organizzato, basandosi sul supporto dell'intero territorio, delle organizzazioni sindacali e dei solidali organizzati attorno alla pagina Insorgiamo con i lavoratori GKN .

Tra l'altro non ci poniamo l'obiettivo di raccogliere fondi tanto per raccoglierli. La cassa di resistenza è strettamente legata alle finalità della lotta e queste finalità si sono precisate meglio con lo sviluppo della lotta.

Con il crescere della cassa, valuteremo se ci saranno le condizioni e la chiarezza per procedere con forme di mutualismo operaio che ci permettano di avere ulteriore capacità di resistere nel tempo. Questa però è una discussione tutta da sviluppare.

Ribadiamo infine che la principale solidarietà la si esercita unendosi alla lotta, estendendola, insorgendo. Vi ringraziamo quindi per le donazioni che sappiamo arriveranno in abbondanza, ma continuiamo a raccomandarci: tenete le risorse anche per voi, per scioperare nel vostro luogo di lavoro, per volantinaggi dove vi trovate, per preparare i pullman per iniziative nazionali, per insorgere dove vi trovate.

Noi qua reggiamo se insieme #insorgiamo

Cassa di resistenza lavoratori GKN Firenze

IT 24 C 05018 02800 000017089491

Causale: donazione cassa di resistenza Gkn

PS la nostra è una lotta fatta di sguardi, corpi, abbracci...se potete passare fisicamente a fare la donazione direttamente al presidio, lo preferiamo sempre.


https://www.facebook.com/100476036959526/posts/1538634339810348/

mercoledì 21 luglio 2021

Comunicazione USB Vitesco

Per quanto ci riguarda, non esiste unità con chi fa accordi con Confindustria e il governo come quello per lo sblocco dei licenziamenti e con chi tiene i lavoratori in stato di passività anche dopo che la multinazionale ha detto che per Pisa non c'è niente oltre agli iniettori.


Rappresentanza Aziendale di Base 

USB Vitesco

domenica 11 luglio 2021

CHIUSURA GKN: Comunicato Sindacale

Condividiamo ogni parola espressa nel comunicato a firma Si Cobas Pomigliano e USB Melfi ed esprimiamo la nostra solidarietà e pieno sostegno ai lavoratori della GKN.

Rappresentanza Aziendale di Base

USB Vitesco


 *COMUNICATO SI COBAS POMIGLIANO E USB MELFI* 

 *HANNO COLPITO LA GKN PER COLPIRE TUTTO IL SETTORE DELL'AUTO.* 


La prima importante azienda a saltare dopo lo sblocco dei licenziamenti nel settore automotive è la Gkn di Campi Bisenzio ( FI ).

Questa mattina l'azienda ha comunicato la procedura di licenziamento per tutta la forza lavoro, più di 400 famiglie finiranno in mezzo a una strada. 

Alla Gkn si producono semiassi, tra le aziende Stellantis più fornite c'è quella di Melfi, a cui inviano i particolari per la 500X, Jeep Renegade e Compass. 

Non è un caso che si colpiscano gli operai di quella fabbrica, chi pensa questo non riconosce la capacità padronale di organizzare la lotta di classe nel miglior modo possibile.

La Gkn è tra le fabbriche meglio organizzate a livello di lotta operaia nel settore dell'auto. 

Ha combattuto veramente la modifica all'articolo 18, il CCSL e i welfare aziendali, solo per citare alcune delle battaglie portate avanti negli anni. 

Mentre tutti si lamentano di quanto siano cattivi i padroni e le istituzioni, alla Gkn gli operai li hanno sempre affrontati e spesso sconfitti, dimostrando che nella lotta gli operai possono essere ancor più cattivi del nemico se uniti e organizzati. 

Hanno creato un laboratorio sperimentale dal quale prendere esempio. 

Ovviamente il loro modo di agire era un pericolo enorme per tutto il mondo del lavoro padronale.

Un rischio da non correre soprattutto in questo momento.

Il settore auto in Italia è al capolinea, ogni giorno si acquisisce sempre più questa consapevolezza, così come la necessità di unire tutte le vertenze del settore prima che sia troppo tardi.

In uno scenario di un conflitto sempre più imminente, l'idea che i padroni possano avere tra i piedi gli operai della Gkn è impensabile.

Allora prima che inizi la guerra è meglio eliminare le compagini operaie più forti.

Ecco perché la chiusura della Gkn è un chiaro segnale che per i padroni la guerra è iniziata.

Questa mossa non va letta come una delle tante vertenze aperte, faremmo l'ennesimo errore di valutazione. 

È arrivato il momento di affrontare il padrone a viso scoperto, stando innanzitutto al fianco dei compagni della Gkn.

Come Usb Stellantis Melfi e Si Cobas Stellantis Pomigliano, decideremo insieme ai compagni della Gkn le azioni da mettere in campo negli stabilimenti in cui siamo presenti. 

Si Cobas Pomigliano 

Usb Melfi

sabato 29 maggio 2021

Due ore e cinquanta minuti: così liquidano una fabbrica in piena pandemia - da INTERNAZIONALE

 (.....)

Tutto il personale quel giorno in servizio era stato radunato in un capannone dismesso. Erano le 14.20 quando Aquino, affiancato dai due avvocati inviati dalla Yokohama, ha laconicamente comunicato che la fabbrica era stata messa in liquidazione. Quando gli è stato chiesto da quando, ha risposto “con effetto immediato”, aggiungendo che la chiusura era stata decisa per motivi economici e che “avevamo mezz’ora di tempo per tornare nei nostri uffici, prendere gli effetti personali e lasciare lo stabilimento”, ricorda Di Medio. Salzano è sbottato in un urlo disperato, dicendo “non è possibile, e ora cosa faccio?”. Qualcun altro ha preteso spiegazioni, mentre D’Agostino ha domandato “perché non avete ceduto l’azienda a qualcun altro prima di chiudere, come in passato?”. È volata pure qualche parola grossa, poi la riunione si è chiusa. Alle 14.30 era tutto finito. 

(....)

https://www.internazionale.it/reportage/angelo-mastrandrea/2020/11/16/yokohama-ortona

giovedì 27 maggio 2021

No allo sblocco dei licenziamenti, no al nuovo codice degli appalti: USB proclama 8 ore di sciopero

In questi giorni il governo ha preso due decisioni estremamente negative per i lavoratori e estremamente positive per Confindustria e il padronato tutto, a partire dallo sblocco dei licenziamenti dal 30 giugno, contenuto nel Decreto Sostegni Bis al cui interno stanno non solo sostanziose risorse per le imprese, più della metà dei 40 miliardi stanziati, ma anche la perdita di altre centinaia di migliaia di posti di lavoro da fine giugno, che si aggiungeranno al milione di posti già perduti. (....)

Articolo completo su:

 https://www.usb.it/leggi-notizia/no-allo-sblocco-dei-licenziamenti-no-al-nuovo-codice-degli-appalti-usb-proclama-8-ore-di-sciopero-1360-1.html

giovedì 6 maggio 2021

Comunicato di sciopero

Presidi davanti all'Unione Industriale: 

Pisa alle ore 12.00, Livorno alle ore 17.00

Invitiamo i lavoratori a partecipare numerosi.





martedì 4 maggio 2021

Ristrutturazione Continental: la multinazionale non ha mai bleffato quando ha dichiarato gli esuberi

IG Metall e Continental decidono sul concetto di trasformazione.
Il fornitore Continental ha concordato un concetto per la sede di Rheinböllen con IG Metall. Prevede tagli alla manodopera, ma anche l'istituzione di un centro di competenza per robot di trasporto autonomo.

L'azienda ha raggiunto un accordo con IG Metall su una prospettiva per la sede di Rheinböllen.

Dopo i negoziati su un futuro e un accordo salariale sociale, IG Metall, il consiglio di fabbrica e Continental hanno concordato un concetto di trasformazione per la sede di Rheinböllen. Continental lo ha annunciato lunedì. Secondo l'azienda, i contenuti includono la creazione di un centro di competenza e produzione per robot di trasporto autonomo.

Ma ci sono anche tagli dolorosi nel numero di dipendenti nel sito, ha detto. Questi dovrebbero essere "mitigati" attraverso il pensionamento parziale, misure volontarie e una società di trasferimento. Si cercheranno soluzioni amichevoli e socialmente accettabili. "L'accordo ora crea chiarezza per tutti i soggetti coinvolti", ha affermato il responsabile del sito Stephan Nachtmann, secondo una dichiarazione.

"Buon compromesso"
Secondo IG Metall, l'accordo ha impedito uno sciopero illimitato all'ultimo minuto. "I punti chiave prevedono che Continental sviluppi ed espanda la sede di Rheinböllen in un centro di competenza e produzione in Europa", ha annunciato il sindacato. Per motivi operativi, i membri dell'IG Metall non potevano essere licenziati fino alla fine del 2023. Un minimo di 315 dipendenti sarà concordato entro il 30 aprile 2025.

"Si potrebbe prevenire la deforestazione", ha detto Ingo Petzold, rappresentante autorizzato della IG Metall a Bad Kreuznach. "A questo proposito, considero i punti chiave a portata di mano come un buon compromesso".

Tradotto da:

giovedì 29 aprile 2021

L’Europa vuole i semiconduttori per superare il ritardo tecnologico

(...)

Responsabile della politica industriale dell’Ue, Breton si è lanciato all’assalto di una delle principali debolezze europee: la fabbricazione di semiconduttori, minuscoli prodotti di silicio che troviamo ormai ovunque. Da diverse settimane si registra una penuria di semiconduttori sul mercato mondiale, e questo ha costretto a interrompere l’attività alcune fabbriche di automobili e perfino impianti per la produzione di tostapane. 

(...)

Leggi l'articolo completo su:

https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2021/04/29/europa-superconduttori-tecnologia

Cosa succede nella sede Continental tedesca che la multinazionale ha dichiarato di voler chiudere

IG Metall proclama uno sciopero nello stabilimento Continental di Karben

Il fornitore vuole chiudere lo stabilimento di Karben con 1.100 dipendenti. IG Metall richiede indennità di licenziamento fino a 250.000 euro per i dipendenti.

Karben. Il conflitto per la minacciata chiusura dello stabilimento del fornitore automobilistico Continental a Karben, in Assia, si aggrava. Dopo una nuova trattativa infruttuosa con la direzione, IG Metall invita i dipendenti a scioperare 24 ore su 24.

Il lavoro si fermerà giovedì (15 aprile) dalle 6 del mattino, ha detto mercoledì l'agenzia di stampa tedesca Michael Erhardt, rappresentante del sindacato di Francoforte.

L'azienda, tuttavia, ha ribadito la volontà di un rapido accordo con i rappresentanti dei lavoratori. “Una soluzione rapida è importante, soprattutto per quanto riguarda le qualifiche, le opportunità di lavoro continuato, il pensionamento parziale e l'indennità di fine rapporto.

Perché in questo modo creiamo il quadro in cui possiamo offrire ai nostri dipendenti prospettive affidabili nonostante la decisione di chiudere il sito ”, ha spiegato un portavoce.

Ciò è stato preceduto martedì dal terzo ciclo di negoziati su un contratto collettivo sociale. Continental vuole chiudere il sito di elettronica con circa 1.100 dipendenti entro il 2023 per motivi competitivi. Il sindacato rimprovera all'azienda di voler trasferire i lavori in paesi a basso salario per "pura avidità di profitto".

In realtà, il sindacato e il comitato aziendale respingono categoricamente la chiusura, ma allo stesso tempo stanno negoziando il contratto sociale collettivo. Questo crea la base giuridica per azioni sindacali come l'annunciato sciopero di 24 ore.

Il consiglio sindacale ha ora approvato uno sciopero a tempo indeterminato, ha detto Erhardt. "Giovedì dimostreremo che possiamo colpire".

Nello stabilimento Conti di Babenhausen, nell'Assia meridionale, i dipendenti erano riusciti a prolungare la produzione di tre anni nell'ambito delle trattative per un accordo salariale sociale. A Karben, il sindacato chiede offerte di qualificazione e indennità di licenziamento fino a 250.000 euro per i dipendenti a lungo termine.

Tradotto da:

https://amp2-handelsblatt-com.cdn.ampproject.org/v/s/amp2.handelsblatt.com/unternehmen/industrie/autozulieferer-ig-metall-ruft-zum-streik-im-continental-werk-in-karben-auf/27093530.html?amp_js_v=a6&amp_gsa=1&usqp=mq331AQHKAFQArABIA%3D%3D#aoh=16196797899273&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&amp_tf=Da%20%251%24s

giovedì 25 febbraio 2021

Lotto marzo 2021: USB proclama lo sciopero generale


Per il quinto anno consecutivo USB risponde all’appello lanciato da Non una di meno, proclamando lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata dell’8 marzo 2021.

Il 2020 è stato l’anno della pandemia ma anche l’anno in cui la Commissione di garanzia ha vietato gli scioperi e inflitto multe salatissime a chi come USB ha osato scioperare. È stato l’anno in cui si è squarciato il velo sul ruolo della riproduzione sociale e sul peso del lavoro di cura scaricato sulle donne, sulla violenza come fenomeno sistemico, sullo sfruttamento economico, sulla precarietà.

Sono passati secoli ma anche la pandemia degli anni 2000 ci ha consegnato un Paese che si regge sul welfare familistico dove il vero ammortizzatore sociale continuano ad essere le donne. Senza questo lavoro invisibile, gratuito, dato per scontato, le misure di contenimento non sarebbero state nemmeno immaginabili. I lavori che garantiscono la riproduzione sociale sono indispensabili, ma continuano a non essere riconosciuti mentre il loro sfruttamento viene sempre più intensificato, dentro e fuori le pareti domestiche.

La casa come ciclo continuo della produzione e lo smart working come moltiplicatore dei carichi di lavoro, a tutto vantaggio del datore di lavoro.

La casa come prigione violenta: durante la pandemia le denunce dei centri antiviolenza sono aumentate del 74% rispetto allo scorso anno e crescono i femminicidi, a fronte della diminuzione degli omicidi.

L’isolamento, la convivenza forzata, l’impossibilità di sottrarsi materialmente alle violenze uscendo di casa hanno reso le donne e i loro figli ancora più esposti alla violenza domestica. Secondo il VII Rapporto Eures durante i mesi del primo lockdown l'80,8% delle vittime viveva con il proprio assassino.

Le donne come prime linee essenziali di una produzione che non si ferma mai, ma anche soggetti sacrificabili sull’altare della crisi economica: secondo l’Istat, durante il 2020 in Italia 444.000 persone hanno perso il lavoro. Oltre il 70% di loro è donna. Solamente a dicembre, su 101 mila persone che hanno perso il lavoro, 99 mila sono donne, ovvero il 98%. Dei 131 mila lavoratori contagiati sul posto di lavoro denunciati all'Inail, 7 su 10 sono donne. Di queste lavoratrici più del 40% ha tra i 50 e i 64 anni. Questo accade perché le donne sono occupate nei lavori più esposti al contagio: lavori di cura, di pulimento in scuole e ospedali, insegnanti e collaboratrici scolastiche. Lavori che sono state definiti "essenziali”, ma solo finché necessari alla produzione e al profitto.

Per questo l’8 marzo sarà ancora sciopero generale.  

Sarà sciopero contro lo sfruttamento: lavoro a intermittenza, precario, demansionato, ricattabile, gratuito, invisibile.

Sarà sciopero dal lavoro di cura e riproduttivo, senza il quale l'intera società sarebbe costretta a fermarsi.

Sarà sciopero contro lo smantellamento dello Stato sociale e per il diritto al reddito, alla casa, al lavoro, alla parità salariale, a misure di sostegno per la fuoriuscita dalla violenza.

Sarà sciopero per non lasciare indietro nessun@: la fine del blocco dei licenziamenti e degli sfratti è dietro l’angolo. A chi parla di debito buono e debito cattivo rispondiamo con la lotta contro le disuguaglianze e la redistribuzione della ricchezza.

Sarà sciopero perché lo sciopero è l’arma più potente che abbiamo!

Roma, 22 febbraio 2021

Unione Sindacale di Base


https://www.usb.it/leggi-notizia/lotto-marzo-2021-usb-proclama-lo-sciopero-generale-1007.html

sabato 23 gennaio 2021

Vitesco pianifica la sua quotazione in borsa per la metà del 2021

https://www.rtl.de/cms/vitesco-plant-boersengang-fuer-zweite-jahreshaelfte-4689896.html

Traduzione:

Hannover / Regensburg (dpa) - La divisione drive Conti Vitesco vuole fare un secondo tentativo in borsa nel 2021. "Stavamo andando molto bene, poi è arrivato Corona. Ora puntiamo a uno spin-off nella seconda metà dell'anno, a condizione che l'assemblea generale continentale approvi alla fine di aprile", ha dichiarato Andreas Wolf, consigliere di amministrazione di Conti e capo di Vitesco, alla "Frankfurter Allgemeine Zeitung" (sabato). Il fornitore automobilistico e produttore di pneumatici Continental ha sospeso lo spin-off della divisione dopo lo scoppio della pandemia lo scorso aprile. Dopo lo spin-off legale sotto il nome di Vitesco, la società con sede a Regensburg si è separata dalla sua società madre ad Hannover. "In uno spin-off completo, la struttura azionaria di Vitesco Technologies corrisponde inizialmente a quella di Continental", ha affermato Wolf. Di conseguenza, la Schaeffler Holding, in qualità di azionista di riferimento di Conti, avrà inizialmente lo stesso ruolo in Vitesco. Schaeffler Holding deteneva l'ultima volta il 46% delle azioni Conti. Vitesco attualmente genera oltre il 90 per cento delle sue vendite di 7,8 miliardi di euro nel campo dei motori a combustione. Ma Wolf vuole creare una storia di crescita nella mobilità elettrica. "Gli esperti si aspettano che il mercato dell'elettromobilità cresca di circa il 30% ogni anno tra il 2020 e il 2025. Il nostro obiettivo è crescere più velocemente del mercato". La giovane azienda con motori elettrici per assali e tecnologia a 48 volt e alta tensione è ancora in deficit. Tuttavia, questo dovrebbe cambiare in circa cinque anni: "Vogliamo raggiungere il pareggio nel medio termine. Con la crescita del mercato, i componenti di elettrificazione saranno più economici, l'uso di materiali inferiore e la produzione più efficiente. Le linee di produzione scarsamente utilizzate non esisteranno più. . " Ci saranno tagli nella vecchia attività con parti come iniettori e pompe ad alta pressione per veicoli a benzina e diesel. "Il ritiro dal motore a combustione interessa naturalmente anche parti della forza lavoro. Attueremo le misure comunicate nel 2019 in modo socialmente responsabile nei prossimi cinque anni.

sabato 9 gennaio 2021

Stellantis - si uniscano le lotte degli operai, non i profitti dei padroni

Dal 4 gennaio i proprietari di due delle più grandi aziende automobilistiche mondiali sono confluite in un'unica società chiamata Stellantis.

Al di là di chi ha acquistato chi,  questi sono giochi di potere che non devono appassionare la classe operaia, i lavoratori dovranno a breve fare i conti con la riorganizzazione del lavoro che questa fusione porta con sé. 

Uno degli obiettivi di Stellantis è ottimizzare gli utili delle due proprietà e degli azionisti, per farlo cercherà innanzitutto di eliminare modelli e fabbriche doppione, taglierà quindi migliaia di posti di lavoro, lasciando aperti i siti produttivi in cui lo sfruttamento dei lavoratori sarà massiccio e garantito. 

Il gioco che la nuova società metterà in campo sarà la solita molto collaudata divisione e guerra tra poveri. 

Creerà le condizioni per cui i lavoratori, pur di proteggere il proprio posto di lavoro, si metteranno gli uni contro gli altri, francesi contro italiani, italiani contro americani, americani contro polacchi e così via in tutti i paesi in cui Stellantis è presente, con l'unico fine di abbassare ovunque il costo della mano d'opera e tenere aperte solo fabbriche piene di sfruttati. 

Nei prossimi mesi anche istituzioni e sindacati di ogni paese faranno la loro parte, attivandosi a difesa del lavoro nazionale, spingendo gli operai a ridursi lo stipendio o massacrarsi ancora di più sulla catena di montaggio pur di tenere aperto lo stabilimento in cui lavorano, di fatto faranno il gioco del padrone. 

I lavoratori non dovranno assecondare questo perverso meccanismo.

Dovranno unire le proprie forze e le proprie esperienze contro il padrone e i suoi "seguaci". 

Che siano americani o francesi, italiani o brasiliani, dovranno lottare insieme ed impedire che questa fusione sia vantaggiosa per la proprietà e dannosa per la classe operaia.

Dovranno mandare un messaggio chiaro ad azienda, istituzioni e sindacati filopadronali, ma ancor più forte dovrà arrivare ai colleghi di tutto il mondo, noi la guerra tra poveri non la combattiamo! 

Stellantis deve portare alla fusione della classe sfruttata contro quella padronale, solo così si potranno mantenere gli attuali posti di lavoro in tutte le fabbriche del mondo, senza abbassare il costo del lavoro e migliorando la qualità della vita.

Usb Fca

giovedì 7 gennaio 2021

Google, svolta storica, nasce il primo sindacato all’interno del colosso. Panico tra i magnati della Silicon Valley

 Dopo mesi di lavori in segreto 400 dipendenti di Google annunciano la nascita della prima organizzazione sindacale all'interno del gruppo. Un precedente pericoloso per un mondo dove i sindacati sono sempre stati fortemente osteggiati. Le prime battaglie saranno di natura etica e di rispetto dei diritti dei lavoratori più che economiche. Nei prossimi mesi qualcosa di simile potrebbe verificarsi anche ad Amazon

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