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lunedì 3 ottobre 2016

SULLA RISTORI....

Riproponiamo un articolo pubblicato nel 2014 che riporta di un Ordine del Giorno sulla vertenza Ristori presentato dai membri dell'area di opposizione Fiom al Direttivo Provinciale di Pisa.

L'OdG in questione è stato respinto dalla maggioranza dei dirigenti sindacali di Pisa.

Mozione sulla crisi della Ristori, presentata al Direttivo FIOM del 20.11.2014

Il Direttivo provinciale FIOM Pisa considera negativa per i lavoratori l’intesa raggiunta il 5 Novembre scorso tra la Proprietà, il Commissario concordatario e le OOSS con la mediazione della Regione, in quanto non  risponde alle istanze alla base delle lotte portate avanti dai lavoratori della Ristori, anche con il sostegno dei lavoratori Piaggio:
1.     Viene confermata la grossa riduzione della produzione e vengono confermati i licenziamenti che ne conseguono
2.     Anche per i lavoratori destinati a rimanere in produzione, non è prevista nessuna certezza per il futuro, visto che la produzione dipende unicamente da commesse che la Piaggio sta continuando a trasferire altrove
3.     Non è previsto nessun meccanismo certo di rotazione sul lavoro fino all’apertura della procedura di mobilità
4.     Date le dimensioni della riduzione dell’occupazione, è solo fumo negli occhi parlare di mobilità volontaria
5.     In definitiva, gli strumenti di protezione promessi non sono altro che quelli garantiti dalla legge
6.     Anche per gli stipendi arretrati c’è solo un impegno parziale e incerto, visto che le risorse disponibili dipendono dall’esito del concordato preventivo
Per questo, aver indotto i lavoratori a sospendere la lotta e riprendere il lavoro rappresenta solo un favore alla proprietà, ai creditori, ma soprattutto alla Piaggio che avrà i pezzi che richiede, per tutto il tempo necessario a completare il trasferimento delle commesse alla Ristori.
L’accordo sottoscritto, come tanti altri in questi anni in Italia, non è altro che l’accompagnamento verso la chiusura della fabbrica

Per rispondere ai problemi dei lavoratori della Ristori, come delle tante altre fabbriche in crisi dell’indotto Piaggio è necessario affrontare le ragioni vere della deindustrializzazione della Valdera, che stanno tutte nelle scelte della Piaggio di portar via un numero sempre maggiore di lavorazioni, sia interne che dell’indotto. 
La politica sindacale che negli ultimi 20 anni ha concesso alla Piaggio quanto  ha richiesto su tutti gli aspetti delle condizioni di lavoro, in fabbrica e nell’indotto, e sul ricorso continuo alle casse dell’INPS attraverso la CIG e la Solidarietà; la subalternità e il sostegno politico ed economico alla Piaggio di Comune, Provincia e Regione, si sono rivelate un disastro per i lavoratori e per l’intero tessuto sociale ed economico della Valdera.
E’ necessario che la FIOM rompa con questa politica e con chi intende continuarla, unisca i lavoratori della Piaggio e della Valdera, definisca una piattaforma rivendicativa comune e costringa la Piaggio ad un confronto serrato e sostanziale per invertire la sua politica industriale.


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