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lunedì 27 aprile 2020

domenica 26 aprile 2020

Scioperi perché Geofor ti fa lavorare senza DPI? Per la Commissione di garanzia devi essere punito. USB: pura repressione, no pasaran



Pisa, 25/04/2020


La Commissione di Garanzia sull’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali – CGSSE - colpisce ancora. Con la seduta del 23 aprile, infatti, ha prescritto all’azienda per l’igiene ambientale Geofor di Pisa di procedere contro i lavoratori che si sono astenuti dal lavoro nei giorni 19, 20 e 21 marzo.
I lavoratori e i delegati USB in quei giorni, ricorrendo all’articolo 1460 del codice civile e all’articolo 44 della legge 81 del 2008, si erano rifiutati di esporsi al rischio del contagio di fronte alle inadempienze dell’azienda in materia di fornitura dei DPI e di adozione delle precauzioni minime essenziali. La quasi totalità dei dipendenti non prestò servizio per tutelare se stessi e le proprie famiglie, ricorrendo agli strumenti di autotutela che la normativa mette a disposizione dei lavoratori.
Ora la Commissione li vuole punire ed invita perentoriamente l’azienda a procedere contro di loro. In verità, nel farlo, la Commissione sembra a corto di argomenti e soprattutto si muove su un terreno manifestamente al di fuori della sua sfera di intervento. È la stessa Commissione infatti a prendere atto che non di sciopero si è trattato e che i lavoratori hanno agito “in autotela” con azioni individuali plurime. Ma se è così, cosa c’entra la CGSSE? Non siamo in presenza di un caso di applicazione, più o meno legittima, della legge 146, quella che regola il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. E la Commissione, istituita proprio per vigilare sulla sua corretta applicazione, ora avrebbe deciso di intervenire su un terreno che è abbondantemente fuori dalla sua giurisdizione.
Ma tant’è. Questa è l’Italia nell’era del coronavirus, sotto la pressione di Confindustria e della sua martellante campagna del “riapriamo tutto ad ogni costo”. Le aziende devono essere messe sempre e comunque al riparo da ogni responsabilità e i lavoratori continuamente sottoposti all’intimidazione, anche quando a rischio c’è la propria incolumità.
Non conta che proprio tra i lavoratori dell’igiene ambientale si contino diversi morti proprio per il contagio contratto lavorando. La protesta, individuale o collettiva, non è tollerabile, neanche quando manifestamente a rispetto delle leggi in vigore.
Il colpo sparato dalla Commissione, ancora una volta contro i lavoratori, non può passare inosservato. I responsabili della strage che si sta compiendo in questo paese non sono solo i dirigenti aziendali ed i vertici confindustriali. Non sono soltanto le organizzazioni sindacali che hanno firmato il protocollo del “via libera – tutti a lavorare” del 14 marzo. Ci sono anche i componenti di una Commissione sempre al lavoro per garantire che nessuno si metta di traverso.
La USB contrasterà questa ennesima azione repressiva contro i lavoratori e la libertà sindacale con tutti i mezzi a sua disposizione, sul piano legale, dell’iniziativa sindacale e della lotta sociale e democratica. No Pasaran.

Unione Sindacale di Base

sabato 18 aprile 2020

“Pazienza zero”: il Primo Maggio un grande corteo telematico attraverserà l’Italia - USB nazionale


Il Primo Maggio un grande corteo attraverserà tutta la Penisola con lo slogan “Pazienza zero”. In tempi di distanziamento sociale sarà un corteo telematico ma non per questo meno carico di forza e di rabbia: una diretta live no-stop, sui siti e sui social delle organizzazioni promotrici, racconterà le lotte, le denunce e le iniziative di solidarietà – intervallate dai contributi dal mondo della musica - che fanno intravedere la nascita di un’altra società.

Non stiamo infatti morendo solo di Covid-19 né la crisi mondiale è frutto unicamente del coronavirus. Affiora ovunque la consapevolezza che il sistema economico e sociale occidentale non sia in grado di proteggere la società umana da una crisi con queste caratteristiche e che sia arrivato il momento di intraprendere un altro cammino. La diffusione del virus ha solo messo in evidenza l’accaparramento delle risorse nelle mani di pochi, che oggi è diventato insopportabile perché mette a repentaglio la nostra stessa sopravvivenza.

L’assenza di sicurezza sui posti di lavoro, lo smantellamento della sanità pubblica, l’impreparazione alle emergenze testimoniano che tutto è sacrificato alla competitività delle imprese sui mercati mondiali.

Le morti sul lavoro, le morti in mare dei migranti, le morti degli anziani nelle RSA, le morti degli operatori sanitari di base e ospedalieri, dimostrano che è stato ucciso il diritto alla sicurezza ed alla salute e che l’articolo 32 della Costituzione viene subordinato agli interessi delle aziende.

La cinica fretta dei padroni a riaprire tutte le attività e la mancanza dei dispositivi di protezione producono una sequela continua di omicidi che non sono dovuti alla diffusione del virus ma alla responsabilità precisa di chi, di fronte ad una emergenza di enormi proporzioni, continua a mettere i profitti ed il valore dei titoli azionari davanti agli interessi della collettività.

L’aumento delle disuguaglianze sociali, l’enorme diffusione della povertà, l’allargamento della precarietà e del lavoro povero, il moltiplicarsi delle mille forme di lavoro atipico, autonomo e a partita iva, sfruttato, impoverito e senza tutele, l'accrescersi delle disparità di genere, sono il frutto delle controriforme del mercato del lavoro varate in questi anni. La diffusione del virus ha solo messo in evidenza l’accaparramento delle risorse nelle mani di pochi, che oggi è diventato insopportabile perché mette a repentaglio la nostra stessa sopravvivenza.

Il distanziamento sociale è oggi una necessità per fermare il contagio. Ma c’è il forte rischio che diventi un’arma per chiuderci la bocca ed impedire l’esplodere della protesta. Nei rinnovati divieti a scioperare si intravede già una voglia di disciplinare il paese. Un bavaglio alla voce di milioni di lavoratori che vogliono il rispetto del diritto alla salute, al reddito, alla democrazia.

I popoli potrebbero aver esaurito la pazienza. Mentre il pensiero unico si sgretola, l'austerità fortemente voluta dall'Unione Europea entra in crisi e le ricette neoliberiste vengono rimesse in discussione, sta forse scoccando l’ora di un nuovo inizio. Difendere la vita e la salute del pianeta e di chi lo abita sono il nuovo imperativo della solidarietà internazionalista.

Facciamo del Primo Maggio il punto limite della nostra pazienza. La fine della nostra pazienza è un dispositivo di protezione di massa.



Promuovono l’iniziativa:

Rete Iside Onlus

Unione Sindacale di Base

Potere al Popolo

Noi Restiamo

C.S. Il Cantiere (MI)

Opposizione Studentesca d’Alternativa

Federazione Giovanile Comunista Italiana

Centro Internazionale Crocevia

Forum Diritti/Lavoro

Coniare Rivolta

Radio Sonar (RM)

Radio Ciroma (CS)

Radio Città aperta (RM)

Rete dei Comunisti

MGA – Sindacato nazionale forense

C.S. Nuvola rossa (Reggio Calabria)

Brigate di Solidarietà Attiva di Rosarno e Lampedusa

Rete Popolare Tiburtina

https://areastampa.usb.it/leggi-notizia/pazienza-zero-il-primo-maggio-un-grande-corteo-telematico-attraversera-litalia-1116.html